Le imprese italiane non chiedono prestiti e il credito peggiora

In Italia prosegue la crisi relativa alla qualità del credito bancario, per via della precaria situazione economica e delle difficoltà delle imprese tricolori. Le aziende sono scoraggiate, al punto da non chiedere più finanziamenti, nello specifico se sono di dimensioni ridotte.

Ciò è contemplato nel rapporto mensile dell’Abi, all’interno del quale si ricorda che il numero di finanziamenti richiesti dalle imprese ha provocato in marzo una diminuzione superiore al 3% (-1% secondo le prime stime ad aprile).

Il trend negativo, stando al rapporto, è da attribuire soprattutto “alle imprese individuali, con una variazione annua di -9%, cui si contrappone una lieve crescita delle società di capitali e di persone (+1%)”.

Gli impieghi bancari, ovvero i soldi che gli istituti prestano ai clienti, hanno fatto registrare una dinamica ancora in peggioramento in aprile.

In questo mese è stata fatta registrare una contrazione complessiva del 2,12% annuo a 1,91 miliardi, dopo il -1,94% visto in marzo. Si tratta del nono ribasso consecutivo. Nello stesso mese si è confermato negativo il trend dei finanziamenti a famiglie e imprese: -3,1% dopo il -2,55% di marzo. L’andamento, ha rilevato Gianfranco Torriero, responsabile dell’ufficio studi dell’Abi, è in linea con l’evoluzione delle principali grandezze macroeconomiche (pil e investimenti).

 

Il piano Letta per il rilancio dell’economia

 All’ indomani del ritiro di Spineto si fanno più chiare e più determinate le intenzioni dell’ esecutivo del nuovo Governo Letta in merito ai provvedimenti più urgenti da prendere per favorire al più presto un rilancio e una ripresa dell’ economia italiana.

> L’Italia deve iniziare con le riforme strutturali

Tra le prime disposizioni ad essere ratificate ci saranno senza dubbio i provvedimenti relativi alla sospensione della rata di giugno dell’ IMU – che probabilmente interesserà, sulla base degli ultimi sviluppi della questione, non solo le prime case ma in qualche misura anche le piccole e medie imprese – e il rifinanziamento della Cig, la Cassa Integrazione in deroga, la cui approvazione è attesa per questo questo venerdì.

Il Governo Letta replica il programma di Confindustria

La seconda area di interesse riguarda poi la complessa situazione del mercato del lavoro italiano. E’ intenzione del Governo, su questo fronte, continuare sulla strada delle semplificazioni e verso un sempre maggiore abbattimento della burocrazia, in modo da favorire l’ attività imprenditoriale e le imprese. Si dovrà poi risolvere il problema della disoccupazione, con l’ obiettivo di occupare almeno 100 mila giovani per cominciare. Si potranno utilizzare quindi i fondi europei per ridurre i costi per chi assume, ma l’ ok potrà venire solo dal vertice europeo di fine giugno.

Stop agli stabilimenti europei di Fiat

 Sospensione degli stabilimenti Fiat in Europa per via dell’assenza delle forniture da parte di Selmat. Una mancanza che sta provocando “serissimi danni al gruppo”. Lo hanno comunicato in una nota da Torino, sottolineando che anche oggi l’impianto di Officine Maserati di Grugliasco ha dovuto bloccare la produzione, come era già successo venerdì scorso, per via della mancanza delle forniture.

Si tratta di pezzi in plastica per gli interni, da parte del gruppo Selmat, in grave crisi finanziaria e già interessato dalla cassa integrazione per i propri dipendenti.

Gli altri stabilimenti

Per la stessa ragione è fermo lo stabilimento di Fiat Automobiles in Serbia.

Quello Iveco di Madrid, invece, non produce da venerdì. Altri stabilimenti sono a rischio. La loro attività si potrebbe bloccare da qui a poco. Nella nota si legge che tutto ciò “Sta provocando enormi danni al Gruppo Fiat e agli altri fornitori, che stanno regolarmente consegnando il proprio materiale”.

