Il nuovo periodo regolatorio per il trasporto del gas svaluta Snam

 A partire dal prossimo gennaio 2014 entreranno in vigore nuove norme e nuove tariffe in relazione alle attività di trasporto e distribuzione del gas naturale. Lo ha reso recentemente noto l’ Autorità per l’ Energia, che ha pubblicato un documento di consultazione relativo ai particolari dell’ intera faccenda.

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A partire dal prossimo gennaio, dunque, entrerà in vigore e inizierà il nuovo periodo regolatorio di trasporto del gas, periodo che avrà una durata di 4 anni come avvenuto anche in passato.

La truffa alla Snam sarà pagata in bolletta?

L’introduzione e l’applicazione delle nuove norme, tuttavia, potranno produrre non poche modifiche in termini di fatturato alle società il cui business è rappresentato dal trasporto e dalla distribuzione del gas naturale. Fra queste, ad esempio, vi è Snam, che è saltata per un attimo sotto la lente di ingrandimento degli analisti e degli esperti di settore, che hanno analizzato il documento pubblicato dall’Autorità per l’ Energia individuando una possibile perdita di fatturato per Snam Trasporto di circa 20 miliardi di euro su un totale di 1,8 miliardi.

In seguito a questo calo di fatturato le azioni Snam, secondo gli analisti di Websim-Intermonte, potrebbero perdere circa il 10% ad unità. Di conseguenza è bastata la diffusione di questa notizia a Piazza Affari per far perdere al titolo un totale del 3,47% a partire da agosto scorso.

Nuove manovre nel 2015

 Ci saranno nuove manovre economiche anche nel corso del 2015. Anzi, ad essere veramente precisi, le future manovre che attendono gli italiani saranno di durata biennale, dal 2015 al 2017. Lo ha confermato il Ministro dell’Economia Vittorio Grilli nel corso della giornata dell’altro ieri, davanti alle Commissioni di Camera e Senato, durante l’audizione per il Def, il Documento economico e finanziario che riassume tutti i provvedimenti che sono in via di attuazione o saranno attuati in futuro.

Il FMI taglia le stime del Pil italiano, ma il paese non ha bisogno di nuove manovre

Più nello specifico, per raggiungere il pareggio di bilancio richiesto da Bruxelles e dall’Europa nei prossimi anni, le misure previste saranno dello 0,6% in termini cumulati: non si tratterà dunque di un vero intervento strutturale ma di un necessario aggiustamento dei conti, in mancanza del quale i cittadini italiani potrebbero perdere le normali prestazioni sociali a cui sono abituati.

> Grilli smentisce la possibilità di una nuova manovra

Un intervento di ordinaria manutenzione, dunque, secondo il Ministro Grilli, che forse potrebbe pure diventare superfluo sotto la luce di una nuova credibilità assunta dall’Italia a livello internazionale e di riforme economiche credibili. Le riforme, infatti, sono lo strumento per riattivare la crescita nel Paese.

Quando si parlerà di ripresa economica

 Quando si potrà finalmente parlare di ripresa economica, osservando l’andamento del mercato immobiliare? Una domanda, questa, che si sono posti numerosi analisti che alla fine hanno dovuto posticipare i bei momenti al 2014. Insomma, come la Spagna rimanda il raggiungimento dell’obiettivo sul deficit, allo stesso modo il mercato immobiliare procrastina la ripresa all’anno prossimo.

L’euro è troppo forte?

Il mercato immobiliare, in effetti, nel 2012, ha subito una sonora battuta d’arresto. Secondo le stime fatte dai vari istituti di statistica presenti nel nostro paese, si potrebbe tranquillamente parlare di passo indietro di un passo indietro di ben 3 anni. La tendenza al ribasso continuerà anche nel 2013 e forse l’anno prossimo si potrà iniziare a parlare di ripresa.

