L’Economist spiega il mondo del lavoro in India

 In un recente rapporto, il quotidiano Economist ha provato a spiegare in modo lucido perché l’India, pur avendo un enorme potenziale demografico, lo sta sprecando senza cogliere le opportunità espresse dal mondo del lavoro.

Sembra quasi un paradosso quello del Subcontinente indiano che ha una concentrazione enorme di risorse umane, che si adopera per l’acquisto di oro mettendo al sicuro i suoi conti e allo stesso tempo non riesce a sfruttare a pieno le richieste del mercato. Ma in che senso? Lo spiega l’Economist.

Quali nazioni soffrono della svalutazione aurea

Da qui al 2024, in dieci anni circa, la popolazione indiana che è in età lavorativa, quindi uomini e donne che hanno un’età compresa tra 15 e 64 anni, crescerà ancora di 125 milioni di unità. Poi, nel decennio successivo, la popolazione in età lavorativa crescerà ancora di 103 milioni di unità. Questo vuol dire che la forza lavoro indiana potrebbe presto superare quella cinese. Peccato che l’economia del Subcontinente non sia preparata.

Il protezionismo sta uccidendo l’export UE

La bomba demografica, in realtà, è stata un problema importante negli anni Settanta, quando la classe dirigente avviò una campagna di sterilizzazioni forzate. Questa scelta si è rivelata fallimentare perché con la crescita economica e il calo del numero dei figli per famiglia, l’India non è stata in grado di supportare lo sviluppo del paese.

Adesso la situazione si ripresenta ma vista la scarsa lungimiranza della sterilizzazione il management indiano deve impegnarsi nella creazione di 100 milioni di posti di lavoro in dieci anni.

General Electric assume in Italia

 La General Electrics oggi è una grande multinazionale che opera in diversi settori, come la tecnologia, i media e i servizi finanziari.

La sua nascita si deve, nel 1982, alla fusione della Edison Electric Light Company con la Thomas – Houston Company e in questi 130 anni di storia la compagnia è stata in grado di sfruttare tutte le sue potenzialità per divenire operativa e competitiva in tantissimi campi: ad oggi la General Electrics ha più di 100 sedi operative per un totale di circa 300.000 dipendenti in tutto il mondo.

Al momento la multinazionale americana è alla ricerca di ben 80 risorse che saranno impiegate, sia con contratti di lavoro che con stage finalizzati all’assunzione, presso le sedi italiane di MilanoAgrate BrianzaVibo ValentiaBussolengoFirenzeTalamonaMassa e Bari.

Le posizioni di lavoro aperte in questo periodo per le sedi italiane della General Electrics sono:

Tecnici,
Services Project Associate,
Manager,
Ingegneri,
Credit & Collections Specialist,
Specialisti della Logistica,
Programmatori,
Capi Reparto,
Commerciali,
Analisti.

Gli stage proposti dalla General Electrics si svolgeranno nei seguenti settori:

Global Events,
Testing Scheduler,
Quality,
Risorse Umane,
Technology Services,
Produzione,
Global Services,
Quotation & Qualification Engineers,
Operational Project,
Finanza.

Per conoscere tutti i requisiti richiesti dalla General Electrics per candidarsi ad una delle offerte di lavoro o di stage proposte, consultare il sito della multinazionale alla pagina dedicata alle Carriere.

La Slovenia si può salvare con questo piano

 La Slovenia deve essere assidua nel rispetto delle regole stabilite nel piano di salvataggio per fare in modo che si eviti il ricorso ai prestiti dell’Europa. Il piano di salvataggio, all’indirizzo del quale è stato manifestato molto scetticismo, comporta l’aumento dell’IVA e l’avvio di una fase importante di privatizzazioni.

La Slovenia ristruttura le banche

Il primo ministro sloveno, Alenka Bratusek, giovedì scorso ha annunciato le misure economiche che intende mettere in atto per evitare di rivolgersi all’Unione Europea e al Fondo Monetario Internazionale. Le misure indicate sono anche inserite in un’agenda molto serrata.

I titoli sloveni sono considerati tossici

Entro il primo luglio ci sarà un aumento di due punti percentuali dell’IVA che dovrà passare dal 20 al 22 per cento. Poi si passerà alla privatizzazione di ben 15 imprese pubbliche, tra cui anche la seconda banca del paese, vale a dire la Nova KBM, la compagnia aerea nazionale e l’operatore di telecomunicazioni più importante del paese. Insomma, dal settore creditizio a quello tecnologico, sono tutti impegnati nel salvataggio della Slovenia.

