Il beige book di Piazza Affari

 La borsa, si sa, è influenzata molto dalle pubblicazioni relative all’andamento dei titoli e allo stato di salute delle aziende. Il primo trimestre dell’anno, generalmente, è dedicato alla pubblicazione e diffusione dei bilanci che illustrano quello che è accaduto l’anno precedente e riescono a dare un’indicazione sul futuro del paese.

PIL USA deludente

La settimana in corso è stata caratterizzata dalla pubblicazione dei dati sull’economia cinese che ha confermato di essere in una fase di rallentamento, pericolosa per gli equilibri dell’economia mondiale.

La ripresa è più lontana e le borse tremano

I listini europei, temono il peggio e nella giornata “cinese” chiudono il rosso. Poi però, visto che la notte porta consiglio, si ha un’inversione di rotta e inizia la fase dei rialzi. Londra, per esempio riesce a risalire la china e guadagna lo 0,14 per cento. Molto meglio vanno Francoforte e Parigi che guadagnano rispettivamente lo 0,41 e lo 0,54 per cento. Come Francoforte, anche Milano procede con il +0,41%.

Sempre nella giornata di oggi, ad influenzare i listini, ci ha pensato il Beige Book della Fed che spiega come l’economia americana, dalla fine di febbraio fino alla prima settimana di aprile, abbia recuperato alla grande, trainando Wall Street e le altre borse in territorio positivo. L’unica nota stonata in questo panorama quasi idilliaco è Tokyo che vede arretrare il Nikkey dell’1,22 per cento.

Il ministro delle finanze tedesco contro Cipro

 La crisi di Cipro non è stata soltanto emblematica per l’Europa e non è vero che il suo salvataggio è da considerarsi un modello per il resto del Vecchio Continente. In effetti, ogni crisi ha le sue specificità e quella di Cipro non è da meno.

Nell’isola, considerata a lungo un paradiso fiscale, le banche hanno dimostrato tutta la loro debolezza tanto da aprire una crisi finanziaria di vasta portata che ha costretto il paese a chiedere aiuto all’Europa. L’UE ha sbloccato una parte dei fondi necessari per il salvataggio, a patto che Cipro effettuasse un prelievo forzoso sui conti deposito.

Il punto sul salvataggio di Cipro

Dopo un tira e molla che ha bloccato l’attività finanziaria dell’isola per una decina di giorni, si è arrivati alla mediazione, ma non sembra che la soluzione adottata sia condivisa da tutti. La Germania, per esempio, che era molto esposta sulle banche cipriote, non ha preso bene la conditio sine qua non.

La versione di Saxo Bank su Cipro

Gli interventi dei leader economici tedeschi, chiaramente, si è concentrata su altri temi. Il ministro delle finanze, Wolfang Schaeuble, per esempio, ha voluto mettere in guardia l’Europa intera dicendo che il fallimento di Cipro, non ancora proclamato, potrebbe scatenare un effetto domino nell’area euro.

Il monito è arrivato proprio durante una riunione di tutti i parlamentari tedeschi che hanno dovuto deliberare sui possibili aiuti finanziari all’isola, che ricordiamo, ammontano a 10 miliardi di euro. Secondo Schaeuble, Cipro sarà costretta al fallimento se non viene aiutata e il suo fallimento potrebbe poi interessare anche gli altri paesi periferici.

Accelerate le trattative tra Telecom e 3 Italia ma è scontro

 Cosa succederà adesso al titolo Telecom in borsa? Le cronache finanziarie parlano di un’accelerazione nelle trattative tra l’azienda telefonica italiane e 3 Italia, non senza problemi visto che nell’ultima assemblea c’è stato lo scontro tra Tronchetti Provera e Bernabé.

L’assemblea di Telecom Italia, ha dato il via libera al bilancio da cui si è visto che soltanto il 44 per cento del capitale è presente e la maggior parte è nelle mani di Telco.

Bernabé ha il mandato per il percorso di fusione

Agli azionisti ha parlato il presidente di Telecom Francom Bernabé che ha ribadito l’importanza di regolamentare nuovamente e in modo più preciso i servizi di rete fissa. L’obiettivo è quello di definire anche un’infrastruttura nuova che prosegua parallelamente al consolidamento del settore mobile. Negli ultimi 5 anni infatti, la parte mobile che doveva essere il motore della crescita di Telecom, ha fatto segnare un calo molto vistoso.

