Il Financial Times boccia la “follia visionaria” di Letta

 In un articolo di fondo intitolato “Il libro dei sogni di Letta” il quotidiano finanziario britannico “Financial Times” si è oggi dimostrato molto scettico in merito alla possibilità che i piani di riforma economica proposti dal nuovo esecutivo italiano possano effettivamente mai arrivare a concretizzarsi.

Il programma di Letta su Imu e occupazione

La stampa inglese, infatti, intravede il principale ostacolo a questa realizzazione nella possibile resistenza opposta dai partiti che sostengono la maggioranza e descrive lo stesso Presidente del Consiglio italiano come il nuovo paladino europeo dell’ anti – austerità, anche se destinato a scontrarsi con i limiti di deficit comunque imposti dall’ UE per il 2013.

> Le stime Ocse sull’economia italiana

Nella sua particolare situazione, infatti, secondo la stampa anglosassone, sarebbe più utile che l’Italia si concentrasse sulla riduzione della spesa corrente e ottenesse dall’Unione Europea un aumento moderato dei limiti del deficit per dar spazio a investimenti produttivi e riforme strutturali.

Alle osservazioni del “Financial Times” ha fatto subito seguito, tuttavia, la risposta pronta, da Milano, di Enrico Letta, che ha rimarcato la necessità che anche la politica economica si nutra di quell’ afflato di “follia visionaria” che serve a dare spazio, anche in politica, appunto, ai sogni.

La partita tra realisti e visionari, a quanto sembra, è ormai aperta. Staremo, dunque, a vedere se il libro dei sogni di Enrico Letta arriverà ad avverarsi  in realtà.

Serve una manovra da 6 miliardi?

 Dopo alcune settimane dall’ insediamento del nuovo esecutivo, sono ormai chiare le urgenze e le emergenze su cui il nuovo Governo è già al lavoro: prima di tutto la sospensione della rata di giugno relativa all’ IMU, l’imposta municipale sugli immobili, poi il blocco dell’ aumento dell’ aliquota dell’ Iva al 22% che dovrebbe scattare nel mese di luglio, e, infine, il necessario rifinanziamento della Cig, la Cassa Integrazione in deroga.

Il programma di Letta su Imu e occupazione

A conti fatti, tuttavia, messi a bilancio i 2 miliardi necessari per la moratoria sull’ acconto Imu di giugno, i 2 miliardi necessari per bloccare l’ aumento dell’ IVA, nonché quel miliardo e mezzo necessario per rifinanziare la Cig, il Governo Letta si troverà a breve nella necessità di recuperare un totale di circa 6 miliardi.

Nuove manovre nel 2015

Sei miliardi che, come ha avvertito lo stesso Raffaele Bonanni, il segretario generale della CISL, vanno trovati entro la fine di Maggio.

Sembra così profilarsi all’ orizzonte la necessità che l’ esecutivo si impegni in una piccola manovra, un intervento certo minimale, le cui modalità non sono però ancora del tutto chiare, ma che verranno certo chiarite nei prossimi giorni. Nel frattempo si aspetta, proprio a partire da oggi, l’ approvazione definitiva del Def.

Una service tax al posto dell’IMU?

 Si chiamerà, con ogni probabilità, Ics, cioè imposta sulla casa e sui servizi. E’ la nuova service tax su cui sono già a lavoro gli uomini della squadra di Enrico Letta, e che, da qui a pochi mesi, dovrà andare a riscrivere l’ assetto basilare del mondo dei tributi italiani: in altre parole, il dopo – IMU.

Nella nuova imposta di tipo comunale, infatti, dovranno confluire sia la rimodulazione o cancellazione –  a partire dal 2014 – della famigerata IMU, il cui pagamento, almeno per la rata di giugno, sarà sospeso a breve tramite decreto legge, come affermato proprio ieri dallo stesso Presidente del Consiglio, sia la futura Tares sui rifiuti, nonché l’ imposta di registro e l’addizionale regionale Irpef.

Il programma di Letta su Imu e occupazione

Il risultato finale, per un gettito totale di circa 4 miliardi, sarà appunto una nuova tassa ripensata sulla base del modello tedesco, che ingloba diverse pertinenze, e che in minima parte peserà non solo sui possessori degli immobili, ma anche sugli affittuari. Ci sarà, poi, anche una mini patrimoniale per coloro che possiedono abitazioni di pregio.

