Bot annuali ai minimi

 Se dal rendimento dei titoli di stato si deduce l’affidabilità di un paese, allora possiamo dire che gli investitori non ritengono che l’Italia crolli nel breve periodo. Tanto che i Bot annuali, di cui c’è stata l’ultima emissione qualche giorno fa, hanno dei rendimenti molto bassi, ai minimi storici.

► Rendimento in calo per i BOT

Il 10 maggio il ministero del Tesoro italiano ha lanciato un’asta per i Bot annuali che vedranno la loro naturale scadenza il 14 maggio 2013. In tutto sono stati piazzati ben 7 miliardi di euro di titoli ma la cosa più evidente è stata che i tassi sono ancora una volta in calo.

Se i tassi sono in calo vuol dire che il rendimento di questi titoli di stato è ancora più basso del solito ed è anche ad un livello inferiore rispetto a quello registrato alla nascita dell’euro. Il rendimento lordo del titolo annuale è calato dallo 0,922% fino allo 0,703%, nell’arco di un mese.

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In realtà è da mettere nell’analisi anche la riduzione della domanda che può essere catalogata come molto debole. Tra l’ammontare dei bond richiesti e l’insieme dei bond offerti, il rapporto definito è dell’1,161. Sono stati immessi sul mercato Bot flessibili con scadenza a 319 giorni a un tasso dello 0,393% per un totale di 3 miliardi di euro.

 

Giapponesi verso i bond esteri

 Qualcosa sta cambiando in Giappone, non solo a livello valutario ma anche nel settore degli investimenti. La dichiarazione è stata fatta dal ministero delle Finanze nipponico che ha notato un cambiamento nel comportamento degli investitori istituzionali, quindi banche e compagnie assicurative.

Quale yen aiuta Toyota

Questi soggetti, adesso, sono diventati acquirenti netti delle obbligazioni estere. Fino a questo momento gli investitori istituzionali, per ben 6 settimane consecutive, erano stati protagonisti di una fase di vendita, tanto che il saldo di acquisto di bond era arrivato a 309,9 miliari di yen, mentre nella settimana che si è chiusa lo scorso 3 maggio, il saldo netto di acquisto di bond era fermo a 204,4 miliardi di yen.

Gli investitori sono spinti verso l’acquisto di attività estere anche dalla politica monetaria ultra-espansiva che è trainata dalle scelte dalla Bank of Japan. E’ stata infatti la BoJ a dire che per combattere la deflazione era necessario raddoppiare l’acquisto dei titoli di stato in modo da arrivare al target di inflazione al 2 per cento in 2 anni.

L’euro è troppo forte?

In questo stesso periodo sono aumentati anche gli acquisti di ETF e di quote di fondi di investimento immobiliare. La politica si svalutazione dello yen è stata parallela all’espansione della borsa di Tokyo che dall’inizio dell’anno è cresciuta del 40 per cento.

Berco manda in mobilità oltre seicento lavoratori

La Berco, impresa facente capo al gruppo Thyssen, ha aperto unilateralmente la procedura di mobilità per 611 lavoratori e per la chiusura dello stabilimento di Busano Canavese (Torino). La notizia è stata data stamane. Immediata la risposta dei sindacati che hanno proclamato 16 ore di sciopero nel gruppo e hanno chiesto la convocazione urgente di un incontro presso il ministero dello Sviluppo.

La Berco ha intanto comunicato la chiusura dello stabilimento di Copparo, nel Ferrarese, avviando formalmente la procedura di mobilità per 611 lavoratori in tre fabbriche italiane. “Il Ministero dello sviluppo economico – ha dichiarato in una nota – ha già mobilitato la richiesta d’incontro con i vertici di ThyssenKrupp al fine di avere un chiarimento che si terrà in tempi rapidissimi.

Quella sarà certamente l’occasione per ribadire quanto le istituzioni hanno già detto chiaramente ai vertici della Berco. In altri termini, pare che la disponibilità al confronto sia massima, ma i problemi occupazionali vanno affrontati con gli ammortizzatori sociali conservativi (quindi senza la chiusura di alcun impianto) e che il piano di ristrutturazione deve essere condiviso, anche dall’acquirente”. E ancora: “La decisione della Thyssen è uno schiaffo dei tedeschi al governo italiano”. In questo modo Fabrizio Bellini della Fiom di Ivrea ha commentato l’apertura unilaterale della procedura di mobilità per i 611 lavoratori della Berco e la chiusura della fabbrica di Busano Canavese (Torino). “E’ un fatto molto grave a cui il governo deve rispondere”, aggiunge Bellini.

Ministero dello Sviluppo, Regioni Emilia Romagna, Veneto e Piemonte, di concerto con il Comune di Copparo e la Provincia di Ferrara “stigmatizzano” la decisione presa dalla direzione Berco “la quale non può non essere considerata come un atto di ostilità nei confronti dei lavoratori e delle istituzioni”.