Migliaia di persone rimaste a casa

Intanto, le persone che venerdì scorso ed oggi sono rimaste a casa sono migliaia. Prosegue dunque una situazione di grave difficoltà che si porta avanti ormai da tempo ed il cui protrarsi non può non destare preoccupazione per le prospettive dei rapporti tra Fiat ed il fornitore e per le inevitabili ricadute occupazionali.

Già nelle scorse settimane diversi stabilimenti Fiat avevano dovuto interrompere la produzione in conseguenza delle mancate consegne da parte di Selmat.

Il Parlamento europeo stabilisce nuove regole per il rating

Trascorsi cinque anni dall’avvento della crisi, l’Unione europea ha deciso di creare nuove regole per quanto riguarda le agenzie di rating. Paletti più rigidi e intercambiabilità tra le differenti agenzie.

In programma c’è la volontà di affidare i propri ‘conti’ a due agenzie in modo da valutare i prodotti strutturati.

Le agenzie faranno rotazione ogni quattro anni. In più, per quanto riguarda il giudizio sul debito pubblico, esso dovrà essere rivisto ogni sei mesi e non più ogni dodici.

A ciò, da Bruxelles aggiungeranno anche delle norme contro eventuali conflitti di interessi. Sono queste le nuove regole dell’Unione contro le agenzie di rating.

Le regole sembrano necessarie, dal momento che la crisi scaturisce proprio dai prodotti derivati.

Le agenzie, secondo il Parlamento, avrebbero dovuto controllare meglio la situazione al fine di avvisare gli investitori del pericolo ai quali andavano incontro. Invece hanno portato costoro ad investire in prodotti che si sono poi rilevati poco liquidi e, di fatto, privi di mercato.

Ora gli obiettivi sono:

– diminuire la dipendenza degli investitori dai rating esterni;

– calmare il conflitto di interessi nelle attività di rating;

– aumento della trasparenza e della concorrenza.

Il Consiglio dell’Unione Europea ha preso in considerazione il provvedimento che analizza, per iniziare, la fattispecie di prodotti di finanza strutturata con asset sottostanti ricartolarizzati.

Il nuovo paradiso fiscale è Singapore

 La geografia dei paradisi fiscali si sposta verso oriente. Dopo la Svizzera, infatti, il testimone del maggiore centro off – shore del pianeta passa a Singapore, che, a differenza della vecchia Europa, colpita da un generale inasprimento dell’ assetto legislativo, e dunque diventata meno appetibile, gode oggi di un sistema di leggi che “favorisce” l’ incremento della ricchezza.

Isole Cayman non più paradiso fiscale

A farsi portavoce di questo fenomeno e  di questi dati è una ricerca condotta a termine dalla WealthInsight, società britannica esperta in ricerche di mercato. Secondo questo studio, dunque, Singapore, con i suoi 550 milioni di dollari in costante aumento, è oggi il quarto centro off – shore del mondo, ovviamente dopo Caraibi, Regno Unito e Svizzera.

Lussemburgo pronto a rinunciare al segreto bancario

Quello di Singapore è dunque un mercato in rapida crescita, perché può contare ancora sull’ indipendenza degli istituti di credito e sulla esistenza del segreto bancario, istituto che invece in America e in Europa vacilla sotto i colpi della trasparenza e delle politiche fiscali. Quello che fa di Singapore un luogo privilegiato per gli investimenti è inoltre il particolare dettaglio della diffusione della lingua inglese.

Gli analisti stimano quindi che, alla luce di questa serie di fattori positivi, il patrimonio di Singapore potrebbe quadruplicare entro il 2016, anche grazie alle oscillazioni del mercato valutario.