> Una nuova tassa comunale al posto dell’Imu?

La nuova Ics sarà basata sulle rendite catastali, ma beneficerà di agevolazioni e detrazioni per carichi di famiglia, mentre la mini patrimoniale servirà a coprire la cancellazione dell’Irpef e peserà sulle spalle dei possessori di beni di lusso dal valore di oltre un milione e mezzo di euro.

Per Berlusconi l’Imu è un danno per l’economia

 Per Silvio Berlusconi l’ IMU, e insieme ad essa tutte le altre tasse sulla casa, costituirebbero un grave danno per l’ economia. E’ questa, infatti, una delle dichiarazioni che il cavaliere ha rilasciato, ieri, in una intervista al TG4.

E’ certo ormai noto a tutti che, a partire dalle roboanti promesse fatte durante il corso della campagna elettorale, gli esponenti del Pdl sono stati sempre favorevoli non solo ad una abrogazione dell’ imposta municipale sulla prima casa, ma anche alla restituzione di quanto, in relazione a quello stesso tributo, era già stato versato e contabilizzato nel 2012.

Una nuova tassa comunale al posto dell’Imu?

La dichiarazione di Silvio Berlusconi, dunque, arriva come l’ ennesima riproposizione di un quasi ormai trito cavallo di battaglia partitico. La novità è che forse il discorso ha assunto, in questa ultima intervista, toni dalla parvenza giuridica e macroeconomica.

Dove trovare i soldi per il rinvio dell’IMU

Il cavaliere si è infatti appellato al principio secondo cui la prima casa costituisce il bene più sacro e il pilastro più fermo per la costruzione della ricchezza delle famiglie. Toccare la prima casa per mezzo della pressione fiscale, indurrebbe, secondo Berlusconi, paure e incertezze nelle famiglie, che di conseguenza sarebbero portate a ridurre drasticamente i consumi e a non fare più investimenti. Ecco perché, a detta del cavaliere, l’ IMU sarebbe una tassa ingiusta e dannosa per tutta l’ economia.

Il programma di Letta su Imu e occupazione

 Dalle telecamere di “Che tempo che fa” il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha fatto ieri sera su Rai 3 il punto della situazione su tutte le principali questioni che travagliano il nuovo esecutivo.

> Una nuova tassa comunale al posto dell’Imu?

Tra i numerosi argomenti trattati, all’ interno dei quali un certo spazio è stato riservato anche a Europa, lotta alla mafia e cultura, campeggiano, però, i due temi di maggiore urgenza per il Paese, ovvero la ripresa dell’ occupazione – per ridare speranza ad un mercato del lavoro, ed ad una economia che versa da tempo in condizioni negative – e la questione dell’ IMU, al centro ormai da giorni delle prime mosse del Governo.

> Disoccupazione in aumento nel 2013 e nel 2014

Per quanto riguarda l’ IMU, dunque, per Letta si tratta di una tassa che va comunque superata e non di una prerogativa del Centro Destra. La sua rivisitazione, però, sarà compresa all’ interno di un ben più ampio piano sulla casa,  con misure relative anche ad incentivi per gli affitti e per le ristrutturazioni.

Sul fronte del mercato del lavoro, inveceil Presidente del Consiglio ha annunciato l’ urgente rifinanziamento, già nei prossimi giorni, della Cassa Integrazione in deroga (Cig), che sarà coperta attraverso lo stesso provvedimento con cui si ratificherà il congelamento della rata di giugno dell’IMU. A giugno, inoltre, la proposta di un grande piano europeo per il rilancio dell’ occupazione.

Disoccupazione in aumento nel 2013 e nel 2014

 Ancora nessuna buona novità sul fronte del mercato del lavoro italiano. Anzi, le ultime stime relative alla situazione economica del Paese, pubblicate dall’ Istat, sono su questo fronte abbastanza negative.

> L’Eurozona tra disoccupazione e inflazione

Nel suo rapporto intitolato «Le prospettive per l’economia italiana nel 2013-2014» l’Istat ha infatti previsto che nei prossimi mesi del 2013 il tasso di disoccupazione subirà un ulteriore incremento pari all’ 1,2% rispetto al 2012, andando così ad attestarsi su un valore dell’ 11,9%.

