Un piccolo giallo sull’incremento delle riserve auree, proviene dall’Olanda. Un ‘giallo’ che ha scatenato i mercati prima dell’arrivo di un secco dietrofront che è stato capace di gelarli.
L’Olanda ha aumentato le riserve in oro. Anzi no. Le statistiche del Fondo monetario internazionale hanno mandato su di giri i mercati, salvo poi essere smentite. Prima dalla banca centrale olandese, poi dallo stesso Fondo Monetario internazionale, che ha ammesso di aver commesso un errore.
Le quotazioni del metallo giallo hanno mantenuto comunque un rialzo dell’1% a fine giornata, aggirandosi sopra i 1.290 dollari l’oncia sull’attesa di un rinvio delle politiche monetarie restrittive da parte della Federal Reserve, di cui è cominciata la riunione del comitato monetario.
Chi ha invece acquistato davvero, per il nono mese consecutivo, è la Russia: il Paese si è aggiudicato altre 20,73 tonnellate di oro in dicembre, che portano il totale delle riserve a 1.208,23 tonnellate. Mosca – sempre più sotto pressione per le sanzioni internazionali, seguite dal downgrading del suo debito a “spazzatura” da parte di S&P’s – rappresenta tuttavia un caso a parte. Altri paesi hanno acquistato lingotti, tra cui la Bielorussia e il Kazakhstan. E l’Ucraina ha interrotto le vendite, dopo le 16 tonnellate cedute tra ottobre e novembre. La Turchia d’altra parte ha visto scendere le riserve auree di 3,86 tonn.