La Fornero non si ricandiderà

 Non ci sarà per l’Italia e per il  suo futuro governo un Fornero – bis, cioè una ricandidatura da parte dell’attuale, uscente, Ministro del Welfare Elsa Fornero.

E il motivo lo ha spiegato il Ministro stesso in occasione dell’apertura del Forum Lavoro 2013 organizzato dal Sole-24 Ore e dal Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro. Chi infatti realizza delle riforme così importanti nel mondo del lavoro e in quello pensionistico, come quelle firmate da lei stessa, non può che diventare un Ministro impopolare.

Anche la Fornero è preoccupata per la cassa integrazione

Due poi sono stati gli altri temi principali che il Ministro ha toccato nel corso del suo discorso: il problema degli esodati e la riforma del mercato del lavoro.

Come cambia la pensione anticipata con la Riforma Fornero

In merito alla prima questione Elsa Fornero si è dichiarata ancora una volta particolarmente rammaricata dal disagio e dalle preoccupazioni che stanno ancora interessando il popolo dei cosiddetti esodati, fetta pensionistica la cui effettiva ampiezza, a tutt’oggi, a detta del Ministro non resta affatto prevedibile.

Quanto al secondo tema, invece, quello della riforma del mercato del lavoro, il Ministro ha tenuto a spiegare nel suo discorso, la riforma ha rappresentato un impegno preso con l’Europa ma in Italia sono mancate le giuste riusorse economiche per vararla nella maniera più ottimale: il costo del lavoro, nel Paese, è e resta troppo elevato.

Cocaina tra le cause della crisi

 Finora nessun analista si era spinto tanto in là fino a dire che il consumo eccessivo di cocaina nelle alte sfere dell’economia può essere la causa della crisi finanziaria dei diversi paesi. A recuperare il tempo perduto ci ha pensato il professor David Nutt. Qual  è la sua teoria?

Tutti i pareri sull’austerità

Secondo David Nutt l’abuso di cocaina da parte del management del settore bancario, spiega la crisi finanziaria attuale visto che la cocaina alimenta la “cultura dell’eccitazione“. Chi usa molta cocaina, è troppo sicuro di sé. Il management, con questa sicurezza, secondo Nutt, si è preso dei rischi eccessivi che sono alla base della crisi finanziaria del nostro paese.

Le banche hanno paura di fare prestiti

A questo punto, per comprendere meglio il pulpito da cui proviene la predica, è necessario tracciare una breve biografia di David Nutt. Si tratta di un professore inglese di neuropsicofarmacologia, ha 61 anni e lavora presso l’Imperial College di Londra. In passato è stato anche membro dell’Advisory Council on the Misuse od Drugs.

Nutt ha pubblicato diversi report e alcuni di questi sono stati ampiamente dibattuti. Uno in particolare, dedicato agli effetti e alla pericolosità di alcune droghe, ha incrinato la carriera di Nutt, visto che il professore ha sostenuto che consumare ecstasy e consumare cannabis era praticamente uguale.

Possibile bancarotta italiana in autunno

 In una intervista rilasciata questa mattina al tabloid tedesco Bild, Beppe Grillo, da sempre restio a concedere le proprie confessioni alla stampa italiana, espone la propria visione dell’economia del Paese Italia per i mesi del prossimo autunno.

> Le dichiarazioni di Beppe Grillo su euro e Europa

Secondo il leader e ispiratore del Movimento Cinque Stelle, infatti, durante il prossimo autunno l’Italia si troverà sull’orlo della bancarotta, con un numero altissimo di piccole e medie imprese costrette al fallimento e il governo a corto di soldi per pagare pensioni e stipendi.

Previsioni non certo rosee, dunque, quelle affidate da Beppe Grillo alla stampa estera, alla quale ha parlato anche dei dati ufficiali delle Quirinarie che il Movimento Cinque Stelle ha promosso online nei giorni passati.