Facebook vuole Waze ma quanto costa

 Quando un’azienda procede con un’acquisizione o con un grosso passo commerciale, bisogna vigilare sull’operazione e tentare di capire come sarà interpretata dal mercato e dagli investitori. Soltanto così si possono anticipare i movimenti del mercato. Vediamo quindi qualche notizia interessante che riguarda Facebook.

Lo stipendio di Zuckerberg

Il social network per eccellenza, infatti, sta per acquisire Waze, sembra infatti che le trattative siano a buon punto Waze è un’applicazione di navigazione propria dei dispositivi mobili che è aggiornata in continuazione da chi la usa. L’affare, in termini economici, potrebbe fruttare a Waze, circa un miliardo di dollari.

Facebook dovrà rimborsare 62 milioni agli azionisti

Facebook, ha bisogno realmente di un servizio di mapping nella sua cornice blu? Probabilmente no, ma conoscere chi sono i 50 milioni di utenti di questa applicazione, ha sicuramente la sua importanza. Sono tante, infatti, le persone che si scambiano informazioni sulle indicazioni stradali, il traffico, gli incidenti. Insomma, Waze, con riferimento alla viabilità, funziona comunque da social network. Gli utenti, infatti, possono anche lasciarsi dei messaggi reciproci.

Per capire quanto può essere conveniente per Facebook questa operazione, c’è da considerare anche un aspetto squisitamente commerciale: l’applicazione in questione genera enormi ricavi dalla vendita di pubblicità e così si sostiene. Facebook, dunque, potrebbe approfittarne anche per ampliare il suo business nel settore mobile.

Altroconsumo denuncia la mancanza del conto corrente base in Italia

 La legge anti evasione voluta dal governo Monti e che prevede che ogni transazione economica superiore ai 1000 euro non possa essere fatta in contanti, ha costretto molte persone, in primis i pensionati, ad aprire un conto corrente.

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Per ovviare al costo aggiuntivo che avrebbero sostenuto queste persone, la stessa normativa prevede anche che le banche e i vari istituti mettano a disposizione dei cittadini un conto corrente low cost, ossia un conto a prezzo molto basso e con meno operazioni.

Ma questi conto corrente base esistono?

Secondo un inchiesta di Altroconsumo questi conti correnti non ci sono. L’inchiesta è stata effettuata grazie ad una persona che ha chiesto a diversi istituti di poter aprire un conto agevolato con uno stipendio da lavoro precario di circa 1000 euro.

La richiesta che ha fatto il fantomatico richiedente era quella di avere un conto agevolato solo per le seguenti operazioni: accredito dello stipendio, pagamento dell’affitto con bonifico una volta al mese, bancomat e domiciliazione delle bollette.

► Il conto corrente ordinario per i clienti non consumatori

Nessuna delle offerte fatte dalle banche rispecchiava le regole previste dal decreto di Monti per i conti correnti agevolati, anzi, pur con la limitazione delle operazioni effettuabili il costo del conto corrente era a netto vantaggio delle banche. Lo stesso anche per le banche on line.

Per i tedeschi la seconda casa è in Italia

 Se a partire dal 2009 ad oggi, ovvero negli anni pieni della crisi economica, il mercato immobiliare italiano interno, cioè quello che si rivolge essenzialmente agli italiani, ha fatto registrare un drammatico calo negli acquisti, la stessa cosa non si può dire per quello che si rivolge alla clientela straniera.

> I tassi medi dei mutui di maggio

A partire dal 2009, infatti, in Italia si è potuto registrare un vero e proprio boom delle vendite nel settore delle seconde case destinate agli stranieri e il volume d’ affari sarebbe aumentato addirittura del 25%.

Mercato immobiliare italiano: il peggio è passato

Gli immobili preferiti dalla clientela straniera sono soprattutto quelli situati in località di pregio storico – artistico e in zone a vocazione turistica, e a comprarli, sono, almeno per il 40%, soprattutto acquirenti tedeschi.

Sono infatti i nostri vicini della Germania a preferire in Italia la seconda casa per le vacanze, comprando immobili soprattutto nel Lazio e in Puglia, stando a quanto rivela un monitoraggio effettuato da  Scenari Immobiliari.

Solo nel 2012, ad esempio, gli immobili venduti a stranieri sono stati 4.600, per un importo complessivo di 2,1 miliardi di euro. E il mercato sembra promettere bene anche per il resto del 2013, con una crescita del 10% delle transazioni.

Oltre a Lazio e Puglia, tuttavia, luoghi di investimento per gli stranieri continuano ad essere anche Toscana e riviera adriatica, con una particolare predilezione per le abitazioni di pregio, come grandi ville.

