Nessun taglio a scuola, istruzione e ricerca

 Il nuovo Governo lo aveva anticipato fin dal suo insediamento: nessun taglio alla cultura, e, in particolare alla scuola e alla ricerca, che tanto anno hanno pagato, negli ultimi anni, le conseguenze della politica dell’ austerità. Anzi, ad essere proprio sinceri, il Premier Enrico Letta si era spinto addirittura oltre, impegnandosi personalmente a rassegnare le dimissioni nel caso in cui si verificasse in futuro la necessità di operare tagli sulla cultura.

Oggi alla Camera il decreto sui debiti delle PA

Ma ora arriva dalla Camera anche il primo decreto effettivo che salva dai tagli lineari ai ministeri, che potrebbero scattare nel 2015, la scuola, la ricerca, il mondo delle università e persino l’ Expo di Milano 2015. Si discute infatti in queste ore nell’  Aula di Montecitorio l’ approvazione del decreto legge sui pagamenti della Pubblica Amministrazione, ma la Commissione Bilancio, ieri, ha già stabilito le realtà che saranno escluse, appunto, insieme al Fondo per lo sviluppo e la coesione.

La classifica delle università

Niente tagli all’ istruzione e alla ricerca, dunque, di cui si dichiara soddisfatto anche il Ministro competente per il settore, Maria Chiara Carrozza, che ha così riaffermato gli impegni di Sarteano, annunciando in tempi brevi la redazione di un libro bianco per rafforzare il dialogo con insegnanti e ricercatori.

Oggi alla Camera il decreto sui debiti delle PA

 Dopo molti giorni di attesa dovrebbe arrivare entro questa sera il verdetto della Camera sul decreto legge relativo al pagamento dei debiti delle PA. Viene infatti discusso in queste ore nell’ Aula di Montecitorio il provvedimento che avrà l’ effetto di sbloccare quei bonifici che attendono oramai da molti mesi di arrivare nelle mani delle imprese creditrici dello Stato.

Prime richieste per il rimborso dei debiti delle Pubbliche Amministrazioni

La Commissione Bilancio ha dato ieri il proprio via libera al testo del Decreto, di cui si valutano, dunque, oggi i sicuri effetti positivi. Tra questi ultimi, ad esempio, si è discusso in merito alle coperture, assicurate dal decreto, del cosiddetto “patto di stabilità verticale”, ovvero in merito al fatto che gli enti locali potranno evitare le conseguenze della spending review sui servizi essenziali offerti ai cittadini, come scuola, strade e trasporti.

> Ad aprile sale il fabbisogno dello Stato

Un altro tema all’ ordine del giorno è stato poi quello dell’ effetto Iva, ovvero del contributo apportato dall’ Iva pagata sulle fatture delle Pubbliche Amministrazioni, grazie alla quale si potranno eliminare i tagli lineari previsti sulle spese dei ministeri, della ricerca, dell’ istruzione e dell’ Expo Milano 2015.

Non si effettueranno più i tagli annunciati, infine, sulle sigarette elettroniche, ma si agirà invece sui fondi speciali destinati all’ editoria, sull’ 8 per mille e su quelli delle fonti rinnovabili. Anche se dei primi, quelli sull’ editoria, è stata promessa una reintegrazione attraverso la prossima legge di stabilità.

I market mover del 14 maggio

 Il mercato valutario si muove sulla base di alcune direttrici, rapporti, dati che possono influenzare le quotazioni delle monete che sono in circolazione. Gli elementi che introducono modifiche al trend, sono definiti market mover. Nella giornata di oggi cosa muove il mercato valutario?

I market mover del 9 maggio

Dagli Stati Uniti non dovrebbe arrivare alcun  report e tutta l’attenzione sarà concentrata nel contesto europeo, visto che è iniziato il meeting Ecofin che raduna tutti i ministri delle finanze della zona euro. All’ordine del giorno ci sono i problemi legati alle dichiarazioni d’allarme di alcuni esponenti europei.

Morgan Stanley sul mercato valutario

Nella giornata di oggi, quindi, il primo dato da tenere in considerazione sarà quello delle vendite al dettaglio in Nuova Zelanda: gli investitori si aspettano un valore inferiore a quello rilevato il mese scorso. A marzo l’indice in questione segnava lo 0,9 per cento mentre ad aprile si è assestato sul 2,1 per cento.

Un altro indicatore molto importante è l’indice Zew che serve a valutare il sentiment degli investitori istituzionali in Germania e nell’Eurozona. La crescente preoccupazione per il futuro economico della Germania aveva portato questo indice fino a 36,3 punti mentre ci si aspettava un assestamento intorno ai 42 punti. Adesso si prevede un miglioramento che dovrebbe riportare l’indice fino a quota 39,5 punti.

Equitalia punta su sensibilità e dialogo

 Una lettera dell’ amministratore delegato di Equitalia, Benedetto Mineo, ha recentemente fornito ai dipendenti dell’ azienda le linee di condotta da applicare nell’ immediato futuro nei confronti di utenti e cittadini. In accordo con quanto già annunciato dai vertici aziendali in precedenza in merito alla volontà di presentare all’ utenza una agenzia dal “volto più umano”, ora, il numero uno di Equitalia invita gli impiegati degli uffici a rafforzare il dialogo con i cittadini e a valutare con sensibilità caso per caso.