I giovani disoccupati sono il 38,4%

Non ci saranno, poi, su questo fronte, quei deboli segnali di ripresa che invece interesseranno il prodotto interno lordo e la spesa per i consumi nel 2014: l’ Istituto prevede, infatti, che il tasso di disoccupazione continuerà a salire anche nel corso del prossimo anno, raggiungendo il 12,3%.

Tra le cause di questo incremento l’ Istat cita l’ inevitabile lentezza con cui il mercato del lavoro è solito tenere dietro a fenomeni di ripresa economica. Alla luce di un futuro aumento della disoccupazione è possibile, inoltre, che anche le retribuzioni per dipendente siano soggette nei prossimi mesi ad un debole incremento e che la produttività subisca invece prima un debole calo e poi una leggera ripresa. Una flessione, infine, investirebbe anche il costo del lavoro per unità di prodotto.

Ancora giù i consumi degli italiani nel 2013

 Nel report pubblicato recentemente dall’ Istat intitolato «Le prospettive per l’economia italiana nel 2013-2014» una parte delle analisi condotte dall’ Istituto sono dedicate all’ osservazione della situazione dei consumi degli Italiani.

L’ Istat prevede dunque che, ancora per tutto il corso del 2013, i consumi delle famiglie italiane non subiranno alcun incremento, ma la spesa rimarrà nei prossimi mesi sempre caratterizzata da un trend flessivo che toccherà l’ 1,6% e che sarà da imputare alla minore disponibilità di reddito a disposizione di queste ultime.

Crollano i consumi al dettaglio

Deboli segnali di crescita di consumi – ma sempre inferiori al tasso di crescita del PIL – potranno essere registrati solo nel 2014, quando potrebbe verificarsi un loro incremento pari allo 0,4%. Anche in quella situazione, tuttavia, i consumi risulteranno pesantemente frenati da una serie di circostanze collaterali, come il perdurare delle incertezze economiche e la volontà di ricostituire margini di ricchezza erosi in precedenza.

Gli Italiani fanno la spesa nei discount

Ma anche altri elementi indurranno le famiglie ad essere comunque molto caute nelle spese e nei consumi anche durante il prossimo anno: in primis le difficoltà del mercato del lavoro, che continuerà ad essere caratterizzato da un alto tasso di disoccupazione anche nel 2014 e, in secondo luogo, il proseguimento di eventuali politiche di austerity a livello nazionale, legate a questioni di bilancio.

Pil ancora in calo, debole ripresa solo nel 2014

 E’ sempre l’ Istat a fornire i dati più aggiornati relativi alla situazione economica italiana e alla produttività generale del Paese. L’ Istituto ha, infatti, recentemente pubblicato  il report dal titolo «Le prospettive per l’economia italiana nel 2013-2014» che lancia uno sguardo abbastanza lungo sui prossimi mesi che attendono gli Italiani.

> Le stime Ocse sull’economia italiana

Al centro dei dati e dei bilanci dell’ Istat, ovviamente, in primo luogo, la questione del PIL, del prodotto interno lordo e delle sue evoluzioni nel corso del terzo trimestre 2013. Nei prossimi mesi, dunque, afferma l’ Istituto, l’economia italiana sarà caratterizzata ancora da una flessione pari all’ 1,4%, dovuta all’ estrema negatività della domanda interna che i valori, pur debolmente positivi della domanda estera, non riescono a compensare.

Proseguirà, quindi, quella caduta congiunturale del PIL iniziata a marzo del 2011.

Le prime, timide, possibilità di ripresa dell’ economia italiana, invece, potrebbero verificarsi solo a partire dal 2014, quando alcuni fattori potrebbero determinare nel Paese  una crescita dello 0,7%.

Un piano crescita da 10 miliardi

Confrontando, dunque, i dati diffusi in questi giorni dall’ Istat con quelli pubblicati nello scorso dicembre, si nota quindi un peggioramento delle prospettive economiche italiane, dovuto in generale al nuovo assetto del commercio mondiale, alla contrazione dei consumi effettivi e alla revisione della contabilità nazionale.

