A seguito di tassi come il Libor, un nuovo scandalo rischia di seminare il panico nell’universo finanziario. L’Autorità garante della concorrenza in Svizzera sta infatti indagando su sette grandi gruppi bancari per la possibile manipolazione dei prezzi di oro, argento e altri metalli preziosi.
La Commissione della concorrenza ha reso noto che sta avviando un’indagine su eventuali collusioni tra gli istituti svizzeri Ubs e Julius Baer con le banche estere Deutsche Bank, Hsbc, Barclays, Morgan Stanley e Mitsui. L’Autorità ha ragione di credere che ci siano stati accordi restrittivi della concorrenza tra le banche per il coordinamento dei prezzi nei metalli preziosi.
L’inchiesta dovrebbe essere completata nel 2016 o 2017, ha detto Patrik Ducrey, direttore della commissione della concorrenza svizzera. Le banche potrebbero essere multate con la sanzione massima disponibile pari al 10% dei ricavi.
Come ricostruiscono le principali fonti di stampa, già in febbraio i regolatori avevano detto di aver aperto un’inchiesta preliminare sulle possibili manipolazioni del fixing sui metalli preziosi.
Ad agosto, i regolatori europei hanno invece alzato il velo sulle investigazioni a riguardo, dopo una indagine Usa che ha riguardato le stesse banche. Secondo i ‘cani da guardia’ di Bruxelles sul piatto ci sarebbero alcune condotte anti-concorrenziali sul mercato spot.
Un’impostazione che sembra condivisa dai colleghi elvetici, che hanno “indicazioni” sul fatto che le banche potrebbero aver messo in atto comportamenti collusi nel cercare di determinare il prezzo di oro, argento, platino e palladio, operando sullo spread tra bid e ask, cioè la differenza di prezzo tra l’acquisto e la vendita di uno strumento finanziario (denaro e lettera). Già il mercato dei tassi interbancari e delle valute sono stati sconvolti da simili inchieste. Nel dicembre del 2013, otto banche hanno trovato una transazione per pagare un totale di 1,7 miliardi di euro.