Pesanti i calcoli portati avanti dall’ufficio del Cgia di Mestre. La tredicesima soffre dell’aumento dell’inflazione e, in base alle classi sociali, le perdite pro-capite sono considerevoli.
I lavoratori dipendenti italiani, pertanto, continuano a ricevere brutte notizie.
Per loro la tredicesima di quest’anno arriverà sotto l’albero di Natale con qualche sorpresa in negativo. È quanto si evince dai calcoli realizzati dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, secondo i quali un operaio specializzato, che ha un reddito lordo annuo di poco superiore ai 20.600 euro, si troverá in busta paga una tredicesima inferiore di 21 euro rispetto al 2011. Ma la decurtazione riguarda anche le classi sociali più “agiate”.
Un impiegato, con un imponibile Irpef annuo leggermente superiore ai 25.100 euro, avrà in conto 24 euro euro in meno. Per un capo ufficio, invece, con un reddito lordo annuo di quasi 49.500 euro, la decurtazione è la seguente: egli percepirá una tredicesima più leggera di 46 euro.
Perché tagli?
Il motivo è presto detto ed è riassumibile in una parola sola: inflazione. Spiega bene l’attuale situazione Giuseppe Bertolussi. Il segretario Cgia afferma:
“Quest’anno l’inflazione è cresciuta più del doppio rispetto agli aumenti retributivi medi maturati con i rinnovi contrattuali. Se nei primi 9 mesi di quest’anno il costo della vita è cresciuto del 3,1%, l’indice di rivalutazione contrattuale Istat è salito solo dell’ 1,4%. Pertanto, nei primi 9 mesi di quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2011, il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti è diminuito”.