La Bank of Korea taglia i tassi

 La Bank of Korea ha tagliato i tassi, così come poi ha fatto la BCE pensando di essere di stimolo alla’economia. Il tasso di riferimento è quindi stato abbassato di 25 punti base fino al 2,5 per cento che rappresenta il minimo dall’inizio del 2011.

La BCE e i tassi d’interesse sui mutui

La decisione della banca centrale è arrivata dopo l’approvazione del Parlamento di Seul del budget supplementare di 5,300 miliardi di won che dovranno essere usati come stimolo per l’economia. Il Giappone aveva fatto la stessa cosa e la Corea del Sud ha semplicemente seguito l’esempio del colosso asiatico. In quella porzione di mondo, infatti, gli stimoli monetari e quelli fiscali sono da considerare prioritari per lo sviluppo.

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La notizia relativa alla Corea è stata soltanto la seconda bella notizia dopo la scelta della Reserve Bank of Australia di abbassare i tassi di riferimento fino al minimo storico del 2,75 per cento. Questo non vuol dire che la politica monetaria espansiva sia finita, anzi, sembra che le porte siano ancora aperte. La Corea del Sud, in fondo, ha dato il via alla prima riduzione di tassi nel giro di sette mesi.

Diverso è il discorso portato avanti dalla Fed che invece ha deciso di frenare il suo quantitative easing.

 

 

51mila abbonati in meno per Sky

Sky Italia non ha messo a disposizione i suoi dati sui conti trimestrali. Anche per quanto riguarda News Corp, l’azienda ha deciso di mettere al sicuro i dati della controllata italiana. L’unica cosa che si è riusciti a capire è che i ricavi sono in calo. Di fatto sembra che abbiano detto addio a Sky Italia circa 51 mila abbonati.

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Per Sky Italia, insomma, si mette male, ma quanto male? Lo vuole sapere New Corp, ma lo vogliono sapere anche gli analisti. Peccato che il colosso guidato da Murdoch non sia mai stato generoso in termini di reportistica. Sull’ultimo trimestre 2013, invece, più del dettaglio dati, ha pesato la notizia legata alla perdita degli abbonati.

 

 Un miliardo e mezzo di telefonate in meno nel 2012

A marzo 2013 è stato completato il terzo trimestre e il bilancio è stato che dall’inizio dell’anno fiscale, Sky Italia è stata abbandonata da 51 mila abbonati. Precedentemente erano stati persi altri 28 mila abbonati. Gli affezionati della società italiana, allora, restano 4,78 milioni ma sulle performance dell’azienda è ancora mistero.

Abbonamento Sky – Richiesta di recesso anticipato dal contratto

New Corp, allora, adesso vorrebbe mettere il dito nella piaga, provando a racimolare dati da ogni report precedente ma la situazione è quanto meno difficile.

Sono 62 mila i primi esodati “salvaguardati”

 Sul sito dell’ INPS sono stati oggi pubblicati i dati ufficiali relativi alla prima operazione di salvaguardia messa in atto per risolvere l’ increscioso problema degli esodati, ovvero di coloro che si sono ritrovati a non avere né lavoro, né pensione.

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E sono dunque risultate essere 62 mila le domande di salvaguardia ritenute formalmente valide, cioè contemplanti tutti i requisiti previsti dalla legge, anche se attraverso il primo decreto sul problema degli esodati il target era stato quantificato in circa 65 mila lavoratori.

Ulteriori chiarimenti per il primo e il secondo decreto esodati

Questo significa che il 4,6% delle persone individuate in precedenza come aventi diritto sono rimaste fuori dagli attuali conteggi – ora, tra l’ altro, che sono scaduti i termini per la presentazione delle domande di accesso – ma l’ INPS assicura che si procederà presto anche ad un riesame dei profili scartati.

Le domande ricevute dall’ Istituto, tuttavia, sono state più di 65.ooo e al momento sono già state liquidate le pensioni di oltre 7 mila persone.

Il Ministro del Lavoro Enrico Giovannini ha infine assicurato che entro la fine della prossima settimana saranno disponibili i dati definitivi, dal momento che il problema esodati rappresenta una delle priorità del Governo.

Equitalia porta il limite a 50 mila euro

 I debiti che si contraggono con il Fisco possono essere rateizzati. Prima era sufficiente una semplice richiesta soltanto per i debiti fino a 5000 euro. Adesso, invece, questo “limite” è stato innalzato fino a 50 mila euro e per 72 rate. Si tratta della seconda agevolazione importante ottenuta dai contribuenti.

Equitalia è meno cara

Le agevolazioni di cui si parla spesso in relazione ad Equitalia sono l’innalzamento della soglia di rateizzazione ottenibile tramite una domanda in carta semplice, prima da 5.000 a 20.000 euro e poi da 20.000 a 50.000 euro. Il limite dei 5.000 euro era stato fissato fino a marzo del 2012. Quindi nel giro di un anno c’è stata una bella modifica di Equitalia!