Il paese in questione, infatti, nel 2012, ha chiuso i conti con un rapporto tra deficit e PIL pari al 3,7 per cento. Secondo le stime, il 2013 si chiuderà con un deficit tra il 5 e il 7 per cento.

La Germania dall’austerity alla competitività

 Si torna a parlare di crescita, in Germania, si torna a parlare di competitività.  Dopo anni dedicati al rigido consolidamento dei conti pubblici e dopo anni investiti nelle politiche di austerity, Berlino cambia ufficialmente rotta e sposa la causa da tempo sottopostale da numerosi capi di governo europei, e dallo stesso governatore della Banca Centrale Europea – BCE, Mario Draghi, che da mesi si affanna a ripetere come da sole, le politiche monetarie non siano sufficienti a promuovere la crescita economica.

Tutta l’Eurozona è in recessione

Così anche la Merkel torna a porre la competitività tra le priorità, competitività che dovrà certo essere espressa attraverso delle riforme strutturali che consentano al Paese di ritrovare la capacità di produrre ricchezza e di creare nuova occupazione. Niente più solo tagli alle spese, dunque, niente più solo risanamento dei conti pubblici. La Germania, infatti, alla luce degli ultimi dati, non può continuare a mantenere la sua crescita economica se attorno a lei la maggior parte delle nazioni vivono in recessione. Urge dunque un cambiamento di marcia, una inversione di tendenza.

Calano le vendite nell’Eurozona

E per dare concretezza alla speculazione teorica un primo passo è costituito dalla lotta alla disoccupazione giovanile europea, con uno stanziamento di fondi comunitari e l’ organizzazione di una conferenza per decidere sul loro migliore utilizzo.

Record del debito pubblico italiano

 Lo Stato si è indebitato raggiungendo dei livelli mai sfiorati in precedenza. Le entrate tributarie del primo trimestre dell’anno sono cresciute rispetto al 2012 fino a quota 84 miliardi di euro. Non si tratta di numeri dati a caso ma di elementi contenuti nel bollettino di Bankitalia.

L’industria italiana in cattive acque

Nel documento si spiega che il debito pubblico tricolore, a marzo, è salito fino a 2.034,725 miliardi di euro, sfiorando un nuovo record storico e sfondando la precedente soglia dei 2.022,7 miliardi di euro raggiunti a gennaio del 2013. Soltanto nel secondo mese dell’anno in corso il debito pubblico era sceso fino a 2017,6 miliardi.

L’austerity criticata dal basso

Il debito è aumentato nuovamente a marzo rispetto al mese precedente e questo incremento su base mensile, dice via Nazionale, dipende dal fabbisogno del mese di marzo che, per fattori stagionali, è aumentato, pur essendo controbilanciato dalla diminuzione di 3,8 miliardi di euro delle disponibilità liquide del Tesoro.

Se poi si fa un’analisi dei vari sottosettori dell’economia, si nota che da febbraio a marzo è cresciuto di 16,8 miliardi di euro il debito delle Amministrazioni centrali, così come è cresciuto di 0,2 miliardi di euro il debito delle Amministrazioni locali, mentre è rimasto invariato il debito degli Enti di previdenza.

Pensioni, Governo lancia turnover tra senior e giovani

 Il governo Letta si è posto due importantissimi obiettivi. Il primo è quello di creare in poco tempo centomiila nuovi posti di lavoro per i giovani.

Il secondo è quello di rendere un po’ più flessibile la contestatissima riforma delle pensioni, ideata verso la fine del 2011 dall’ex-ministro del Welfare, Elsa Fornero.

L’asso nella manica

Ora, al posto della Fornero c’è Enrico Giovannini, che è pronto al ‘colpaccio’. Giovannini la chiama staffetta generazionale ed è la progressiva e graduale sostituzione, negli organici delle aziende, dei lavoratori più anziani con giovani neo-assunti.

Nello specifico, ai dipendenti ai quali restano ormai pochi anni di carriera prima della pensione, verrà offerta la possibilità di lavorare part-time, ovvero con orari e stipendi ridotti. Contestualmente, tuttavia, l’azienda proseguirà a versare la stessa quantità di contributi prevista per chi fa orario full time, in maniera tale da evitare un taglio dell’assegno pensionistico maturato dal lavoratore.

I dettagli della proposta Giovannini

Nello specifico, se l’impresa deciderà di assumere un giovane (con un contratto stabile o con l’apprendistato) e lo assocerà al dipendente più anziano in un percorso di training professionale, riceverà un sostegno pubblico: la cifra di contributi del lavoratore anziano verrà infatti pagata (almeno parzialmente) dallo Stato.