Piazza Affari vola con banche e Telecom

Il presidente Bernabé ha chiesto anche di affrontare con maggiore chiarezza il problema dell’integrazione con 3 Italia, il quarto operatore italiano, visto che in un decennio, quello che va dal 1997 al 2007, si è assistito ad un calo della forza di Telecom.

Marco Tronchetti Provera che era presidente Telecom in quel decennio ha risposto alle accuse difendendo la fusione tra Tim e Telecom.

La crisi secondo Jens Weidmann

 Se c’è una parola che accomuna tutti gli stati del Vecchio Continente, è crisi. L’Europa, anche dagli osservatori stranieri, è considerata ormai la patria della crisi del debito. Il problema è questa situazione ha infiacchito l’economia del Vecchio Continente e ci si chiede quando si può sperare di uscire dal tunnel.

La BCE chiede attenzione per le PMI

Mario Draghi ha posticipato la ripresa dal secondo semestre del 2013 al 2014 direttamente ma non basta. Ci sono dei pareri ancora più negativi, come quello del presidente della Bundesbank.

Quando parla Jen Weidmann c’è da stare attenti, in parte perché ha sempre un’accusa pronta per i paesi più deboli, in parte perché restituisce delle analisi molto accurate dell’economia europea.

Bini Smaghi critica la forza dell’euro

Il presidente della Bundesbank, dunque, sostiene che questa crisi del debito è lunga a morire e per vedere la luce, molto probabilmente si dovrà attendere ancora un decennio. Una speranza d’invertire il trend è nella possibilità di far leva sulla BCE che può portare avanti delle riforme strutturali importanti per il Vecchio Continente.

Se la prospettiva Weidmann fosse vera, ci sarebbe da chiedersi quali paesi europei siano in grado di sostenere così a lungo la crisi. Una sfida decennale in cui la ripresa, sul lungo periodo, potrebbe essere imputata soltanto ad una più veloce attività su scala globale.

Gli errori degli economisti spiegati da Reinhart e Rogoff

 Un libro molto interessante che sta facendo scuola nel settore economico, è stato pubblicato da Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff. Si chiama “Crescita in tempo di debito” e spiega che quanto più è alto il debito pubblico di un paese, maggiore è la possibilità che cresca economicamente con percentuali irrisorie.

Enrico Letta può influenzare l’euro?

Secondo l’analisi svolta da questi economisti, già 3 anni fa, i paesi che hanno un debito pubblico superiore al 90 per cento, hanno tassi di crescita dell’1 per cento più bassi dei paesi con il debito pubblico inferiore alla quota indicata.

Il tasso di crescita dei paesi dove il rapporto tra debito e PIL va oltre il 90%, è praticamente negativo. Questa regola, provata empiricamente, è stata usata come cavallo di battaglia da tanti economisti avversi alla crescita del debito pubblico. A livello politico, tale “teoria” si traduce in una battaglia contro il debito che dovrebbe avere come “effetto di secondo livello”, la crescita dell’economia.

L’austerity non piace agli intellettuali

Si tratta di una situazione ormai irreversibile? Non proprio, anche se molti economisti giurano che la correlazione tra crescita e debito pubblico sia inversa, nel senso che non è il debito a determinare una crescita negativa ma è la crescita economica limitata a favorire l’incremento del debito pubblico.

Non è vero che i tedeschi sono più poveri di noi

 Uno studio della Banca Centrale Europea che abbiamo più volte citato, cerca di spiegare che la distribuzione della ricchezza in Europa non segue la stessa mappa della crisi perciò non è vero che i tedeschi che sono già ripartiti, sono anche i più ricchi dell’UE. Infatti la BCE, con il suo studio, dimostra chiaramente che i tedeschi sono più poveri degli italiani e degli spagnoli perché hanno dovuto sostenere costi maggiori per il salvataggio dei paesi in crisi.

L’Europa è una ma con tanti euro

Un articolo pubblicato su Voxeu.org, però, dice che dai dati della BCE la fotografia dell’Europa che si ricava è ben diversa. Infatti sembrerebbe che non solo la famiglia media tedesca non è più povera delle famiglie del sud dell’Europa ma mediamente la Germania è il paese più ricco della zona euro.

L’unica differenza che persiste è nella distribuzione della ricchezza interna. In pratica la ricchezza tedesca non è equamente distribuita ma i giornali non hanno la possibilità e la voglia di dibattere di questo argomento.

