Le dichiarazioni di Franceschini sull’IMU

 Il primo caso che il nuovo Governo Letta si è trovato ad affrontare in questi giorni è senza dubbio rappresentato dalla questione dell’ IMU, su cui sono state rilasciate da più parti delle dichiarazioni in queste ultime ore.

L’agenda di Letta: stop all’Imu e all’Iva, lavoro al primo posto

Proprio questa mattina, infatti, il neo Ministro per gli Affari Regionali, Graziano Delrio, ha fatto delle precisazioni alla stampa sul tema, parlando di una sospensione della rata di giugno e di un suo possibile alleggerimento per le classi meno abbienti.

> L’IMU sarà sospesa a giugno e alleggerita

Prima di Delrio, tuttavia, anche Dario Franceschini, neo Ministro per i Rapporti con il Parlamento era intervenuto sulla questione dell’ Imposta Municipale, rilasciando delle dichiarazioni che avevano suscitato delle pronte repliche da parte di Silvio Berlusconi.

Franceschini ha infatti affermato che l’ IMU non sarebbe stata tolta e che ci sarebbe stata una proroga per la rata di giugno. Questo, però, secondo il Ministro, avrebbe comportato anche un problema di cassa per i comuni.

Franceschini aveva inoltre rilasciato delle anticipazioni sui prossimi impegni del nuovo Governo, tra cui sarebbe figurato il problema di evitare l’ aumento dell’ Iva in programma per luglio 2013 e l’approvazione del Def, il Documento Economico e Finanziario.

Il nuovo governo non cambia il rating, parola di S&P

L’insediamento del nuovo governo guidato dal Premier Enrico Letta non è al momento un indice di cambiamento per l’agenzia Standard & Poor’s, la quale ha confermato il rating dell’Italia con il punteggio BBB+.

Si tratta tuttavia di una situazione momentanea. Non è detto che in futuro questo valore cambi, in meglio oppure in peggio. L’agenzia, per il momento, ha ribadito che sono diversi i rischi che si corrono: tra questi c’è il fatto che è sbagliato dare per assodato che l’economia del nostro Paese faccia registrare un’inversione di tendenza nella seconda parte del 2013.

Al momento, dunque, S&P conferma il rating  a BBB+, rilasciando un comunicato in cui  si legge che “La formazione del nuovo governo guidato dal premier Enrico Letta non ha immediate implicazioni per il rating dell’Italia”.

Rimane da comprendere se e quando le riforme prodotte dalla nuova coalizione garantiranno una crescita. Attualmente, dalle parole di Enrico Letta si evince l’intenzione di rallentare ma non di cambiare la velocità di risanamento del debito.

Standard & Poor’s ha inoltre dichiarato: “Sappiamo che la legge elettorale potrebbe essere riformata e questo, a nostro avviso, rafforzerebbe la capacità di azione dei futuri governi”.

L’agenzia di rating ha poi comunicato che sussiste un grosso limite per quanto concerne la flessibilità fiscale del nostro Paese, giacché debito è a circa il 125% del Pil stando ai dati di fine 2012. Volendo fare un confronto, parliamo del 22% in più rispetto alla fine del 2007.

Secondo l’agenzia “Un’inversione rispetto alle recenti misure di entrate non sarebbe compatibile con le nostre attese di un picco del debito alla fine di quest’anno. Riteniamo che ci sia un significativo rischio che l’economia italiana possa non riprendersi nella seconda metà del 2013”.

Come si affitta una casa agli studenti

 Quando si stabilisce di voler affittare una casa a degli studenti è necessario che vengano presi in considerazione numerosi requisiti di cui il proprio immobile deve disporre. E’ opportuno comprendere di cosa si tratta. Quali sono questi requisiti? Cosa significa a livello economico affittare ad uno studente e cosa bisogna fare per riuscire a trovare un inquilino?

Ecco le risposte alle precedenti domande:

Affittare la propria casa o una parte di essa è sinonimo di introiti economici. Si ha un guadagno. Quando si parla di cedere la propria casa agli studenti per dei periodi vuol dire che la nostra casa o il nostro appartamento presenta una serie di condizioni che la rendono adatta a questo. Innanzitutto è molto importante la vicinanza con il luogo in cui si studia. Essere vicini all’università permette di offrire una comodità maggiore allo studente e questo significa avere un’entrata economica diversa rispetto a quella che verrebbe richiesta se l’immobile fosse a chilometri di distanza.