In Italia arriva la bufera Napolitano

Ebbene, secondo le stime ufficiali, leggibili anche attraverso il blog di Grillo stesso, le persone che in totale hanno partecipato a questa inedita prova elettorale telematica sono state 48.292 e fra queste 4.677 avevano votato per il candidato M5S favorito Stefano Rodotà quale futuro Presidente della Repubblica Italiana.

Ma in seguito al diverso esito delle elezioni presidenziali, Grillo oggi ha definito la rielezione di Napolitano un subdolo colpo di stato, sottolineando l’esistenza di un forte malcontento in Italia che il Movimento stesso riesce a stento a tenere a freno.

Impossibile cancellare l’Imu, lo dice Bankitalia

 L’Imu, la tanto odiata tassa sulla casa, ha rappresentato un importante fonte di incasso per le casse dello stato. Il suo gettito è servito per portare l’Italia sulla strada del pareggio di bilancio, uno degli obiettivi che l’Europa ha posto come prioritari per il risanamento dell’Italia.
► Il FMI taglia le stime del Pil italiano, ma il paese non ha bisogno di nuove manovre

Ora che però il governo che l’ha creata sta per finire il suo mandato, in molti hanno sperato che l’Imu potesse essere cancellata e questa possibilità è stata molto sfruttata ai tempi della campagna elettorale.

Ma adesso è arrivata la gelata di Bankitalia, che ha parlato per voce del direttore centrale per la ricerca economica e le relazioni internazionali Daniele Franco, il quale, durante l’audizione di fronte alle commissioni speciali congiunte di Camera e Senato: l’Imu può essere eliminata solo nel caso in cui fosse sostituita da un’imposta di pari valore, ossia un’imposta che porti allo stato lo stesso gettito della tassa sugli immobili.

Infatti, continua Franco, per poter sperare di raggiungere il pareggio di bilancio quel gettito è fondamentale e non è possibile sperare di arrivare all’obiettivo senza. Quindi, nulla di fatto, anche se lo stesso Franco parla della possibilità di una riforma del catasto per poter, almeno, eliminare le iniquità insite nella tassazione sugli immobili:

► Senza Imu niente pareggio dei conti

Il mantenimento del pareggio di bilancio strutturale nel triennio 2015-17 richiederà pertanto interventi correttivi a partire dal 2015 che il Def quantifica in circa 0,2 punti percentuali del Pil all’anno per tre anni.

Tutti i pareri sull’austerità

 L’austerità è una strategia economica adottata da moltissimi governi in crisi per mettere a posto i conti dello stato al fine di rilanciare la crescita. Una recente indagine ha dimostrato però che l’austerità ha come effetto collaterale, la mancanza di crescita.

La Spagna non centra gli obiettivi nel 2013

L’Eurostat, di recente, ha pubblicato delle statistiche relative alla situazione dell’Eurozona, spiegando che la Francia ha registrato un disavanzo del 4,8 per cento. Una percentuale che va oltre l’obiettivo che questo paese si era dato, ovvero il 4,5 per cento. La Spagna, invece, ha il deficit più grande d’Europa.

I tagli al bilancio imposti dalla crisi, anche in un anno di recessione, hanno irrigidito parecchio l’economia e la finanza di tanti paesi. Adesso, come si augura Olli Rehn, è arrivato il momento di rendere più flessibili gli obiettivi collegati alla crisi economica. Secondo Jose Manuel Barroso, è importante mettere un freno all’austerità che non è più sostenibile dai cittadini. Insomma siamo al limite.

L’Europa è il continente adatto su cui investire

E’ della stessa idea anche Christine Lagarde a dimostrare che il cambiamento nelle politiche di austerità è sostenuto ormai da un trend sovra nazionale. La richiesta su più fronti è dunque quella di effettuare una correzione delle finanze pubbliche e trovare una politica adeguata a sostenere queste riforme.