> Equitalia annuncia novità nelle procedure

Le nuove direttive emanate dall’ agenzia di riscossione vengono dunque incontro a quel persistente ed esteso disagio economico che da molti mesi si vive in Italia a causa della crisi e che non permette più, purtroppo, anche ad una società che si occupa della riscossione e della contestazione dei debiti fiscali, di non tenere conto delle situazioni individuali che possono essersi venute a creare nel periodo di congiuntura economica negativa.

Equitalia concede la rateizzazione dei debiti fino a 50 mila euro

Lo spunto per questa revisione delle prassi aziendali è stato forse fornito dal caso a lieto fine di cui è stato protagonista un piccolo imprenditore pugliese che, sommerso dai debiti, aveva minacciato il suicidio, ottenendo quindi la vicinanza dell’ azienda incaricata della riscossione in un momento di particolare difficoltà. Equitalia conferma dunque in questo modo la propria professionalità, imparzialità e umanità.

Il piano monetario contro il dollaro

 Il dollaro è considerato un potere assoluto e questo fa sì che molti analisti e commentatori attendano ansiosamente il suo crollo, visto che la politica espansiva della Fed, in qualche modo, sembra fare da traino e mettere in difficoltà gli altri attori del Forex.

Morgan Stanley sul mercato valutario

Ma il predominio del dollaro è davvero a rischio? Sicuramente la politica espansiva del dollaro e il deprezzamento della moneta, danno una mano alle esportazioni ma è facile che l’atteggiamento della Fed sia inteso come viatico per politiche protezionistiche e per una svalutazione di tipo competitivo.

Crescente il cambio euro dollaro

Lo strapotere del dollaro, comunque, non sembra a rischio per almeno due motivi: in primo luogo perché chi decide le politiche delle principali economie, ha come modello economico quello del “libero scambio” e poi perché non ci sono altre economie abbastanza forti da spodestare il dollaro come moneta di riserva.

Questa situazione, comunque, garantisce una posizione privilegiata agli Stati Uniti che hanno tanti vantaggi rispetto agli altri paesi. Per esempio le commodities sono valutate e poi scambiate in dollari e la maggior parte delle merci sono targate USA.

La Fed, da parte sua, oltre a definire la politica monetaria del paese, può anche esportare inflazione verso gli altri paesi.

La salvezza dell’Italia dalla BCE

 La BCE ha deciso di dare una mano a tutti i paesi, soprattutto quelli periferici, che hanno delle difficoltà economiche ed ha deciso di tendere la mano attraverso una politica monetaria espansiva. In questo modo la pressione sui conti pubblici si è allentata e allo stesso modo la crisi del debito è diventata meno urgente.

L’Italia combatte contro la crisi

Le politiche di sostegno non convenzionali adottate dalla BCE sono state sicuramente proficue ma il dibattito sulle misure stesse è ancora aperto. Infatti, la Germania contro la BCE e l’Italia ha qualcosa da dire. Cosa stanno facendo adesso i governi della zona euro per recuperare terreno nei mercati finanziari?

L’Italia non sta lavorando sul disavanzo debito-PIL e non sta ancora mettendo in atto le riforme strutturali necessarie per riconquistare la competitività e la credibilità nello scacchiere internazionale. Secondo Fabrizio Saccomanni è già stato fatto molto: le riforme messe in campo negli ultimi anni, hanno consentito al nostro paese di guadagnare un margine di manovra entro l’obiettivo del 3 per cento.

L’Italia deve iniziare con le riforme strutturali

La dichiarazione del nostro ministro dell’economia ai microfoni della CNBC, arriva al margine di una riunione dei ministri delle finanze del G7.

Ad ogni modo anche George Soros, manager di hedge fund, ha detto che quella dell’Italia è una calma apparente e che se anche ci fosse un barlume di ripresa, questo non sarebbe destinato a durare.

La Germania contro la BCE e l’Italia

 Il ministro delle Finanze tedesco, Wolkfgang Schaeuble, ha sferrato un altro colpo alla Banca Centrale Europea e all’Italia in particolare, usando le relazioni di cittadinanza tra Mario Draghi e il nostro paese come giustificazione di un atteggiamento non proprio legate della Banca centrale.

Passera è il contrario di Schaeuble

Il ministro Schaeuble ha rimproverato a Draghi l’opzione d’acquisto della BCE di Asset-backed security dai paesi del Sud dell’Europa. Questi acquisti sono considerati problematici perché giustificano la pratica della BCE di acquistare debiti dell’Italia verso creditori privati. Il valore di questi acquisti è di 70 miliardi di euro. Schaeuble ha definito questa pratica una forma di finanziamento statale nascosto.