Affittare ad uno studente ha i suoi vantaggi. Essi hanno dei contratti particolari diversi dal solito 4 più 4. Si possono fare due tipi di contratto: un contratto d’affitto per studenti fuorisede e un contratto d’affitto di natura transitoria. Il primo può avere una durata dai 6 ai 36 mesi e il secondo da 1 a 18 mesi. La stipulazione di un contratto con una persona che studia significa anche avere delle agevolazioni fiscali sull’affitto e beneficiare di uno sgravio sulla relativa imposta.

Case nei pressi dell’università

Sicuramente se si ha una casa nelle vicinanze di un’università è bene sfruttare l’opportunità di affittare Per trovare l’inquilino i passi da seguire sono davvero semplici Gli studenti cercano la propria casa soprattutto tramite i siti internet di stampo studentesco o siti che riportano annunci di affitti oppure tramite annunci cartacei affissi nelle bacheche Nel primo caso basta iscriversi agli appositi siti e postare l’annuncio dell’affitto con i relativi particolari Nel secondo caso bisogna fare degli annunci cartacei ben fatti che riportino in primo piano il numero di contatto, la zona e i vari dettagli relativi alla casa La zona in cui li posizioniamo è fondamentale E’ buono affiggerli all’interno delle bacheche delle singole facoltà oppure nelle immediate vicinanze della struttura universitaria.

Cercare e trovare uno studente a cui affittare la propria casa è molto semplice soprattutto perché le zone di studio sono un continuo fermento di studenti che vanno e di studenti che vengono quindi bisogna sapersi muovere bene.

Come affittare solo una stanza della propria casa

C’è chi sceglie di affittare, invece, soltanto una stanza della propria casa.

Nel caso in cui la durata della locazione a una data persona sia inferiore a 28 giorni l’anno, sarà sufficiente una “scrittura privata”.

Nel corso dell’anno sarà possibile in questo modo affittare la stanza a più persone, sempre per la durata massima di 28 giorni ciascuna.

Bisogna però limitare questa attività a non più di 9 mesi l’anno. Si tratta di un tipo di affitto che non necessita di registrazione all’agenzia delle entrate. Occorre poi rilasciare all’inquilino la ricevuta per l’affitto percepito. La ricevuta dovrà essere allegata alla dichiarazione dei redditi per la relativa tassazione, che potrà essere fatta con la cosiddetta “cedolare secca”, che prevede il 21% di tasse. In alternativa l’introito dovrà essere cumulato con le altre entrate, ma in quest’ultimo caso, generalmente, si paga di più.

Affittare la stanza per un periodo che va da un mese a 18 mesi

Per periodi che vanno da un mese a 18 mesi, non rinnovabili, si passa al contratto di affitto di tipo transitorio. Questo serve per le persone che intendono affittare una o più stanze della propria abitazione senza avere il vincolo dei 4 + 4 anni dell’affitto “normale”. In questo caso il contratto dovrà essere registrato all’agenzia delle entrate. Per la registrazione si dovrà pagare il 2% del canone annuo in parti uguali tra affittuario e proprietario. Anche qui, nella dichiarazione dei redditi, si potrà scegliere tra cedolare secca e cumulo dei redditi. E’ richiesto il pagamento anticipato di 2 o 3 mensilità a scopo cauzionale. In alcune zone (ad esempio Milano, Roma, Napoli e altre grandi città) i contratti di questo tipo sono a canone concertato, e devono rientrare in determinati limiti. In altre zone è libero. Simile al contratto descritto precedentemente, nelle città dove sono presenti università, è possibile stipulare il cosiddetto “contratto per studenti universitari”, della durata che può andare da 6 a 36 mesi, raddoppiabili.

 

 

L’IMU sarà sospesa a giugno e alleggerita

 Una delle questioni più importanti e scottanti che il nuovo Governo Letta si trova per prima cosa ad affrontare è costituita dalla faccenda IMU, la cui esigibilità e modalità di riscossione sono appunto oggetto di revisione in questi giorni.

> L’agenda di Letta: stop all’Imu e all’Iva, lavoro al primo posto

Il nuovo Ministro degli Affari regionali Graziano Delrio è quindi intervenuto questa mattina sul tema dell’ IMU per fare alcune precisazioni durante l’incontro con i cronisti al Senato.

