Il lavoro è la prima preoccupazione degli italiani

 La crisi economica, invece di avviarsi verso la fine, sembra attanagliare oggi più che mai gli italiani. Secondo, infatti, i dati contenuti nell’Outlook Italia 2013, la popolazione del bel paese non ha più speranze per il futuro, dato che è il presente a preoccupare.

► Indagine europea sulla ricchezza delle famiglie: in Italia una su sei è povera

I dati parlano chiaro: sono 11 milioni le famiglie che hanno paura di non poter più portare avanti lo steso tenore di vita e 14 milioni quelle per cui il risparmio è solo un miraggio e 13 milioni di famiglie, ancora, avrebbero molti problemi nel caso si trovassero ad affrontare spese improvvise, quali visite mediche o riparazioni auto.

Ma c’è anche altro nel rapporto. Secondo la Confcommercio, infatti, una famiglia su tre non riesce già più a pagare in tempo tutte le scadenze mensili e il 17% sta già mettendo mano al risparmio o ricorrendo a piccoli prestiti e finanziamenti per affrontare le spese correnti.

Ma ciò che più di tutto il resto spaventa gli italiani è il mercato del lavoro: un mercato duro, ostico, che non dà nessuna garanzia e con il quale circa un quarto della popolazione ha un rapporto molto difficile. Si tratta del 25% della popolazione che teme di perdere il lavoro nei prossimi sei o sette mesi e di un altro 27% che ha paura di vedersi ridurre lo stipendio.

Gli italiani non credono solo che il mercato del lavoro sia fermo, ma anche, ed è un sentimento comune a più della metà della popolazione, che per trovare un lavoro sia necessaria una raccomandazione.

► Non solo scoraggiati, ma anche inattivi, in numero sempre maggiore

Questa è la situazione che hanno fotografato Confcommercio e Censis, una situazione che viene affrontata con il “modello delle tre R”: rinuncia-rinvia-risparmia:

Per i primi sei mesi dell’anno le famiglie che prevedono di effettuare una spesa consistente per voci come la ristrutturazione della casa, o l’acquisto di un elettrodomestico o di mobili o di un mezzo di locomozione risultano ai minimi rispetto a quanto rilevato nei quattro anni precedenti. Cresce la percentuale che per il momento rinvia questo tipo di spese.

Befera sullo “slocca debiti”

 Il decreto legge numero 35/2013, quello che sblocca i soldi per saldare i debiti della pubblica amministrazione, ha sicuramente un obiettivo di fondo: immettere immediatamente la liquidità necessaria nel nostro sistema economico puntando sull’accelerazione del pagamento dei debiti della PA.

A spiegare le finalità del provvedimento che per molti è stato il colpo di coda del Governo Monti, ci ha pensato Attilio Befera, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, parlando alle Commissioni parlamentari speciali.

La Francia ci prova con la moneta locale

Il decreto tanto discusso mette ordine in almeno due situazioni. In primo luogo, per quanto riguarda i rimborsi d’imposta, ha aumentato le erogazioni per circa 2,5 miliardi nel 2013 e 4 miliardi nel 2014. In più ha elevato la soglia della compensazione tra crediti e debiti fiscali da 516 a 700 mila euro.

L’Italia s’indebolisce senza decisioni

In secondo luogo, il decreto, per quanto riguarda la compensazione dei crediti commerciali con i debiti fiscali, offre la possibilità di usare i debiti delle PA per compensare le somme dovute agli istituti tributari.

Molto importante la questione dei rimborsi. Il decreto prevede che sia il direttore dell’Agenzia delle Entrate stabilisca modi e tempi delle erogazioni come indicato dal decreto legge e poi si prevede un innalzamento dal 516 a 700 mila euro del limite annuo delle compensazione fatte tramite F24 dal 2014 in poi.

Per i sequestri basta la disponibilità della casa

 Un soggetto che sia indagato e non possegga una casa ma ne abbia la disponibilità anche parziale, è passibile di sequestro. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza numero 15995 dell’8 aprile.

