Arrivano i nuovi euro

Sono passati 11 anni da quando l’euro ha fatto la sua prima comparsa nei portafogli dei cittadini dell’Unione Europea. Una moneta rivoluzionaria che ha permesso di abbattere molte delle barriere economiche e culturali presenti tra i diversi paesi che hanno aderito al progetto dell’Europa unita.

Ormai siamo abituati, come cittadini italiani e come cittadini europei, ad avere tra le mani gli euro ma, molto presto, dovremo abituarci a vedere delle altre banconote. A partire dal 2 maggio 2013, infatti, inizierà la circolazione dei nuovi euro.

Una nuova serie di banconote e monete che si chiama Europa e che si distinguerà dalle precedenti per l’effige della dea greca Europa e l’iscrizione delle origini del Vecchio Continente. Sarà un’introduzione graduale che inizierà appena dopo la Festa dei Lavoratori a partire dalle banconote da 5 euro e poi, man mano, tutti gli altri tagli con l’obiettivo finale della sostituzione della moneta di più vecchio corso.

La serie Europa degli euro, come spiegano dalla Banca Centrale Europea, è un’evoluzione delle vecchie banconote, stesso stile e stessi colori dominanti, ma sono state perfezionate le caratteristiche di sicurezza per renderlo più sicuro e più difficile da falsificare.

Europa – La nuova serie degli euro

Europa: come saranno le nuove banconote da 5 euro

Euro. Le caratteristiche e la storia della moneta unica europea.

Produzione e distribuzione dei nuovi euro

Euro, le nuove banconote sono ispirate a Europa

Attivato il portale per conoscere il nuovo Euro

Tre cose da sapere sull’euro

I cinque punti del programma economico di Letta

Si articola in cinque punti l’attesissimo programma economico redatto dal nuovo Premier Enrico Letta, che aspetta solo di ricevere la fiducia di entrambe le camere per iniziare i lavori.

Un programma, il suo, finalizzato al conseguimento delle riforme, che con ogni probabilità sarà complicato da attuare. L’Italia versa in uno stato di emergenza economica, ma i problemi sono di varia natura.

Letta ha analizzato cinque parole chiave, al fine di coinvolgere imprese e consumatori e allontanare la crisi.

L’obiettivo principale del Premier e del nuovo governo è la crescita, come lui stesso dichiara: “Di solo risanamento l’Italia muore, servono politiche per la crescita”.

La crescita che deve partire naturalmente dal lavoro. A cominciare dalla riduzione delle tasse sul lavoro “stabile, sui giovani e sui neoassunti”, proseguendo attraverso ulteriori investimenti riguardanti l’apprendistato e incentivi a part time misti, per finire con la progressiva introduzione di nuove risorse giovani.

Per quanto riguarda nello specifico il tema delle tasse, da giugno ci sarà lo stop al pagamento dell’IMU in attesa di una revisione dell’imposta relativa agli immobili il cui sistema generale di tassazione deve essere rivisitato, e rinuncia a inasprire l’IVA.

Restano validi alcuni precetti cari al precedente esecutivo guidato da Monti, tra i quali la lotta all’evasione fiscale.

Bisogna poi risolvere l’ormai annosa questione esodati. L’impegno prioritario di Letta è quello di ravvivare il patto precedentemente rottosi con i soggetti in questione.

L’ultimo punto del programma riguarda il reddito minimo, a proposito del quale Letta dichiara che si potranno analizzare forme di reddito minimo per le famiglie bisognose con figli piccoli.

Il nuovo corso deve iniziare dai membri del Governo: per questa ragione Letta ha dichiarato che il primo atto del Governo sarà “eliminare lo stipendio dei ministri parlamentari che esiste da sempre in aggiunta alla loro indennità”.

