Lavoro: in 9 milione gli italiani in crisi

 Non solo disoccupati: gli italiani che hanno difficoltà con il mondo del lavoro sono ben 9 milioni e tra loro ci sono scoraggiati, disponibili a lavorare, occupati in cassa integrazione, lavoratori precari e part time, con un aumento delle persone in difficoltà o in disagio lavorativo pari al 10,3% in un solo anno.

► Le proposte del governo per il rilancio dell’occupazione giovanile

E’ quanto riporta lo studio dell’Ires-Cgil che evidenzia come in soli 12 mesi l’area del disagio lavorativo in Italia sia aumentata in modo esponenziale: negli ultimi tre mesi del 2012, infatti, l’area della sofferenza occupazionale, che include i disoccupati, gli scoraggiati e i lavoratori in cassa integrazione era composta da una platea di 4,57 milioni di persone e quella del disagio lavorativo, ossia i precari e i lavoratori in part time involontario ha raggiunto i superava 4,17 milioni di persone.

Il dato è ancora più allarmante se si confronta con i dati relativi al periodo pre-crisi: nel 2007, infatti, l’area del disagio occupazionale è cresciuta di 2,8 milioni di persone, pari ad un amento percentuale del 47,4%.

► Un patto europeo contro la disoccupazione

Lo studio dell’Ires, che si basa sui dati dell’Istat, mette in risalto anche un altro dato, quello della disoccupazione. Secondo l’Ires il fatto che la percentuale di disoccupati in Italia sia in linea con la media europea non risponde a verità in quanto in Italia esiste una larga fetta di persone che sono disponibili al lavoro ma non lo cercano o che lo cercano ma non sono immediatamente disponibili a lavorare hanno raggiunto nell’ultimo trimestre 2012 i 3 milioni 229.000 persone.

Cassa integrazione per 300 impiegati IBM

La Sistemi Informativi, fazione italiana dell’IBM che contempla quasi mille e cento dipendenti in tutta Italia, ha reso noto di aver avviato la procedura di Cassa Integrazione Ordinaria per circa trecento lavoratori in tutte le sedi. Nello specifico, la Cig è stata avviata per duecentodue lavoratori a Roma, quarantadue a Torino, ventisette a Milano, nove a Perugia, otto a Padova e quattro a Bologna.

Di questi lavoratori centonovantatré sono a zero ore, mentre il rimanente novantanove con riduzione massima di 16 ore settimanali.

Il bilancio del 2012 ha fatto segnare un rosso di 2 milioni e 100 mila euro. Tuttavia, ciò che ha fatto scattare la decisione di richiedere la Cassa è la riduzione dell’ordinato (-43,5%). La Cassa, che sarà fatta partire dal prossimo dieci giugno, è stata chiesta per 13 settimane (il massimo previsto dalla legge) e potrà essere ripetuta al massimo per altre tre volte (12 mesi).

La Rsu dell’azienda denuncia il fatto, segnalando che al termine di rinvii, reticenze e trucchi ‘legali’ sul bilancio 2012, che fanno ricadere su Sistemi Informativi le spese inizialmente stanziate da IBM per gli incentivi all’esodo elargiti il precedente anno, proprio mentre il nuovo ministro del lavoro sembra seriamente determinato a ritoccare le riforme della CIG volute dalla Fornero, la dirigenza tutta IBM di Sistemi Informativi ha deciso di approfittare degli scampoli di questa ghiotta occasione per far cassa a spese dei lavoratori”.

Così, presto si terrà l’incontro tra le parti sociali presso l’Unione Industriali di Roma, ma i margini di trattativa sembrano ridotti al lumicino. Nei prossimi giorni la Rsu comunicherà ai lavoratori e alle lavoratrici le ulteriori forme di lotta che verranno messe in campo per contrastare questa decisione.

Il Fisco chiede il pagamento delle tasse anche alle escort occasionali

Chi guadagna deve dichiarare il reddito e pagare le tasse. Una prassi che non cambia per nessuno. Il Fisco non fa sconti neanche a chi svolge un’attività una tantum.

Di conseguenza, neanche le escort occasionali sono esentate dal pagamento delle tasse.

Coloro che svolgono prestazioni occasionali con un cliente abituale, dunque, rientrano nel target di coloro che devono pagare le tasse.