Il reddito fondiario e i famigliari a carico

I porporati hanno stabilito che è legittimo il sequestro preventivo di un immobile che sia in comproprietà tra l’evasore e sua moglie anche se è quest’ultima a pagare il mutuo sulla casa con i propri redditi. Il sequestro, infatti, può essere applicato anche ai beni che sono disponibili per l’indagato e può riguardare sia il prezzo, sia il profitto del reato.

Tutto nasce da un caso concreto. Il Gip aveva emesso un’ordinanza di sequestro preventivo per un contribuente che aveva donato i suoi tre appartamenti alla moglie ai due figli. Per il sequestro è stato fatto ricorso e il ricorso è arrivato in Cassazione dove i giudici hanno ascoltato la lamentela della donna sull’illegittimità della misura. Secondo la ricorrente il sequestro doveva interessare soltanto la metà dell’immobile di proprietà dell’evasore.

Per le agevolazioni sulla prima casa vale il dato anagrafico

I giudici della Corte di Cassazione però, hanno ritenuto legittimo il provvedimento impugnato dalla donna. Il fatto è che ai fini di un sequestro preventivo che debba essere funzionale alla confisca, viene sequestrano e confiscato non il il bene in base alla disponiilità dell’indagato ma il bene in base al profitto o al prezzo del reato.

Il rimborso per i bonus di ristrutturazione

 Chi ha fatto dei lavori in casa finalizzati alla riqualificazione dell’edificio nella speranza di avere un appartamento energeticamente più efficiente, ha potuto beneficiare di uno sconto che era del 36 per cento, poi è stato elevato al 50 e presto, dal primo luglio, tornerà ad essere del 36 per cento.

La documentazione per il 730

Come barcamenarsi in questa giungla di percentuali e sconti? Come chiedere il rimborso per le spese sostenute? Tutto cambia in base al periodo dei lavori che può non coincidere con l’anno solare e fiscale e può essere a cavallo delle due percentuali, nel senso che le ristrutturazioni possono essere iniziate quando si aveva lo sconto del 36 per cento e poi si possono essere concluse, con tanto di pagamenti, nel secondo periodo.

Un contribuente, scrive all’Agenzia delle Entrate per sapere se le spese sostenute per la ristrutturazione edilizia, iniziata prima del 25 giugno con il pagamento di un anticipo e conclusa dopo quella data con il saldo dei restanti pagamenti, beneficino della detrazione del 36 o del 50 per cento.

Per le agevolazioni sulla prima casa vale il dato anagrafico

L’Erario ribadisce che per tutte le spese documentate e sostenute a partire dal 26 giugno 2012 e terminate con i rispettivi pagamenti entro il 30 giugno del 2013, ottengono una detrazione del 50 per cento per la cifra che rientra entro i 96 mila euro per unità immobiliare. Le spese sostenute prima del 25 giugno 2012 invece ottengono una detrazione al 36 per cento e devono far riferimento al tetto di spesa di 48 mila euro.

PosteVita assicura una copertura totale

 Il gruppo assicurativo Poste Vita ha la peculiarità di proporre prodotti che si rivolgono ad un vasto pubblico, a tutti coloro che un qualsiasi motivo, decidono di mettersi al sicuro. I prodotti in cui è specializzata la compagnia Poste Assicura SpA sono quelli del ramo danni dove ogni cittadino può trovare una soluzione su misura anche sotto il profilo finanziario.

Postapersona Affetti Protetti

Le polizze che presentiamo oggi sono quelle rivolte da un lato alle imprese e dall’altro ai condomini. Chi abita in un appartamento all’interno dello stabile, può prendere visione dei fogli illustrativi della Postaprotezione Condominio. Questa polizza copre sia i danni legati ad un evento fortuito, accidentale, nella cui categoria rientrano tanto gli incendi, quanto i fulmini o lo spargimento d’acqua legata la malfunzionamento della grondaia, sia i danni legati all’impianto elettrico, agli eventi atmosferici o sociopolitici.