Meno riscossioni per Equitalia, colpa della crisi

Qual è la novità contenuta nell’ultima disposizione? La novità consiste nel fatto che soltanto con una richiesta motivata, senza la documentazione solitamente richiesta da Equitalia, si può chiedere una rateizzazione del debito fino a 6 anni, quindi 72 rate.

Fino a questo momento era possibile l’accesso semplificato a questa rateizzazione soltanto per debiti rateizzabili in 4 anni, vale a dire 48 rate.

Secondo l’Ad di Equitalia, la rateizzazione è lo strumento più efficace per andare incontro ai contribuenti e per regolarizzare le posizioni di debito con il fisco. Per gli importi superiori a 50 mila euro, è necessario presentare anche documenti aggiuntivi.

 

La Corte dei Conti critica le misure del governo Monti

 Nel corso dell’ adunanza che si è svolta il 2 Maggio scorso la Corte dei Conti ha evidenziato una serie di valutazioni generali sull’ operato del governo tecnico presieduto da Mario Monti, e in particolare sulle misure prese da quell’ esecutivo nel corso dell’ ultimo quadrimestre del 2012.

Tutte le misure contenute nella nuova Legge Sviluppo

Le sue annotazioni sono, infatti, contenute all’ interno della Relazione sulla copertura delle leggi di spesa, che ha analizzato i provvedimenti contenuti all’ interno della legge Stabilità e del Dl Sviluppo.

Sviluppo Bis, passi in avanti sul decreto

Secondo la Corte dei Conti, dunque, il governo Monti ha fatto un uso abbondante di misure quali il rinvio a provvedimenti di secondaria attuazione, l’ inserimento di emendamenti privi di relazione tecnica, l’ impiego improprio dei fondi di Tesoreria per coprire oneri di bilancio, nonché l’ utilizzo di coperture, come quelle derivanti dai proventi dei giochi e delle accise sugli idrocarburi, non troppo affidabili.

Nello specifico, inoltre, per quanto riguarda la legge di Stabilità per il 2013, l’ intero provvedimento è risultato essere, agli occhi della Corte, poco efficace, perché frammentata in una serie di precedenti o successivi decreti legge, eterogenea e priva di un respiro pluriennale.

Quanto al Decreto Sviluppo, infine, ne viene messa in luce la sua fondamentale disorganicità.

Quale yen aiuta Toyota

 Una delle aziende più importanti del mondo e del Giappone è la Toyota che ha chiuso l’anno fiscale con un utile operativo di 1320 miliardi di yen che in euro si traducono in circa 10 miliardi. L’anno scorso l’utile operativo era stato di soli 335 miliardi e si era andati ben al di là delle stime di febbraio che fermavano questo utile a 860 miliardi.

► In Giappone aumenta il Nikkei e perde lo yen

Il fatturato della Toyota, dunque, è cresciuto del 18,7 per cento arrivando fino a 22 mila miliardi di yen con un utile netto che è passato da 283,5 a 962,1 miliardi. Questi numeri non raccontano soltanto della ripresa economica Giapponese ma anche della capacità di Toyota di tornare leader mondiale della quattro ruote.

► Le evoluzioni del mercato dell’auto

Molto di questo successo è dovuto all’indebolimento dello yen rispetto al dollaro e all’euro. Senza l’effetto positivo e propulsivo della valuta nazionale, l’utile operativo avrebbe avuto ben 150 miliardi di yen in meno.

Akio Toyoda ha commentato gli ottimi dati della sua azienda spiegando che questo effetto monetario sta aiutando moltissimo i produttori di auto. Una specie di traino anche se la competizione è ancora molto dura. Probabilmente pesa ancora l’effetto del terremoto del marzo del 2011.

Per la BCE i tassi rimarranno bassi fin quando necessario

 Arrivano oggi dalla Banca Centrale Europea ulteriori conferme sul proseguimento della politica di tagli al costo del denaro e di riduzione dei tassi di interesse attuata nell’ ultimo periodo.

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Nell’ ultimo bollettino mensile emesso dall’ Istituto, infatti, i vertici della Bce hanno confermato che il costo del denaro rimarrà basso fino a quando sarà necessario, in modo da contribuire le prospettive di ripresa che potranno verificarsi nel resto dell’ anno.

Draghi pronto a nuovi tagli

Tutto il primo periodo del 2013, invece, è stato caratterizzato da un generale clima di sfiducia nei confronti dei mercati, sfiducia che tuttavia è stata momentaneamente “interrotta” dal recente successo dei Titoli di Stato italiani e spagnoli, che ha avuto conseguenze anche sull’ andamento dei mercati periferici dell’ Eurozona.