Gli italiani non vogliono parlare di investimenti

Uno dei grafici riportati dalla BCE, infatti, illustra la ricchezza della famiglia media tedesca e la Germania è all’ultimo posto, dopo la Grecia e il Portogallo che il governo teutonico ha contribuito a salvare.

Se però si prende in esame la media della ricchezza netta delle famiglie, allora la Germania cambia posizione e diventa non ultima ma quarta, dopo la terna costituita in entrambi i casi da Belgio, Spagna e Italia.

La Francia ci prova con la moneta locale

 La Francia è sull’orlo del dissesto economico e finanziario e questo vuol dire che nonostante gli allarmi su Slovenia, Spagna e Italia, si potrebbe a breve profilare una situazione ancora più grave con uno dei colossi del Vecchio Continente.

Una proposta per superare la crisi è arrivata in questi giorni da due professori italiani, Massimo Amato di 48 anni, che oltre ad essere un filoso, insegna anche storia delle crisi finanziarie, e Luca Fantacci che di anni ne ha 40 e insegna storia e scenari economici internazionali sempre alla Bocconi.

Il 2013 e il ritorno alla crisi

I due italiani, insieme a Jean Marc Ayrault che è il sindaco socialista della città di Nante, hanno fatto la proposta per l’introduzione di una nuova moneta locale, alternativa all’euro, che potrebbe chiamarsi bonùs.

Krugman contro i Bitcoin

In Francia, quindi, complementarmente all’euro, potrebbe diffondersi una valuta, pensata e studiata nel 2006 ma importante soprattutto adesso in una fase di profonda crisi. L’obiettivo del progetto è quello di affrontare una volta per tutte e risolvere, un problema importante: i debiti della pubblica amministrazione con le imprese.

Il Bonùs, secondo i progetti, dovrebbe interessare soprattutto i lavoratori, le imprese e i servizi pubblici. In pratica come ultimo obiettivo c’è l’eliminazione dei crediti e dei debiti con il conseguente pareggio dei conti.

Il MEF racconta i BTp Italia 2013

 Era stato previsto che la quarta emissione di BTp Italia terminasse in anticipo e così è stato visto che l’asta è stata chiusa anticipatamente il 16 aprile alle 17.30. Insomma, non c’è stata la necessità di aspettare fino ad oggi perché il boom di domande che tutti si aspettavano, non ha tardato a manifestarsi.

BTp e partenza fulminante

I contratti stipulati sono stati ben 196.509 per un totale di 17.056.409 miliardi di euro. Il tasso annuo definitivo è stato bloccato al 2,25 per cento ma presto ci saranno nuove informazioni a riguardo.

Intanto qualche dettaglio sulla quarta emissione di titoli di stato c’è. Per esempio si sa che la cedola sarà calcolata a partire dal 22 aprile, quindi, come si dice in gergo tecnico, che il godimento dei titoli partirà dal 22 aprile 2013 e durerà fino allo stesso giorno del 2017. I titoli in questione, infatti, hanno durata quadriennale.

Come e dove si acquistano i BTp Italia

Quello che si sa sui contratti è che dei 196.509 documenti sigliati sul MOT, sulla piattaforma predisposta, tramite Banca IMI Spa e tramite Unicredit SPA, più del 50 per cento sono stati d’importo inferiore a 20000 euro. Il taglio minimo, infatti era di 1000 euro. Se poi si considerano tutti gli acquisti fino a 50000 euro si arriva a coprire l’80 per cento delle richieste.

La crisi italiana e la scelta del Presidente della Repubblica

 L’Italia, a livello politico, sta affrontando un altro momento molto delicato che è quello della scelta del Presidente della Repubblica. Non si tratta del ruolo da ricoprire ma della persona che i partiti hanno pensato di designare.

Il mercato approva il governo Letta

Il Movimento 5 Stelle, dopo una consultazione in rete, aveva scelto Milena Gabanelli ma la conduttrice di Report ha rifiutato l’incarico spiegando di voler fare soltanto quello che sa fare bene, quindi ha preferito restare nel mondo del giornalismo. Alla fine, il risultato è stato che il nome dei 5 Stelle è quello di Stefano Rodotà.

L’Italia vista da fuori

Un politico di grosso calibro, un giurista molto apprezzato che si sperava potesse raccogliere consensi anche dal centro sinistra. Il PD, invece, ha deciso di rifiutare il nome del Movimento 5 Stelle e di puntare invece su Franco Marini. Ex DC, socialista dal passato nel sindacato cattolico. Un nome che a quanto sembra piace anche alla destra e potrebbe dare il la ad un governo di larghe intese tra PD e PDL.

