Vademecum Riforma Lavoro – Il Contratto Di Apprendistato e Contratto Di Associazione In Partecipazione

 Il Contratto Di Apprendistato  

1. Come si indica il percorso formativo dell’apprendista se non si ha il libretto formativo?

Si ovvia al problema con la registrazione mediante annotazione dell’attività espletata su apposito registro da parte del datore di lavoro, senza particolari formalità. Il registro sarà oggetto di verifica da parte del personale ispettivo per la verifica della conformità con il piano formativo individuale dell’apprendista.

2. Quali sono le sanzioni previste nel caso di violazioni della normativa riguardante l’attività del tutor aziendale?

Eventuali violazioni riguardanti la normativa sul tutor non pregiudicano, necessariamente, la compromissione del rapporto di apprendistato, per cui le sanzioni saranno esclusivamente di natura amministrativa.

Contratto Di Associazione In Partecipazione

1. Quali sono le condizioni per le quali si verifica la trasformazione del contratto di associazione in partecipazione in contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato?

Le condizioni per cui un contratto di associazione in compartecipazione possa trasformarsi in contratto subordinativo a tempo indeterminato sono:

– numero degli associati impegnati in una medesima attività sia superiore a tre salvo l’eccezione dei legami familiari;

– apporto di lavoro instaurati o attuati senza che vi sia stata un’effettiva partecipazione dell’associato agli utili dell’impresa o dell’affare.

Vademecum Riforma del Lavoro

1. Contratto a tempo determinato

2. Contratto intermittente

3. Contratto di apprendistato e Contratto di associazione in partecipazione

4. Prestazioni di lavoro accessorio con i voucher

5. Contratto a Progetto

6. Licenziamento per giustificato motivo oggettivo

 

1 italiano su 10 investe all’estero

 La crisi non scoraggia coloro che hanno un gruzzoletto da parte e vogliono investire nel mattone che ancora una volta si conferma tra i desideri maggiori degli italiani. Le statistiche dicono che chi ha da parte dei soldi, o accende un mutuo, o va a comprare una casa all’estero.

Non ci sarà la bolla immobiliare

A dirlo sono i dati dell’Osservatorio WIRE sui mercati immobiliari internazionali, che vengono aggiornati ogni due mesi. Per il primo bimestre del 2013 si racconta che per ogni 10 italiani che acquistano una casa in Italia ce n’è uno che compra una casa all’estero e questa tendenza è cresciuta del 10 per cento nel 2012.

Obama vuole 5 miliardi di dollari

Il bello è che non sembra essere prevista un’inversione di tendenza degna di nota, mentre è da tenere in considerazione che mentre all’estero si compra bene, nel nostro paese è sempre più complicato ottenere un mutuo e i prestiti bancari stessi sono in calo del 30 per cento nell’arco di un anno.

Adesso scatta la domanda di rito: verso quali nazioni si votano gli italiani? Sembra che la città più gettonata sia Londra ma molti sono interessati anche alle case disponibili a New York. Molto interessante anche Parigi ma il fatto che ci siano poche case disponibili, fa sì che i prezzi restino troppo elevati anche per chi è desideroso di avere una “casa fuori porta”.

Trattativa Fiat-Chrysler: la palla passa ai sindacati

 Fiat potrebbe essere costretta a versare più dei 139,7 milioni di dollari offerti al fine di esercitare la call option e acquistare una quota del 3,3% di Chrysler di proprietà del Veba, il fondo del United Auto Workers (Uaw), il sindacato dei metalmeccanici americano.

Il giudice della corte del Delaware, Donald Parsons, pare infatti intentzionato alla valutazione del Uaw, in base al quale la quota vale almeno 342 milioni di dollari.

La decisione della corte sul prezzo della call option, che dovrebbe arrivare entro giugno, potrebbe influenzare il prezzo d’acquisto complessivo dell’intera quota del 41,5% di Chrysler che fa capo al Veba e che Fiat è intenzionata a comprare.