Visite fiscali – La guida per i lavoratori

 Quando un dipendente si assenta dal lavoro per malattia, dietro presentazione del relativo certificato emesso da un medico abilitato, può essere oggetto di controlli da parte dell’Inps che può intervenire spontaneamente o su richiesta del datore di lavoro.

Queste visite da parte dell’Istituto di Previdenza sono previste dallo Statuto dei Lavoratori al fine di verificare il reale stato di malattia del lavoratore. Le regole e gli orari delle visite fiscali variano in base alla tipologia di contratto e in base alle categorie lavorative. Vediamoli nel dettaglio.

► Guida all’Aspi – Come e quando si deve presentare la domanda

Dipendenti statali

Gli orari delle visite fiscali per i dipendenti statali

I dipendenti statali, quelli delle pubbliche amministrazioni, gli insegnanti, i militari, i dipendenti delle ASL e degli Enti Locali in caso di assenza dal lavoro per malattia hanno l’obbligo di reperibilità 7 giorni su 7, anche durante i fine settimana e nei giorni festivi.

L’orario in cui i dipendenti statali possono ricevere visite fiscali, e quindi ha l’obbligo di trovarsi presso la propria residenza o presso l’indirizzo indicato nel certificato consegnato al datore di lavoro, sono dalle 9.00 alle 13.00 e dalla 15.00 alle 18.00.

Dipendenti privati

I dipendenti di aziende private che presentino un certificato di malattia hanno l’obbligo di reperibilità 7 giorni su 7, anche nei giorni festivi, dalle ore 10:00 alle 12:00 e dalle ore 17:00 alle 19:00.

Visite fiscali – Le esenzioni dall’obbligo di reperibilità presso l’indirizzo indicato

I dipendenti che presentano un certificato di malattia al datore di lavoro sono esentati dall’obbligo di presenza all’indirizzo indicato in caso di:

– patologie per le quali sono necessarie terapie salvavita;

– da infortuni sul lavoro;

– da malattie per cui viene riconosciuta la causa di servizio;

– dagli stati patologici relativi alla situazione di invalidità riconosciuta;

– gravidanza a rischio.

► Liquidazione TFR: come si calcola?

Cosa può fare il medico dell’Inps durante la visita fiscale?

Quando il medico dell’Inps si reca presso il datore di lavoro per una visita fiscale, una volta che ha accertato le reali condizioni di salute del lavoratore assente per malattia, può:

– confermare la prognosi indicata sul certificato;

– prolungare il tempo di assenza dal lavoro di ulteriori 48 ore;

– ridurre la prognosi indicata se il lavoratore presenta evidenti miglioramenti del suo stato di salute che permettano il rientro al lavoro;

– richiedere una visita specialistica se accerta la presenza di patologie specifiche o in caso di prognosi dubbia. In questo caso il lavoratore ha l’obbligo di sostenere la visita indicata.

A cosa va incontro il lavoratore che non venga trovato all’indirizzo indicato in caso di visita fiscale?

Nel caso in cui il lavoratore non venga trovato all’indirizzo indicato nel certificato di malattia dal medico preposto alla visita fiscale, riceve comunicazione dall’Inps per presentarsi presso la sede Asl di competenza per giustificare la sua assenza.

Nel caso in cui il lavoratore non possa giustificare la sua assenza con un valido motivo, non percepirà l’indennità di malattia per i primi 10 giorni richiesti e vedrà ridursi la stessa indennità del 50% per eventuali periodi eccedenti i 10 giorni, esclusi i giorni per i quali è stato certificato il ricovero ospedaliero o sono stati documentati da precedenti visite fiscali.

► Guida alla richiesta di tutela per gli esodati all’Inps

Se il lavoratore non giustifica l’assenza durante la visita fiscale entro 15 giorni dalla richiesta incorre in una decurtazione dello stipendio.

Sono considerati motivi validi per l’assenza ragionevoli impedimenti che non sarebbero potuti occorrere in altre fasce orarie. Non sono considerati motivi validi comportamenti giudicabili non diligenti da parte del lavoratore (tutti i comportamenti consapevolmente atti ad evitare la visita fiscale).

Modello Irap 2013 definitivo – Le novità

 Sul sito dell’Agenzia delle Entrate, come anche in rete, si trova già da un paio di mesi la versione definitiva del Modello Irap per il 2013, come pubblicato dal Provvedimento n. 2013/13138.