Soluzioni IMU per il governo Letta

Il Ministro ha affermato dunque che l’IMU sarà sospesa per quanto riguarda la rata di giugno e che il governo si assumerà l’impegno di alleggerirla soprattutto per i meno abbienti. Il Governo lavorerà quindi su questo tema insieme al Parlamento ma al momento non è possibile conoscere quale sarà il punto di approdo dell’ intera vicenda.

Le dichiarazioni di Delrio sono da leggersi come una spiegazione ulteriore a quanto già affermato lunedì dal Presidente del Consiglio Enrico Letta a Montecitorio, ma vogliono anche essere una risposta alle precedenti dichiarazioni rilasciate sull’ IMU da Dario Franceschini, neo Ministro per i rapporti con il Parlamento.

Franceschini aveva infatti affermato che l’ IMU non sarebbe stata tolta e che ci sarebbe stata una proroga per la rata di Giugno, ma i comuni avrebbero avuto un problema di cassa.

Come si blocca un pagamento con carta di credito

 Quando si effettuano acquisti con la carta di credito può succedere di incappare in alcuni sbagli con l’operazione e dunque di essere costretti poi a correre ai ripari cercando di impedire l’invio del denaro, annullando il pagamento medesimo.

Appare dunque opportuno comprendere e memorizzare bene i passaggi necessari al blocco (annullamento) di un pagamento con carta di credito. Si tratta di un’operazione fondamentale, dal momento in cui ci si trova ad aver commesso alcuni errori. Prima di impanicarsi, pensare che non vi siano soluzioni e perdere un’ingente somma di denaro ingiustamente, si pensi che bloccare il pagamento effettuato con una carta di credito è un’operazione tutt’altro che complicata. Si tratta di una prassi che necessita di un minimo di pazienza. Ai meno esperti basterà solo leggere con attenzione le seguenti righe, al fine di saperne di più.

Come si fa?

Si tratta di un’operazione molto semplice. Una procedura che viene indicata e agevolata proprio dalle stesse società o dalle banche, che hanno tutto l’interesse per rendere facile questo procedimento.

Blocco del pagamento via web o per via telefonica

I canali da utilizzare al fine di bloccare l’invio dei soldi sono solitamente due: si può formulare una richiesta su internet, oppure si può utilizzare il numero messo a disposizione dalla società che ha emesso la carta.

Al fine di bloccare un pagamento effettuato con una carta di credito occorrerà per prima cosa individuare l’azienda interessata. L’azienda in questione sarà raggiungibile mediante un proprio sito internet o, in alternativa, presso un numero telefonico. In entrambi i casi, per annullare il pagamento, sarò necessario fornire tutte le informazioni inerenti alla carta di credito e al titolare della stessa. Nel caso in cui si proceda all’operazione sul web, sarà necessario compilare l’apposito form inserendo il numero della carta di credito, il proprio nome e cognome, e ovviamente il numero di fatturazione relativo al pagamento che si intende fermare.

Inseriti tutti i dati richiesti non resta che fare click su “annulla un pagamento”. Nel contempo verrà richiesto al titolare della carta anche il motivo dell’annullamento. L’alternativa al sito internet è quella di telefonare al numero fornito dall’azienda che ha emesso la carta di credito. Molte volte si parlerà con un assistente di un call center o con un servizio assistenza per cui potrebbe capitare di attendere moltissimo tempo prima che la chiamata venga inoltrata a chi di dovere (presa in carico). Per bloccare il pagamento è necessario parlare con un operatore a cui bisognerà fornire tutti i dati che verranno richiesti.

Consigli: controllare in maniera frequente il saldo

Naturalmente, come in ogni cosa, “prevenire è sempre meglio che curare”. Mai come in questo caso sono fondamentali alcuni consigli. Al fine di evitare spiacevoli sorprese e riuscire in caso di inconvenienti a bloccare a tempo un qualsiasi pagamento effettuato con la carta di credito, è importante infatti controllare con una certa frequenza il saldo della carta e soprattutto le operazioni effettuate. Una verifica necessaria che farà stare più sereni i possessori di una carta di credito.

Ma come si controlla il saldo? Ciò lo si può fare tranquillamente su internet (inserendo l’apposito token in dotazione) o presso qualsiasi sportello bancario inserendo la carta di credito.

