Asmussen della Bce sul costo del denaro

 Mentre mercati e rappresentanti politici dei Paesi europei si interrogano sulle possibili decisioni che saranno prese da Mario Draghi, governatore della Banca Centrale Europea, in merito alla questione dei tessi di interesse e del costo del denaro, sulla questione interviene un esponente interno della stessa Bce.

>Critiche dalla Bundesbank alla Bce

Si tratta di Joerg Asmussen, membro tedesco del comitato esecutivo della Banca Centrale Europea che in linea generale accoglie le rilevazioni della cancelliera tedesca Angela Merkel in merito all’esistenza di una Europa a due velocità, che avrebbe quasi bisogno della imposizione di un doppio tasso di interesse per il soddisfacimento delle esigenze economiche di Paesi che versano in situazioni molto diverse tra loro.

> Angela Merkel sul problema dei tassi della Bce

Asmussen sostiene infatti che un taglio dei tassi di interesse potrebbe non agevolare i paesi europei in recessione non promuovendo delle misure adatte ad una futura crescita, senza contare inoltre che si tratterebbe di un intervento di portata limitata con il rischio di attenuare gli sforzi compiuti in direzione del consolidamento dei bilanci.

Anche le operazioni sui tagli, dunque, potrebbero non essere idonee a combattere ogni problema economico: quello di cui c’è bisogno in Europa è una migliore unione – ha precisato il rappresentante della Bce – dal punto di vista economico e finanziario.

 

Record di disoccupati in Spagna

 La Spagna il 25 aprile non festeggia la Liberazione come in Italia, anzi, questo 25 aprile, per i nostri vicini, è stato un giorno tutt’altro che festaiolo visto che sono stati diffusi i nuovi dati sulla disoccupazione. Qualche investitore più malizioso, allora, ha parlato di giorno della disperazione, più che di giorno della liberazione.

Tutti i pareri sull’austerità

I dati diffusi relativi alla disoccupazione, parlando di un nuovo record al quale la popolazione non ha reagito bene, tanto che il parlamento è stato di nuovo assediato. I dati sono riferiti al primo trimestre dell’anno. Il tasso di disoccupazione, in questo ultimo periodo, è passato dal 26,5 al 27,2 per cento.

La Spagna non centra gli obiettivi nel 2013

I dati sono stati raccolti dall’istituto nazionale di statistica del paese. Sembra dunque che più di 6 milioni di spagnoli, oggi, siano alla ricerca di un’occupazione. Quello che sta succedendo in Spagna, è già successo in Grecia e il fatto che si tratti di scenari simili, preoccupa gli investitori e i cittadini, tanto che in molti hanno assediato il parlamento madrileno.

Il problema, infatti, non è soltanto nell’aggravarsi della situazione, ma nelle prospettive che questo paese riesce a dare ai cittadini. Fino alla fine di marzo i dati raccolti sono addirittura sconcertanti. Il governo, tuttavia, si dichiara pronto ad affrontare la situazione, senza sosta.

I titoli sloveni sono considerati tossici

 La Slovenia, in questo momento, è il sorvegliato speciale dell’Europa, insieme con la Francia, visto che le sue banche sono in bilico e potrebbe essere il prossimo paese in default dopo Cipro.

La crisi Slovena spiegata in 2 step

Oggi gli investitori sono uniti nel ritenere che i titoli delle banche slovene sono da considerare tossici visto che rappresentano un quinto del prodotto interno lordo del paese. Le banche slovene, dunque, sono a rischio e la loro insolvenza potrebbe essere deleteria per la salute del paese, con ripercussioni sul resto dell’Eurozona. I cosiddetti titoli tossici, in tutto, potrebbero essere circa 7 miliardi di euro.

Minacciate dal rating le banche slovene

La scelta nelle mani del governo di sinistra sloveno è allora nella costituzione di una bad bank alla quale affidare la gestione di tutti i debiti che ormai sono da considerarsi non esigibili. Oppure, l’alternativa, potrebbe essere nella ricapitalizzazione delle banche o nella loro privatizzazione. Tutte le strade, in fondo sono percorribili e già discusse dal parlamento.

La Germania adesso colpirà la Slovenia

Nel 2012, tanto per fare una panoramica della situazione, e banche slovene hanno dichiarato di aver perso circa 606 milioni di euro, che sono circa 67 milioni di euro in più rispetto al 2011.

Google è un aiuto per puntare in Borsa?

 Google è un ottimo aiuto per fare pronostici sull’andamento della Borsa, in virtù di una grande precisione nell’elaborazione dei dati che passano su internet.

Gli analisti finanziari se ne servono perché le indagini di Google sembrano essere particolarmente accurate al fine di predire se le azioni saliranno o scenderanno, e quindi di sapere quando, quanto e come investire sul mercato.

Uno studio effettuato da accademici britannici e americani, citato oggi in prima pagina sul Financial Times, fa presente che un utente digita sul motore di ricerca termini quali “azioni“, “portafoglio“, “economia” quando ha timore per lo stato dei mercati finanziari, e l’aumento di ricerche di questo tipo è generalmente seguita da un calo in Borsa.

Al contrario, un declino delle ricerche di questo genere su Google si configura sovente come un sintomo di ottimismo da parte degli investitori e predice un rialzo della Borsa.

