Sospetto di riciclaggio in Vaticano

 L’Aif, l’Autorità di informazione finanziaria del Vaticano, ha presentato il primo rapporto questa mattina nella Sala Stampa del Vaticano. L’Istituto, voluto da Benedetto XVI nel 2011, ha lo scopo di vigilare sulle attività bancarie e finanziarie che si svolgono all’interno delle mura vaticane al fine di contrastare possibili azioni di riciclaggio di denaro.

► Un accordo antiriciclaggio tra Vaticano e Stati Uniti

64 pagine di dati, dalle quali emerge un’intensificazione delle segnalazioni da parte degli organismi preposti al controllo rispetto ai periodi precedenti e, quindi, anche una maggiore presenza di casi sospetti. Nello specifico, per il 2012, il rapporto segnala la presenza di almeno 6 transazioni sospette che potrebbero essere frutto di riciclaggio di tangenti. Tutte a carico dello IOR.

Inoltre, nel 2012 sono state fatte 2.400 dichiarazioni di trasporti transfrontalieri di denaro in entrata o in uscita dal Vaticano per importi superiori ai diecimila euro (598 in entrata e 1.782 in uscita).

► Il nuovo presidente dello IOR

Nel complesso, questo primo rapporto dell’Aif mostra un significativo aumento delle attività di controllo, con due richieste di informazioni ad autorità interne, due rapporti al promotore di giustizia, una richiesta di informazioni ad autorità estere e tre richieste di informazioni ricevute da autorità estere.

Epifani discute di IMU e di IVA

 Il Segretario del Partito Democratico Guglielmo Epifani ha discusso oggi a Siena, in occasione della campagna elettorale del candidato sindaco, di IMU e di IVA, proponendo in sostanza di utilizzare le risorse derivanti dalla rimodulazione dell’ IMU per evitare l’ aumento dell’ IVA che dovrebbe scattare a partire dal prossimo 1 luglio.

Confesercenti lancia l’allarme sull’Iva

Per Epifani, infatti, l’ innalzamento dell’ aliquota IVA previsto dal Governo Monti potrebbe finire per pesare soprattutto sulla parte finale della filiera, ovvero sul mondo del commercio e delle imprese, già provati dalla congiuntura economica particolarmente negativa. Questa conseguenza, quindi, dovrebbe essere evitata, anche se trovare le risorse necessarie in così poco tempo non è impresa da poco.

> Per Baretta è difficile evitare l’aumento IVA

E’ a questo punto, allora, che secondo Epifani potrebbero entrare in campo i meccanismi di rimodulazione dell’ IMU: se da una parte è giusto togliere l’ IMU a chi non può pagarla, dall’ altra si potrebbe pensare di utilizzare le risorse IMU per evitare l’ innalzamento dell’ aliquota dell’ IVA.

Contrario alla revisione dell’ IVA è anche il viceministro all’ Economia Stefano Fassina, che ricorda la drammatica situazione attraversata oggi dal Paese sotto il profilo economico.

Intanto da oggi è ufficialmente in vigore il decreto IMU che vale, in totale, 2,4 miliardi di credito sospeso.

Il piano del Governo per pensioni ed esodati

 Nella giornata di oggi, come annunciato nei giorni scorsi, il Governo aprirà un tavolo per discutere con le parti sociali. All’ ordine del giorno ci sono essenzialmente due temi, che aspettano di trovare soluzione nel minor tempo possibile. Il primo, il più urgente, riguarda la risoluzione definitiva della questione degli esodati, coloro che pur non percependo più lo stipendio non possono neanche beneficiare dei contributi della pensione.

Sono 62 mila i primi esodati “salvaguardati”

Il secondo, invece, riguarda le modifiche da applicare alla riforma delle pensioni firmata pochi mesi fa dalla Fornero e oggi in vigore.

Per quanto riguarda la questione degli esodati, dunque, il Ministro del Lavoro Enrico Giovannini ha annunciato la chiusura definitiva della questione entro la fine del 2013, e oggi si discuterà di un possibile ampliamento della platea degli esodati ammessi al beneficio della salvaguardia – circa 20 – 25 mila persone, tra cui gli autorizzati alla contribuzione volontaria entro il 4-12-2011, i lavoratori cessati dal servizio, e una parte dei lavoratori in mobilità ordinaria.

