La Lettonia entra nell’euro

 La Commissione Europea ha detto sì: la Lettonia ha le carte in regola per entrare nel novero dei paesi che utilizzano l’euro. Sarà il 18° paese.

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La Lettonia inizierà il passaggio all’euro a partire dal 1° gennaio 2014, a meno che qualche leader dei paesi che già ne fanno parte non decide di opporsi alla decisione della Commissione Europea. Una data molto ravvicinata ma, secondo la Commissione, la Lettonia ha tutte le carte in regola per aderire alla moneta unica senza particolari scossoni. Il paese, poi, aderirà anche all’unione bancaria.

Nonostante, infatti, la Lettonia abbia attraversato un grave periodo di crisi tra il 2008 e il 2009, è riuscita, con interventi mirati e decisi, a ridurre il deficit e a rientrare nei criteri di convergenza che Bruxelles esige per entrare nell’euro: tasso di cambio e inflazione stabile negli ultimi dodici mesi.

Olli Rehn si è dimostrato particolarmente soddisfatto per questa decisione, soprattutto perché l’entrata delle Lettonia nella moneta unica è la dimostrazione che l’Unione Europea e la sua moneta non si stanno disgregando, come si sostiene sempre più frequentemente.

► C’è chi crede nella fine dell’euro

Qualche perplessità, invece, arriva dalla Banca Centrale Europea che teme qualche scossone per i depositi bancari provenienti da altri paesi.

In calo il PIL dell’ Eurozona

 Secondo le  ultime stime diffuse dall’ Eurostat, nel primo trimestre del 2013 l’ economia dell’ Eurozona ha subito una pesante –  e ulteriore – battuta d’ arresto, che è stato possibile enucleare in un calo generale del PIL e delle vendite.

> Calano le vendite nell’ Eurozona

Le 5 proposte di Confindustria per uscire dalla crisi

 Di questa mattina le notizie sugli effetti disastrosi che la crisi ha avuto sul settore manifatturiero italiano e di quanto il credit crunch abbia peggiorato una situazione già al limite del collasso per le imprese.

L’Italia è ancora lontana dall’uscita dalla crisi, nonostante i proclami sempre più ravvicinati su un possibile miglioramento della situazione economico-occupazionale del paese, perché ancora mancano quegli incentivi e quelle facilitazioni che permetterebbero alle imprese di ricominciare a produrre, vendere e creare nuovo lavoro.

Ma non tutto è perduto. Lo dice Confindustria che questa mattina ha presentato il Progetto per l’Italia: cinque proposte, cinque misure urgenti da mettere in atto per non far perdere all’Italia l’ultima occasione per tornare ad essere un paese sano.

La prima cosa da fare è “avviare una capillare opera di semplificazione normativa e di ‘sburocratizzazione’ del Paese” che deve essere affiancata da un quadro normativo semplice e chiaro.

Altro importante passo da fare è tagliare i costi delle imprese di almeno l’11%, a partire dalla detassazione dei salari di produttività.

Le imprese italiane, poi, hanno necessità di liquidi per poter continuare a produrre, per questo è necessario che le pubbliche amministrazioni paghino i loro debiti pregressi e si impegnino a rispettare i termini di pagamento per quelli futuri.

 

Quarto punto è quello del lavoro, o della creazione di questo: per Confindustria è necessario agevolare l’uscita dei lavoratori anziani e la contemporanea entrata nel mondo del lavoro dei giovani, con incentivi in entrambi in casi.

L’ultimo punto di Progetto per l’Italia è la necessità di provvedere alla detassazione degli investimenti e “ favorire gli investimenti pubblico-privati in infrastrutture materiali e non”.

Le modifiche al nuovo “riccometro”

 Dopo il varo della versione definitiva del Redditometro, ecco pronto per il Welfare italiano un altro strumento nuovo di zecca in attesa sulla linea di partenza:  si tratta del nuovo riccometro, ovvero il Nuovo Isee, l’ Indicatore della condizione economica equivalente, sulla base del quale vengono erogate, in tutta Italia, quasi tutte le prestazioni sociali.