 

500 giovani assunti da Unicredit nei prossimi diciotto mesi

 Giungono ottime notizie sul fronte lavorativo da Unicredit, che assumerà più di 500 nuovi impiegati in Italia entro un anno e sei mesi.

Unicredit, inoltre, si prepara al lancio di “prodotti più flessibili non sul tasso di interesse, bensì sulla gestione del mutuo in base alle caratteristiche del reddito familiare”.

A progettare il tracciato che l’istituto ha deciso di intraprendere verso diverse strade per contribuire a risollevare il Paese dalla crisi è l’amministratore delegato, Federico Ghizzoni.

Per Ghizzoni si tratta di un grande segnale di fiducia nella capacità di ripresa del nostro Paese.

L’ad del gruppo ha poi aggiunto: “In termini numerici non ne avremmo bisogno, ma questo indica che il gruppo si è rafforzato e che guarda al futuro. Ed è un atto di fiducia nella nostra rete italiana”.

Le selezioni sono già cominciate: cento giovani saranno assunti direttamente a tempo indeterminato, mentre i restanti 400 saranno inquadrati con contratti quadriennali di apprendistato destinati all’assunzione.

Per una ventina di “neolaureati ad alto potenziale” sarà formulato un contratto di assunzione a tempo indeterminato che li proietterà, nel giro di un paio d’anni, a diventare manager all’interno dell’istituto.

Unicredit cerca giovani laureati con voti eccellenti nelle seguenti materie: statistica, ingegneria, giurisprudenza ed economia.

E’ inoltre richiesta un’ottima conoscenza dell’inglese, poiché molto probabilmente i laureati faranno esperienza nelle sedi estere di Unicredit.

La priorità sarà data ai candidati con non più di 25 anni.

Chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate per le detrazioni sulle ristrutturazioni edilizie

 Chiunque abbia sostenuto dei costi per gli interventi di recupero del patrimonio abitativo e per la riqualificazione energetica degli edifici può usufruire di agevolazione e detrazioni fiscali.

Lo scorso 9 maggio l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato una Circolare con la quale fornisce dei chiarimenti sulle agevolazioni per gli interventi di recupero del patrimonio abitativo e per la riqualificazione energetica degli edifici. La Circolare, inoltre, fornisce chiarimenti anche in merito alla questione della cedolare secca.

► Denunciare l’affitto in nero per pagare meno

Vediamoli nel dettaglio.

Quanto si può detrarre per gli interventi di recupero edilizio e di riqualificazione energetica ?

1. Interventi di recupero edilizio

La circolare in esame chiarisce che per le spese documentate sostenute per interventi di recupero edilizio nel periodo compreso tra il 26 giugno 2012 e il 30 giugno 2013, la detrazione spettante dell’imposta lorda è pari al 50% per spese non superiori a 96.000 euro per ogni immobile.

Quindi, rispetto alla precedente normativa, il limite di spesa del 36% è stato elevato al 50% e non sussiste più il limite di spesa di 46.000 euro.

2. Interventi di riqualificazione energetica

La circolare chiarisce, in merito agli interventi di riqualificazione energetica eseguiti a cavallo del periodo di imposta 2013/2013, per l’ottenimento delle detrazioni il termine ultimo per la comunicazione delle spese sostenute all’ENEA, sulle quali si può ottenere una detrazione del 55%, non è il 30 giugno 2013, ma 90 giorni dalla data di fine dei lavori.

La data del 30 giugno 2013 si riferisce al periodo entro il quale devono essere state sostenute le spese per gli interventi di riqualificazione energetica.

► I prestiti più convenienti per le ristrutturazioni

Chi e quanto si può detrarre in caso di decesso del conduttore (affittuario)?

In caso di decesso del conduttore dell’immobile sul quale sono stati eseguiti i lavori di ristrutturazione edilizia sono permesse detrazioni Irpef, per spese  documentate rimaste a carico dei contribuenti che hanno, sulla base di un titolo idoneo, il possesso dell’immobile.

In questo caso la detrazione e del 36%.

Se, però, al conduttore dell’immobile subentra un erede che ha piena titolarità del contratto di locazione, il beneficio fiscale si trasmette, per intero, all’erede.

► Il rimborso per i bonus di ristrutturazione

Chi e quanto si può detrarre in caso di separazione legale?