Ulteriori chiarimenti per il primo e il secondo decreto esodati

Per quanto riguarda invece le modifiche alla riforma delle pensioni, la proposta del Governo sarebbe quella di anticipare l’ accesso alla pensione all’ età di 62 anni invece dei 66-67 previsti, ma con delle penalizzazioni rispetto la quota dell’ assegno pensionistico che si va poi a percepire. Le modalità specifiche, tuttavia, sono ancora in via di definizione.

I distributori automatici non accettano le nuove banconote da 5 euro

Se qualcuno vuol fare una prova, una volta munito del nuovo biglietto (verde) da 5 euro, può recarsi al distributore automatico di sigarette più vicino e fare come segue:

– inserire piano piano la banconota;

– allineare la banconota perfettamente alla freccia;

– stirare le pieghe della filigrana prima dell’inserimento;

– girare la banconota e cambiare verso.

Tutti tentativi quasi istintivi che si fanno quando i nostri soldi sono stropicciati, prima di perdere la pazienza.

Ebbene, tutte queste prove, pur se ripetute all’infinito, non aiutano: la nuova banconota da 5 euro, che è in circolazione dallo scorso 2 maggio, non viene accettata dal distributore automatico. In nove casi su dieci esso “risputa” fuori il ‘pezzo di carta’, non riconoscendolo. E’ come se il nuovo foglio da cinque Euro fosse falso.

Dal 2001 ad oggi, questo è il primo restyling che ha l’euro per oggetto. Mai prima di oggi, si era cambiato qualcosa nel design dall’introduzione della moneta unica. Ma evidentemente le macchinette non erano preparate.

I gestori, probabilmente, non hanno aggiornato i software che leggono e riconoscono i soldi.

Così, tabaccai, benzinai, bigliettai di ticket per le metro, e distributori di snack, al pari di farmacisti e parcometri sono in difficoltà.

Per chi non l’avesse ancora vista, la banconota da 5 euro introdotta venti giorni fa ha il volto della dea greca Europa che affiora in controluce e sull’ologramma.

Oggi a Bruxelles il vertice straordinario UE

 Si tiene oggi a Bruxelles l’ annunciato vertice straordinario UE a cui parteciperà anche il Presidente del Consiglio Enrico Letta, che ha riferito ieri in Senato con un discorso sui temi centrali all’ ordine del giorno.

> Letta chiederà all’Europa soluzioni durature e concrete

Per il momento, tuttavia, non si dovrebbe trattare di un incontro risolutivo, ma di un incontro preparatorio per il Consiglio europeo previsto per fine giugno, in cui verranno effettivamente presentati e discussi i temi che stanno maggiormente a cuore all’ Italia, come il piano per il rilancio dell’ occupazione giovanile,su cui il Governo si è messo già a lavoro e l’ uscita definitiva dell’ Italia dalla procedura di infrazione per eccesso di deficit.

Energia, domani vertice europeo per trovare una strategia comune

Al di là di questi temi, tuttavia, al summit previsto per oggi saranno materia di discussione soprattutto il mercato unico europeo dell’ energia, il cui completamento è previsto per il 2014, e i temi della trasparenza bancaria e dell’ evasione e della frode fiscale.

Energie rinnovabili, caro bollette, liberalizzazioni, e autosufficienza energetica saranno oggi all’ ordine del giorno per l’ Europa, che parlerà però anche di sovvenzioni, segreto bancario e scambio di informazioni tra le diverse autorità fiscali dei paesi membri.

Fiat Industrial emigra in Regno Unito per pagare meno tasse

Un altro brutto colpo per l’Italia da parte di Marchionne, dicono. Successivamente alla fusione con l’americana Cnh, Fiat Industrial ha trasferito la propria residenza fiscale nel Regno Unito.