Bloccare la carta di credito per via telefonica

Il telefono si configura anche come lo strumento principale necessario in caso di furto o di smarrimento della carta di credito. In questi casi, tuttavia, non è sufficiente bloccare un pagamento. Occorre, infatti, bloccare proprio la carta impedendo a chi ne entri in possesso di compiere qualsiasi tipo di operazione con i nostri soldi.

In questo caso sarà necessario chiamare prontamente il numero verde indicato sul contratto.

 

Come si contesta una multa

E’ notorio che la violazione del codice stradale implichi determinate sanzioni. Sanzioni disciplinari che, naturalmente, devono essere pagate. Alcune volte, tuttavia, le multe possono essere considerate ingiuste per via di alcuni vizi presenti all’interno della loro formulazione o per delle condizioni che non corrispondono perfettamente a fatti realmente accaduti.

In questo caso appare opportuno comprendere in che maniera è possibile contestare una multa. Ecco quali sono i passaggi da seguire per avviare una procedura di contestazione.

Una multa, il più delle volte, si configura come una “sorpresa” inaspettata che si trova nella propria buca delle lettere. Appena la si legge, si cerca di ricordare il momento esatto in cui si è commessa l’infrazione. Si prova a far mente locale per comprendere cosa si stava facendo, dove ci si trovava, perché ci si trovava lì. Molte volte capita che in realtà, la multa ricevuta non sia veritiera o non sia giusta.

Informazioni e dati riportati sulla multa

Le prime cose che vanno controllate quando si riceve questa spiacevole sanzione amministrativa, sono le informazioni e i dati riportati su di essa. Questi ultimi devono essere formalmente corretti e precisi, dal momento che un minimo errore potrebbe implicare l’effettivo annullamento della sanzione. Inoltre la multa non deve essere ricevuta oltre i novanta giorni a partre dal giorno della sua emissione, altrimenti anche questa sarebbe una causa lecita per formalizzare l’avvio del ricorso.

Avvio della procedura di ricorso

Quando si decide di avviare la procedura di ricorso, è possibile decidere se rivolgersi al Prefetto o al Giudice di Pace. Il ricorso può essere avviato entro i successivi sessanta giorni dal momento della ricezione della multa ed è opportuno tenere in considerazione questo termine massimo.

Documenti da presentare

Se si decide di operare il ricorso presso il Prefetto, bisognerà presentare la domanda in carta semplice, la copia del verbale di accertamento e tutta la documentazione utile. La documentazione può essere consegnata a mano oppure mediante una raccomandata con ricevuta di ritorno al Comando di Polizia Municipale o alla Prefettura del capoluogo di provincia d’interesse. Quando si inizia tale procedura, dal momento che passerà del tempo per sapere l’esito del ricorso, occorrà chiedere espressamente la sospensione del provvedimento. Se cosi non dovesse essere, le tempistiche delle scadenze per il pagamento non verranno sospese e si potrebbe incorrere in una multa più elevata.

Valutazione del ricorso da parte del prefetto

Nel momento in cui il Prefetto si troverà il ricorso dinanzi ai propri occhi e lo valuterà nei minimi dettagli, esso verrà respinto nel caso in cui sarà emessa un’ordinanza di pagamento che equivale al doppio della multa contestata.

Ricorso accettato: le condizoni

Il ricorso verrà accettato se entro i successivi 210 o 180 giorni non verrà emessa nessuna ordinanza di pagamento.

Avvio della procedura di ricorso presso il Giudice di Pace

Se si decide di operare il ricorso presso il Giudice di Pace ci si dovrà recare presso la Sede territoriale competente in base al luogo in cui è stata commessa la violazione del codice della strada. Anche in questo caso, così come avviene per il Prefetto, dovrà essere presentata la domanda, la copia del verbale e la documentazione attinente a mano, mediante una raccomandata oppure online nella sezione apposita del tribunale.

Diversamente dal Prefetto, qualora il ricorso non dovesse essere accettato, in questo caso potrà essere formulato un ulteriore appello ma sarà necessario rivolgersi ad un avvocato.

Inoltre il ricorso al Giudice di Pace provocherà il pagamento di trentasette euro e sarò richiesta la presenza della persona che presenta la domanda durante l’udienza decisiva per la contestazione della multa.