I problemi connaturati alla ripartenza sono senz’altro nelle difficoltà che le banche hanno nella concessione dei mutui alle imprese, così come alle famiglie che insieme muovono il mercato edilizio. Per suffragare questa “ipotesi” è necessario attingere anche al database dell’Agenzia delle Entrate.

Cosa non va in Spagna e come uscire dal tunnel

A partire dai dati dell’Erario si nota che nel 2012 le richieste di mutuo sono diminuite molto su base annua rispetto al 2011. Si parla di un calo del 42,8 per cento delle richieste. In diminuzione, in realtà, c’è anche l’importo medio erogato dagli istituti di credito e la durata del piano di rimborso.

Se prima un mutuo era estinto mediamente in 23,4 anni, adesso alle famiglie e alle imprese servono appena 22,9 anni.

In Gran Bretagna vogliono privatizzare le poste

C’è aria di privatizzazione in Gran Bretagna. In vendita sembra esserci anche la Royal Mail, il servizio postale pubblico simboleggia il Paese.

Chi non ha mai visto le cassette della posta rosse? In tutto il mondo sono famose quasi quanto le cabine telefoniche, gli autobus a due piani e i taxi neri inglesi. Pezzi di un’altra epoca, messi in vendita.

L’insegna della Royal Mail, dalle ‘streets’ di Londra ai più sperduti villaggi del regno, è vista da sempre quasi come un sinonimo della presenza dello Stato, capace di vegliare sul popolo, ascoltare l’opinione pubblica e garantire servizi e ordine.

Oggi tutto questo potrebbe finire in mano a un singolo uomo o al più ad una cordata.

Ma non è detto che accadrà. I sindacati sono già sul piede di guerra, allertando sin da ora il governo che un’iniziativa del genere potrebbe essere accolta con determinata opposizione. Frances O’Grady, il segretario generale del Trades Union Congress, associazione che riunisce più di cinquanta enti sindacali e quasi sei milioni di iscritti da un capo all’altro della nazione ha dichiarato che “Il pubblico britannico è a schiacciante maggioranza contrario alla privatizzazione”.

Il Governo, dunque, è avvisato, parola di O’Grady: “Non riuscirà a far passare la menzogna che la vendita della Royal Mail sarebbe nell’interesse pubblico”.

Anche perché il più è stato fatto portando la Royal Mail in età moderna, in virtù dell’accrescimento della qualità dei suoi servizi. Sempre più stabili e sempre più utili da dieci anni a questa parte. Il popolo, dunque, non ci sta. Per O’Grady, vendendolo, il governo rovinerebbe il sistema postale.

Moody’s penalizza Finmeccanica

La mannaia di Moody’s si abbatte anche su Finmeccanica. Un giudizio, quello dell’agenzia di rating relativo al debito della società, che pesa. Nell’aria c’è un pò di delusione anche da parte di ogni operatore che si attendeva numeri migliori di quelli approvati dal consiglio di amministrazione per quanto concerne il bilancio relativo al 2012. Il risultato, netto, è che il titolo Finmeccanica è il peggiore della Borsa ed è ceduto a piene mani con scambi molto al di sopra della norma.

2012

Nello scorso anno l’azienda ha dichiarato una chiusura in perdita netta. Un calo impressionante: 786 milioni dai 2,3 miliardi del 2011. Naturalmente il 2013 non si prospetta migliore: non verranno distribuiti dal gruppo dividendi agli azionisti. Se c’è un miglioramento dei margini è perché sono stati fatti tagli al personale, con il licenziamento di tremila persone nella filiale americana Drs.

Nessuna riduzione del debito

Ci si aspettava dunque qualcosina in più in termini di guadagni ma anche sul lato orders. Invece, è cambiato ben poco e in più non sono stati fatti passi in avanti sulla riduzione del debito.

D’altronde, il piano di rientro contemplava la cessione delle controllate nel settore dell’energia e dei trasporti, operazioni stoppate dalla politica per l’opposizione sia dei sindacati sia dei partiti a livello territoriale.