Rata Imu giugno 2013: chi paga

 Mancano dodici giorni al 17 giugno, data entro cui sarà necessario pagare la prima rata dell’Imposta municipale unica.

Resta, dunque, da comprendere chi è obbligato a versare primo acconto. L’Imu, infatti, si paga ancora.

Guardando la tv e leggendo i giornali, si può cadere nell’errore di pensere che l’Imu sia stata abolita o perlomeno messa in stand-by praticamente per tutti.

Al contrario, sono ancora 28 milioni gli immobili che dovranno pagare regolarmente la tassa sulla casa.

Primo acconto Imu 2013: chi paga il 17

Pagheranno dunque questa rata coloro che possiedono e risiedono con la sua famiglia in un’abitazione di pregio. Si parla pertanto degli immobili accastati nelle categorie che seguono:

A/1 (abitazioni di tipo signorile o di lusso);

A/8 (abitazioni in ville);

A/9 (castelli e palazzi storici).

Il 17 giugno anche i proprietari di seconde case dovranno pagare la prima rata. Nella categoria sono contemplati anche coloro che hanno una sola casa di proprietà, ma non vi risiedono.

Case in affitto

Chi possiede una casa data in affitto deve verdsare l’acconto Imu 2013, eventualmente con l’aliquota differenziata stabilita dal proprio Comune.

Case in prestito ai parenti

Chi ha un’abitazione che ha dato in prestito a un parente deve comunque versare la prima rata dell’Imu 2013.

Versano inoltre l’acconto Imu 2013 anche

– i “beni merce”, ovvero gli alloggi rimasti invenduti.

– militari e i membri delle forze dell’ordine che hanno la residenza in caserma: pagano l’Imu sulla casa che possiedono come fosse una seconda casa.

– coppie separate di fatto: finché un provvedimento non ufficializza la separazione consensuale o la separazione giudiziale, i coniugi rimangono tali e la casa assegnata di fatto ad uno dei due si configura come una seconda casa per l’altro, che dunque dovrà pagare l’Imu.

– tutti coloro che posseggono “immobili produttivi”, ad eccezione di chi possiede un fabbricato rurale strumentale classificato nella categoria D/10. In questo caso, le classi che pagano sono:

D/1 (Z/1): Capannoni, opifici

D/2 (Z/4): Alberghi, pensioni e residences (con fini di lucro)

D/3 (Z/5): Teatri, cinema, sale per concerti e spettacoli e simili (con fine di lucro) e spettacoli e simili (arene, parchi-giochi)

D/4 (V/5): Case di cura ed ospedali (con fini di lucro)

D/5 (Z/3): Istituti di credito, cambio e assicurazione (con fine di lucro)

D/6 (V/6): Fabbricati, locali ed aree attrezzate per esercizio sportivi (con fini di lucro)

D/7 (Z/1): Fabbricati costruiti o adattati per le speciali esigenze di un’attività industriale e non suscettibili di destinazione diversa senza radicali trasformazioni

D/8 (Z/2): Fabbricati costruiti o adattati per le speciali esigenze di un’attività commerciale e non suscettibili di destinazione diversa senza radicali trasformazioni

D/9 (Z/8): Edifici galleggianti o sospesi assicurati a punti fissi del suolo, ponti privati soggetti a pedaggio

D/11 (T/7): Scuole e laboratori scientifici privati

D/12 (Z/8): Posti barca in porti turistici e stabilimenti balneari.

Fabbricati di categoria D senza rendita

Pagano la prima rata anche coloro che posseggono questo fabbricato e non sono censiti dal catasto ma appartenenti ad imprese.