Proroga al 16 aprile per la consegna del Modello 730

 La scadenza per la presentazione del Modello 730 per la dichiarazione dei redditi da pensione o da lavoro dipendente per coloro che hanno optato per la consegna al sostituto d’imposta (datore di lavoro o ente pensionistico di riferimento) era stata fissata ad oggi, 30 aprile.

► Presentazione del Modello 730 al sostituto d’imposta: come fare?

Ma in queste ore è giunta la comunicazione ufficiale del Consiglio dei Ministri che proroga la suddetta scadenza al 16 maggio.

La comunicazione è arrivata tramite decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri firmato il 26 aprile 2013 che sarà pubblicato nelle prossime ore anche sulla Gazzetta Ufficiale.

Il decreto aggiorna anche le scadenze per i sostituti di imposta che hanno deciso di prestare assistenza fiscale ai contribuenti: per loro il termine ultimo per la consegna della dichiarazione dei redditi elaborata al contribuente è stata spostata dal 31 maggio al 14 giugno 2013.

► Tre consigli per la compilazione del Modello 730

Per i contribuenti che hanno invece optato per la consegna del Modello 730 valido per la dichiarazione dei redditi riferiti al 2012 al Caf o ad un professionista abilitato il termine di scadenza rimane al 31 maggio come precedentemente fissato

Crolla l’inflazione e i prezzi frenano in Italia

 Se la situazione dell’ Eurozona risulta particolarmente difficile in questo periodo a causa dell’alto tasso di disoccupazione e  della brusca frenata subita nell’ultimo mese dall’inflazione, gli effetti di questo stato di cose si ripercuotono anche in Italia.

> L’Eurozona tra disoccupazione e inflazione

Anche in Italia l’ Istat rileva, infatti, una brusca frenata dei prezzi – in realtà la settima consecutiva, dovuta all’ abbassamento del tasso di inflazione all’ 1,2%, che così raggiunge il livello più basso da febbraio 2010.

La causa di questo forte rallentamento dei prezzi, spiega l’ Istat, è probabilmente dovuto al generale calo che si è registrato per i beni energetici.

Il potere d’acquisto crolla ai livelli del 1995

Sia il prezzo della benzina che quello del gasolio, infatti, hanno visto negli ultimi mesi una diminuzione progressiva sia su base mensile che su base annua: la prima è scesa del 2% su base mensile e del 4% su base annua, mentre il secondo del 2,3% su base mensile e del 3,6% su base annua.

Di conseguenza, l’ Istat registra anche una brusca frenata nel livello dei prezzi. Non sono aumentati, ad esempio, neanche quelli acquistati con più frequenza dai consumatori, che vanno dal cibo ad altri beni di prima necessità, i quali rincarano per il momento solo di un timido  1,5% annuo.

L’Eurozona tra disoccupazione e inflazione

 L’ Istat ha recentemente pubblicato i dati relativi al tasso di disoccupazione presente oggi in Italia, che, rimasto invariato dallo scorso febbraio, si attesta attorno all’ 11,5% per il mese di marzo.

> I giovani disoccupati sono il 38,4%

Ma le cose, a dir la verità, non vanno meglio nell’ Eurozona. Per l’Unione Europea, infatti, la disoccupazione si attesta attorno al 12% per il mese di marzo, mese in cui, secondo i dati Eurostat, si sono potuti registrare 62 mila disoccupati in più rispetto al mese di febbraio 2013 e 1 milione 723 mila in più rispetto ad un anno fa.

Il quadro dell’ Eurozona, inoltre, viene ulteriormente aggravato da altri fattori negativi: tra questi spicca la brusca frenata subita dall’inflazione, che raggiunge un tasso superiore al previsto, seguita da una debolezza generale del mercato del lavoro.

Il potere d’acquisto crolla ai livelli del 1995

Per quanto riguarda l‘inflazione media dell’area euro, infatti, nel mese di aprile si è potuta registrare una decelerazione al più 1,2%, sintomo di un quadro economico in cui la dinamica dei prezzi al consumo risulta piuttosto debole.