Per Saccomanni è urgente completare l’unione bancaria europea

 Mentre in Europa, nelle ultime ore, i vertici della BCE, attraverso le parole di Joerg Asmussen, membro del comitato esecutivo, e  il Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, discutono sulle modalità con cui realizzare l’ unificazione bancaria europea – e in particolare sul problema della cosidetta risoluzione, da Bruxelles interviene sulla questione anche il Ministro dell’ Economia e delle Finanze italiano Fabrizio Saccomanni.

> La risoluzione bancaria al centro del dibattito europeo

Secondo il Ministro italiano, infatti, è urgente completare l’ unificazione bancaria europea, cioè andare ad istituire gli altri tasselli necessari all’ unificazione oltre l’ organo generale di supervisione, in modo da dare certezze e garanzie agli investitori ed evitare eventuali rotture del sistema finanziario.

>Barroso spinge ancora per l’unione bancaria europea

Interrogato poi sulla situazione italiana, il Ministro Saccomanni ha inoltre aggiunto che le banche italiane non hanno bisogno di un intervento dell’ Esm, cioè del meccanismo di stabilità europeo ma che, a proposito della questione della risoluzione, la soluzione preferibile sarebbe quella che garantisse la massima prevedibilità del sistema e la sua massima armonizzazione. L’ Italia è dunque a favore del modello di risoluzione, che garantirebbe un intervento in caso di crisi bancarie.

Il Ministro, all’  Ecofin, si è detto infine soddisfatto dei comuni sforzi europei fatti contro l’ evasione fiscale e il riciclaggio.

Crolla l’immobiliare ma sui prezzi è battaglia

 Il mercato immobiliare italiano ha un andamento molto particolare perché nonostante si parli di crollo, nel senso di calo poderoso delle vendite, i prezzi continuano ad essere più alti del previsto. L’Istat, nel mese di marzo, ha dato alle stampe il Rapporto Immobiliare 2013 che è stato realizzato in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate e con l’Abi.

Torna la fiducia nella casa

Quello che si evidenzia è che la contrazione delle compravendite è poderosa e rispetto al 2011 è salita fino al 27,5 per cento. Tutto farebbe pensare ad uno stallo capace d’indurre una riduzione dei prezzi, invece i prezzi delle case non scendono. 

► Si abbassano gli affitti in tempi di crisi

Il Codacons si spiega la situazione in questo modo: le famiglie, oggi, sono indebitate, sull’orlo del fallimento e tassate dall’IMU. La loro intenzione è sicuramente quella di vendere casa, ma i debiti sono talmente tanti che vogliono evitare la svendita. Quindi il crollo delle compravendite è maggiore del crollo dei prezzi.

Secondo Mario Breglia di Scenari Immobiliari, invece, il mercato odierno è caratterizzato dal fatto che i prezzi possono scendere soltanto per quel che riguarda il guadagno mentre i costi di produzione non sono da considerarsi comprimibili. 

Solo l’Adiconsum dice che un piccolo calo dei prezzi c’è stato, ma è stato talmente lieve da poter essere considerato impercettibile.

La risoluzione bancaria al centro del dibattito europeo

 In Europa, a pochi giorni dall’ approvazione del progetto che prevede una vigilanza europea, appannaggio della Banca Centrale Europea – BCE, sulla futura Unione Bancaria, si discute di un tema strettamente connesso alla questione dell’ unificazione. Ma, come sempre accade, con diversi punti di vista

La Germania contro la BCE e l’Italia

In Europa si discute, cioè, in questi giorni, delle norme da applicare in caso di eventuali ristrutturazioni o fallimenti degli Istituti e dei meccanismi per il salvataggio, la ristrutturazione o la chiusura delle grandi banche. La Commissione europea starebbe infatti elaborando un piano di unificazione bancaria senza modificare i Trattati preesistenti, un piano che non include, dunque, anche l’ accentramento del meccanismo di risoluzione degli istituti.

