L’occupazione è la priorità del Ministro del Lavoro

 Per il neo Ministro del Welfare Enrico Giovannini le priorità a cui il nuovo Governo governo dovrà dare risposta in tempi brevi sono essenzialmente due: la creazione di nuovi posti di lavoro e il blocco della crescente disoccupazione.

Solo il lavoro potrà trascinare con sé, infatti, una nuova crescita economica. E per fare questo, l’ esecutivo del Governo Letta prevede innanzitutto di apportare alcune modifiche alla precedente riforma Fornero, che ha regolamentato il mercato del lavoro secondo canoni  un po’ troppo rigidi per l’ economia di crisi che il Paese sta invece vivendo.

Per Giovannini la riforma Fornero va cambiata

Per prima cosa, dunque, bisognerà mettere nuovamente mano alla contrattualistica dei contratti a tempo determinato, per garantire a tutto il mondo dell’ imprenditoria italiana una maggiore flessibilità attualmente non assicurata dalla Riforma.

> Le modifiche alla riforma Fornero

Altre priorità – o meglio emergenze – della situazione italiana contemporanea per il Ministro Giovannini sono poi quelle rappresentate dal rifinanziamento  della Cassa Integrazione in deroga e dagli esodati.

Per quanto riguarda la Cig, infatti, i sindacati –  che hanno ritrovato una nuova intesa all’ indomani del 1 Maggio – e le Regioni hanno già fatto richiesta di un nuovo finanziamento per il 2013 che, secondo i calcoli delle stesse sigle sindacali, dovrebbe ammontare a circa 1,5 miliardi di euro.

Ecco la nuova squadra di governo

 E’ stata finalmente stilata ieri pomeriggio – dopo cinque giorni di estenuanti trattative a cui hanno presieduto Dario Franceschini, Ministro per  i Rapporti con il Parlamento e Denis Verdini – la prima lista definitiva dei sottosegretari e presidenti delle commissioni parlamentari del nuovo Governo Letta.

> La lista dei nuovi Ministri presentata da Enrico Letta

Sono stati, cioè, decisi una parte dei nomi dei 30 sottosegretari, dei 10 viceministri e dei 28 presidenti di commissione, per un totale di 68 poltrone, che rimanevano ancora da assegnare, anche se, è stato poi precisato, gli incaricati non riceveranno alcuno stipendio aggiuntivo  per le loro ulteriori mansioni. Ratificati da Letta, dunque, per il momento, 40 nuovi incarichi, quelli dei 10 viceministri e dei 30 sottosegretari.

L’agenda di Letta: stop all’Imu e all’Iva, lavoro al primo posto

Ecco dunque quasi pronta la nuova squadra di governo: una squadra più numerosa di quella di cui si era avvalso lo stesso Mario Monti, che aveva limitato il tutto a 26 persone. Qui di seguito alcuni nomi con i relativi incarichi, tra vecchie conoscenze e new entry:

  1. Antonio Catricalà  – vice ministro dello Sviluppo economico
  2. Giovanni Legnini (Pd) – delega per l’editoria e il programma di governo
  3. Sesa Amici (Pd) e Sabrina De Camillis (Pdl) – rapporti con il Parlamento
  4. Micaela Biancofiore (Pdl) – pari opportunità
  5. Walter Ferrazza (Affari regionali)
  6. Gianfranco Micciché (Grande Sud) – Pubblica amministrazione e semplificazione
  7. Stefano Fassina e  Luigi Casero – Ministero dell’Economia
  8. Simona Vicari – Sviluppo economico

Sempre più giù il mercato dell’auto

 Continua anche nel mese di aprile il trend negativo che ha investito il settore dell’ automobile da un po’ di mesi a questa parte.

Basta guardare, infatti, i dati relativi al gruppo Fiat (Fiat Group Automobiles), tutt’oggi ancora leader di mercato per avere un chiara idea della flessione che il mercato dell’ auto sta attraversando.

> Trattativa Fiat-Chrysler: la palla passa ai sindacati

Ad aprile, ad esempio, il gruppo ha potuto registrare il 14,4% delle immatricolazioni in meno, anche se la quota di mercato di Fiat è passata dal  28,75% di marzo scorso al 30,20% di quello di aprile.