Fiat si quoterà a Wall Street?

 La partita è una di quelle che hanno un premio importante. Qui si tratta di 10 milioni di dollari, il valore che avrebbe la quotazione della Fiat sulla piazza di New York.

Marchionne, dal canto suo, non ha mai negato che – una volta che fosse riuscito ad acquisire il 100% delle azioni della Chrysler e che quindi la fusione delle due case automobilistiche si fosse compiuta – avrebbe volentieri fatto un pensierino su questa opportunità.

Il problema, che pio è la questione che sta sollevando il Wall Street Journal, è se e quando questa fusione avverrà. La strada per Marchionne non è semplice: se da un lato, infatti, la sua volontà e la sua posizione sono piuttosto forti, dall’altro c’è il fondo Veba, che detiene il 41,5% delle azioni della Chrysler e che non ha intenzione di cedere, anzi, da mesi si sta ventilando l’idea di una sua fuoriuscita dall’investimento che permetta di bilanciare il loro portafoglio.

Inoltre, ancora non si sa quanto vale la quota Veba su cui Fiat intende esercitare l’opzione di acquisto: il fondo dei lavoratori la valuta in 10 miliardi, per Marchionne, invece, la cifra oscilla tra i 4 e i 6 miliardi di dollari. In tutto questo l’acquisto delle quote Veba non può essere effettuato in un’unica soluzione, ma Fiat può acquistare fino al 3,3% di Chrysler da Veba ogni sei mesi tra il 1 luglio 2012 e il 30 giugno 2016, fino a una quota del 16,6%.

Riusciranno a trovare un accordo? Poco male se non lo trovano, il titolo Fiat a Milano ha già conquistato altri due punti.

L’IMU sarà una tassa permanente

 Diventerà una tassa “permanente” l’IMU, l’imposta sulla casa che era stata inizialmente presentata come una soluzione solo temporanea della durata di tre anni, cioè fino al 2015.

Impossibile cancellare l’Imu, lo dice Bankitalia

Lo ha deciso il Ministro dell’Economia Vittorio Grilli, che ha accolto a quanto pare una richiesta della Commissione Europea e ha optato per la modifica del cosiddetto Def, ovvero il Documento di programmazione economica e finanziaria in cui veniva anche descritta la validità temporanea  dell’IMU.

Senza Imu niente pareggio dei conti

Ma ora, anche se serve ancora a livello ufficiale la ratifica da parte della legge che lo confermi, l’IMU diventerà una tassa permanente.

Per la Banca d’Italia questo è un provvedimento sicuramente favorevole, che sarà in grado di promuovere in generale la stabilità, perché renderà più chiaro e prevedibile il gettito delle imposte sugli immobili.

La Banca d’Italia ritiene, tuttavia, che l’IMU dovrà forse essere corretta per garantire più risorse al pareggio di bilancio necessario per il 2015. Accanto alle risorse fornite dall’IMU poi ci saranno quelle derivanti dall’aumento dell’IVA, che nel mese di luglio prossimo subirà un aumento.

Il testo definitivo del Def, dunque, verrà rilasciato proprio per la fine di aprile e successivamente passerà all’esame del nascente governo che dovrà decidere in merito.

Barclays si è ripresa dallo scandalo e aumenta l’utile

 Lo scandalo dei tassi interbancari è stato un argomento caldo per diversi mesi. Il mondo della finanza non ne è uscito been, soprattutto i grandi manager e i vari operatori che sono stati colti in flagrante e che, nella quasi totalità dei casi, hanno perso il loro posto di lavoro oltre che la loro reputazione.

► Possibile class action per lo scandalo Libor

Molte banche coinvolte in quello che è stato definito lo scandalo Libor hanno dovuto correre ai ripari e riorganizzarsi in fretta e furia per cercare di salvare il salvabile. La Barclays, una delle banche inglesi coinvolte, è riuscita nell’obiettivo e ha brillantemente chiuso il primo trimestre del 2013 in attivo.