In altri termini, chi volesse puntare tutto in Borsa in virtù delle analisi condotte su Google potrebbe realizzare ottimi guadagni.

Ad esempio, come rende noto il professor Tobias Preis, che insegna scienze comportamentali e finanza alla prestigiosa Warwick Business School, una strategia a breve termine costruita sui saliscendi delle ricerche sul solo termine di “debito” sul motore di ricerca avrebbe realizzato un aumento dei propri investimenti del 326 per cento tra il 2004 e il 2011.

Angela Merkel sul problema dei tassi della Bce

 La Banca Centrale Europea e il suo governatore Mario Draghi sono chiamati in questi giorni a decidere gli interventi che andranno operati sul costo del denaro. In attesa di questa importante decisione sia i mercati, sia i principali attori della situazione politica si sono espressi a favore o meno della previsione di un eventuale taglio sui tassi.

>Verso un ulteriore riduzione del costo del denaro

La maggior parte delle voci politiche, tuttavia, ha messo in evidenza come la Bce si trovi in merito a questa scelta in una situazione di particolare difficoltà, perché data la disomogeneità della compagine europea sotto il profilo economico, quella che viene a presentarsi agli occhi del governatore Draghi è quantomeno una situazione paradossale.

>Critiche dalla Bundesbank alla Bce

Interviene su questa linea, infatti, anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, che riterrebbe necessario in realtà una soluzione diversificata. Il tasso del costo del denaro andrebbe infatti alzato per la Germania, mentre andrebbe reso più basso per gli altri Paesi europei. A differenza della Germania, infatti, gli altri Pesi dell’ Eurozona hanno bisogno di politiche monetarie che mettano a disposizione maggiore liquidità e che premettano alle imprese di accedere alla liquidità stessa. Per i risparmiatori tedeschi, tuttavia, tassi di interesse troppo bassi finiscono per essere nocivi.

C’è chi crede nella fine dell’euro

 Il mercato valutario procede con un andamento molto particolare. L’euro nel dettaglio è sotto i riflettori per via della crisi che sta interessando il Vecchio Continente. Per diversi anni, quindi, ci si è chiesti quanto entrare nell’euro sia stato vantaggioso per gli stati membri dell’Eurozona. Oggi molti paesi ripensano all’adesione alla moneta unica, tranne la Lettonia, decisa a togliersi di dosso lo stereotipo di paese povero.

La Fed condiziona il mercato Forex

Uno scenario variegato su cui entra a gamba tesa il cofondatore di Saxo Bank, un certo Lars Seier Christensen che considera l’euro una moneta destinata al fallimento. Anche il suo saliscendi, in fondo, secondo Christensen, non è che un’illusione ben costruita.

L’evoluzione del cambio euro/dollaro

Il fatto è che l’euro, finora, si è appoggiato a fondamenta poco solide. Tutto il sistema della moneta unica, quindi, potrebbe crollare, a meno che qualcuno non voglia fare delle modifiche in modo da eliminare i problemi di sempre. Il CEO di Saxo Bank ritiene che molti investitori sapessero fin dall’inizio che l’euro non era il massimo delle cose auspicabili ma tutti speravano nell’unione fiscale e nei grandi trasferimenti di denaro. La popolazione invece, non era preparata ad un passaggio simile.

Qualcosa riguardo il destino dell’euro, potrebbe cambiare da settembre dopo le elezioni tedesche a patto che le aspettative, il terzo mandato per Angela Merkel, sia confermato dalle urne. Leggi anche: Come cambiare bitcoin in euro

Rehn e Constancio aprono a un rallentamento dell’austerity

 Arrivano dall’Europa dei deboli ma positivi segnali nei confronti di un rallentamento di quelle politiche di estremo rigore economico che hanno caratterizzato il governo di molti stati europei negli ultimi, difficili mesi. Sebbene la crisi non sia ancora del tutto passata, c’è chi in Europa si dichiara almeno un poco ottimista sulle effettive possibilità di ripresa generale della situazione.

L’austerity colpisce anche la corruzione

A dirsi, se non proprio del tutto ottimisti, ma quantomeno possibilisti sulla eventualità di allentare quella morsa dell’austerity che da molti mesi ormai costringe i cittadini europei, sono state proprio due voci molto importanti dell’ambiente di Bruxelles: il commissario agli Affari economici dell’Unione europea, Olli Rehn, e il vicedirettore della Banca centrale europea,Victor Constancio.

>Tutti i pareri sull’austerità

Due voci autorevoli, dunque, che hanno riconosciuto gli sforzi fatti dai paesi in difficoltà nel necessario aggiustamento dei conti pubblici e che ora aprono verso possibilità di minore rigore, resa possibile anche dal sostegno offerto dalla Banca Centrale Europea. Anche se, come ha ricordato lo stesso Rehn, il consolidamento dei conti pubblici resta comunque essenziale anche per la strategia futura.

Favorevole ad un rallentamento sul rigore nel consolidamento dei conti pubblici si è dimostrato, inoltre, proprio il Vicedirettore della Banca Centrale Europea, Victor Constancio, che ha parlato in proposito di un “cambiamento di passo”.