I ministri delle finanze del G20 hanno approvato il pacchetto finale di misure per una riforma delle leggi sulla tassazione internazionale.
In un incontro che si è svolto ieri sera a Lima, in Perù – dove si stanno svolgendo gli annual meetings del Fondo monetario internazionale – è emerso un forte supporto definito “unanime” ora in conferenza stampa al progetto base erosion and profit sharing (Beps).Sviluppato con l’Ocse, esso fornisce ai governi soluzioni per chiudere le scappatoie che permettono ai profitti delle aziende di “scomparire” o essere artificialmente trasferiti verso contesti con un’imposizione fiscale bassa o assente e dove non c’è alcuna attività economica.
Secondo la ricognizione dell’Ocse stessa, che ha terminato le sue proposte pochi giorni fa, i mancati introiti in imposte sul reddito delle società, a livello mondiale, provocati dalle pratiche di elusione ed ottimizzazione fiscale “potrebbero essere tra il 4% e il 10% del gettito globale di queste imposte, ovvero tra i 100 e i 240 miliardi di dollari all’anno”. Oltre ai sette punti già concordati nel 2014, tra cui c’era un capitolo sull’economia digitale, l’arsenale rinnovato di recente comprende misure contro trasferimenti finanziari fittizi, indebite deduzioni di interessi e filiali fantasma, oltre a un sistema di monitoraggio dei risultati.
Per il ministro italiano, Pier Carlo Padoan, si tratta di una “pietra miliare”. Parlando durante la conferenza a Lima, il ministro ha detto che il Beps “cambia le regole. Cambia l’opportunità per i singoli paesi di migliorare i rapporti fiscali con i propri cittadini”; ha poi sottolineato come in Italia proseguano ripresa e consolidamento fiscale, con una vitalità “superiore alle aspettative”.