 

Risoluzione anticipata del contratto di locazione

Nel caso in cui si sia stipulato un contratto di affitto ma si ha la necessità di risolvere questo contratto prima della sua scadenza naturale, e cioè prima della scadenza stabilita nel contratto medesimo, vi sono degli importanti adempimenti che devono essere svolti sia dal locatore che dal conduttore al fine di evitare successivi grattacapi.

In primo luogo è opportuno ricordare che sia il locatore sia il conduttore sono tenuti a comunicare la loro volontà di recedere anticipatamente dal contratto di locazione sei mesi prima, o comunque nel termine stabilito nel contratto stesso, della data in cui si intende lasciare l’appartamento se la risoluzione è chiesta dal conduttore o prima della data in cui si intende riavere l’appartamento, se la risoluzione è chiesta dal locatore. Entrambi, locatore e conduttore, sono tenuti a comunicare la loro decisione attraverso una raccomandata con ricevuta di ritorno.

Per legge il conduttore è tenuto a versare il pigione pattuito fino all’ultimo mese, le eventuali cauzioni che sono state versate all’inizio della locazione non possono essere considerate pigioni da scalare (come invece spesso avviene), dal momento che lo scopo della cauzione è ben diverso. In altri termini, alla scadenza della locazione, il locatore visita l’appartamento locato al fine di verificare se ci sono stati eventuali danni, se riscontra dei danni potrà trattenere la cauzione, altrimenti la restituirà al conduttore.

Infine è opportuno ricordare che deve essere effettuata una pratica burocratica presso l’ufficio delle imposte: bisogna riempire un apposito modello F23, e pagare entro 30 giorni dal termine della locazione un’imposta di importo fisso di 67 Euro. Naturalmente, il pagamento sarà dovuto da chi recede dal contratto. Bisogna presentare all’agenzia delle entrate competente la ricevuta di tale pagamento.

A questo punto occorre anche ricordare che si tratta di passaggi fondamentali al fine di evitare di pagare le imposte di registro per le successive annualità, dal momento che l’appartamento, in mancanza del pagamento di questa imposta fissa e della presentazione all’agenzia delle entrate, proseguirà e continuerà ad essere ritenuto locato, ed è importante per il proprietario che eviterà di pagare le imposte sul mancato reddito derivante dal canone di locazione.

Occorre ricordarsi infine di comunicare la cessazione della locazione, portando copia firmata della cessazione di locazione, anche all’ufficio tarsu, altrimenti anche questa imposta continuerà ad essere inviata al conduttore.

Comunicazione della risoluzione del contratto di locazione

La risoluzione del contratto di locazione può avvenire in maniera naturale, facendo scadere gli anni previsti dal contratto stesso e liberando l’immobile, oppure può essere effettuata in maniera anticipata. Nel primo caso non è necessaria una procedura particolare, dal momento che come abbiamo detto, il contratto si risolve naturalmente nel corso del tempo. Nel secondo caso è opportuno seguire delle istruzioni precise al fine di comunicare la risoluzione del contratto di locazione. Ecco quali sono le istruzioni da comunicare.

Vi sono in primis alcune motivazioni che possono non far rispettare la naturale scadenza del contratto. Motivazioni che possono essere di diverso tipo. La legge prevede che una risoluzione possa essere anticipata in rapporto al termine solo nel caso in cui ricorrano dei gravi motivi, nel caso in cui le motivazioni in questione non siano state previste nel contratto.

Restrizioni e agevolazioni per l’inquilino

L’inquilino ha maggiori possibilità di vedere risolversi il contratto all’occorrenza dal momento che le restrizioni che colpiscono il proprietario dell’immobile sono maggiori. La legge agevola e tutela in particolar modo l’inquilino.

La risoluzione del contratto può essere effettuata soltanto quando si raggiunge un accordo tra le parti, quindi quando c’è consenso da ambo i lati, o quando ricorrano le cause previste dalla legge. Nel momento in cui il conduttore decida di recedere dal contratto, costui deve inviare un preavviso al locatore mediante una raccomandata con ricevuta di ritorno almeno con sei mesi di anticipo o tre mesi nel caso in cui si sia contratto un vincolo transitorio.

La lettera di preavviso deve essere chiara in ogni sua parte mettendo in risalto la volontà e l’intenzione di recedere anticipatamente e di riconsegnare l’immobile nel mese previsto.

