L’oro è stato considerato a lungo un bene rifugio, un investimento per tutti i paesi, sia per quelli in via di sviluppo, sia per quelli con un’economia già molto strutturata. Un bene rifugio che in tempi di crisi è diventato talmente appetibile che sono cresciute sia le richieste che il valore del bene.
Alla fine dell’anno scorso, forse per incentivare ulteriormente l’incremento delle risorse aurifere in alcuni paesi, molte banche d’affari hanno vaticinato l’aumento sconsiderato del prezzo dell’oro dicendo che il suo prezzo sarebbe cresciuto fino a 1900-2000 dollari l’oncia.
►Qualche errore comune per chi investe nell’oro
Invece, dall’inizio dell’anno, il prezzo dell’oro è in discesa e quasi tutti hanno dovuto rivedere le stime sulla sua crescita. Adesso gli investitori si aspettano di conoscere nel più breve tempo possibile quale sarà il range entro cui si andrà a posizionare alla fine dell’anno il valore del metallo prezioso.
►Morgan Stanley e la nuova visione sull’oro
Secondo Morgan Stanley, intervenuta di recente sull’argomento, l’andamento negativo dell’oro e il peggioramento dell’outlook macroeconomico, ha determinato una flessione fino a 1321 dollari l’oncia. Nel secondo semestre dell’anno però, la situazione potrebbe esser capovolta e l’oro potrebbe crescere di nuovo ma senza raggiungere le soglie indicate nel 2012.
Morgan Stanley prevede che alla fine del 2013, il prezzo medio dell’oro arrivi a 1487 dollari l’oncia.