L’insieme di questi fattori negativi che gravano sulle sorte dell’Europa potrebbe quindi indurre la Banca Centrale Europea ad operare – giovedì – quell’ atteso taglio dei tassi di interesse.

I giovani disoccupati sono il 38,4%

 L’ Istat ha recentemente diffuso i dati, per il momento solo destagionalizzati e provvisori, relativi alla situazione degli occupati e dei disoccupati italiani relativi al mese di marzo 2013.

> 1,24 milioni di disoccupati in più dal 2007

Per il mese di marzo, dunque, il tasso di disoccupazione italiana è rimasto stabile all’ 11,5%, ma su base annua il tasso di disoccupazione risulta aver subito un incremento dell’ 1,1%.

Questo significa, tradotto in numeri, che rispetto al mese di marzo 2012, nel corso del mese di marzo di quest’ anno si sono persi 248 mila posti di lavoro.

Record di disoccupati in Spagna

Le più colpite da questo fenomeno sembrano essere le donne, per le quali sono stati persi nel terzo mese dell’ anno 70 mila posti di lavoro. Al contrario, tuttavia, sale il numero degli uomini occupati di 19 mila unità.

Sempre con riferimento al mese di marzo, infine, le persone che invece lavorano in Italia sono 22 milioni 674 mila, cioè il 56,3% della popolazione.

Si possono così tirare momentaneamente le somme del quadro che abbiamo delineato: il settore più colpito per quanto riguarda la disoccupazione nel mese di marzo 2013 risulta sempre quello dei giovani con una età compresa tra i 15 e i 24 anni, la cui percentuale raggiunge oggi il 38,4%, per un totale di 635 mila unità.

Un piano crescita da 10 miliardi

 Costerà all’ incirca 10 miliardi il piano di crescita che il nuovo esecutivo avrebbe intenzione di varare, sulla base delle indicazioni programmatiche di governo rese note nei giorni scorsi.

Almeno 7-8 miliardi, infatti, dei 10 preventivati sarebbero utili alla copertura di quel progetto di neutralizzazione fiscale secondo il quale verranno riveste nei prossimi mesi le principali tasse italiane, ovvero l’ Imposta Municipale, l’Iva e la Tares, tanto per cominciare. Nonché il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga.

> Il Governo Letta ridisegna le tasse

Per questo motivo, cioè per trovare le risorse necessarie a portare avanti il piano, il Governo Letta avrebbe intenzione di chiedere all’Unione Europea nei prossimi giorni – domani e giovedì gli incontri con Barroso e Van Rompuy a Bruxelles – una proroga di due anni della chiusura della procedura per deficit eccessivo, cioè per il rientro sotto il tetto del 3 per cento del deficit- PIL.

Altri Paesi europei, del resto, come Spagna e Francia, hanno già optato per questa possibilità.

Madrid rinvia la questione deficit

A Bruxelles, tuttavia, con la possibilità di osservare la situazione italiana dall’esterno, il pacchetto dei dieci punti programmatici del nuovo governo sembra di primo acchito piuttosto incompatibile con la promessa di mantenere gli impegni sui conti italiani. Ma la vera risposta dell’UE si saprà solo a fine maggio.

Si va verso la sospensione dell’IMU

 Enrico Letta, il neopremier, ha giurato davanti al Presidente della Repubblica con la sua squadra di governo e non ha avuto alcuna difficoltà ad incassare la fiducia della Camera e del Senato. Nel discorso con cui ha chiesto la fiducia ai deputati, ha esposto la sua strategia economica che si rifà ad alcune promesse e ad alcuni principi del centrodestra.

