L’acconto IMU peserà sugli affitti

 L’Ufficio studi della Confedilizia ha diffuso in questi giorni i dati relativi all’ ammontare degli acconti IMU che i proprietari degli immobile dati in locazione andranno a pagare con la rata in scadenza il prossimo 16 giugno.

Ne risulta dunque che per chi affitta ci saranno aumenti l’ imposta fino al 40%, che saranno applicati sia ai contratti liberi, cioè quelli con formula 4 + 4, che a quelli concordati, con formula 3 + 2 e canone ridotto.

I Comuni non subiranno alcun deficit di liquidità

E il primato italiano del rincaro, calcolato non solo rispetto all’ acconto IMU pagato l’ anno scorso, nel 2012, ma anche rispetto ai valori dell’ abolita Ici, è andato alla città di Venezia, che in soli due anni ha fatto registrare un aumento pari al 2.330%.

Per chi sarà l’acconto IMU

L’ aumento dell’ acconto Imu è in realtà dovuto ad un fattore principale: un emendamento al decreto legge sui debiti delle Pubbliche amministrazioni, approvato dalla Commissione Bilancio della Camera, ha concesso ai Comuni di non applicare più l’ aliquota base del 7,6 per mille per il calcolo dell’ Imposta Municipale, ma di utilizzare quelle stabilite dalle amministrazioni locali stesse nel 2012.

Secondo gli analisti di Confedilizia, infine, i rincari peseranno soprattutto sulle spalle dei sottoscrittori dei contratti concordati.

 

Imposta di bollo: è possibile non pagarla?

 Partendo dal presupposto che l’imposta di bollo si paga su tutti gli strumenti di risparmio – conti correnti, conti deposito e conti postali – in misura dell0 0,15% – sono previste comunque delle esenzioni per i conti correnti con giacenza media inferiore ai 5 mila euro.

Ci sono poi altri due modi per evitare di pagare l’imposta di bollo. Da un lato la possibilità di spostare i propri depositi verso banche che si fanno carico di questa imposizione. All’inizio dell’anno erano molti gli istituti che hanno fatto offerte in tal senso al fine di attirare maggiore clientela, ma per le banche non è conveniente, soprattutto in una fase di continuo calo del risparmio, accollarsi questa tassa, per cui, al momento le banche che non applicano l’imposta di bollo su conti corrente e conti deposito sono Banca Sistema, Banca Ifis, Banco Popolare, Ibl Banca e Bccforweb e alcune banche on line.

Questo non toglie, però, che comunque su questi prodotti sia applicata un tassa del 20% sugli interessi maturati.

Altro modo per non pagare l’imposta di bollo è ricorrere ad un prodotto finanziario senza vincoli di liquidità. Nello specifico si può ricorrere ad un conto corrente ad alta remunerazione che prevedono un’imposta di bollo fissa pari a 34,20 euro, a prescindere dall’importo del deposito.

Imposta di Bollo

Principali novità normative

Prodotti finanziari e importo

E possibile non pagarla?

Imposta di bollo: prodotti finanziari e importo

 Con il governo Monti l’imposta di bollo è divenuta una tassa che si applica alla maggior parte degli strumenti finanziari di risparmio, sia bancari che postali.

Vediamo quali sono i prodotti che sono colpiti dall’applicazione dell’imposta e in che misura questa influisce sul risparmio.

Imposta di bollo su conti deposito, polizze e conti titoli

Per questa tipologia di strumenti finanziari l’imposta di bollo si paga in misura dello lo 0,15% della somma depositata. Per chi detiene questi strumenti l’importo minimo annuo previsto è di 34,20 euro e il massimo è di 1.200 euro.

Imposta di bollo su conti correnti bancari, postali e su libretti postali

In questo caso l’imposta di bollo è fissa. Il suo importo è di 34,20 euro per le giacenze medie annue superiori a 5 mila euro.

Imposta di bollo su buoni postali dematerializzati

Per i buoni postali dematerializzati l’imposta di bollo a carico del detentore è pari allo 0,15% sul totale dei buoni con la stessa intestazione che superano i 5 mila euro per un importo minimo annuale di 34,20 euro.

Imposta di bollo su buoni postali cartacei

A partire dal 1° gennaio 2013 l’imposta di bollo per questi strumenti è dello 0,15%, con imposizione minima di 1,81 euro per buono. Non sono previste esenzioni per i depositi inferiori ai 5 mila euro.

Imposta di Bollo

Principali novità normative

Prodotti finanziari e importo

E possibile non pagarla?

Imposta di bollo sui conti deposito: le principali novità normative

 Con la manovra del governo tecnico sono cambiate le regole per quanto riguarda la tassazione dei conti depositi e dei vari strumenti di risparmio degli italiani.

Le novità riguardano in modo particolare l’applicazione dell’imposta di bollo, ossia l’imposta che si applica alla produzione, richiesta e presentazione di documenti bancari e postali.

