Bosch Junior Managers Program 2013

 Bosch è una grandissima azienda che deve molto del suo successo anche alla continua attenzione che dedica alla formazione del personale.

Ne è un esempio il Junior Managers Program 2013, un programma di formazione specifico dedicato ai giovani laureati in ingegneria. E’ un percorso di formazione di alto livello, durante il quale i giovani candidati avranno la possibilità di formarsi in un ambiente internazionale sia a livello teorico che a livello pratico.

Il periodo di formazione previsto dal Junior Managers Program 2013 è di 18 o 24 mesi e i candidati saranno impiegati in tutte le aree operative dell’azienda, con rotazioni ogni sei mesi circa.

Inoltre, Bosch dà a coloro che saranno selezionati anche la possibilità di svolgere una parte del programma di formazione presso una delle sedi estere dell’azienda. La formazione si svolgerà prevalentemente presso le sedi Bosh di Crema e di Torino.

I requisiti richiesti per partecipare alle selezioni per il  Junior Managers Program 2013 di Bosch sono una brillante carriera universitaria, ottima conoscenza dell’inglese e al massimo un anno di esperienza nella professione.

Per partecipare alle selezioni e per avere maggiori informazioni sul Junior Managers Program 2013 di Bosch consultare la pagina dedicata del sito dell’azienda.

 

Salgono le azioni del Manchester United dopo l’annuncio di Ferguson

Quasi 27 anni al timone di una squadra. Un record, soprattutto di questi tempi. Sir Alex Ferguson dalla prossima stagione non sarà più il manager del Manchester United, pluridecorata squadra di calcio della Premier League inglese. Lascia dopo quasi tre decenni e lo fa dopo aver vinto tutto.

Un annuncio, il suo, che ha fatto piangere molti tifosi ma che in qualche modo ha smosso la situazione finanziaria del club. Un club che negli ultimi anni ha vissuto diverse situazioni, non tutte piacevoli, dal punto di vista finanziario. Ci sono stati momenti bui ma anche momenti di gloria. Tutto dipende, come sempre, dai risultati e dal contesto. Tempo fa, in vista della quotazione in borsa dei Red Devils, lo stesso Ferguson aveva detto: “Dipendiamo strettamente dall’abilità del nostro management, dallo staff di allenatori e dai nostri giocatori. Qualsiasi successore del nostro manager potrebbe non essere tanto vittorioso quanto quello attuale”.

Ora queste parole sono tornate alla mente degli investitori. Dopo l’annuncio del suo addio da parte di Ferguson, inizialmente il club in borsa ha perso alcuni punti percentuali, per poi risalire rapidamente la china.

Vale la pena soffermarsi sulla situazione finanziaria del club, di proprietà della famiglia Glazer.

Dalla scorsa estate, i Glazer hanno messo sul mercato una piccolissima quota pari al 10%, ma sono riusciti a raccogliere 230 milioni di dollari quasi e a diminuire l’indebitamento a 330 milioni di sterline. Stando agli ultimi aggiornamenti da parte degli specialisti sul titolo, nelle persone economiche di Deutsche Bank e Jefferies, ci sono raccomandazioni d’acquisto sul Manchester. I prezzi obiettivo sono di 21 e 23 dollari.

I conti di Sony tornano in attivo dopo un lustro

 Sony torna finalmente a generare profitti dopo un periodo buio durato cinque anni. L’azienda ha risentito particolarmente della crisi globale e della crescente concorrenza da parte di altre società. Il colosso giapponese della tecnologia è tuttavia tornato all’utile nell’esercizio 2012/2013, che si è concluso il 31 marzo scorso, facendo registrare profitti netti per 43 miliardi di yen (410 milioni di euro), a fronte di una perdita di 457 miliardi dell’esercizio precedente.

Lo ha dichiarato il gigante dell’elettronica, che si attende un progresso ulteriore dell’utile per l’esercizio in corso stimato nell’ordine del 16%, soprattutto in virtù dell’indebolimento dello yen in confronto a euro e dollaro, ma anche per il processo di ristrutturazione in corso del gruppo e per la vendita di diversi asset (è stato ceduto – per esempio – il grattaciaelo newyorkese). A supportare i margini sono stati poi i tagli ai posti di lavoro e alcuni successi al botteghino. Ma l’attività core della società – ovvero le televisioni e gli smartphone – restano ancora distanti dai concorrenti: basti pensare che la partita della vendita di telefonini contro l’antagonista Samsung è stata persa con una media di 6 a 1 nel quarto trimestre del 2012. La sottosezione delle tv, invece, è apparsa in rosso per l’ottavo esercizio consecutivo. Si tratta infine – sottolinea Bloomberg – di una stima inferiore alle aspettative.