L’epopea del titolo e dell’azienda Fiat

Questo nonostante le auto più vendute in Italia continuano ad essere sempre vetture del gruppo Fiat: nella top four si hanno infatti, nell’ordine, Panda, Punto, Ypsilon e 500, con Panda e Punto che risultano contemporaneamente anche le vetture più vendute del mese, con un totale di  9.300 esemplari per la prima e  di 6.400 unita’ per la seconda.

Non male, poi, i risultati ottenuti fino ad oggi dalla 500L, in costante crescita almeno nel suo settore con un totale di 2.400 immatricolazioni a soli pochi mesi dal lancio.

Non vanno del tutto male, però, in definitiva, neanche le performance del brand Lancia e di quello Alfa Romeo, con i modelli di punta Ypsilon, nelle diverse versioni e Giulietta.

La Bce taglia il costo del denaro allo 0,5%

 E’ finalmente arrivata quella decisione che nell’ Eurozona era attesa oramai da molti giorni. O almeno da quella parte dell’ Eurozona in cui ci si aspettava una ulteriore riduzione del costo del denaro, con buona pace, dunque, di Germania e Regno Unito.

L’UE divisa sulla questione spagnola e non solo

Mario Draghi e l’ Eurotower hanno, infatti, deciso ieri di abbassare di una altro quarto di punto il costo del denaro, che così raggiunge il suo minimo storico con un tasso che si attesta sullo 0,5%. L’ ultima operazione sui tassi, invece, risaliva al luglio scorso, quando ci si era accordati per un tasso dello o,75%. Ma la presenza, oggi, di una inflazione sotto controllo e il perdurare dell’ economia di crisi hanno indotto questo nuovo ritocco.

Angela Merkel sul problema dei tassi della Bce

L’ intenzione di Draghi e della Banca Centrale Europea, è, dunque, quella di rilanciare l’ approvvigionamento di credito nell’ economia reale, soprattutto per il settore privato, pesantemente a corto di liquidità. La Bce si è infatti dichiarata pronta ad intervenire di nuovo sul costo del denaro, qualora le condizioni economiche lo richiedessero, scendendo anche su tassi negativi,  ma a questo punto anche le banche dovranno fare la loro parte, allentando la stretta sul credito.

Ad aprile sale il fabbisogno dello Stato

 Nonostante i recenti sforzi e quelli degli ultimi mesi fatti in funzione di una riduzione delle spese relative ai conti pubblici e al peso della macchina statale, gli ultimi dati emessi dal Ministero dell’ Economia e delle Finanze, in relazione al fabbisogno dello Stato, non premiano probabilmente gli sforzi sostenuti.

Debito pubblico ancora sopra i due miliardi

Per quanto riguarda, infatti, il mese di Aprile 2013, il fabbisogno del Paese Italia ha raggiunto la cifra, piuttosto importante, di 11 miliardi, un dato ancora provvisorio per il momento, ma di sicuro impatto a confronto con quello che si era potuto registrare solo un anno fa, ad aprile del 2012, in cui le cifre del fabbisogno statale avevano di poco superato i 2 miliardi (2.025 milioni).

Fabbisogno

L’ aumento del fabbisogno statale nel mese di aprile 2013 sembra doversi però attribuire ad una serie di fattori, tra cui pesano in modo particolare le erogazioni per i rimborsi in conto fiscale (1700 milioni) e l’ anticipazione dei pagamenti delle amministrazioni centrali.

A questo quadro vanno aggiunte inoltre le spese sostenute per la sottoscrizione del capitale Esm – European Stability Mechanism –  e la mancanza delle entrate da parte degli enti soggetti ora alla tesoreria unica. Salvo questi fattori, dunque, avverte il Ministero stesso, il fabbisogno statale per questo mese sarebbe stato simile a quello dell’ anno precedente.

Saccomanni conferma la Nota di aggiornamento del Def

 Il neo Ministro dell’ Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, è stato ascoltato ieri dalle Commissioni speciali di Camera e Senato in merito ai più urgenti problemi economici che travagliano il Paese.