Dal Financial Times, nel commentare la notizia, fanno sapere che si tratta di una sorta di affronto all’esecutivo guidato da Enrico Letta, il quale sta cercando di arrestare il deflusso di investimenti dopo quasi due anni di recessione.

Il giornale afferma inoltre che Fiat Industrial intende approfittare di un regime fiscale agevolato. Sarebbe questo il motivo del trasferimento: in soldoni, nel Regno Unito le imprese pagano meno tasse.

Chi meno del quotidiano britannico può dirlo? L’aliquota della corporate tax è stata ridotta di gran lunga negli ultimi anni. Il Regno unito l’ha portata dal 30% del 2007 all’attuale 23,25%. E tra due anni scenderà ulteriormente al 20%.

Nel contempo, dall’inizio del 2012, il Regno Unito ha alleggerito le regole fiscali riguardanti le imprese straniere.

Insomma, rispetto all’Italia, Paese in cui le imprese sono soggette ad un’aliquota fiscale del 31,14%, si sta meglio.

Fiat Industrial ha dunque trovato nella Gran Bretagna il teatro ideale per completare la fusione con la controllata americana Cnh. Un affare, consistente nel acquisto del 12% dell’azienda statunitense, che si farà entro fine anno.

 

Le imprese chiedono al governo regole più semplici per il lavoro

 Confindustria, Abi, Ania, Rete Imprese Italia, Alleanza delle coop, insieme a Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno appuntamento domani con il Ministro Giovannini per discutere della manutenzione, così è stata definita, della Riforma Fornero.

► La riforma del lavoro in quattro mosse

Sarà un incontro importante, durante il quale i rappresentanti delle imprese italiane e le parti sociali dovranno riportare al Ministro quale credono sia la strada migliore per il rilancio dell’occupazione giovanile.

Il governo ha la sua mappa e le sue intenzioni, tutto però sotto una sola bandiera: quella delle riforme a costo zero. E’ necessario, quindi, trovare delle strategie perché una nuova sistemazione del mondo del lavoro non si trasformi in un salasso impossibile per le casse dello stato.

Le imprese, dal canto loro, chiedono delle semplificazioni della Riforma che non hanno costi – sempre che i sindacati accettino – come  il ripristino dei 10-20 giorni di pausa tra un contratto a termine e il successivo e la libera prorogabilità fino a 18-24 mesi del primo contratto a termine o, ancora, la possibilità di avere una presenza stabile di contratti a termine “acausali” in ogni unità produttiva.

Nuove regole, e più flessibili, anche per l’apprendistato, come l’introduzione di un patto di prova generalizzato di 6 mesi e la totale eliminazione della pressione fiscale.

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L’obiettivo è lo stesso, sia per il governo che per le imprese che per i sindacati, ossia rilanciare l’occupazione giovanile e dare futuro ad una generazione che, al momento, non ne ha.

A Torino si rimborsa l’Imu

 La Giunta Fassino in accordo con le sigle sindacali torinesi Cgil Cisl e Uil ha approvato il rimborso dell’Imu per le famiglie del Comune che si trovano in situazioni di disagio economico.

► L’IMU peserà sulle seconde case e sulle aziende?

Saranno ben 15.000 i beneficiari di un assegno da 100 euro che arriverà a giugno. Unici requisiti per rientrare tre i fortunati che si vedranno restituire quanto pagato sulla casa è quello di essere un pensionato o un lavoratore dipendente con reddito Isee inferiore ai 13 mila euro annui (il rimborso è per il 2012, quindi farà fede la dichiarazione dei redditi del 2010) e avere il possesso di una sola casa.

Non c’è neanche necessità di fare domanda: sarà l’amministrazione comunale a inviare ai beneficiari dell’assegno una lettera nella quale saranno indicati l’importo dell’assegno e le modalità di incasso dello stesso.

Una misura, questa, voluta dal sindaco della città Piero Fassino a sostegno delle famiglie con i redditi più bassi che sarà sostenuta tramite un apposito fondo perequativo da un milione di euro, costituito dal Comune di Torino in accordo con le organizzazioni sindacali.