Per quanto riguarda l’esercizio appena conclusosi, Sony ha anche fatto registrare un risultato operativo di 230 miliardi di yen, a fronte di una perdita operativa di 67,3 miliardi dell’esercizio precedente. Il giro d’affari, invece, è salito del 4,7% a 6.800 miliardi di yen (65 miliardi di euro).

La classifica delle università

 Un paese che non investe nel settore dell’istruzione è certamente un paese che non vuole essere lungimirante a livello economico. Eppure quando si vanno a stilare le classifiche relative ai paesi che offrono le migliori strutture educative e formative, ci sono sempre gli stessi paesi in cima alla lista.

L’Italia non investe nella cultura

Il Qs che nel campo della rilevazione del ranking universitario è una vera autorità, ha diffuso in questi giorni la classifica delle migliori università del mondo. Alla fine, in cima alla lista ci sono sempre gli atenei americani e quelli inglesi, soprattutto per quanto riguarda le materie economiche e finanziarie.

Eppure, nonostante l’Italia non investa molto nella ricerca e nella cultura, anche il nostro paese ha un ateneo tra i migliori del mondo. Si tratta della Bocconi che in classifica occupa il diciassettesimo posto. L’università milanese e quella di Singapore che occupa il 14esimo posto, hanno in qualche modo incrinato il monopolio anglo americano delle università economiche.

A livello planetario, però, la medaglia d’oro spetta ad Harvard, che precede il Mit e la London School of Economis. Se poi restringiamo tutto al continente europeo, allora si scopre che la Bocconi è il quinto ateneo economico dopo Lse, Cambridge, Oxford e Ucl.

La nuova normativa sulle professioni non organizzate – Tipologie ed elenco delle Associazioni Professionali

 La legge 4/2013 ha previsto l’istituzione di Associazioni Professionali a scopo di tutela e di garanzia del consumatore e del professionista stesso.

Queste Associazioni, alle quali il professionista non ha obbligo di iscrizione e che possono anche rappresentare diverse tipologie di attività, sono divise in due tipologie: da un lato le Associazioni che non rilasciano l’attestato di qualità e, dall’altro, quelle che lo rilasciano, anche se va specificato che l’adesione ad una Associazione non garantisce un riconoscimento giuridico della professione da essi esercitata.

L’elenco delle Associazioni Professionali

Associazioni che non rilasciano un attestato di qualità

FEDERUFFICITECNICI Fed.ne  degli Uff. Tecnici della Pubblica. Amm.ne

I.A.T.I. International  Association Traduttori Interpreti

A.G.P. Associazione Grafologi Professionisti

U.N.A.I. Unione Nazionale Amministratori d’Immobili

A.G.I. Associazione Grafologica Italiana

A.N.A.C.I. Associazione Nazionale Amministratori Condominiali

ASSOINTERPRETI Associazione Nazionale Interpreti di Conferenza e Professionisti

A.N.AMM.I. Associazione Nazional-europea AMMinistratori d’Immobili

A.N.I.T.I. Associazione Nazionale Italiana Traduttori ed Interpreti

L.A.P.E.T. Libera Associazione Periti ed Esperti Tributari

I.N.T. Istituto Nazionale Tributaristi

A.N.C.O.T. Associazione Nazionale Consulenti Tributari

A.P.N.E.C. Associazione Professionale Nazionale Educatori Cinofili

L.A.I.T. Libera Associazione Italiana dei Consulenti Tributari

A.N.C.I.T. Associazione Nazionale dei Consulenti Tributari Italiani

Associazioni che rilasciano un attestato di qualità

U.N.C. Unione Nazionale Chinesiologi

M.P.I. Meeting Professionals International

I.W.A. International Webmasters Association

L.A.P.E.T. Libera Ass.ne Periti ed Esperti Tributari

A.I.T.I. Ass.  Italiana Traduttori e Interpreti

A.P.N.E.C. Associazione Profess. Nazion. Educatori Cinofili

La nuova normativa sulle professioni non regolamentate 

La nuova disciplina

Obblighi e sanzioni

Le Associazioni Professionali

Tipologie ed elenco delle  Associazioni Professionali 

La nuova normativa sulle professioni non organizzate – Le Associazioni Professionali

 La legge 4/2013 prevede che nella regolamentazione delle attività non regolamentate abbiano un ruolo di primo piano le associazioni professionali che hanno il compito di promuovere delle forme di garanzia per l’utente che si serve dei servizi di questi professionisti.