I guadagni ottenuti, pertanto, devono essere tassati come redditi diversi e per tale ragione l’accertamento con il quale l’agenzia delle Entrate ha contestato ad alcuni contribuenti il mancato pagamento Irpef è fondamentale.

A stabilirlo è la Commissione tributaria regionale della Liguria, il corrispondente della Corte d’appello per quanto riguarda le controversie con l’amministrazione finanziaria. La sentenza 44/1/2013 conferma la precedente decisione di primo grado e dà ragione all’agenzia delle Entrate che aveva analizzato redditi e immobili di una donna di nazionalità rumena e si era resa conto di come fossero sproporzionati rispetto a quanto effettivamente indicato nella dichiarazioni dei redditi.

Decisivi sono stati gli accertamenti finanziari, ovvero i controlli sui conti correnti della Escort.

Stiamo parlando di fatti relativi al 2000. All’epoca sono stati rilasciati a favore della donna alcuni versamenti in contante, naturalmente con la lira, su un conto della diretta interessata. Versamenti che la donna non è stata in grado di dimostrare.

Il Fisco ha invece tenuto in conto una dichiarazione raccolta dalla Guardia di Finanza e riportata in allegato all’atto di accertamento. Da quella dichiarazione risiltava, infatti, che un cliente regalava a fronte di incontri con la donna con la cadenza di circa due volte al mese una somma variabile tra un milione e un milione e mezzo di lire.

Aumento dell’Iva: quali prezzi saliranno e di quanto

 Il 1° luglio 2013,  a meno che nel frattempo non si arrivi ad un decreto risolutivo, l’aliquota Iva sui beni di consumo salirà di un punto percentuale, passando dal 21% attuale al 22%. Un aumento che così, in percentuale, difficilmente restituisce l’idea di quanto inciderà realmente sui consumi.

► Le proposte per evitare l’aumento dell’Iva

Vediamo, allora, quali sono i beni e le merci che saranno interessate dall’aumento dell’Iva e come potrebbero variare i prezzi.

I beni e le merci interessate dall’aumento dell’Iva

1. Preziosi

Tra gli aumenti maggiori che si potranno avere con l’aumento dell’Iva ci sono i gioielli.

Ad esempio, come riporta IlSole24Ore, un gioiello dal valore di 350 euro arriverà subirà un aumento del prezzo di 3 euro; mentre un diamante dal valore di 3.450 euro potrebbe arrivare a costare 3.479 euro.

2. Arredamento

In questo caso l’aumento per una cucina standard, del valore indicativo di 8.000 euro, sarebbe di 66 euro.

3. Tabacchi

Se adesso un pacchetto di Malboro costa 5 euro, dal 1° luglio 2013, con l’aumento di un punto percentuale dell’Iva, arriverebbe a costare 5.050 euro.

► L’aumento dell’IVA peserà sulle famiglie per 135 euro all’anno

4. Elettrodomestici

Se al momento un televisore LCD di media qualità lo si paga 489 euro, dal 1° luglio lo si potrà acquistare a non meno di 493. Per queste merci, infatti, l’aumento stimato da IlSole24 Ore varia dai 3 ai 5 euro, in base al prezzo di mercato del prodotto in questione.

5. Trasporti

Se si prende in considerazione un’auto di medio valore, intorno agli 11 mila euro, il prezzo di luglio, dopo l’aumento dell’Iva, potrebbe aumentare di ben 100 euro.

Fonte: IlSole24Ore

Anci lancia l’allarme – Equitalia

 Da oggi ci sono a disposizione sei mesi per organizzarsi e non perdere tra gli undici e i tredici miliardi: è questa la richiesta formulata dai Comuni al fine di evitare di rinunciare ad una cifra che, in seguito alla sospensione della rata Imu di giugno sulle prime case (pari a 4 miliardi), provocherebbe buchi enormi a livello economico per tutte le amministrazioni locali italiane.

Guido Castrelli, sindaco di Ascoli e responsabile Finanza Locale dell’Anci afferma: “Sarebbe una mazzata in un quadro già compromesso”.

Tutto cambierà dal primo luglio, giorno in cui come ha stabilito il Decreto Sviluppo perfezionato due anni fa dopo una serie di rinvii a Equitalia non spetterà più la riscossione dei tributi locali per conto dei Comuni.