Quando il locatore riceve una comunicazione di risoluzione anticipata del contratto o egli stesso, prendendo accordi con il conduttore decide di risolvere il vincolo, deve attenersi ad una procedura prevista per questo caso.

Comunicazione al Fisco

Il proprietario dell’immobile deve comunicare la cessazione del contratto al Fisco attraverso il pagamento dell’imposta di registro con il modello F23. Quest’ultimo deve contenere le generalità del proprietario e del conduttore e il codice di tributo corrispondente al tipo di locazione.

Sia che il contratto venga risolto anticipatamente che naturalmente, la comunicazione di scadenza del contratto deve sempre essere comunicata in anticipo. Dopo aver visto nello specifico cosa fare nei due diversi casi, dunque, se ci si dovesse trovare in una situazione del genere sarà molto più facile capire come fare.

Mutuo: come si posticipa una rata

 Il mutuo si configura come una particolare forma contrattuale attraverso la quale il soggetto (mutuante) fornisce una determinata somma di denaro a un soggetto (il mutuatario). Il soggetto mutuatario si impegna a restituire la somma ricevuta a rate nel corso dei mesi con l’aggiunta di un costo di interesse. In ogni caso vi sono delle situazioni in cui il mutuatario è a tutti gli effetti impossibilitato ad adempiere nei tempi e nei modi stabiliti dal contratto. Non è in grado di restituire al mutuante in tempo la somma di denaro con l’aggiunta di alcuni interessi e si trova dunque costretto a ricorrere ad un aiuto.

Congelamento del pagamento

In questi casi particolari come ci si comporta? Cosa succede? A oggi sono numerosi gli istituti bancari che consentono di congelare il pagamento per un periodo di tempo che sia più o meno lungo, senza per forza aggiungere maggiori costi notarili. L’operazione bancaria di questo tipo, viene incontro al mutuatario, al fine di fare fronte a situazioni sfavorevoli che verificandosi modificano completamente la propria condizione economica.

Posticipo rata: la prassi da seguire

L’associazione bancaria italiana ha dichiarato che i soggetti potranno chiedere una sospensione provvisoria dei versamenti per evitare che la banca proceda al pignoramento dell’immobile per mancato pagamento. Ma come si può posticipare, in soldoni, una rata del mutuo. Ecco tutta la procedura, completa in ogni suo passaggio, necessaria al fine di posticipare le rate del mutuo.

Se le possibilità di riprendere il proprio stile di vita (in tempi brevi) sono altamente probabili, è consigliabile semplicemente procrastinare di qualche mese i pagamenti tenendo conto che successivamente sarà obbligatorio versare interessi di mora in aggiunta. Bisogna però fare attenzione! In questo caso si va incontro seriamente alla rischiosissima possibilità di essere segnalati. Quest’ultimo punto non è da sottovalutare assolutamente. Se così dovesse essere, ciò farà diventare molto più difficile l’ottenimento di ulteriori prestiti e di conseguenza la richiesta di maggiori garanzie per la banca. In un futuro prossimo si potrebbe tornare ad averne bisogno ed è bene non rovinare i rapporti quando si ha la possibilità di chiedere un ausilio al proprio istituto.

Provvedimento di moratoria

Se invece la situazione economica e lavorativa non presenta alcun tipo di modifica in positivo, malgrado il decorso del tempo, si potrà ricorrere al provvedimento di moratoria. Tale provvedimento permette a un soggetto che si trova ad essere in possesso dei presupposti definiti dalla banca, di sospendere il finanziamento per un certo numero di mesi.

La procrastinazione delle rate è, al pari delle precedenti, una sorta di opzione che permetterà di effettuare il pagamento di un determinato numero di rate (di due o tre mesi ad esempio), le quali potranno essere pagate a fine finanziamento con una quota di interesse lievemente più alta. Appare opportuno, in questo caso, chiedere informazioni alla propria banca in modo tale da riuscire ad individuare la soluzione più adatta alle proprie esigenze.

Il sistema di ausilio per l’agevolazione del pagamento del mutuo

Al di fuori di questi strumenti, gli utenti dovranno sempre ricordare che generalmente banche hanno istituito un sistema valido di ausilio per agevolare il pagamento del mutuo, tra cui l’ampliamento delle cause giustificatrici della richiesta di sospensione (includendo anche malattie gravi che impediscono al soggetto di presenziare sul posto di lavoro) e il diritto di stabilire un tetto massimo di pagamento mensile per tutta la durata del finanziamento (beneficiando al contempo di una probabile futura riduzione del tasso imposto dal mercato).