Fermo restando che il professionista non ha alcun obbligo di iscrizione alle associazioni Professionali, queste, possono essere considerate come una sorta di marchio di garanzia per il professionista iscritto.

Le Associazioni Professionali – che possono essere costituite dai professionisti interessati anche su base volontaria del professionista stesso – hanno il compito di attivare uno sportello di riferimento per il cittadino consumatore, al quale i committenti delle prestazioni professionali possano rivolgersi in caso di contenzioso con i singoli professionisti.

Inoltre, queste Associazioni, garantiscono l’osservanza dei principi deontologici della professione, l’adozione di un codice di condotta e la vigilanza sulla condotta professionale  degli stessi stabilendo anche le sanzioni derivanti dalla violazione del codice di condotta.

Si tratta, in sostanza, di Associazioni che si pongono sia a difesa del consumatore garantendo la formazione, la qualità e la professionalità degli iscritti, sia del professionista stesso ad esempio in caso di vertenze con altre categorie o, anche, con i consumatori.

La nuova normativa sulle professioni non regolamentate 

La nuova disciplina

Obblighi e sanzioni

Le Associazioni Professionali

Tipologie ed elenco delle  Associazioni Professionali 

 

La nuova normativa sulle professioni non organizzate – Obblighi e sanzioni

 La finalità della nuova normativa per le professioni non regolamentate ha lo scopo di dare una disciplina comune a queste professioni, che regolamenta i vari aspetti dell’attività professionale, tra i quali i requisiti per l’iscrizione all’albo stesso e per l’esercizio della professione, le incompatibilità, i doveri deontologici, gli aspetti previdenziali, gli oneri fiscali e tutto ciò che serve a tutelare i clienti e il professionista stesso.

Gli obblighi del professionista nei confronti del cliente

Nello specifico, a garanzia del cliente, viene fatto obbligo a chi svolge una delle professioni che rientrano nell’elenco delle non regolamentate di evidenziare in tutti i documenti scritti emessi per i clienti venga espressamente indicato il riferimento alla legge 4/2013.

La legge 4/2013, comunque, non impone nessun obbligo per i professionisti che svolgono questo tipo di attività di iscriversi alle varie Associazioni Professionali.

Le sanzioni previste in caso di irregolarità

Nel caso il professionista non rispetti l’obbligo di riferimento alla normativa vigente, al professionista stesso può essere applicata una sanzione – come prevede il Codice del Consumo per pratica commerciale scorretta nei confronti del consumatore (Dlgs 206/2005) – che va da un minimo di 5mila ad un massimo di 500mila euro, in base alla gravità e alla durata della violazione.

Anche se è alquanto impossibile che venga applicata la sanzione massima, anche la pena pecuniaria minima è di una certa rilevanza.

La nuova normativa sulle professioni non regolamentate 

La nuova disciplina

Obblighi e sanzioni

Le Associazioni Professionali

Tipologie ed elenco delle  Associazioni Professionali 

La nuova normativa sulle professioni non organizzate

 La legge n. 4 del 4 gennaio 2013, pubblicata in Gazzetta Ufficiale l’11 febbraio 2013, regola, per la prima volta in Italia, le professioni non organizzate, cioè tutte quelle professioni per lo svolgimento delle quali non è prevista l’iscrizione ad un apposito albo o ordine professionale.

A chi si applica la nuova disciplina in materia di professioni non organizzate

La normativa sancita con la legge n. 4 del 4 gennaio 2013 ha la finalità di inquadrare l’attività di quei professionisti che, pur svolgendo delle attività rilevanti in ambito economico, non hanno un albo, un ordine o un collegio al quale iscriversi per la tutela della professione stessa e dei clienti.

Per professioni non organizzate si intendono, inoltre, tutte le professioni che prevedono prestazioni di servizi o opere a favore di terzi, esercitate abitualmente e prevalentemente mediante lavoro intellettuale, o comunque con il concorso di questo.