► Difendersi dai cambi in corsa sull’IMU

Una sorta di risposta alla sospensione delle prima rata dell’Imu voluta dal governo Letta che, per come è stata pensata, potrebbe rivelarsi essere a beneficio più della parte ricca del paese che di quella che veramente soffre le conseguenze della crisi, ossia le famiglie che vivono di rendite da lavoro dipendente e da pensione.

Energia, domani vertice europeo per trovare una strategia comune

 Trovare un accordo e una strategia per attivare alcune politiche energetiche comuni, cercando di diminuire la pesante e crescente dipendenza dell’Unione europea dall’importazione di energia, sarà uno dei temi fondamentali del vertice europeo di domani. Un’intesa, diciamolo da subito, è difficile da stabilire.

I leader dell’Unione europea sono dinanzi a un triplice obiettivo:

– lottare contro il caro-bollette;

– ridurre il costo dell’import di energia;

– garantire una produzione europea di energia a livelli sufficienti.

Tutti scopi lodevoli, intendiamoci, ma sarà dura raggiungere accordi in quest’ottica, dal momento che quasi ogni paese dell’Ue non vuole rinunciare alle peculiarità della propria politica energetica nazionale: si va dall’addio accelerato al nucleare scelto unilateralmente dalla Germania senza consultare i partner europei sull’onda del trauma collettivo per la catastrofe di Fukushima in Giappone, fino all’esatto opposto, la scommessa senza riserve della Francia sull’atomo civile. Intanto, il presidente dell’esecutivo europeo Herman van Rompuy avverte: “L’Unione europea rischia di divenire il solo continente al mondo essenzialmente dipendente dall’energia importata“. Un dato di fatto dal momento che tra circa ventidue anni la dipendenza dell’Ue dall’import energetico sarà maggiore dell’80 per cento e questo porterà gravi conseguenze sulla competitività delle aziende continentali.

Nel contempo, Connie Hedegaard, commissario europea all’energia ha incalzato: “Ogni giorno la Ue paga un conto di un miliardo di euro per il solo import di petrolio”.

 

Per Apple un’elusione fiscale da 74 miliardi di dollari

Neanche il tempo di gioire per il primo posto nella classifica dei marchi con più valore al mondo, che Apple deve fare i conti con il Fisco.

Tra il 2009 e il 2012, infatti, l’azienda di Cupertino avrebbe utilizzato una serie di ‘trucchi’ per pagare meno tasse arrivando ad eludere il Fisco per un totale di 74 miliardi di dollari.

E’ questa l’accusa che proviene dalla commissione parlamentare istituita dal Senato degli Stati Uniti al fine di indagare sulle aziende che sfruttano i paradisi fiscali e altri mezzi in modo tale da evadere il pagamento della tasse.

Secondo i dati resi noti nel corso dell’inchiesta, il marchio creato da Steve Jobs ha messo in moto numerosi “trucchetti” così da non versare le tasse al governo Usa.

In primis, Apple avrebbe trasferito una fetta dei suoi profitti in paradisi offshore. Nel contempo, Apple avrebbe anche generato delle “finte” filiali all’estero, in Paesi dove la pressione fiscale è minore rispetto agli Usa.

Per esempio, negli ultimi anni Apple ha aperto alcune filiali in Irlanda. In teoria, Cupertino avrebbe dovuto pagare le tasse come le altre aziende lì residenti.

Nella pratica, però, le cose non sono andate così. In base alla legge irlandese, infatti, un’azienda è considerata residente nel Paese (e dunque è tenuta a pagare le tasse come le altre) solo se il suo managment principale in loco. Tali filiali di Apple, invece, sono gestite direttamente dalla sede centrale, che si trova come tutti sanno in California. Non hanno nessun dipendente in Irlanda, sono “vere” solo di nome.

Seguendo questa metodologia, è come se la filiale non stesse in nessun luogo dal punto di vista della residenza(non in Usa, non in Irlanda) e dunque non paga le tasse in nessun luogo (o le paga meno, come un’azienda non residente).

Lo stesso meccanismo è stato messo in atto in altri Stati del mondo, le cui leggi lasciano spazio a questo tipo di trucchi. Si tratta di meccanismi legali, ma certo non onesti.