Barroso spinge ancora per l’unione bancaria europea

A favore di questo modello di intervento si è quindi dichiarato il Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, che ha sostenuto la necessità di creare  «una rete di Autorità nazionali», fino a che non saranno decise le necessarie modifiche dei Trattati, proponendo di gestire come in due fasi il problema della risoluzione delle banche.

Di parere opposto, invece, sulla questione si è mostrata la Banca Centrale Europea, il cui membro del comitato esecutivo Joerg Asmussen ha sostenuto l’ inapplicabilità dell’ approccio in due tempi in vista di una vera unificazione.

 

Per il Codacons i carrelli della spesa sono sempre più vuoti

 Le famiglie italiane non riempiono più i carrelli quando si dirigono al supermercato. In esso ci vanno a finire sempre meno prodotti base riguardanti l’alimentazione. Ecco le percentuali dei cali:

frutta: -4 %;

pesce: -5 %;

carne bovina: -6 %;

vino: -7 %;

olio di oliva: – 8%;

I dati sono forniti da Ismea e riguardano il primo trimestre. In questo contesto, l’Istat ha rilevato che i prezzi per gli alimentari sono aumentati del 2,7 per cento.

Tale aumento si deve all’aumento degli acquisti low cost. Secondo Coldiretti ciò ha privato il Paese degli alimenti essenziali per la propria dieta. Sempre secondo Coldiretti, al momento, il 12,3 per cento degli italiani non riesce a fare un pasto adeguato in termini di apporto proteico almeno una volta ogni due giorni.

Ciò si riperquote sulla salute.

Ad aprile, i prezzi al consumo dei prodotti alimentari sono aumentati di molto.

La Coldiretti, infatti, ha spezzato una lancia in favore delle aziende agricole, asserendo che per vedere l’economia in ripresa si dovrà sospendere la prima rata dell’imposta municipale unica per “beni funzionali all’attività produttiva quali terreni e fabbricati rurali”.

Il presidente Coldiretti Sergio Marini, ha precisato che “se non si interverrà adeguatamente le imprese agricole saranno costrette ingiustamente a versare a giugno una rata pari a 346 milioni tra terreni e fabbricati strumentali”.

Ma è anche necessario scongiurare l’aumento Iva previsto per il primo di luglio 2013 al fine di evitare ulteriori effetti depressivi riguardanti i consumi con risultati opposti a quelli che si intende ottenere sulle casse dello Stato.

Presto spariranno le monete da 1 e 2 centesimi di euro

 Il Consiglio e il Parlamento europei accolgono quello che è un pensiero ricorrente di tutti i cittadini dei 17 paesi che hanno aderito alla moneta unica: eliminare dalla circolazione le monete si taglio più piccolo, ossia quelle da uno e da due centesimi.

Un altro restyling dell’euro, dopo l’introduzione, a inizio maggio, della serie Europa delle banconote.

 

► Da oggi le nuove banconote da 5 euro

Ma qui non si tratta di una questione di sicurezza, ma di praticità e di abbattimento dei costi, quantomeno per chi conia le monete. Fino ad ora il costo del conio di queste monete è stato molto più alto del valore che generano, con una perdita stimata di 1,4 miliardi di euro.

A darne notizia in una comunicazione scritta è stato il commissario agli affari monetari Olli Rehn che, comunque, consulterà tutti gli stati membri prima di procedere all’eliminazione delle monetine.

Oltre all’eliminazione, infatti, Rehn ha pensato anche ad altre soluzioni: la più facile è quella di lasciare tutto così com’è, oppure si potrebbe procedere all’emissione a costo ridotto delle monete da uno e due centesimi o, ancora, il ritiro completo.

► Le banconote da 500 euro saranno ritirate dalla BCE

Da capire, ancora, quali potrebbero essere le conseguenze dell’eliminazione delle monete da uno e due centesimi sui prezzi e sull’inflazione.