Altri immobili o fabbricati

Il pagamento della prima rata spetta anche a coloro che hanno immobili differenti dalle case classificati nei gruppo A e C e tutte le pertinenze classificate nel gruppo C, eccezion fatta per pertinenze di un’abitazione principale. In questo caso, ecco quale è l’elenco completo:

A/10 (T/7): Uffici e studi privati

C/1 (T/1): Negozi e botteghe

C/2 (T/2): Magazzini e locali di deposito (cantine e soffitte disgiunte dall’abitazione principale e con rendita autonoma)

C/3 (T/2): Laboratori per arti e mestieri

C/4 (T/3): Fabbricati e locali per esercizi sportivi (senza fine di lucro)

C/5 (V/2): Stabilimenti balneari e di acque curative (senza fine di lucro)

C/6 (R/4): Box o posti auto pertinenziali

C/6 (T/5): Autosilos, autorimesse (non pertinenziali), parcheggi a raso aperti al pubblico

C/6 (T/6): Stalle, scuderie e simili

C/7 (T/2): Tettoie chiuse od aperte (non pertinenze di abitazione principale)

Rata Imu giugno 2013: chi non paga

Rata Imu giugno 2013: come si paga

Il Fisco ribadisce la non retroattività del redditometro

 La direzione Affari legali e contenzioso dell’ Agenzia delle Entrate ha recentemente ribadito, attraverso la pubblicazione della circolare 15 / 2013, la non retroattività del redditometro, lo strumento per la lotta all’ evasione fiscale che entrerà tra pochi giorni in funzione.

I vantaggi di una rata più bassa

 Se si accende un mutuo adeguato alle capacità di spesa del richiedente, non è detto che il debitore sia sempre in grado di pagare le rate del piano d’ammortamento. Una banca, quindi, per reagire a queste difficoltà, o concede  meno crediti, oppure chiede sempre maggiori garanzie. In realtà sarebbe sufficiente abbassare l’importo delle rate. Ecco perché.

Si acquista casa anche senza mutuo

Le banche che hanno erogato un mutuo in tempi non sospetti, quando il richiedente aveva a disposizione uno stipendio fisso e una garanzia accettabile, non riescono a fare i conti con la crisi lavorativa ed economica che interessa la società contemporanea.

Il fatto è che spesso, una volta definito il piano d’ammortamento, molto difficilmente la banche tornano sui loro passi concedendo al debitore una rinegoziazione del mutuo per adattarsi ai tempi di crisi. La soluzione all’insolvenza invece c’è ed è a portata di mano.

Ipoteca, istruttoria e notaio nei contratti di mutuo

Basta abbassare la rata del finanziamento. La convenienza non è solo per il mutuatario che ogni mese deve pagare un po’ meno, ma anche per la banca che, invece di avviare una pratica di pignoramento, che generalmente va per le lunghe, si assicuro quanto meno il rimborso delle somme erogate, anche con qualche interesse in meno.

Si acquista casa anche senza mutuo

 Il mercato immobiliare si evolve rapidamente e sempre più spesso capita di trovare dei privati che acquistano una casa in tempo di crisi senza dover accendere necessariamente un mutuo. Il fatto è che non hanno così tanti soldi a disposizione per il pagamento ma ricorrono ad altri strumenti.

Risparmia sul mutuo condividendo la casa

La crisi ha bloccato le compravendite immobiliari che oggi sono molte meno e spesso oppongono un venditore che non vuole negoziare il prezzo dell’immobile per garantirsi un certo guadagno e le famiglie che non hanno a disposizione i soldi necessari per l’acquisto.

Aumentano gli importi dei mutui

Secondo un’indagine di Supermoney esistono almeno tre alternative all’accensione di un mutuo ipotecario: il rent to buy, il buy to rent e l’help to buy. Approfondiamo i primi due metodi.

Il primo dei tre consiste nella sottoscrizione di un contratto di locazione che dopo un periodo di tempo prestabilito si trasforma in contratto di compravendita. In pratica con le rate diluite nel tempo si paga l’importo dell’immobile al proprietario anziché alla banca.

Il buy to rent è un meccanismo simile ma si parte con il contratto di compravendita a pagamento rateizzato. Il passaggio di proprietà è immediato ma se il debitore è inadempiente, l’ex proprietario è tutelato.