Se questa imposizione fino alla fine del 2011 era pari ad 1,81 euro per ogni comunicazione che la banca inviava al cliente – molto spesso poi le banche non applicavano la tassa al cliente ma, dato l’irrisorietà del suo costo, era a carico degli istituti di credito – a partire dalla manovra effettuata all’epoca Tremonti c’è stato un primo cambiamento che ha trasformato l’imposta di bollo da tassa fissa a tassa proporzionale, con un andamento inversamente proporzionale all’ammontare del deposito.

Un successivo cambiamento è avvenuto a partire da quest’anno con il governo Monti che ha apportato tutta una serie di modifiche: l’imposta di bollo – a partire dal 1° gennaio 2013 – si applica a tutti i prodotti finanziari, con la sola esclusione di conti correnti aperti presso banche o posta, il cui saldo medio nell’anno è inferiore a 5 mila euro.

Per le somme depositate che superano tale importo l’imposta di bollo minimo applicata è di 34,20 annui, per un importo massimo di 1.200 euro.

Imposta di Bollo

Principali novità normative

Prodotti finanziari e importo

E possibile non pagarla?

 

A quali prodotti finanziari si applica la Tobin Tax?

 La Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie che è entrata a marzo, con lo scopo di evitare la speculazione finanziaria, si applicherà su tutti gli scambi di azioni sui mercati regolamentati sulla base dei saldi quotidiani, e non quelli di ciascuna operazione.

Le aliquote per le transazioni sui mercati regolamentati

Nello specifico, a partire dal 1° marzo 2013, le azioni saranno tassate con un’aliquota pari allo 0,12% del loro valore di transazione. Dal 1° marzo 2014 l’aliquota scenderà allo 0,10%.

Le aliquote per le transazioni over the counter

Per quanto riguarda gli scambi “over the counter”, ossia le transazioni che avvengono al di fuori dei mercati regolamentati, l’aliquota per la tassazione delle azioni è dello 0,22% per il 2013, mentre scenderà allo 0,2% a partire dal 1° gennaio 2014.

La Tobin tax sui prodotti derivati

La normativa che regola la Tobin Tax prevede che a partire da luglio 2013 la nuova tassa sarà applicata anche sui prodotti derivati ma, a differenza di quanto accade per le azioni, è stato previsto un costo fisso che cresce in base al valore sottostante del titolo e alla maggiore o minore qualità speculativa.

Nello specifico gli strumenti meno speculativi avranno costi che vanno dai 2,5 centesimi di euro ai 20 per ogni operazione, mentre per gli strumenti con maggiore qualità speculativa il costo di ogni operazione andrà dai 12,50 ai 100 euro.

Calano le vendite nell’Eurozona

 Il mese di marzo 2013 ha fatto registrare per il nostro Paese il primo rosso delle esportazioni su base annuale a partire dal lontano 2009. Ma che cosa è successo, invece, in Europa, alla bilancia commerciale delle altre nazioni della zona euro?

A marzo negativo l’export italiano

Nel mese di marzo 2013 a livello di Eurozona si è potuto registrare un aumento delle esportazioni pari al 2,8%, mentre le importazioni hanno subito un calo dell’ 1%. Una situazione abbastanza simile, poi a livello tendenziale si è potuta rilevare anche nella UE, dove le esportazioni sono aumentate del 3,4%, mentre le importazioni sono diminuite dell’ 1,1%.

Tutta l’Eurozona è in recessione

Andando più nello specifico, per quanto riguarda la situazione dei singoli Paesi, il dato sorprendente è che nell’ ultimo periodo, cioè a marzo, anche l’ export della Germania ha subito un forte calo del 10%, calo seguito da quello della Francia, che ha fatto registrare una flessione del 7,1%. Ma le cose non sono andate bene neanche in Spagna, dove i dati attestano un picco negativo addirittura di 20 punti.

La situazione dell’ Europa, dunque, appare quella di un’ area in cui gli acquisti hanno subito in generale un drastico calo, che si è inevitabilmente riversato sulle economie nazionali come la nostra, che perde 2,76 miliardi di acquisti nel primo trimestre 2013.

A marzo negativo l’export italiano

 Primo rosso, a partire dal 2009, per le esportazioni italiane. L’ export italiano, infatti, anche all’ interno di un clima di totale recessione, aveva per diversi trimestri trainato la bilancia commerciale del Paese. Ma nel mese di marzo 2013 questa situazione favorevole sembra essersi arrestata: si è infatti registrata una flessione per le esportazioni pari al 6,0%, seguita subito, e in misura ancora più evidente, da quella delle importazioni, che hanno subito un calo del 10,6% rispetto ai valori che si erano potuti registrare nel mese di marzo 2012.

> L’export continua a dare soddisfazioni all’Italia

E’ l’ Istat a rilevare questi dati, precisando però che il mese di marzo 2013 ha forse sofferto della mancanza di un giorno lavorativo rispetto all’ analogo mese dell’ anno precedente. Ci si può consolare, dunque, al massimo, con i dati congiunturali: rispetto al mese di febbraio 2013, infatti, il flusso commerciale del nostro Paese ha fatto registrare, per l’export, un +1,2%, mentre per l’import un +0,2%.