 

Grillo al Bild parla della bancarotta

 Non è giusto che i nostri investitori non siano premiati per la fiducia riposta nel paese. E’ questo quello che ha detto Saccomanni di Bankitalia per spiegare l’ingiustizia di uno spread che viaggia attorno ai 300 punti. Eppure, secondo quanto riferito da Beppe Grillo al quotidiano tedesco Bild, l’Italia è prossima alla bancarotta.

 In Italia arriva la bufera Napolitano

Il quotidiano tedesco, invece che affrontare il problema del calo dell’indice PMI del paese, ha preferito puntare i riflettori sull’Italia, usando le parole di Beppe Grillo: “L’Italia in autunno va in bancarotta”. Tutto si lega alla crisi che stanno affrontando le piccole e medie imprese del paese. In più lo Stato, dice il leader del Movimento 5 Stelle, non ha più i soldi per pagare stipendi e pensioni e questo potrebbe aprire, tra settembre ed ottobre, una faglia nell’economia tricolore.

 Goldman Sachs contro Beppe Grillo

Beppe Grillo, con il Bild, affronta anche altri temi: la rielezione di Napolitano, la situazione dei partiti e i numeri delle quirinarie. Temi che fanno parte dell’attualità italiana ma che sono tenuti d’occhio anche dai media internazionali. La rielezione di Napolitano alla Presidenza della Repubblica è stata considerata da Grillo un colpo di stato, tanto che il comico genovese si augura un’invasione tedesca in Italia al fine di portare in parlamento delle persone oneste, competenti e professionali.

 

 

Le priorità per il nuovo governo secondo Squinzi

 In una intervista tenuta ai microfoni di Radio Uno Rai il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha segnalato al mondo politico quali dovrebbero essere le priorità per il governo che dovrà nascere a breve.

Come Squinzi si è trovato più volte a ribadire anche nelle settimane passate, uno dei primi impegni della nascente coalizione politica dovrebbe essere a suo giudizio rappresentato dalla risoluzione definitiva del problema dei debiti delle Pubbliche Amministrazioni, una questione di primaria importanza per l’economia italiana che tuttavia non ha ancora trovato soluzione.

Calendario in 15 tappe per il rimborso dei debiti delle Pubbliche Amministrazioni

Il secondo punto all’ordine del giorno, invece, dovrebbe essere rappresentato dalla riduzione del costo del lavoro e all’interno di questo tema specifico, dalla necessaria abolizione dell’ IRAP, una tassa ingiusta che al giorno d’oggi grava sulle spalle già provate delle imprese.

Giorgio Squinzi chiede azioni forti al nuovo governo e boccia Grillo

Secondo il Presidente di Confindustria, dunque, questi provvedimenti potrebbero agevolare entro la fine dell’anno almeno una debole ripresa economica, ripresa che appare possibile, però, a patto che il mondo della politica e quello dell’economia cooperino per riportare l’intero universo degli scambi e dei profitti sui binari dell‘economia reale.

Il presidente di Confindustria, inoltre, intravede in Napolitano la giusta figura istituzionale in grado di agevolare questo processo, anche se ritiene indispensabile in questa situazione estrema disponibilità alla concertazione da parte di tutte le rappresentanze e le parti in causa.

La produzione tedesca rallenta

 La produzione tedesca rallenta e a dirlo, stavolta, sono le statistiche ufficiali che hanno già fatto tremare i mercati. Il paese in questione, infatti, con l’annunciata crisi della Francia, resta il caposaldo dell’economia del Vecchio Continente.

L’indice PMI della Germania è in lieve peggioramento, come la stessa situazione produttiva della zona euro, tanto che dalla prossima settimana la BCE potrebbe già rendere fattivo il taglio dei tassi d’interesse. Tanto per entrare nel dettaglio della questione, ricordiamo che l’indice PMI in versione flash per la Germania è sceso sotto la soglia dei 50 punti, raggiungendo quota 48.8. La soglia dei 50 punti separa l’economia in crescita dall’economia in fase di contrazione.