Le voci di corridoio relative ad un’accelerazione del piano di fusione Fiat-Chrysler si sono moltiplicate nelle ultime settimane, facendo volare il titolo del Lingotto, salito oggi in Borsa del 3,8%. Durante l’udienza di oggi in tribunale, il giudice Parsons ha dichiarato di essere “intenzionato” nella direzione del Veba.

In base le stime di JPMorgan, notiamo che la quota di Chrysler oggi in mano al Veba ha un valore che oscilla fra i 3 e i 4 miliardi di dollari. Una cifra alla quale Fiat può fronteggiare utilizzando i suoi asset, come Ferrari e Maserati, al fine di assicurarsi un finanziamento dalle banche per 2,9 miliardi di dollari.

Fiat, stando alle indiscrezioni, sarebbe in trattative avanzante con un gruppo di banche al fine di ottenere un finanziamento per l’acquisto del 100% di Chrysler.

Arredare bene prima di vendere e affittare

 Per vendere una casa o per affittarla con maggiore facilità è fondamentale che sia arredata in modo essenziale e con gusto. Per questo ci sono numerose soluzioni, ma molto spesso non si hanno i soldi per portare a termine l’opera e non si hanno nemmeno le garanzie necessarie per chiedere un prestito. Che alternativa c’è a questa soluzione?

Ikea Business ha pensato di proporre la sua insieme all’Associazione italiana Home Stager StageHomes un seminario gratuito per aiutare i proprietari di una casa ad arredare i loro appartamenti. Non è molto difficile immaginare che la soluzione sia molto in linea con la modularità espressa da Ikea. Si adotteranno i prodotti dell’azienda perché il principio fondamentale è che devono essere trovate delle soluzioni smart, delle soluzioni che piacciano ma siano anche economiche o meglio, esprimano un ottimo rapporto qualità/prezzo.

Le banche concedono ancora pochi mutui

L’Associazione Italiana Home Stager sarà quindi il 9 maggio presso il negozio di IKEA a Roma in zona Anagnina, dalle ore 16,30 alle ore 18 per tenere un seminario dal titolo “la filosofia dell’home staging incontro Ikea Business”.

Non ci sarà la bolla immobiliare

La notizia è rimbalzata su molte riviste che si occupano del mercato immobiliare che hanno sottolineato come questo seminario, se messo in pratica dagli astanti, sarà in grado di accelerare i tempi di vendita e di affitto.

Best Western cerca personale in Italia

 100 paesi e oltre 4.000 strutture fanno di Best Western International uno dei gruppi alberghieri più grandi ed importanti al mondo. La catena alberghiera è presente dal 1982 anche in Italia.

E’ stato un gruppo di albergatori della penisola che ha deciso di sfruttare l’opportunità di business che proveniva dall’affiliazione ad un marchio di tale grandezza: e così è stato e al momento gli alberghi italiani che hanno deciso di entrare a far parte del Best Western Italia sono 180, che offrono ai clienti, sia business che leisure, oltre 12.000 camere in 120 destinazioni.

Best Western Italia sta cercando in questo periodo diverse figure professionali che saranno inserite nelle strutture della penisola: eccole tutte.

Segretario di Ricevimento per S.Giovanni Lupatoto (VR);

Responsabili Centro Congressi per S.Giovanni Lupatoto (VR);

Responsabile Front Office per S.Giovanni Lupatoto (VR);

Seconda Governante per Milano;

Impiegato/a Front Office per Milano;

Addetto Front Office per Torino;

Segretario di Ricevimento per Roma e Milano;

Addetto Ricevimento per  Milano;

Portiere di notte qualificato per Milano;

Cameriere di Sala per Milano Sesto San Giovanni;

Tirocinanti Bar / Sala / Ricevimento per Roma;

Per tutte le informazioni sui requisiti richiesti e per inviare la propria candidatura consultare la pagina Lavora con noi del sito di Best Western Italia.

