Le modifiche ai contratti a termine richieste dalle imprese

 Gli imprenditori italiani hanno chiesto, già a partire dalla scorsa settimana, in occasione dell’ incontro tra il Ministro del Lavoro Enrico Giovannini e le parti  sociali, di apportare delle modifiche alle norme che oggi disciplinano la contrattualistica del lavoro, in modo da garantire una maggiore flessibilità in entrata.

Modifiche alla riforma Fornero per risolvere il problema esodati

Le richieste delle imprese si sono concentrate, in particolare, sui contratti a tempo determinato, rivisitati nel corso della precedente legislatura, cui la Riforma Fornero aveva però applicato una serie di limitazioni e vincoli mal digeriti dal mondo dell’ imprenditoria.

Le modifiche alla riforma Fornero

Gli imprenditori hanno infatti chiesto al Governo di rivedere nello specifico le norme che regolano i rinnovi contrattuali e la posizione contribuiva dei datori di lavoro.

Sul primo fronte, dunque, quello dei rinnovi contrattuali, le imprese hanno chiesto di riportare ad un range compreso tra i 10 e i 20 giorni – così come era prima della Riforma l’ arco di tempo che deve passare tra la scadenza di un contratto a tempo determinato e il suo rinnovo, e di limitare ai 36 mesi la durata massima dei contratti a termine stessi.

Sul fronte della contribuzione, invece, gli imprenditori hanno chiesto di abbassare il carico contributivo sospendendo il pagamento dei contributi aggiuntivi imposti dalla Riforma Fornero.

Come evitare il rischio nei mercati volatili

 Il mondo Forex è sicuramente un terreno molto interessante per chi si occupa d’investimenti ma non può essere considerato privo di rischi, soprattutto in un periodo di crisi che rendere molto volatili i mercati. Gli investitori, in questo panorama, sono molto preoccupati perché devono rivedere la loro strategia d’investimento.

 2013 consacrato anno del Forex

In primo luogo devono capire se la volatilità del mercato è qualcosa di contingente, se si può arginare o se si può evitare. In più è necessario che capiscano se l’oscillazione di indici e valute sia da considerarsi esaurita nel breve termine e, in quel breve lasso di tempo, che tipo di movimenti avranno di fronte.

Come si può superare in modo brillante questa fase di analisi? Prima di tutto bisogna capire cosa s’intende per volatilità. La volatilità dei mercati è data dalla tendenza del mercato ad aumentare e diminuire di valore in un lasso di tempo ridotto. La cosiddetta fluttuazione dei prezzi dipende spesso dall’atteggiamento degli investitori che si affrettano a vendere o comprare una certa moneta, ma si lega anche alle informazioni disponibili sul mercato. 

 Una panoramica sull’andamento dell’euro

Per uscire da questa logica, una soluzione è l’investimento in asset che sono in grado di fruttare sul lungo periodo. In questo modo, nonostante l’impegno profuso, si evitano le fluttuazioni momentanee.

Per le imprese record di fallimenti e liquidazioni nel primo trimestre 2013

 Per il mondo dell’ imprenditoria italiana il 2013 non sembra essere assolutamente iniziato sotto buoni auspici. La crisi, infatti, ha colpito e continua impietosa a colpire tutto il settore produttivo italiano, generando, nei primi tre mesi del 2013 un numero record di fallimento e di liquidazioni volontarie per le imprese italiane.

In crescita il numero dei fallimenti in Italia

Il Cerved – gruppo specializzato nell’ analisi delle imprese e nei modelli di valutazione del rischio di credito – ha infatti calcolato che nei primi tre mesi dell’ anno si sono potuti  registrare 3500 fallimenti da parte delle aziende italiane, mentre 23 mila imprese hanno avviato una procedura di insolvenza o di liquidazione volontaria.

> Record di aziende chiuse nel primo trimestre del 2013

Dal punto di vista strettamente statistico, quindi, i fallimenti hanno fatto registrare in Italia un incremento del 12% rispetto all’ anno precedente, mentre le aziende in attivo che hanno deciso volontariamente di chiudere l’ attività hanno avuto un aumento del 5,8%.

Il dato più inaspettato del periodo, tuttavia, riguarda l’ incremento dei cosiddetti concordati preventivi – disciplina fallimentare, tra l’ altro, da poco riformata, ovvero delle procedure di insolvenza diverse dai fallimenti, che, sempre nei primi tre mesi del 2013, hanno fatto registrare un aumento annuale del 76%.

Dal punto di vista geografico, infine, è stato colpito in particolare il Nord Est del Paese.

Spensierati con BNL fino al 31 luglio

 BNL ha messo in campo numerose offerte per il 2013 con la campagna Diamo credito al 2013. Periodicamente ci sono delle proposte a tempo che gli utenti interessati a risparmiare sul mutuo senza condividere la casa, dovrebbero tenere in considerazione.

L’ultima in ordine cronologico riguarda il mutuo Spensierato a tasso fisso che è in promozione fino al 31 luglio 2013. Si tratta di una delle proposte migliori del momento per una richiesta di mutuo d’importo pari a 140 mila euro, per una casa che ne vale almeno 220 mila e che deve essere rimborsato in 30 anni.