In caso di separazione legale dei coniugi, come prevedel’art. 16-bis, comma 1, del TUIR: 

la detrazione Irpef per interventi di recupero del patrimonio edilizio in relazione alle spese documentate, sostenute ed effettivamente rimaste a carico dei contribuenti che possiedono o detengono, sulla base di un titolo idoneo, l’immobile sul quale sono effettuati gli interventi. Hanno diritto alla detrazione in questione, se hanno sostenuto le spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio e queste sono rimaste a loro carico, il proprietario o il nudo proprietario dell’immobile, il titolare di un diritto reale sullo stesso (uso, usufrutto, abitazione), ma anche l’inquilino e il comodatario

La circolare chiarifica che la detrazione Irpef sarà a beneficio del coniuge al quale l’atto legale della separazione ha assegnato, attraverso idonei titolo, la titolarità dell’immobile sul quale sono stati effettuati interventi di ristrutturazione.

► I bonus sulla ristrutturazione edilizia nel modello 730

Cedolare secca

In merito all’applicazione del regime transitorio della cedolare secca sui contratti di locazione, la circolare dell’Agenzia delle entrate esplica che per le cedolari riferite nel modello 730/2012 o UNICO 2012 (redditi 2011), ma non confermate per gli anni successivi attraverso l’apposito modello 69, e in mancanza di revoca, il regime transitorio è applicabile per il residuo periodo di durata del contratto.

Squinzi: “Se cadesse il Governo sarebbe un disastro economico”

 Il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha le idee chiare. Non si può far ‘saltare’ questo governo, tantomeno metterlo in discussione. Sarebbe come andare incontro a un “disastro nella gestione dei problemi dell’economia reale”.

Squinzi è stato chiaro durante l’European Business Forum e ha aggiunto: “Io credo che questo governo sia l’unica speranza che abbiamo per cambiare le cose nel breve tempo”. L’obiettivo, per Squinzi, è quello di trasmettere assolutamente il messaggio a chi sta a Palazzo Chigi che la politica del rigore va affrontata ed è una buona cosa, ma che bisogna anche pensare al domani.

Squinzi ha sottolineato inoltre che “Il declino dell’Italia non è affatto inarrestabile”. Il Presidente di Confindustria si dichiara ottimista sia come italiano che come imprenditore.

Parole che arrivano nonostante i nuovi dati negativi del pil. Per Squinzi è obbligatorio “mettercela tutta e come dico io da ciclista non bisogna mai smettere di pedalare”.

Per quanto concerne la priorità in termini di richieste da parte di Confindustria al governo vi è l’armonizzazione degli interventi sull’Imu, nello specifico quelli che impattano sulle attività produttive. In altri termini si tratta dei capannoni. In conclusione, dopo aver sottolineato ciò, Squinzi ha ribadito che “la ripartenza può venire solo dall’industria, quindi bisogna creare le condizioni perché questa possa ripartire”.

Proseguono le indagini su Mps: nuove perquisizioni in Italia e Svizzera

La Guardia Di Finanza sta effettuando numerose perquisizioni in moltissime città italiane, dietro disposizione della Procura di Siena in merito all’inchiesta riguardante MPS.

In contemporanea sono in corso altre perquisizioni in Svizzera, con il beneplacito delle autorità locali.

Secondo indiscrezioni provenienti da fonti vicine alle indagini si legge che vi sarebbero nuovi indagati, sui quali potrebbe pendere l’accusa di riciclaggio.

Intanto, pare che le perquisizioni riguardino tutte persone private e non aziende. Nello specifico, si parla di 12 persone accusate di reato. Le ipotesi vanno dalla truffa aggravata al riciclaggio. Tra questi, menzioniamo Roberto Villa, ex presidente di Richard Ginori, a suo tempo indagato dalla procura fiorentina per bancarotta fraudolenta.

Per Villa l’ipotesi accusatoria dei pm di Siena sarebbe di riciclaggio. Da sempre amico di Gianluca Baldassarri, alla fine degli anni ’80 Villa lavorava alla Cofilp, la sim della Popolare di Novara, proprio con l’ex capo area finanza di Mps, in carcere dal 14 febbraio scorso per l’inchiesta sul Monte.

Inoltre, proseguono le indagini sull’inchiesta del suicidio di David Rossi. L’ex capo dell’ufficio comunicazione di Mps si lanciò dal balcone del suo ufficio a Rocca Salimbeni il sei maggio scorso. Il fascicolo potrebbe essere chiuso a breve, previo aver risolto i legami tra la documentazione inclusa in esso e alcuni cavilli riguardanti la Banca Antonveneta.