Postapersona Sempre Presente

La soluzione per le imprese, che prende il nome di Postaprotezione Piccola Impresa, serve invece a tutelare l’attività imprenditoriale dagli eventi dannosi che potrebbero causare danni alla fonte di reddito. Si tratta di un’assicurazione multirischi studiata sia per i piccoli imprenditori, sia per i commercianti che per prima cosa desiderano tutelare il loro patrimonio.

I danni dai quali tutela questa polizza sono l’incendio, gli eventi atmoferici, la rottura delle insegni, l’interruzione del servizio, ma anche furto, rapina, estorsione e rischio porta valori. L’importo cambia e la copertura può essere quadriennale.

L’assicurazione inglese sul primo appuntamento

 Il primo appuntamento, sì, proprio quello tra un uomo e una donna, è un’occasione che pochi sanno sfruttare. O almeno questo è ciò che dicono le statistiche. Come recuperare la delusione amorosa, se è vero che esiste l’amore a prima vista? Assicurandosi contro il due di picche.

Assicurarsi prima di andare in America

Un’eventualità, quella dell’incidente emotivo, che è stata presa in considerazione, in seria considerazione, dalle polizze inglesi.

Il fatto che ad un primo appuntamento, le variabili che possono influire negativamente sulla riuscita dell’incontro sono numerose. Per esempio potrebbe non essere gradito il luogo dell’incontro, oppure non accade nulla di ciò che si è immaginato. Il responsabile dei contenuti del portale Confused.com ha dunque lanciato l’idea di un’agenzia che venda assicurazioni per proteggere i cittadini dalle delusioni amorose. Una specie di soddisfatti o rimborsati.

La comunicazione alla polizza anche tramite app

Non un’agenzia esclusiva, ma un’agenzia che offre delle assicurazioni automobilistiche con la clausola legata al primo incontro. Lo slogan scelto per la campagna è molto indicativo: “Appuntamento fallito? Cupido ti copre le spalle! Se l’appuntamento è stato un disastro, richiedi i soldi indietro. E spendili in qualcosa che ha più valore: te stessa!”

Si capisce così che il prodotto è rivolto in modo particolare alle donne single che per l’assicurazione auto pagano anche 400 euro in più delle donne sposate.

Il tasso variabile è ancora un’opportunità da cogliere?

 Uno dei portali di riferimento per il mondo immobiliare in Italia è sicuramente Idealista che si pone in questa settimana una domanda molto interessante: il tasso variabile è ancora conveniente come l’anno scorso?

Le banche, infatti, ultimamente stanno spingendo molto sul tasso fisso. La situazione degli istituti di credito è molto “paradossale” nel senso che l’80 per cento delle proposte è a tasso variabile ma poi a livello comunicativo si spinge affinché i consumatori optino per il tasso fisso.

Per la casa ecologica il rimborso del mutuo è più semplice

Quest’ultimo, tra l’altro, ha ancora un costo superiore al variabile di almeno 250 punti base. Se mediamente un tasso variabile è firmato al 3 per cento, per il tasso fisso gli interessi si calcolano sul 5,5 per cento.

Qualche consiglio per ottenere il mutuo

Se ci basassimo solo sui numeri, quindi, la risposta al quesito iniziale sarebbe scontata: il tasso variabile è migliore. La risposta così netta però, fa sorgere una seconda domanda: il tasso variabile sarà ancora così conveniente anche in futuro?

Secondo alcuni analisti, gli indici europei per il calcolo degli interessi dei mutui variabili, per esempio l’Euribor, sono destinati a salire visto che oggi rasentano lo zero. Secondo le previsioni, nei prossimi 5 anni ci sarà un rialzo di 140 punti base.

Scende l’importo medio dei prestiti

 La crisi ha depresso i consumi e si può avere conferma di questa teoria semplicemente osservando i dati su mutui e prestiti disponibili sul sito dell’ABI. L’Associazione interbancaria italiana, in fondo, dà qualche notizia rincuorante: i tassi d’interesse per mutui e prestiti sono in calo sia su base mensile che su base annuale.