La rata dei mutui scende se sono accesi online

Per questa simulazione la rata prevista è di 790,52 euro visto che il TAEG è pari al 5,75 per cento. Il tasso di partenza, infatti, è pari al 5,45 per cento, cui bisogna aggiungere le spese iniziali di 1510 euro che comprendono 1260 euro per l’istruttoria della pratica e 250 euro per la perizia dell’immobile. Vanno poi aggiunti al computo dei costi del mutuo, anche le spese ricorrenti di 957,60 euro e l’imposta sostitutiva di 350 euro.

Le migliori offerte di mutuo fino a giugno

La promozione, come abbiamo annunciato, rientra nella campagna Diamo credito al 2013 e in questo caso offre un tasso scontato sulle richieste di mutuo inviate entro il 31 luglio 2013 o erogate entro la stessa data.

Il tipo di tasso applicato al finanziamento è un fisso ed è necessario che il finanziamento sia pari almeno a 50 mila euro.

Risparmia sul mutuo condividendo la casa

 I metodi per risparmiare sul mutuo sono numerosi, uno di questi, suggerito da numerosi portali che si occupano di mediazione creditizia, è lo sharing dell’appartamento. Di norma chi acquista una casa pagandola con il sudore della fronte, non è disposto poi a condividerla, eppure per il risparmio si fa questo ed altro.

Risparmiare, infatti, in tempo di crisi, è sicuramente un imperativo e considerando che il mutuo rappresenta la spesa più consistente per la famiglia, è necessario partire da questo elemento. Condividere la casa consente di dividere i conti, ma comporta anche la creazione di nuovi nuclei famigliari, la modifica del proprio stile di vita e il mantenimento di rapporti nuovi.

La rata dei mutui scende se sono accesi online

Questo trend è stato ben descritto dall’analisi di Easystanza che si occupa di annunci di appartamenti in condivisione. Tra i suoi utenti, il 32,8 per cento delle coppie ha dichiarato di condividere l’appartamento principale. Nella maggior parte dei casi si tratta di lavoratori, il 54,6%, poi ci sono gli studenti che rappresentano il 25,7 per cento della popolazione e infine ci sono disoccupati e pensionati che rappresentano il 13,1 e il 4,9 per cento del campione.

Come si usa lo stipendio degli italiani

La scelta di condividere la casa, che nasce soltanto dal bisogno di risparmio, era molto utilizzata negli anni Settanta, ecco perché molti lo considerano un passo “indietro”.

L’Italia promossa dall’Europa

 L’Italia ha ottenuto il placet dell’Europa e questo potrebbe influenzare positivamente anche gli investitori. A far cambiare idea al management europeo ci ha pensato, in fin dei conti, Mario Monti che, tanto per usare un gioco di parole, ha messo a posto i conti pubblici facendo decadere la procedura d’infrazione.

La crescita dell’Italia passa per lo spread a 100

Enrico Letta ha colto la palla al balzo per dire che si tratta di una notizia molto positiva per il nostro paese, anche se poi, il premier ha incassato la dura critica degli industriali che si sentono soffocare dalle decisione in materia di economia e fisco, prese dal governo. Il documento stilato dalla Commissione Europea ha offerto anche sei consigli all’Italia e agli stati membri, per evitare nuovi avvisi dall’UE.

L’Eurostat sui conti italiani

Dalle parole ai fatti, adesso: Olli Rehn, entro metà settimana, dovrà proporre la chiusura della procedura di deficit a carico dell’Italia che dal governo Berlusconi in poi, quindi dal 2009, è da considerarsi sotto lo scatto di una vertenza europea.

Questo tipo d’intervento, a livello politico, premia il partito di Monti che quand’era al governo, anche se solo per un anno, ha contribuito decisamente al risanamento dell’Italia. Sotto il profilo economico, in qualche modo, si può dedurre anche un plauso rivolto all’austerity.

La metà degli atenei italiani a rischio default

 E’ ormai la quarta volta consecutiva che i Rettori delle università italiane lanciano l’ allarme al Governo sulle precarie condizioni economiche in cui versa la più alta fra le istituzioni della cultura nel nostro Paese: la metà degli Atenei italiani è oggi a  rischio fallimento.

Calo investimenti pubblici per alloggi a studenti

La denuncia, questa volta, arriva dalla Crui, la Conferenza dei Rettori Italiani: a partire dal 2009, infatti, le risorse erogate dallo Stato alle università italiane sono diminuite dell’ 11%, tanto che oggi il Fondo di finanziamento ordinario è arrivato a disporre di soli 6,690 milioni per tutti gli atenei, cioè già il 4,6% rispetto al 2012.

La classifica delle università

E nell’ anno in corso, sulla base dei limitati finanziamenti a disposizione, la situazione è divenuta pressoché insostenibile. Solo le spese relative al personale interno assorbono il 95% delle risorse erogate dallo Stato, dato che già oltrepassa il limite dell’ 82% imposto per legge e che non consente altri tipi di investimenti.