Francia interviene sul libero scambio

Quando siamo ormai vicinissimi al negoziato tra Unione europea e Stati Uniti relativo ad un accordo di libero scambio, libero scambio la Commissione di Bruxelles spera di avviare prima dell’estate con l’obiettivo di un’intesa entro la fine del 2014, la Francia scende con decisione in battaglia. Parigi formula la richiesta di escludere esplicitamente l’industria culturale, e nello specifico il cinema e l’intero settore degli audiovisivi, dal testo del mandato negoziale affidato al commissario Karel De Gucht. Al momento la versione stilata lo scorso 13 marzo, contempla invece cinema e audiovisivi.

Occorre ricordare che proprio la Francia ha inventato il concetto di “eccezione culturale” traducendolo in norme e regolamenti, al fine di difendere appunto la propria industria culturale – cinematografica in primis nonché l’industria musicale dall’invasione statunitense. Una battaglia iniziata già nel dopoguerra, dal ministero della Cultura con allora a capo André Malraux, ma che si è tradotta in una strategia organica nei primi anni 90, quando all’Eliseo c’era François Mitterrand.

D’un lato in virtù del sostegno pubblico al comparto e dall’altro con il sistema delle quote. I provvedimenti sono molti. Ecco i più importanti e simbolici:

– istituzione di un fondo di finanziamento della produzione cinematografica alimentato da un prelievo dell’11% su ogni biglietto e dal versamento di una parte del loro fatturato da parte delle società televisive (più oneroso per le pay tv), per un totale di circa 700 milioni all’anno;

– l’obbligo per gli operatori tv di destinare una parte dei loro ricavi alla produzione di film francesi ed europei (fondi che rappresentano in media il 35-40% del budget)

– obbligo di quote di diffusione di musica francese ed europea e di film francesi ed europei da parte di radio e televisioni;

– la nascita di una specie di super cassa integrazione per i lavoratori dello spettacolo nei periodi in cui non ricevono una retribuzione.

Ancora assunzioni in vista per Max Mara

 Già poco tempo avevamo parlato di interessanti proposte di lavoro da parte di Max Mara. Ora, a poco più di un mese di distanza il famoso marchio italiano di abbigliamento ha dato visibilità ad una nuova ricerca in corso.

Il Gruppo Max Mara è nato nel 1951 come azienda famigliare per volontà di Achille Maramotti. Una scelta coraggiosa che però ha dato i suoi frutti: ad oggi Max Mara è diventato un brand internazionale che può vantare 41 società, oltre 5.000 dipendenti, e negozi e sedi operative in ben 105 paesi nel mondo.

Le figure ricercate al momento, che saranno tutte impiegate nelle varie sedi italiane, si rivolgono a profili professionali specializzati. Vediamo l’offerta di lavoro Max Mara nel dettaglio.

Shop Supervisor – Italia

Per questo ruolo Max Mara è alla ricerca di candidati che siano in possesso di un diploma o di laurea con specializzazione in materie economiche. Richiesta anche esperienza pregressa nel ruolo.

Store Manager – Italia

La ricerca, aperta in tutta Italia, è volta a diplomati o laureati che abbiano una buona conoscenza della lingua inglese, possibilmente con esperienza nel mansione.

Per tutti i dettagli sulle sedi di lavoro, i requisiti richiesti e le modalità di candidatura si rimanda al sito del Gruppo Max Mara alla pagina dedicata alle Carriere.

Il Movimento 5 Stelle svela gli stipendi

Fino ad oggi c’è stato il massimo riserbo circa i finanziamenti dati al Movimento 5 Stelle. Ora però Grillo e company dovranno far sapere come si comporteranno in relazione alla prima busta paga da parlamentari. Qualcuno continua a criticare la particolare modalità di trasparenza del movimento, additandola come trasparenza ad intermittenza.

La volontà di Grillo è da sempre quella di equilibrare la busta paga dei parlamentari, portandola ad essere vicina a quella dei cittadini.

Vale la pena ricordare che per l’Istat, il reddito medio degli italiani durante lo scorso anno è stato di diciottomila euro. Un reddito di poco superiore a quello che percepisce un deputato italiano in un solo mese, e poco meno, invece, di quanto, in base ai dettami M5S (contenuti nel “Codice di comportamento degli eletti del Cinque stelle in Parlamento”) spetterà a un deputato grillino. In conclusione, tirando le somme, la busta paga mensile dell’onorevole a Cinque Stelle sarà di circa 11.000 euro.