L’utile netto della banca inglese, dopo  le gravi perdite subite alla fine del 2012, è risultato essere di 839 milioni di sterline, a fronte di una perdita netta di 598 milioni di un anno prima.

Conteggiando anche le tasse il profitto totale della banca ammonta a 1,79 miliardi di sterline contro una una perdita di 2,4 miliardi di euro di un anno fa e di 598 milioni di sterline del primo trimestre, sui quali pesano – gli analisti prevedevano una crescita maggiore del profitto – i 514 milioni di sterline che il ceo Antony Jenkins ha investito per la riorganizzazione dell’intera struttura aziendale.

► Scandalo tassi interbancari: come cambierà la situazione?

Ottimi risultati, quindi, ma lo stesso Jerkins prevede ancora un lungo periodo di lavoro durante il quale creare una nuova Barclays più forte di prima e con una nuova reputazione.

Confindustria e sindacati firmano accordi di produttività

 E’ stato raggiunto finalmente l’accordo tra le diverse sigle sindacali (Cgil, Cisl e Uil) e Confindustria per la stipula degli accordi di produttività sia a livello aziendale che a livello territoriale.

In base a questi accordi, dunque, verrà resa del tutto operativa la tassazione del premio di produttività nei diversi contratti di lavoro. Per il 2013, ad esempio, sarà prevista una imposta sostitutiva pari al 10%, in redditi che arrivino al massimo entro i 40 mila euro, per retribuzioni di produttività fino a 2500 euro.

Detassare i premi di produttività

Secondo Confindustria e le diverse sigle sindacali il principale elemento per far crescere la produttività italiana è rappresentato dagli orari di lavoro che vengono osservati in azienda. La sfida è dunque quella di aumentare la produttività agendo e ottimizzando le turnazioni, nonché la distribuzione delle fasce orarie.

Cresce sempre di più il costo del lavoro

Dal punto di vista strettamente economico e finanziario, la detassazione della retribuzione di produttività verrà finanziata progressivamente nel corso dei prossimi anni, grazie a 950 milioni di euro per il 2013, grazie a 400 milioni per il 2014 e a 200 milioni per il 2015.

Infine, beneficeranno dell’aliquota al 10% in particolare quelle quote della retribuzione che sono frutto di accordi che facciano riferimento ad indicatori quantitativi di produttività, o di redditività, o di qualità, o di efficienza, o di innovazione.

Bayer assume

Il settore farmaceutico offre sempre delle interessanti possibilità di lavoro per i giovani che hanno scelto di specializzarsi in queste discipline. Al momento una delle offerte migliori di lavoro arriva da Bayer, una delle più grandi ed importanti case farmaceutiche a livello internazionale.

Bayer è una grande società che vanta tantissimi anni di storia e di esperienza: fondata nel 1863 da Friedrich Bayer e da Johann Friedrich Weskott, la casa farmaceutica tedesca, fin dalla sua nascita, si è distinta per l’investimento delle sue risorse nella ricerca e nell’innovazione. Non a caso, infatti, Bayer è conosciuta per alcune delle più grandi scoperte farmaceutiche della storia, come l’aspirina e il metadone.

Al momento Bayer, la cui sede principale si trova a Leverkusen, sta cercando nuovo personale da inserire nell’organico delle sedi italiane. Vediamo il dettaglio delle posizioni aperte.

Stage Area HR – Supporto HR per la sede di Segrate (Milano)

Account Contabilità Generale per la sede di Milano

Assistant per la sede di Milano

Regulatory Affairs Assistant per la sede di Milano

Stage Area HSEQ per la sede di Filago (Bergamo)

Per tutte le informazioni sui requisiti richiesti da Bayer per partecipare alle selezioni e sulle modalità di invio della candidatura si rimanda alla pagina dedicata alle Carriere del sito dell’azienda.