La Germania si mette dalla parte dell’Italia

Il caso italiano è usato a titolo esemplificativo per illustrare la pericolosità degli acquisti. Dall’inizio dell’anno e soprattutto dopo le elezioni, è passato troppo tempo prima della definizione di un governo di larghe intese. Questo ha fatto sì che la forbice tra debito e Prodotto Interno Lordo si divaricasse, superando la quota considerata “limite” del 100 per cento.

Prima di comprare asset che riguardano l’Italia, allora, sarebbe necessario fare delle riforme strutturali nel paese in modo da riconquistare la competitività nella zona euro e non solo e poi ritrovare la credibilità a livello internazionale.

Secondo il nostro ministro delle Finanze, le riforme finora attuate hanno garantito il raggiungimento di alcuni obiettivi ma il cammino è ancora molto lungo.

In aumento i veicoli privi di assicurazione RCA

 L’ Associazione degli Assicuratori – l’ Ania – in associazione con l’ Aci – Automobile Club d’ Italia – ha recentemente diffuso i dati relativi alla situazione dei veicoli assicurati che circolano sulle strade italiane. Ebbene, dalle loro stime risulta che in Italia il numero dei veicoli sprovvisti di assicurazione ha raggiunto, nel 2012, il preoccupante totale di 4, 4 milioni di veicoli.

Scrittura privata per la vendita di veicolo usato

Si può quindi affermare che in Italia circoli un esercito di auto, moto, camion e persino pullman che rappresentano un potenziale grande pericolo per i propri conducenti e per tutti gli altri utenti della strada, dal momento che sono sprovvisti dell’ obbligatoria copertura della responsabilità civile.

Calano i prezzi delle assicurazioni auto?

La situazione italiana, tuttavia, non è sempre stata questa. Si deve pensare, infatti, che nel 2005 i veicoli sprovvisti di assicurazione erano soltanto 1,5 milioni. La crisi economica, e l’ altro coste delle polizze RCA italiane, che sono tra le più costose d’ Europa, hanno probabilmente incentivato  un fenomeno che prima restava nei limiti del sommerso.

Sul suolo italiano, dunque, le vetture non assicurate sono arrivate ad essere circa una su 10, di cui una su 5 solo a Milano, mentre le regioni dello stivale più colpite dal fenomeno dell’ evasione sono in generale la Campania, la Puglia, la Sicilia e il Lazio.

Arriva l’assicurazione per le carte di credito

 Gli Italiani sono tra gli Europei che ancora fanno un uso limitato del denaro elettronico, uso che implica, di norma, possedere una o più carte di credito e farne quotidianamente uso per tutte le proprio necessità, sia per l’ acquisto di beni fisici che per quello di servizi di vario genere.

Ma se i timori nell’ utilizzo delle carte di credito sono per gli italiani legati in parte al pensiero di eventuali rischi che ciò potrebbe comportare, bisogna sapere che esistono una serie di altri prodotti finanziari atti a proteggere le carte di credito dalla possibilità di eventuali frodi.

L’economia italiana sommersa è pari al 21% del PIL

Si tratta, ad esempio, delle nuove polizze assicurative specifiche per questo settore, delle assicurazioni il cui scopo è quello di proteggere i titolari da un eventuale uso indebito della carta o contro eventuali imprevisti.

La Bce taglia il costo del denaro allo 0,5%

Il primo tipo di polizze, nello specifico, proteggono da acquisti indebiti di vario genere o prevedono il rimborso delle somme prelevate in modo indebito dal bancomat.

Il secondo tipo di polizze, invece, che sono caratterizzate da uno spettro d’ azione più ampio, sono chiamate Credit protection insurance e proteggono da imprevisti di vario genere, tra cui può essere incluso anche il decesso, la malattia o l’ invalidità come cause di una eventuale situazione di debito.

Per il FMI l’Italia ha consolidato i suoi conti

 \Dopo mesi e mesi di austerity e una serie di provvedimenti all’ insegna del rigore fiscale arriva finalmente per l’ Italia una buona notizia. Il direttore del dipartimento Affari Fiscali del Fondo monetario internazionale, Carlo Cottarelli, ha infatti dichiarato che il nostro Paese si trova a buon punto sulla strada del consolidamento dei conti pubblici.

> Stime Eurostat sul debito pubblico italiano

A differenza di altri Paesi europei, come, ad esempio, la Francia, che ancora si trova nella necessità di lavorare su politiche di aggiustamento fiscale, Paesi come l’ Italia e la Germania si trovano già ad un buon livello. L’ Italia, infatti, ha attuato importanti riforme nel settore delle pensioni e ora le politiche di restrizione fiscale possono procedere a velocità più moderata, anche perché, un po’ in tutto il mondo si registra oggi la tendenza, per gli Stati ad avere dei debiti più alti che in passato. Almeno a partire dagli anni ’30 in avanti.

> Il FMI taglia le stime del Pil italiano, ma il paese non ha bisogno di nuove manovre

Le politiche di rigore fiscale, tuttavia, non devono mai arrivare a deprimere l’ economia degli Stati che le mettono in pratica. L’ ideale, quindi, è quello di agire attraverso misure di medio termine, che non contribuiscano ad allentare troppo la pressione, ma neppure ad esasperarla.