E’ davvero tutta colpa della Germania?

L’indice PMI, il cui aggiornamento è stato assorbito con un po’ di sofferenza dai mercati, è molto importante per effettuare previsioni, soprattutto per chi si occupa di opzioni binarie. La sua  importanza è data dal fatto che l’indice della produzione industriale è direttamente collegato al Prodotto Interno Lordo. La versione flash dell’indice offre tuttavia una visione parziale dell’indice ma è fondamentale per la definizione del trend.

L’Europa e gli alert del resto del mondo

Questa pubblicazione, secondo molti analisti, potrebbe essere utile alla BCE per definire una linea riguardo i tassi. Intanto il cambio tra euro e dollaro ha perso quota, registrando una flessione dello 0,7 per cento.

L’Antitrust multa Ryanair per la tassa sulla carta di credito

 Nel mirino dei “provvedimenti disciplinari”  – cioè delle sanzioni da migliaia di euro  – dell’Antitrust è recentemente finita la compagnia low cost più famosa d’Europa, l’irlandese Ryanair, che è stata multata per aver imposto ai suoi clienti una tassa aggiuntiva sul prezzo del biglietto per il semplice utilizzo della carta di credito.

Ryanair fa ricorso contro l’Antitrust dell’Unione Europea

La pratica era in fin dei conti abbastanza nota. Il cliente veniva invogliato all’acquisto del biglietto aereo da prezzi base più che concorrenziali, ma all’atto del pagamento conclusivo veniva aggiunta al totale una esorbitante ulteriore commissione tra le varie spese, sotto la veste di tassa per l’utilizzo della carta di credito.

Nuove regole per le commissioni sulle carte di credito?

Ma l’Antitrust ha giudicato illegittima questa procedura e ha condannato la Ryanair al pagamento di una multa di 400 mila euro. A causa dell’aggiunta della sovrattassa per l’ utilizzo della carta di credito, infatti, il prezzo dei biglietti low cost aumentava infatti in modo sistematico del 2%, una cifra che l’autority ha ritenuto, dietro le ovvie lamentele dei consumatori, decisamente eccessiva.

L’Antitrust ha infatti ribadito che i prezzi esposti al pubblico per i biglietti aerei devono essere più che chiari e trasparenti, in modo da non indurre i clienti ad acquistarli in buona fede per poi essere vittime di un velato raggiro.

Stime Eurostat sul debito pubblico italiano

 A confronto con le rilevazioni dello scorso Febbraio, il rapporto debito – PIL per l’Italia è “sceso” oggi al 127%, perdendo un paio di punti percentuali rispetto al precedente 129%. Contemporaneamente, tuttavia, il rapporto tra il deficit e il PIL italiano risulta invece cresciuto di poco, arrivando a toccare la soglia del 3% rispetto al precedente 2,9%.

Il FMI taglia le stime del Pil italiano, ma il paese non ha bisogno di nuove manovre

Sono questi, dunque, gli ultimi dati statistici diffusi da Eurostat. Dati ancora più importanti per il fatto che il valore relativo al rapporto deficit – PIL viene utilizzato dalla UE come parametro per la chiusura della procedura per deficit eccessivo, che, iniziata nello scorso 2009, troverà il suo compimento solo entro la fine del prossimo anno.

Debito pubblico ancora sopra i due miliardi

A quella data, infatti, il valore dovrebbe essere inferiore alla soglia del 3%. L’Italia, dunque, al momento appartiene a quella lista di 16 Paesi che hanno un deficit superiore al 3%, ma a detta degli esperti, è sulla buona strada per ottenere la chiusura della procedura, considerando che verranno effettuati tutta una serie di pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni.

Ma in Europa, dice l’Eurostat, vi sono anche Paesi che sono ben al di sopra della soglia del 3% nel rapporto deficit – PIL, e tra questi ultimi vi sono la Spagna, la Grecia, l’Irlanda, la Francia e il Portogallo.