La scelta di Franco Marini, nell’ipotesi di un avvicinamento tra Berlusconi e Bersani, non piace all’opinione pubblica, raccolta davanti a Montecitorio per manifestare il dissenso e promuovere il nome di Rodotà. La governabilità è adesso all’orizzonte?

Come si diventa agenti di borsa

 Gli agenti di borsa altro non sono che dei consulenti finanziari. In qualità di consulenti finanziari, coloro che lavorano in questo preciso comparto economico acquistano e vendono con una determinata regolarità azioni sui mercati per i loro clienti nonché azioni per loro stessi. Gli agenti di borsa, inoltre, effettuano un ottimo servizio di consulenza specifica inerente agli investimenti. In cambio, naturalmente, gli agenti di borsa chiedendo un compenso fisso o una percentuale relativa ai guadagni. Per svolgere questa professione, e diventare dunque agente di borsa a tutti gli effetti, è necessario in primo luogo seguire consigli su come lavorare nel settore. Quello dell’agente di borsa è infatti un lavoro molto delicato. Non si diventa consulenti finanziari dall’oggi al domani ed è necessario conquistarsi la fiducia dei propri clienti poiché quando si agisce spesso (come detto) si rappresenta qualcun altro. Il danaro che si investe è quello di qualcun altro, nella maggior parte dei casi.

Ecco, dunque, quali sono i passaggi fondamentali (e i consigli) per diventare un agente di borsa/consulente finanziario:

Formazione/Percorso di studi

Per quanto concerne la formazione e il percorso di studi, c’è un iter consigliato: dopo aver conseguito un diploma di scuola media superiore, preferibilmente presso un Liceo scientifico, bisognerà conseguire obbligatoriamente una Laurea di primo livello in matematica, finanza o economia e commercio. Sarebbe altrettanto consigliabile, malgrado non sia tuttavia indispensabile, continuare gli studi in questo settore conseguendo una laurea specialistica in un determinato comparto economico. Ancora più consigliato sarebbe svolgere un master, naturalmente nel medesimo settore. Successivamente, in base a quelle che sono le dinamiche di placement che vigono attualmente nel nostro Paese, inizierà la fase di gavetta. In primo luogo ci si può proporre per uno stage da svolgere presso un’azienda di intermediazione. Sarebbe buono, per ottimizzare i tempi, svolgere lo stage in concomitanza con l’Università, al fine di imparare sul campo le tecniche del brokeraggio, anche su piattaforme web che sfruttano il Forex.

Dopo lo stage

Terminato, si spera brillantemente, il periodo di tirocinio è necessario inviare il proprio curriculum vitae all’indirizzo delle società specializzate nel posizionamento di professionisti della borsa. Per farlo si possono utilizzare anche i motori di ricerca on-line per la ricerca del lavoro, iscrivendosi alle newsletter che puntualmente ci informeranno con regolarità via mail sulle posizioni aperte. E’ possibile inoltre proporre la propria candidatura su riviste finanziarie. Tenersi sempre informati e aggiornati sull’andamento del mercato, che è un mercato abbastanza volatile e dunque cambia nel giro di poco tempo, è di vitale importanza. A tal proposito si possono osservare i grafici di trend azionario su siti specializzati e sui giornali economici.

Contatti, clienti e business

Dal tirocinio all’inserimento in una società il passo può essere breve, ma nel frattempo è necessario ‘metterci del proprio’. E’ molto importante, infatti, avere il maggior numero di contatti personali e allargare costantemente la cerchia dei propri clienti.

Si considera importante questa prassi dal momento che il mondo della borsa è un business incentrato sulle relazioni, oltre che sull’investimento personale. Non è consigliato fossilizzarsi su una sola azienda. Sarebbe molto meglio ampliare le proprie prospettive. Il lavoro del borsista, infatti, contempla un’altissima dose di rischio finanziario, e sarà pertanto una scelta ottimale frazionarlo al fine di ridurne l’impatto. Per quanto riguarda i primi tempi, ci si può allenare su siti di settore che danno la possibilità di investire denaro virtuale: in tal modo l’aspirante agente imparerà a destreggiarsi con le principali tecniche del mestiere. Se si decide di lavorare come libero professionista o consulente, bisognerà richiedere la Partita Iva e il codice fiscale associato alla propria attività presso l’Agenzia delle Entrate della propria città, in maniera tale da essere in regola dal punto di vista fiscale.