La crescita c’è ma l’esecutivo Renzi non è soddisfatto. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, parla al Meeting di Cl a Rimini e comunica un certo disagio per le cifre da “zero virgola”.
Padoan aggiunge che da ben venti anni non ci sono tassi di crescita “degni della nostra ricchezza, perché non si sono affrontati gli ostacoli strutturali”. Sono necessari, dunque, sia un intervento macroeconomico che soprattutto uno microeconomico che riesca a cambiare i comportamenti delle imprese e delle famiglie. Se questo cambiamento non avviene la ripresa della crescita resterà debole e insoddisfacente”.
Il ministro ha ricordato quali sono “i pilastri della politica della crescita del governo: una grande agenda di riforme strutturali, bisogna migliorare il mercato del lavoro, il sistema di giustizia civile, la pubblica amministrazione, la scuola che è la riforma chiave che crea il capitale umano, bisogna introdurre le riforme e poi attuarle”. Poi c’è il capitolo della finanza pubblica: “Gli investimenti sono l’anima della crescita, la cosa più importante”. Uno degli obiettivi indicati è “rendere facile la vita a chi rischia le proprie risorse per creare ricchezza e fornire nuova occupazione”.
Sulla questione delle tasse, invece, il ministro afferma che “deve essere collocata in un contesto ampio e questo è lo sforzo che sta facendo il governo”. Ma all’indomani delle promesse di Renzi di abolire l’Imu e la Tasi per tutti, nel corso del 2016, sottolinea che i tagli delle tasse “è credibile solo con un taglio delle spese”: “Mi piacerebbe – ha commentato – tagliare 50 miliardi di tasse domani, come molti mi suggeriscono, magari! Ma la vera questione è il finanziamento dei tagli, ecco perché serve un orizzonte medio-lungo, pari ad una legislatura”.