Grillo, infatti, ha fatto richiesta ai suoi parlamentari di rinunciare alla metà dell’indennità parlamentare che invece di essere di 10.435 euro (quasi 5mila euro netti) dovrà essere di 5.217 euro (circa 2.500 euro netti).

Per quanto riguarda invece i spesa è valido il via libera contemplato dal suddetto Codice. Il resto dei compensi dunque rimarrà intatto, con buona pace della promessa elettorale di accontentarsi della sola indennità.

Novità per i rimborsi Iva trimestrali

 Tutti i soggetti che stanno preparando la richiesta del rimborso del credito trimestrale dell’Iva (modello Iva TR, da compilare e consegnare entro il 30 aprile 2013) avranno da confrontarsi con delle importanti novità.

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Con decorrenza 1 gennaio 2013, infatti, l‘aumento del volume d’affari derivante da operazioni effettuate verso soggetti passivi debitori dell’Iva in un altro Stato Ue, fa decrescere la possibilità di richiesta di rimborso dell’Iva trimestrale (o annuale) a credito.

Da questa data, infatti, i soggetti passivi stabiliti in Italia devono inserire in fattura anche le “cessioni di beni e prestazioni di servizi” effettuate verso un soggetto passivo che è debitore dell’imposta in un altro Stato dell’Unione Europea, anche se queste non sono passibili di Iva in Italia. In fattura, al posto della dicitura Iva, va annotato inversione contabile e la specificazione della relativa norma comunitaria o nazionale.

La seconda novità introdotta a partire dal 2013 è che queste operazioni entreranno a far parte del volume di affari del contribuente. Fino allo scorso anno queste operazioni – le prestazioni di servizi “generiche”, rese a soggetti passivi Iva stabiliti in altri Paesi Ue – pur essendo soggette a emissione obbligatoria di fattura non venivano conteggiate nel totale del volume di affari.

► Rimborsi Iva 2013, le novità volute da Befera

Quindi, saranno meno i contribuenti che potranno richiedere il rimborso trimestrale o annuale: essendo questi i soggetti che richiedono la restituzione dell’eccedenza a credito nel caso in cui siano effettuate cessioni all’esportazione e operazioni assimilate non imponibili per un ammontare superiore al 25% del totale di tutte le operazioni effettuate. Questo 25% si calcola sul volume di affari e, aumentando il volume d’affari, la percentuale si riduce.

FIAT Industrial ripensa ai suoi conti

 Le stime di crescita e di guadagno per il 2013 di FIAT Industrial sono state riviste al ribasso. La revisione al ribasso degli obiettivi per l’anno in corso ha influito in modo determinante sui listini dove si è assistito al crollo del titolo FIAT in borsa fino alla sospensione delle contrattazioni.

L’epopea del titolo e dell’azienda Fiat

L’unica cosa che ha tenuto svegli gli investitori è stato il risultato oltre le stime portato a casa da CNH. Sul versante opposto troviamo invece l’IVECO che fa registrare una perdita operativa per 9 milioni di euro. Insomma la crisi torna alla carica, ma in realtà possiamo dire che la crisi non ha mai abbandonato il settore automobilistico, specie se ci si riferisce all’Italia.

Marchionne e lo stipendio nel periodo di crisi

Per il 2013 di FIAT Industrial i nuovi dati sono i seguenti: la crescita dei ricavi passa dal 5 per cento al 3-4 per cento. Poi il margine della gestione ordinaria dall’essere considerato tra l’8,3 e l’8,5 per cento, adesso è ridotto ad un range tra il 7,5  e l’8,3 per cento. Infine l’indebitamente netto industriale passa da 1,1-1,4 miliardi di euro a 1,4-1,6 miliardi di euro.

La società automobilistica, infatti, ha chiuso il primo trimestre molto al di sotto delle aspettative, visto che non è riuscita a raggiungere gli obiettivi fissati dagli analisti. Questo non ha impedito a Sergio Marchionne di aumentare il suo reddito.