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Parliamo ad esempio dell’IMU. Letta aveva almeno tre possibilità da giocarsi: poteva tenere l’IMU così com’è, incassare quei 4 miliardi di euro circa dell’imposta e usare i soldi per finanziare alcuni progetti. Oppure, in linea con le idee del suo partito, poteva ridurre il peso dell’imposta per le famiglie, salvaguardando le fasce deboli della popolazione. La terza opzione era nell’abolizione dell’IMU che è una promessa fatta soprattutto dal centro destra ai suoi elettori.

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Adesso, dunque si parla soprattutto di abolizione dell’IMU o comunque di sospensione dell’anticipo di giugno dell’imposta, che scade il 17 del mese prossimo. I sistema di tassazione della casa, messo in piedi dal governo Monti nel 2012, rischia di deragliare. L’acconto è sospeso, almeno in linea teorica.

La politica si prende qualche settimana di tempo, poi, per capire cosa fare della tassa. Ci si chiede dunque se mantenere il beneficio offerto alle famiglie, pari a circa 255 euro oppure se aumentare gli sconti.

Zanonato punta alla riduzione delle tasse

 Uno dei primi impegni del nuovo Governo, è stato, come abbiamo visto in questi giorni e in queste ultime ore, quello di intervenire sulla questione dei tributi italiani in vista di una loro possibile neutralizzazione.

> Il Governo Letta ridisegna le tasse

Dello stesso parere anche il neo Ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, che ha rilasciato delle dichiarazioni in merito. Per il Ministro, infatti, l’obiettivo imminente del Governo Letta è quello di ridurre le tasse senza tagliare i servizi o aumentare il debito.

Secondo Zanonato, infatti, ci sarebbe la possibilità di agire su alcune leve per il reperimento delle risorse necessarie all’attuazione di questo obiettivo. Si potrebbe, ad esempio, migliorare la lotta all’ evasione fiscale, incentivare il rendimento dl patrimonio pubblico, ma anche recuperare nuove risorse riducendo le spese.

Governo Letta, ecco il programma del ministro Saccomanni

L’austerità, infatti, – sostiene il Ministro – non può essere una misura da applicare in modo duraturo e permanente. E’ necessario, invece, trovare modalità per la crescita e lo sviluppo, anche ridiscutendo con l’Unione Europea il patto di stabilità per recuperare la spesa per gli investimenti. Numerosi sono, tra l’altro, i Paesi europei orientati verso questa strada.

E’ necessario, infine, attuare una politica economica credibile per tenere basso lo spread.

Il Governo Letta ridisegna le tasse

 Il Governo Letta, appena insediato, avanza una serie di provvedimenti, in vista di una neutralizzazione fiscale, per ridisegnare i principali tributi dello Stato italiano e dare così un po’ di ossigeno alle famiglie.

Le modifiche principali all’assetto fiscale italiano finora costituito riguardano, in particolare, l’ Imposta Municipale, la Tares relativa ai rifiuti e l’ aumento dell’ Iva che sarebbe stato previsto per luglio prossimo.

> L’IMU sarà sospesa a giugno e alleggerita

Ma procediamo con ordine. Per quanto riguarda l’IMU, la tassa sugli immobili, le modifiche come annunciato dallo stesso Letta e dal Ministro Delrio, riguarderanno solo le prime case, i cui proprietari non saranno tenuti al pagamento della rata del prossimo 17 giugno. Si rimarrà poi in attesa di quanto il governo deciderà in merito alla seconda rata del 16 dicembre, che potrà subire una rimodulazione o essere parimenti neutralizzata.

La situazione delle tasse per i prossimi mesi

Nessuna modifica è prevista, invece, per quanto riguarda il regime fiscale delle seconde case, dei capannoni e degli impianti industriali.

Per quanto riguarda, poi, la Tares, subirà anch’ essa una revisione, prima ovviamente della scadenza del suo attuale rinvio, che cadrà nel mese di dicembre prossimo.

Infine, la questione dell’ aumento dell’ IVA a partire da luglio prossimo non si porrà affatto poiché il premier Letta ha assicurato che non si avrà un suo inasprimento.