Una possibile ripresa sarà forse possibile solo verso fine anno, ma secondo la Banca Centrale si rendono particolarmente necessarie quelle riforme strutturali che mirino ad un definitivo risanamento dei conti e, se necessario, alla ricapitalizzazione delle banche.

E’ inoltre necessario proseguire sulla strada di una sempre maggiore unione economica, monetaria e, si spera presto, anche bancaria.

Anche se bisogna dire, per dovere di cronaca, che l’ ottimismo della Bce si scontra ancora al momento con le stime al ribasso di molti economisti del settore privato.

L’austerity criticata dal basso

 Che l’austerity non sia più un modello da seguire, lo dimostrano i fatti e anche i paesi che ancora sostengono la linea dura sui conti nazionali, dovranno ricredersi osservando che la pressione fiscale non agevola la ripresa economica.

La Germania deve ripensare all’austerità

L’ultima notizia in ordine cronologico legata all’austerity è quella di un ragazzo, uno studente americano di economia, di appena 28 anni che, aiutato dai suoi professori Micheal Ash e Ropert Pollin ha messo in discussione numerosi punti della ricerca “Growth in the time of debt”. Il documento in questione è stato usato da molti politici per giustificare alcune imposizioni fiscali e altre misure economiche finalizzate alla riduzione del debito.

L’austerity ha le ore contate

Il documento citato era stato stampato nel 2010 ed era stato curato da due economisti di Harvard, Carmen Reinhart e Ken Rogoff. La loro teoria partiva dall’assunto che un paese che superi la soglia del debito pubblico del 90 per cento, avrà una flessione del PIL.

Gli errori degli economisti spiegati da Reinhart e Rogoff

I tre errori individuati dallo studente americano nella ricerca, sembrano quasi ai limiti dell’ironia. In primo luogo sembra che nelle tabelle di elaborazione fatte con Excel siano stati selezionati e quini inclusi nella ricerca meno paesi. Poi nei primi due anni del dopoguerra non sono stati conteggiati i dati di Australia, Canada e Nuova Zelanda.

I traders sono in via d’estinzione

 stiSe avete visto almeno una volta il famoso film “Una poltrona per due”, avete quanto meno un’immagine molto cinematografica del trader. Si tratta degli intermediari che nella borsa o nei mercati secondari, si occupato dello scambio di azioni, valute e commodities.

L’economia e la finanza in particolare, fino al 2008, anno in cui ha avuto inizio la crisi economica più colossale della storia, non erano state al centro dell’attenzione. Dopo il 2008, invece, si è iniziato a pensare ai trader, al loro ruolo nelle contrattazioni, alla loro capacità di determinare trend e quotazioni.

Nessuno si spiega il crollo dell’oro

La conoscenza dei traders, però, è fondamentale per capire come si muovono gli indici in borsa, oppure che effetto può avere un declassamento dell’agenzia di rating, sull’andamento dei titoli in borsa.

 Le direttrici del mercato 2013 individuate da JP Morgan

Oggi, molti traders, lavorano seduti ad una scrivania e con tanti software accuratissimi, seguono l’andamento delle quotazioni ed individuano il momento giusto per far partire gli scambi. Ci sono però tanti traders, forse quelli che hanno conquistato l’immaginario collettivo, che sono invece operativi sui trading floor ed operano dunque a geti, urlando, insomma partecipando in modo molto animato alle aste.

Il trading floor è una specificità della borsa di New York.

Italia tra IMU ed ESM

 L’Italia, in questo momento, è uno dei paesi che maggiormente è tenuto sotto scacco dal perdurare della crisi. Se la situazione globale non fosse così dura, forse il nostro paese non sarebbe a rischio bancarotta. Eppure persistono delle “contraddizioni” sulla gestione del denaro pubblico e sulle scelte fatte a livello politico e monetario.

► Soddisfano le entrate avute dall’IMU

Ad aprile, infatti, l’Italia ha pagato circa 2,8 miliardi di euro al Fondo Salva Stati, l’ESM. Nello stesso tempo il Governo è andato alla ricerca dei soldi per far sì che migliorino le condizioni di vita dei cittadini italiani che sono messi alle strette da un’elevata pressione fiscale.

Nell’agenda del nuovo governo, per esempio, è stata inserita l’abrogazione dell’IMU, la riduzione del sistema di tassazione sul lavoro e la modifica del meccanismo della casa integrazione. Per mettere in atto tutti questi buoni propositi servono un bel po’ di fondi che l’Italia, oggi, non ha a disposizione.

► Chiesto un limite al fondo ESM

Servono infatti tra i 5 e i 6 miliardi di euro. Per trovarli si dovrà sicuramente ricorrere ad una nuova spending review e si dovranno usare i soldi del fondo del Tesoro da destinare alle imprese.

Ricordiamo che per il Fondo Salva Stati il nostro paese è tenuto al versamento di circa 125 miliardi di euro in 5 anni.