Nuovi tagli agli atenei significano, infatti, nuovi blocchi nella sostituzione del personale docente, a causa del blocco del turn – over, blocco che, a rigor di cronaca, sussiste già da sei anni.

Niente ricambio generazionale, dunque, niente ricerca e, quel che è peggio, niente diritto allo studio: per il 2014, infatti, non potranno più essere totalmente coperte neanche le borse di studio. I rettori chiedono dunque che il Governo si impegni in un piano di finanziamento e revisione triennale da almeno 150 milioni di euro.

Secondo l’Economist il peggio non è passato

 L’Economist, che offre sempre una fotografia lucida della situazione europea, ha spiegato che il peggio non è passato nel senso che i leader europei, oggi, sbagliano a dire che la crisi è definitivamente alle spalle. All’argomento è dedicato addirittura l’ultimo articolo di copertina della rivista economica.

L’Unione Europea, dal punto di vista economico, è da considerare sorvegliata speciale, sia sotto il profilo economico dove non è ancora chiara la linea di lungo periodo che gli stati membri hanno deciso di seguire, sia sotto il profilo politico dove a prevalere è l’indecisione dei leader.

La fine dell’effetto Draghi per i mercati

La copertina dell’Economist arriva subito dopo il Consiglio Europeo che si è tenuto a Bruxelles il 22 maggio e che ha messo in primo piano la discussione su temi come l’energia, la politica fiscale comune e gli strumenti per contrastare l’evasione fiscale.

La Francia vuole un governo dell’Eurozona

Secondo l’Economist, dunque, il peggio non è passato, non ci siamo ancora lasciati alle spalle i momenti più duri, anzi, pensare di essere sulla strada della ripresa è illusorio. Che le cose non vadano bene è evidente da alcuni elementi: in primo luogo c’è stato il sesto trimestre consecutivo di calo del PIL e poi la crisi ha coinvolto paesi che sembrano immuni al declino economico. In questo caso, il riferimento, è alla Finlandia e all’Olanda.

L’economia egiziana e la primavera nera

 L’Egitto, dalla primavera araba in poi, ha goduto di grossa considerazione all’estero visto che si pensava che un movimento di liberalizzazione politica, potesse in qualche modo essere di stimolo anche allo sdoganamento dell’economia.

Invece a distanza di pochissimi mesi da quella che è passata alla storia come primavera araba, il paese di Mubarak è arrivato al declino. La crisi politica seguita alla cacciata del dittatore, si è trasformata in una crisi economica senza precedenti. Hanno influito sul declino il turismo e un sistema politico che vuole soltanto mantenere in vita la classe dirigente già al governo.

Il crollo della sterlina egiziana

A descrivere per filo e per segno la situazione egiziana ci ha pensato l’ultimo rapporto del World Economic Forum che ha spiegato come l’Egitto sia uno dei paesi maggiormente pericolosi su scala globale per i turisti. Il paese è giunto ad un livello di pericolosità che è superiore a quello generato da Pakistan, Colombia e Yemen.

Lavorare nel turismo con Veratour

A livelli temporale, il declino dell’Egitto è iniziato nel 2010, anno in cui il paese ha iniziato a perdere turisti, un’emorragia di circa 4 milioni di persone su 14 milioni di turisti conteggiati ogni anni nel paese. A resistere alla crisi ci sono comunque i luoghi caldi: le strutture turistiche localizzate nel Mar Rosso, il Cairo e Luxor.

 

Prolungati i bonus ristrutturazioni

 I bonus per le ristrutturazioni e per l’energia saranno prolungati fino al 31 dicembre del 2013. E’ questa la gran bella notizia per tutti i cittadini consumatori che avevano deciso di approfittare, magari un po’ troppo tardi, del bonus fiscale offerto a chi avesse ristrutturato casa pensando all’ambiente.

Il governo, dall’anno scorso, ha messo tra le sue priorità l’intervento nel settore delle ristrutturazioni e del risparmio energetico ed ha fornito ai cittadini che ne avessero fatto richiesta, nel rispetto dei requisiti definiti dall’esecutivo, di avere uno sconto sui lavori di casa.

Pronta la proroga per i bonus energia

I cosiddetti bonus energia dovevano terminare entro giugno, invece, come ha spiegato anche il Ministro per le infrastrutture in un’audizione alla Camera, si sta studiando la proroga dei bonus dal 30 giugno al 31 dicembre. Continua dunque la profusione di strumenti per defiscalizzare le ristrutturazioni. Lo sconto, fino a dicembre, dovrebbe essere mantenuto intorno al 50-55 per cento.

Si va verso la sospensione dell’IMU

Il problema, secondo molti analisti, è che non è ancora chiaro il percorso studiato dal governo per reperire i fondi. Se è stato previsto di abolire o ridurre l’IMU e bloccare l’aumento dell’IVA, è abbastanza difficile che ci siano i soldi anche per rifinanziare il bonus energia, oppure per estenderlo anche agli elementi d’arredo e alle cucine, con un occhio di riguardo per famiglie e giovani coppie.