Tutto ciò ha consentito alle famiglie di posticipare il pagamento senza preoccupazioni a causa della perdita improvvisa dell’impiego lavorativo.

 

 

Come si compila un vaglia postale

Un’operazione apparentemente semplice, ma in realtà ricca di passaggi da seguire alla lettera al fine di non commettere errori di nessun tipo. Il vaglia postale è uno strumento che può essere declinato in ben quattro tipologie differenti. In primo luogo è necessario descrivere queste tipologie, in maniera tale da comprendere quale è la più adatta per l’operazione che si intende compiere. Le quattro tipologie di vaglia postale sono le seguenti:

– vaglia postale ordinario: è lo strumento più semplice ed è utilizzato in tutta Italia. Esso permette di inviare denaro pur non essendo titolari di conto corrente o deposito bancario;

vaglia postale circolare: è la seconda tipologia, anche essa molto usata.

vaglia postale veloce: si tratta di una procedura che permette di accelerare i pagamenti;

vaglia postale internazionale: la quarta e ultima tipologia è utile in quanto consente di inviare denaro in tutto il mondo.

Dopo aver descritto brevemente tutte e quattro le tipologie appare opportuno comprendere come si compila a tutti gli effetti un vaglia postale in maniera ottimale e semplice.

Al fine di effettuare un vaglia postale sarà obbligatorio recarsi presso un ufficio postale, oppure avvalarsi del servizio online presente nel sito delle poste italiane.

Il vaglia postale di tipo ordinario ha conservato, in base alle nuove norme in vigore in merito alle normative antiriciclaggio, il limite massimo di valore per operazione a 2.582,28 euro. Non è dunque possibile trasferire una cifra superiore tramite questo strumento.

Servizio online

Il servizio online è fruibile esclusivamente ai possessori di BancoPosta Online o BancoPosta Click.

Recapito del vaglia postale

Successivamente a tre o quattro giorni dalla data di emissione, il vaglia postale ordinario viene recapitato al beneficiario mediante il classico servizio di portalettere; in seguito, potrà essere riscosso dal titolare, o versato su qualsiasi conto corrente bancario o postale, presso qualsiasi ufficio postale. Basterà soltanto esibire un documento valido di riconoscimento. I vaglia postale di tipo veloce, sono recapitati in giornata.

Costi del vaglia postale

I costi del vaglia postale sono variabili: si va dai 2,50 euro per un vaglia emesso attraverso Banco Posta online, fino ai 6,00 euro per un vaglia postale emesso allo sportello anche se in contrassegno. Le commissioni sono a carico del mittente, mentre risultano totalmente gratuite per il beneficiario.

I vaglia postali, sia quello ordinario che quello circolare, sono emessi indicando il nome del destinatario o la ragione sociale del destinatario, con clausola di non trasferibilità. Per questo motivo possono essere riscossi soltanto dall’intestatario del titolo. In alternativa si dovrà barrare la casella specifica che consente la trasferibilità, presente nel modulo e relativa solo ad importi inferiori a 5.000 euro.

Sicurezza

Il vaglia postale è senza ombra di dubbio un metodo di pagamento valido, pratico e sicuro. Basterà dunque inserire le clausole relative al versamento in oggetto, e un testo facoltativo, nel caso in cui sia necessario, di massimo 120 caratteri, utile per comunicazioni di vario tipo. Inserire un testo è una prassi totalmente gratuita.

Procedure

Nel vaglia postale verrà inoltre indicato l’importo, andrà segnata la casella “vaglia postale” barrandola, e verranno aggiunti i dati del mittente e del destinatario (indirizzo e generalità). Bisognerà inoltre esibire un documento di riconoscimento, nonché il proprio codice fiscale.

La stessa procedura potrà essere effettuata online accedendo al sito delle poste italiane e barrando, nell’apposito modulo che vi apparirà nella sezione vaglia online, la crocetta specifica di selezione, inoltre vi verrà chiesto un codice alfanumerico di sicurezza (password personale)

Qualora non ci si senta completamente sicuri o preparati, è assolutamente preferibile non utilizzare il vaglia online bensì recarsi presso un qualsiasi ufficio postale. Il personale presente agli sportelli si opererà per darvi tutte le informazioni utili necessarie.