Il CRIF aggiunge qualche altra informazione riguardo i prestiti. Il rapporto fornito dalla centrale dei rischi riguarda in modo particolare gli importi erogati nei prestiti che nel 2012 sono calati ancora.

Prestiti a fondo perduto per le imprese del Lazio

I contribuenti italiani continuano a cercare un finanziamento per l’acquisto della casa e non solo ma stanno dando fondo ai risparmi di una vita e per questo preferiscono togliere i soldi dal materasso e chiedere importi più “sostenibili” agli istituti di credito.

I prestiti d’onore servono davvero?

La flessione degli importi dei mutui è stata del 3,7 per cento e ancora più consistente è stato il calo degli importi dei prestiti finalizzati e dei prestiti personali che sono calati rispettivamente del 4,1 per cento e del 6,7 per cento.

La contrazione indicata è figlia della crisi economica che impensierisce le famiglie sempre meno disponibili all’indebitamento. Oltre agli importi diminuisce infatti, anche la richiesta complessiva di finanziamenti.

Buone notizie sui tassi anche dall’ABI

 In un momento di crisi, quello che gli italiani desiderano sapere è se avranno ancora la possibilità di sperare in una casa, in un mutuo, in un lavoro. Sull’ultimo punto non si possono ancora fornire delle risposte, visto che l’indice di disoccupazione è in continuo aumento e una riforma del mercato del lavoro è lontana dall’orizzonte.

Scende l’importo medio dei prestiti

Qualche certezza, però, arriva per i mutuatari che vogliono coronare il sogno di avere un tetto sulla testa. Secondo l’ABI, infatti, il tasso d’interesse medio d’acquisto delle nuove abitazioni, è calato dal 3,76% registrato a febbraio fino al 3,66 per cento di marzo. I tassi sono in calo anche rispetto all’anno scorso quando nello stesso periodo si parlava di un bel 4,27 per cento.

I prestiti d’onore servono davvero?

Di tutte queste notizie che fanno ben sperare i mutuatari, parla direttamente l’Associazione bancaria italiana, nel classico rapporto mensile. Il documento evidenzia un calo dei tassi d’interesse medi sia sui mutui, sia sui prestiti. In questo secondo caso si è passati dal 3,77% di febbraio al 3,74 per cento di marzo con una riduzione che su base annua è dello 0,4 per cento.

In flessione anche il tasso medio sui depositi bancari che cala dal 2,04 per cento al 2,03 per cento.

Passera è il contrario di Schaeuble

 Il ministro delle finanze tedesco contro Cipro ha detto che il paese va salvato altrimenti il fallimento dell’isola potrebbe avere ripercussioni importanti sul resto d’Europa. Secondo Wolfang Schaeuble, che ha visto tutti i parlamentari tedeschi per discutere del salvataggio di Cipro, il fallimento dell’isola potrebbe contagiare tutti gli altri paesi periferici dell’Eurozona, Italia inclusa.

Il ministro delle finanze tedesco contro Cipro

Insomma, non solo Cipro ha un problema con le banche, ma Cipro è un problema per la periferia europea.

Quando si è parlato di modello di salvataggio replicabile, qualcuno ha osservato le specificità della crisi cipriota ma l’opinione dominante è quella espressa da Schaeuble: il contagio in caso di default sarebbe inevitabile.

All’estremo opposto troviamo le idee di Corrado Passera, titolare ancora per un po’ del dicastero nostrano dello Sviluppo Economico, che a Radio24 dice:

La Germania si mette dalla parte dell’Italia

“Ma no, no, diamo il senso della misura alle cose: già ci siamo fatti mettere nell’angolo da un paese che rappresenta il 2% dell’Europa e siamo riusciti a fare un casino del diavolo non avendolo affrontato nel modo giusto, adesso non rifacciamolo con un micro-problema come quello di Cipro.”

Poi con riferimento all’Italia, il ministro Passera spiega che è vero che c’era il rischio di una crisi profonda per il nostro paese se non ci fossero stati i presupposti per la crescita economica, ma il governo ha lavorato sui conti pubblici ed ha garantito la sicurezza necessaria al paese.