Saxo Bank spiega il disastro euro

 Il CEO di Saxo Bank Lars Seier Christensen, presente ad un evento molto importante per il mercato finanziario, tenutosi a Londra, spiega che non è mai stato protagonista di un periodo economico così turbolento ma al tempo stesso interessante sotto il profilo analitico. Il riferimento è alla crisi dell’euro.

C’è chi crede nella fine dell’euro

Perché non funzionano l’euro e l’Europa? La prima domanda cui il CEO di Saxo Bank deve rispondere è questa. La risposta sembra semplice: l’euro è un disastro e la sua situazione non è destinata a migliorare nel giro di pochi mesi. Bruxelles da sempre promette di essere sulla strada del recupero ma negli ultimi sei mesi non ci sono stati segnali positivi nel Forex all’indirizzo della moneta unica.

I titoli sloveni sono considerati tossici

Quando la crisi interesserà anche la Slovenia e Malta che sono sul punto di crollare, sarà evidente che la metà dei paesi dell’area euro, sono andati in rovina proprio dopo aver adottato l’euro nel quale avevano riposto le migliori speranze. L’euro, oggi, più che essere una moneta, è da considerare un costrutto politico senza fondamento economico e fiscale.

Visto l’impegno politico nel mantenimento dell’euro è molto probabile che si continui a fare di tutto per tenere in vita la moneta unica ma l’euro, ormai è spacciato e su questo non ci sono dubbi. Il fatto è che l’unità politica necessaria al sostentamento dell’euro, si pensava potesse essere costruita con l’unione monetaria. Ma così non è stato.

Si può ottenere un prestito senza busta paga?

 Anche senza una busta paga o un reddito da pensione si può ottenere un prestito. Infatti, come succede anche per la concessione di mutui, le banche hanno allentato i requisiti di garanzia necessari all’accesso al credito, sia per poter continuare a vendere i loro prodotti finanziari sia per andare incontro, in un periodo così difficili, alle persone che si trovano senza liquidità.

► Si può ottenere un mutuo anche con un contratto atipico?

Quindi, con un po’ di fortuna e con le dovute garanzie – le banche devono comunque tutelarsi – si può ottenere un piccolo prestito da qualsiasi istituto.

Per rendere il tutto più agevole questa tipologia di prestiti è stata suddivisa in più categorie, che differiscono fra loro per tipologia di appartenenza dei destinatari, garanzie richieste e limite erogabile: Prestiti a Disoccupati, Prestito a Casalinghe, Prestiti a persone Senza Reddito e perfino Prestiti a persone senza nessuna garanzia.

In generale a chi sta richiedendo un prestito la banca può richiedere due diversi tipi di garanzia: un garante coobligato – come accade per i mutui – o la presenza di una casa di proprietà, che può essere anche affittata, in questo caso è il canone mensile a costituire il reddito del richiedente e quindi la sua garanzia.

► Le nuove soglie di usura su mutui e prestiti

In caso di concessione del prestito con garante si possono presentare due situazioni:

1. contratto di fidejussione con beneficio di escussione, per cui, in caso di insolvenza del beneficiario, la banca si rivarrà solo sul garante;

2. debitore e fidejussore obbligati in solido, per cui la banca ha diritto a rivalersi su entrambe le parti.

Torna la fiducia nella casa

 La ripartenza del mercato immobiliare è il sintomo più evidente della ripresa dell’economia in generale. Il fatto che i consumatori riprendano a cercare e comprare casa non è tanto legato alla concessione di mutui a tassi più vantaggiosi, quanto al recupero della fiducia nel mattone, da sempre considerato l’investimento per eccellenza.

Per le case i prezzi sono in calo

Una recente analisi, condotta da Immobiliare.it su un campione di 12 mila utenti, dice che nell’ultimo trimestre sono cresciuti i cittadini che hanno pubblicato un annuncio immobiliare o che hanno fatto una ricerca per una casa. Insomma, rispetto all’immobiliare è cambiata la percezione dei cittadini.

L’analisi di Immobiliare.it cerca di focalizzare l’attenzione sulla fiducia dei consumatori nel primo trimestre del 2013. La propensione all’acquisto ha sfondato la soglia del 50 per cento definita nel 2012 ed è arrivata al 55 per cento nel 2013.

Mutui più convenienti per gli ecologisti

Nel campione d’intervistati ci sono un buon numero di persone che ritengono che adesso non sia più il momento di vendere. Questo insieme di intervistai è in crescita e sono il 72 per cento in più dell’anno scorso. Il 12 per cento degli intervistati, poi, ritiene che adesso ci sia possibilità di vendere le case a buon mercato mentre il 10 per cento ritiene sia meglio aspettare almeno un anno, per far sì che si trovino i prezzi migliori.