Il Decreto implica che non solo da oggi Equitalia non potrà più lavorare i nuovi ruoli, bensì dovrà anche rimettere anche tutti gli arretrati, ovvero tra gli 11 e i 13 miliardi che i Comuni hanno già iscritto in bilancio.

Prosegue, dunque, Alessandro Cattaneo che è presidente facente funzioni dell’Anci e sindaco di Pavia: “L’ordine di grandezza è purtroppo questo è una cifra impressionante se si pensa che l’Imu sulla prima casa ne vale ‘solo’ 4. Noi non vogliamo nuove proroghe, né che Equitalia continui a gestire le riscossioni. È giusto che i territori possano autodeterminarsi, ma serve una normativa e almeno sei mesi per gestire la transizione”

Assunzioni Coop

 Sono tante le offerte di lavoro per la Grande Distribuzione Organizzata. La grande catena Auchan sta cercando stagisti da inserire nelle settore della gestione dei punti vendita, mentre la Coop è alla ricerca di di nuove leve per rinforzare l’organico dei suoi punti vendita.

La Coop è una grande realtà italiana che riunisce sotto un’unica insegna ben 135 Società Cooperative, tra le quali ci sono la  Unicoop Tirreno, la Coop Estense, la Unicoop Firenze, la Coop Centro Italia, l’Ipercoop Sicilia, la Coop Liguria, la Coop Lombardia, laCoop Adriatica e la Nova Coop, che si contraddistinguono per l’ottimo rapporto qualità prezzo dei prodotti commercializzati.

Al momento la Coop è alla ricerca di molti profili professionali da inserire nel suo organico per le sedi di tutta italia. Vediamoli nel dettaglio.

Farmacisti (Chieri, Biella, Cuorgnè, Crevoladossola, Borgosesia);

Pasticcere (Cuneo);

Responsabile Di Punto Vendita (Verbania e di Alessandria);

Vice Responsabile Di Punto Vendita (provincia di Varese);

Referente Di Ipermercato Reparto Banco Taglio Gastronomia (Chieri);

Manutentore Di Ipermercato (Borgosesia);

Farmacisti (Schio e Mestre);

Capo Reparto Pescheria (Ferrara);

Capo Reparto Macelleria e Capo Reparto Cucina (MO);

50 Allievi Capo Reparto (Toscana).

Per le informazioni sui requisiti necessari per partecipare alle selezioni per i profili aperti presso Coop e per l’invio della propria candidatura si rimanda alla pagina Lavora con Noi del sito della catena.

 

Aumentano i pasti fuori casa mentre calano gli alimentari

 La crisi economica e la recessione hanno già da molti mesi ridisegnato il carrello della spesa degli italiani. Che è diventato sempre più “leggero“. Una indagine svolta da Fipe – Confcommercio  ha infatti rilevato che tra il 2007 e il 2012 – cioè negli anni pieni della crisi – i consumi degli italiani per alimentari e bevande si sono ridotti di 12,4 miliardi di euro, subendo quindi un calo 9,6%.

>  Per il Codacons i carrelli della spesa sono sempre più vuoti

Parimenti, tuttavia, c’è stato una debole ripresa nei consumi dei pasti fuori casa. Agli italiani, infatti, come ai vicini tedeschi, nonostante la crisi economica, piace andare a magiare al ristorante e i dati dimostrano nello stesso quinquennio 2007 – 2009 un aumento dello 0,6%.

A marzo i consumi sono tornati ai livelli del 2000

Per quanto riguarda invece i generi alimentari, le flessioni nei consumi si sono potute registrare un po’ in tutte le categorie merceologiche: pane, frutta, carne, pesce, uova, latte. Le famiglie, tuttavia, per tamponare il caro vita hanno dato più spazio agli amidi e ai cereali, che restano alla base della dieta quotidiana, seguiti poi dai prodotti dolciari e dalle bevande.

Ma se in definitiva i pasti fuori casa nel giro di cinque anni sono aumentati, sono diminuiti nello specifico i consumi dei lavoratori che mangiano fuori, i quali invece si sono sempre di più orientati su soluzioni “al sacco”, che fanno risparmiare tempo e denaro.

Auchan cerca tirocinanti a Milano

 Siete in cerca di un’occupazione nella grande distribuzione organizzata? Auchan sta cercando proprio voi e vi offre dei tirocini della durata di sei mesi nella sua sede di Rozzano, in provincia di Milano.