Rispetto al Modello dello scorso ci sono delle importanti novità. Una di queste è la predisposizione, da parte dell’Agenzia, di un software interattivo – disponibile sul sito – che permette al contribuente di compilare, controllare e inviare il Modello direttamente on line.

Grazie a questa nuova tecnologia, infatti, il contribuente soggetto alla dichiarazione e al versamento dell’Irap potrà compilare il relativo modello in totale autonomia. Il software predisposto, infatti, avverte, attraverso appositi messaggi, della presenza di errori e incongruenze che possono essere corretti e rivisti fino all’invio definitivo del modello.

► La nuova tecnologia per la compilazione e controllo del Modello Irap 2013

Ma le novità per quanto riguarda il pagamento dell’Irap – Imposta Regionale sulle Attività Produttive – non sono solo quelle tecnologiche, ma riguardano anche le modalità di compilazione. Vediamole nel dettaglio.

Deduzioni da cuneo fiscale per donne giovani lavoratori

Il Modello Irap predisposto per il 2013, e quindi riferito all’anno di imposta 2012, prevede che ci siano delle maggiori deduzioni da cuneo fiscale per le lavoratrici, per i lavoratori, di entrambi i sessi, con età inferiore ai 35 anni e per lavoratori di specifiche regioni d’Italia (regioni del Mezzogiorno).

Credito d’imposta

In base all’articolo 33 del D.L. n. 179/2012 (c.d. Decreto Sviluppo – bis) è stato predisposto un credito di imposta per l’incentivazione alla realizzazione di infrastrutture. Il credito di imposta così definito può essere usufruito solo nel caso in cui la realizzazione comporti una spesa superiore ai 500 mila euro.

I soggetti che intendono accedere al credito di imposta possono farlo solo se i progetti per i quali è richiesto il credito non beneficino già di altri crediti a fondo perduto.

Possono accedere al credito d’imposta tutti i soggetti, sia che abbiano come partner soggetti pubblici o soggetti privati, nella misura necessaria al raggiungimento dell’equilibrio del piano economico finanziario e sempre entro il limite massimo del 50% del costo totale dell’investimento.

► Irap – Istruzioni per la compilazione della dichiarazione 2013

Ripartizione regionale della base imponibile e dell’imposta

Si tratta del quadro IR, che per il 2013 prevede nuovi campi per la registrazione delle detrazioni Irap disposte da leggi regionali.

Nello specifico le novità introdotto con il Modello Irap 2013 per il quadro IR riguardano:

1. colonna 9, nella quale va inserito l’importo delle eventuali detrazioni istituite con apposite leggi regionali o provinciali;

2. colonna 10, nella quale inserire l’imposta al netto delle detrazioni (colonna 9) spettante a ciascuna regione o provincia autonoma.

Crediti Irap derivanti da operazioni straordinarie

Le novità riguardano il quadro IS, che si riferisce alla gestione dei crediti Irap ricevuti in seguito a operazioni straordinarie. Per operazioni straordinarie si intendono, ad esempio, i crediti maturati dalla società fusa o incorporata e trasferiti alla società risultante dall’operazione straordinaria.

Questa tipologia di crediti deve essere inserita nell’apposito spazio in evidenza del riquadro IS, per poi essere incorporati nel quadro IR per l’eccedenza Irap.

► Irap – Dichiarazione per il periodo d’imposta 2012

Le scadenze per la presentazione della dichiarazione Irap 2013

La dichiarazione IRAP 2013 deve essere presentata entro i termini previsti dal regolamento di cui al D.P.R. 22 luglio 1998, n. 322. Nello specifico, le scadenze per la presentazione della dichiarazione sono così ripartite:

1. 30 settembre dell’anno successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta

per Persone fisiche, Società semplici, Società in nome collettivo e in accomandita semplice, società ed associazioni a esse equiparate ai sensi dell’articolo 5 del Tuir.

2. Ultimo giorno del nono mese successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta

per soggetti all’imposta sul reddito delle società di cui all’articolo 73, comma 1, del Tuir e per le amministrazioni pubbliche di cui alla lettera e-bis) dell’articolo 3.