In questa categoria rientrano: tributaristi, consulenti fiscali, amministratori di condominio, urbanisti, consulenti legali in materia stragiudiziale, consulenti aziendali e chi si occupa della tenuta della contabilità, della dichiarazione dei redditi, dell’imposizione fiscale che non siano già iscritti ad un albo professionale.

A chi non si applica la nuova disciplina in materia di professioni non organizzate

La nuova disciplina in materia di professioni non organizzate non si applica a tutte le professioni per l’esercizio delle quali è prevista l’iscrizione all’apposito albo (avvocati, dottori commercialisti ed esperti contabili, consulenti del lavoro, geometri etc) anche nel caso svolgano attività concernenti le professioni non regolamentate, come ad esempio un commercialista o un avvocato che svolgano anche l’attività di amministratore di condominio.

Le nuove regole previste dalla legge n. 4 del 4 gennaio 2013 non riguardano neanche gli esercenti professioni sanitarie e attività e mestieri artigianali, commerciali e di pubblico esercizio.

La nuova normativa sulle professioni non regolamentate 

La nuova disciplina

Obblighi e sanzioni

Le Associazioni Professionali

Tipologie ed elenco delle  Associazioni Professionali 

 

L’Europa contro la Cina per i pannelli solari

 Quello dei pannelli solari è un settore dell’economia molto proficuo anche se spesso, negli ultimi anni, la concorrenza cinese nel settore è stata esagerata. Adesso che la Suntech Power è stata annunciata sull’orlo del fallimento molte aziende europee sembravano aver ripreso fiato. Invece sembra che la concorrenza sia ancora spietata al punto che l’Europa prende le contromisure.

Suntech Power pronta a chiedere il fallimento

Sono arrivate in un momento di crisi ed è facile pensare che siano figlie delle difficoltà economiche, ma non è così. L’Europa ha sempre storto il naso davanti al predominio cinese nel settore dei pannelli solari.

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Adesso a mettere un punto sulla questione ci ha pensato la Commissione Europea che ha deciso di difendersi dall’invasione dei pannelli solari cinesi attraverso l’imposizione di dazi ancora più forti sulle importazioni di questo genere di prodotti. Le tasse d’importazione si assestano quindi sul 47 per cento.

La decisione è stata condivisa anche se in pratica la sua applicazione, dopo la ratifica formale, sarà rimandata a giugno. Nei prossimi giorni, quindi, Bruxelles si è riproposta di consultare tutti gli Stati membri dell’UE, le 27 nazioni che ne fanno parte, sull’argomento. Il loro parere, però, non sarà vincolante.

Manovra da 8 miliardi per i conti pubblici

Ha un costo inferiore agli 8 miliardi la manovra che il governo guidato dal Premier Enrico Letta intende fare entro giugno, secondo il sottosegretario al Tesoro Alberto Giorgetti (Popolo Delle Libertà).

“Di sicuro la questione Iva, la quale deve essere affrontata in tempi rapidi, più le altre esigenze, pongono la necessità di un intervento, chiamiamolo come vogliamo”, ha detto a Radio 24 Giorgetti. Si ha la necessità di “qualche miliardo di euro, penso sotto gli 8 miliardi circa, che dovranno essere reperiti nei prossimi due mesi”.

Pier Paolo Baretta, il sottosegretario al Tesoro in quota Pd, afferma che il governo darà “risposte urgenti e immediate” su cassa integrazione e Imu. Successivamente, “entro giugno”, si cercherà di sterilizzare l’Iva (l’aliquota ordinaria del 21% salirà di un punto percentuale dal mese di luglio) e procrastinare la detrazione al 55% sulle ristrutturazioni edilizie.

Durante un’intervista ai microfoni di Radio anch’io, Baretta non specifica come il Tesoro abbia scelto di assicurare le coperture, limitandosi a dire che “non si potrà comunque agire sul fronte delle tasse”.

L’impatto dell’intera operazione varia a seconda che si prenda in considerazione il bilancio di competenza (indebitamento) o di cassa (fabbisogno).

I sindacati hanno fatto un’esplicita richiesta: quella di destinare alla cig in deroga 1-1,5 miliardi. Prorogare la detrazione al 55% richiederebbe circa 500 milioni, secondo una fonte ministeriale.