I tirocini offerti da Auchan, che riguardano diverse settori, sono della durata di sei mesi con una retribuzione – un rimborso spese – pari a 500 euro al mese più la possibilità di usufruire della mensa aziendale. Tanti i profili interessati dai tirocini, vediamoli nel dettaglio.

Stage Buyer Junior Libri

La ricerca è rivolta a laureandi o laureati in materie economiche che abbiano anche una buona padronanza del pacchetto Office. La predisposizione alla lettura e la conoscenza delle dinamiche dell’editoria costituiranno titolo preferenziale.

Stage Comfacator

La risorsa sarà impiegata nella gestione della documentazione relativa ai rapporti con la clientela, nel vbilancio aziendale e di tutto quanto concerne la gestione di questo tipo di attività.

Stage Digital Marketing

Si ricercano laureati o laureandi in materie economiche con ottima padronanza della lingua inglese e dei principali programmi informatici.

Stage Junior Buyer

Stage Category

Stage Qualità non alimentare

Per avere maggiori informazioni sui requisiti necessari per partecipare alle seleziono per i tirocini offerti da Auchan e per l’invio della propria candidatura si rimanda alla pagina Offerte di lavoro del sito della catena.

Il cambiamento dei prezzi delle case in 40 anni

 I prezzi delle case, nonostante la crisi, sembrano scendere meno del previsto perché da un lato ci sono i potenziali acquirenti che hanno difficoltà nell’accensione del mutuo e non possono accettare l’acquisto di una casa a prezzi superiori alla loro capacità di spesa, dall’altra ci sono i proprietari che vogliono aspettare il momento propizio per vendere e massimizzare gli introiti.

► Crolla l’immobiliare ma sui prezzi è battaglia

Quando si parla di compravendita degli immobili, sembra sempre di essere di fronte ad una bolla immobiliare, ma per capire cosa sta succedendo è utile ricostruire il panorama degli ultimi 40 anni. Lo ha fatto l’Economist rilevando la variazioni del prezzo delle case al netto dell’inflazione.

► Torna la fiducia nella casa

Il primo dato che si evince è quello relativo al periodo in cui c’era la lira e l’Italia è stata interessata da alcuni momenti di iper inflazione. In pochissimi anni, il valore nominale della valuta locale, è stato modificato sensibilmente.

Se poi si considera il periodo che va dal 1975 ad oggi, si scopre che l’aumento reale dei prezzi è stato del 44,5 per cento che, in termini assoluti è un incremento elevato, ma poi, in termini relativi, non ha comportato chissà cosa.

L’Inps revoca la sospensione delle visite fiscali d’ufficio

 Un provvedimento dell’Inps aveva sospeso le visite fiscali d’ufficio, ossia le visite che l’istituto di previdenza di sua spontanea volontà o su sollecitazione del datore di lavoro fanno ai dipendenti che si assentano per malattia. Oggi, il coordinatore nazionale per il settore Inps della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (Fimmg), Alfredo Petrone, annuncia che queste visite riprenderanno, anche se ancora i termini e le modalità sono da concordare.

► L’INPS fa il punto della situazione sugli esodati

L’appuntamento è per la prossima settimana, quando alla sede centrale dell’Inps si terrà un altro incontro per capire come procedere. Ma come mai l’Inps è tornata sui suoi passi?

In primo luogo c’è una specifica richiesta da parte del governo verso l’Istituto di Previdenza Nazionale: una spending review, mirata ad abbattere i costi dell’istituto, di circa 500 milioni di euro. Per fare questo taglio l’Inps necessita di una grande revisione, dalla quale le visite fiscali non possono essere esonerate.

Se sembrerebbe che evitare le visite fiscali possa essere un guadagno da parte dell’Inps, secondo il coordinatore le cose non stanno così: eliminare le visite fiscali comporterebbe, oltre al licenziamento dei 1.300 medici in tutta Italia chiamati ad occuparsi di questo incombenza, anche un costo, in termini di assenteismo aziendale molto maggiore dei 500 milioni di euro richiesti dal governo.

► Inps al collasso: secondo Mastrapasqua nel 2015 non ci saranno soldi per pagare le pensioni

Solo nelle scorso anno l’Inps ha sostenuto 1,3 milioni di visite di cui circa 976 mila d’ufficio e 325 mila sollecitate dai datori di lavoro.