Per Saccomanni le priorità sono gli esodati e la Cig

Nel corso della seduta il Ministro ha confermato che il Governo inviterà all’ approvazione del Def, il Documento Economico e Finanziario che l’ Unione Europea è in attesa di ricevere e che contiene anche tutti i precedenti provvedimenti presi in materia di IMU – compresa la stabilizzazione dell’ imposta a partire dal 2014 –  ma ha anche aggiunto che il Governo stesso presenterà, in tempi utili per la chiusura della procedura di disavanzo eccessivo, la relativa Nota di aggiornamento.

L’IMU sarà sospesa a giugno e alleggerita

Il Governo Letta ha infatti annunciato in questi giorni la sospensione della rata dell’ IMU prevista per giugno e la sua futura rimodulazione: è probabile quindi che i nuovi provvedimenti decisi sul fronte IMU entreranno a far parte del contenuto della Nota.

Ma c’è di più. Il deficit, infatti, sarà costantemente tenuto sotto il 3%, ci saranno interventi per dare ossigeno a famiglie e imprese e si andrà avanti con la spending review per ridurre gli sprechi. Si cercherà, infine, di ridurre la pressione fiscale.

Alemanno liquida Equitalia da Roma Capitale

 E’ stata approvata oggi dalla Giunta comunale capitanata dal sindaco di Roma – in scadenza di mandato – Gianni Alemanno la delibera con la quale Equitalia S.p.a., a partire dal mese di luglio prossimo, verrà sollevata dall’ incarico di riscuotere i tributi relativi a Roma Capitale.

Equitalia annuncia novità nelle procedure

La gestione e la riscossione dei tributi romani, di conseguenza, passeranno, sempre per effetto della stessa delibera, al Dipartimento risorse economiche di Roma Capitale.

Meno riscossioni per Equitalia, colpa della crisi

Secondo il sindaco di Roma, infatti, il sistema esattivo utilizzato da Equitalia S.p.a risulta troppo rigido e cieco per un periodo di grandi difficoltà economiche e di recessione come quello che l’Italia, cioè famiglie e imprese, stanno attraversando in questo momento.

L’ idea di Alemanno è quindi quella di aprire ad un sistema di riscossione più umano, gestito dagli stessi funzionari del Comune di Roma, seguendo anche l’ espressione della volontà popolare che si è manifestata attraverso un sondaggio realizzato online.

Alemanno ha infatti sottoposto la decisione ad un sondaggio popolare via web che ha ottenuto il 93,3% di voti favorevoli all’ approvazione della proposta che fosse Roma Capitale ad occuparsi dei tributi. Tra le novità in delibera anche un comitato etico che dovrà decidere in caso di difficoltà nei pagamenti.

Guida all’Aspi – Come e quando si deve presentare la domanda

 Come si presenta la domanda per la contribuzione Aspi?

Il lavoratore che ha perso involontariamente il suo impiego deve presentare la domanda per l’indennità di disoccupazione in uno dei seguenti modi:

– Attraverso il sito internet dell’Inps dopo aver richiesto il Pin all’Istituto di Previdenza;

– Attraverso il Contact Center multicanale raggiungibile con il numero verde dedicato 803164 o 06164164 se si utilizza la rete mobile;

– Con l’intermediazione di un patronato.

Quando si deve presentare la domanda per l’Aspi?

In linea generale la domanda per ottenere l’indennità di disoccupazione Aspi si deve presentare entro e non oltre 60 giorni dal raggiungimento dei requisiti che danno diritto alla contribuzione. Nello specifico le domande vanno presentate all’Inps:

– l’ottavo giorno dalla data di cessazione dell’ultimo rapporto di lavoro;

– la data di definizione della vertenza sindacale o data di notifica della sentenza giudiziaria;

– la data di riacquisto della capacità lavorativa nel caso di un evento patologico (malattia comune, infortunio) iniziato entro gli otto giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro;

– l’ ottavo giorno dalla fine del periodo di maternità in corso al momento della cessazione del rapporto di lavoro;

– l’ ottavo giorno dalla data di fine del periodo corrispondente all’indennità di mancato preavviso ragguagliato a giornate;

– il trentottesimo giorno successivo alla data di cessazione per licenziamento per giusta causa.