Il protezionismo sta uccidendo l’export UE

Andando più nello specifico, le esportazioni italiane si sono rivolte principalmente ai mercati non UE, dove hanno ottenuto risultati migliori, mentre, a livello di acquisti il dato risulta invertito, con una flessione di questi ultimi e un aumento di quelli dai mercati UE.  A marzo 2013, tuttavia, il saldo commerciale è rimasto comunque positivo (+3,2 miliardi).

Le risorse per il rifinanziamento della Cig

 E’ atteso per domani, in Consiglio dei Ministri, il decreto legge che autorizzerà il rifinanziamento della Cig, la Cassa Integrazione in deroga. Ancora non è statoancora del tutto sciolto, tuttavia, il nodo rappresentato dalle coperture.

Giovannini fa il punto sul rifinanziamento della Cig

Il Governo sembra infatti disposto a mettere in campo, per rifinanziare l’ intero provvedimento, non meno di 800 milioni. I sindacati e alcuni parti politiche, tuttavia, avevano stimato il fabbisogno per la Cig in almeno 1,2 – 1,3 miliardi. I tecnici del ministero sono dunque ancora all’ opera per cercare di far salire il budget a disposizione, che nella giornata di ieri ammontava purtroppo a soli 500 milioni.

Venerdì il decreto su IMU e Cig

Il Governo italiano, infatti, in questo delicato periodo di uscita dalla procedura europea per deficit eccessivo non può toccare risorse messe precedentemente a bilancio, ma deve puntare su altre coperture. Proposti quindi il Fondo per le politiche per la formazione, il Fondo per la produttività, in vista di saldare il tutto attraverso la futura legge di stabilità.

Il nuovo esecutivo sembra quindi orientato verso una operazione in due tappe: una di rifinanziamento urgente a breve termine e una più lunga di revisione in cui saranno compresi anche altri ammortizzatori sociali.

Giovannini fa il punto sul rifinanziamento della Cig

 Per la giornata di domani, venerdì 17 Maggio, è attesa l’ approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, del decreto relativo al rifinanziamento della Cig, la Cassa Integrazione in deroga, uno dei tempi principali all’ ordine del giorno. Il ministro del Lavoro Enrico Giovannini si è quindi espresso oggi dal Senato in merito alle possibilità di reperimento delle risorse che serviranno a rifinanziare il provvedimento.

Rimandata la sospensione dell’IMU sui capannoni

Il Ministro ha così affermato che il Governo sta in queste ore valutando le risorse disponibili a brevissimo tempo, ma che sarà parimenti necessaria anche una rivisitazione dello strumento della cassa integrazione, esigenza che è stata avvertita sia dalle Regioni che dalle parti sociali.

Venerdì il decreto su IMU e Cig

In merito a questo tema il Ministro del Welfare Enrico Giovannini ha quindi confermato che il Governo si impegna, a partire dalla giornata di domani a fornire le prime risposte attese sulla questione, in modo da capire le dinamiche di utilizzo del rifinanziamento della Cig, e ha personalmente accettato la richiesta di confronto sottoposta dal Segretario della Cgil Susanna Camusso, che ha inviato una lettera nei giorni passati.

Il Ministro ha quindi dichiarato alla stampa che una volta che il Governo avrà individuato le possibili proposte sulla occupazione giovanile ci sarà un confronto con i sindacati.

Le forze politiche discutono sull’IMU

 Si è appreso oggi, da fonti governative, che il Consiglio dei Ministri programmato per la giornata di domani, venerdì 17 Maggio, deciderà solo in merito alla sospensione della rata IMU di giugno relativa alla prima casa e non più in merito al congelamento di quella che grava sui capannoni industriali ed agricoli, come era stato annunciato in precedenza.

Rimandata la sospensione dell’IMU sui capannoni

La notizia della mancata sospensione dell’ Imposta Municipale Unica sugli immobili destinati alle attività produttive – rimandata, come hanno sempre fatto sapere fonti governative, ad un secondo momento – ha dunque suscitato le immediate reazioni delle diverse forze politiche, che hanno accolto in modo diverso la notizia in questione.

Venerdì il decreto su IMU e Cig

Questa mattina, ad esempio, i ministri e il sottosegretario del Popolo della libertà sono stati convocati nella sede di via dell’Umiltà, per una riunione dedicata proprio all’ ordine del giorno del prossimo Consiglio dei Ministri. I capogruppo del Pdl al Senato, Schifani e Renato Brunetta, hanno però poi precisato che non si è trattato di un gabinetto di guerra su uno dei temi più caldi della stagione, ma semplicemente del secondo di una serie di incontri già programmati, anche se hanno rammentato che il premier Letta si è assunto la responsabilità di affrontare questo tema.