Guida all’Aspi

Chi può accedere e i requisiti per ottenerla

Quanto dura e a quanto ammonta la contribuzione

Quando non si ha più diritto alla contribuzione

Come e quando si deve presentare la domanda

 

 

 

 

Guida all’Aspi – Quando non si ha più diritto alla contribuzione

 L’Aspi, l’ammortizzatore sociale introdotto dalla Riforma Fornero per i lavoratori che hanno involontariamente perso il proprio impiego può essere ottenuta solo in base a determinati requisiti.

Ovviamente il diritto all’Aspi decade nel momento in cui il lavoratore non risponde più ai requisiti e anche con il sopraggiungere di altre condizioni. Vediamo quali sono.

Quando si perde il diritto all’Aspi?

Il lavoratore che ha beneficiato dell’Aspi non può più ricevere il nuovo contributo di disoccupazione nei seguenti casi:

– Rioccupazione del lavoratore con contratto di lavoro subordinato superiore a 6 mesi;

– Inizio di attività autonoma senza comunicazione all’Inps;

– Raggiungimento dei requisiti contributivi e anagrafici per l’accesso alla pensione di vecchiaia o alla pensione anticipata;

– Raggiungimento dei requisiti per ottenere un assegno di invalidità;

– Non partecipazione – o partecipazione saltuaria – alle attività previste per i disoccupati (formazione, tirocini ecc);

– Non accettazione di una offerta di lavoro con retribuzione minima prevista superiore almeno del 20% dell’importo lordo dell’indennità.

Inoltre, nel caso il lavoratore ottenga una nuova occupazione, la contribuzione Aspi è sospesa per 6 mesi, ma solo nel caso in cui la retribuzione percepita superi i 3.000 euro all’anno. In caso contrario l’Aspi continua ad essere erogata.

Guida all’Aspi

Chi può accedere e i requisiti per ottenerla

Quanto dura e a quanto ammonta la contribuzione

Quando non si ha più diritto alla contribuzione

Come e quando si deve presentare la domanda

 

 

 

Guida all’Aspi – Quanto dura e a quanto ammonta la contribuzione

 Nuovo ammortizzatore sociale previsto dalla Riforma Fornero l’Aspi andrà a sostituire la vecchia indennità di disoccupazione. In questo articolo vediamo per quanto tempo i lavoratori possono percepire questa contribuzione e a quanto ammonta l’assegno percepito.

Per quanto tempo i lavoratori possono percepire l’Aspi?

L’Aspi prevede dei tempi diversi di contribuzione in base all’anno e all’età del lavoratore licenziato. Nello specifico i lavoratori potranno percepire questa indennità secondo la seguente ripartizione:

2013

8 mesi per gli under 50;
12 mesi per gli over 50.

2014

8 mesi per gli under 50;
12 mesi per coloro che hanno un’età compresa tra i 50 e i 54 anni;
14 mesi per gli over 50.

2015

10 mesi per gli under 50;
12 mesi per coloro che hanno un’età compresa tra i 50 e i 54 anni;
16 mesi per gli over 50.

2016

12 mesi per gli under 50;
18 mesi per gli over 50.

2017 

12 mesi per gli under 55;

18 mesi per gli over 55.

A quanto ammonta l’indennità Aspi?

L’importo base dell’Aspi si calcola in base alla retribuzione base del dipendente che ha perso il lavoro, per una percentuale pari al 75% in caso di retribuzione mensile pari o inferiore ai 1.080 euro.

Nel caso di retribuzione media superiore ai 1.080 euro si aggiunge il 25% della differenza tra la remunerazione mensile e la parte eccedente la soglia stabilita.

Dopo i primi sei mesi l’importo della contribuzione si riduce del 15% e di un ulteriore 15% dopo i 12 mesi.

Guida all’Aspi

Chi può accedere e i requisiti per ottenerla

Quanto dura e a quanto ammonta la contribuzione

Quando non si ha più diritto alla contribuzione

Come e quando si deve presentare la domanda