I prestiti d’onore servono davvero?

 I giovani hanno bisogno di essere sostenuti economicamente e ormai sappiano che la rete del welfare cui possono attingere, è composta principalmente dai risparmi delle loro famiglie. Eppure lo stato e le amministrazioni, mettono a disposizione dei giovani anche altri strumenti.

Uno di questi, molto in voga qualche anno fa, è il prestito d’onore che però oggi rischia di far diventare gli studenti, i nuovi poveri d’Italia.

Una riflessione sull’argomento, ripresa dal Corriere della Sera, è stata lanciata dalla Federal Reserve Bank of New York.

I prestiti più convenienti per le ristrutturazioni

Questo istituto ha spiegato che il debito totale accumulato dai laureandi americani che hanno usufruito del prestito d’onore, ammonta a quasi 1000 miliardi di dollari. Il sistema scolastico italiano è molto diverso da quello americano soprattutto per il fatto che è pubblico. In America, invece, la maggior parte delle spese sono sostenute dagli studenti e dalle loro famiglie.

Prestiti in calo, che fare?

La crisi però sta mietendo delle vittime e sembra si facciano debiti anche per seguire un corso universitario, in America tanto quanto in Italia, debiti anche per un master o un semplice corso di aggiornamento.

Non è quindi possibile paragonare i due sistemi ma sicuramente è possibile prendere in esame l’istituto del prestito d’onore, non più rimborsabile con facilità.

I bonus sulla ristrutturazione edilizia nel modello 730

 E’ arrivato il momento di compilare il modello il 730 per la dichiarazione dei redditi e in questo modello devono essere inseriti anche i dati relativi alle ristrutturazioni edilizie. Il modello 730 deve essere presentato entro il 30 aprile al datore di lavoro ed entro il 31 maggio ad un caf o a un professionista abilitato.

I prestiti più convenienti per le ristrutturazioni

In pratica chi ha effettuato dei lavori di ristrutturazione, per usufruire del bonus del 36 o del 50 per cento, deve inserire le informazioni giuste nella dichiarazione. Prima di tutto devono essere comunicati al fisco i dati catastali degli immobili.

Osservatorio Findomestic su casa e arredamento

Questi sono inseriti nella sezione III-B. In particolare nelle righe E51 ed E53 deve essere compilata la colonna 2 inserendo il codice 2 per le spese sostenute nel periodo in cui la detrazione era pari al 36 per cento e il codice 3 per i periodi in cui si poteva usufruire del bonus al 50 per cento.

Per l’anno d’imposta 2012, infatti, la detrazione IRPEF cambia in base al periodo dei lavori. Lo sconto del 36 per cento può essere applicato su una spesa massima di 48 mila euro per unità immobiliare se le spese sono state saldate entro il 25 giugno 2012, mentre a partire dal giorno successivo e fino al 31 dicembre 2013, tutti gli interventi possono essere scontati del 50 per cento.

Per la casa ecologica il rimborso del mutuo è più semplice

 L’edilizia ecologica ha i suoi vantaggi, sicuramente per l’ambiente visto che case, unità immobiliari e altri tipi di costruzioni sono realizzati nel rispetto del verde che li circonda. Ma è anche vero che rispettare l’ambiente, secondo una recente ricerca, può avere i suoi vantaggi sul portafogli dei contribuenti e soprattutto sul portafogli dei mutuatari.

Mutui più convenienti per gli ecologisti

Un’indagine portata avanti dall’Università del Nord Carolina, dimostra che i mutuatari che accendono un mutuo per l’acquisto di una casa ad alta efficienza energetico, restituiscono le rate con minor rischio d’insolvenza.

Più esteso lo sconto IRPEF per l’energia solare

Una correlazione molto strana se non si attende di conoscere la spiegazione data a questa cosa dai ricercatori. Gli studiosi infatti dicono che tutti coloro che puntano sull’efficienze energetica della loro casa, vuol dire che hanno a disposizione il maggior numero di capitali. L’invesimento nelle case ecologiche, infatti, ha dei costi più elevati rispetto all’edilizia tradizionale, per questo per loro rimborsare il mutuo è più semplice.

Gli studiosi spiegano anche che per gli istituti di credito dovrebbero avere un’attenzione particolare per chi investe nel mattone ecologico, proponendo tassi agevolati e prodotti di qualità in modo da dare una mano anche al rinnovamento edilizio delle città, oltre che al rispetto dell’ambiente.

Tasse ambientali più leggere in Italia

 Il nostro paese è tartassato dalle tasse, per usare un gioco di parole. Le ultime novità riguardano la decisione di far slittare a dicembre l’aumento della Tares, con la necessità di ritoccare invece nel breve periodo l’IMU e l’IRPEF al fine di sostenere il finanziamento alle imprese.

Nel decreto in cui si parla dello sblocco dei 40 miliardi di euro per le pubbliche amministrazioni, infatti, si parla anche delle imprese nostrane. Per tutti questi motivi stupisce la notizia ripostata da Italia Oggi riguardante le tasse ambientali.

Per la casa ecologica il rimborso del mutuo è più semplice

Sembra infatti che lo stato italiano, da questo tipo d’imposte, abbia ricavato nel 2011 circa 43,9 miliardi. La situazione nostrana, rispetto a quella europea, fa ben sperare visto che siamo il paese con la maggiore contrazione certificata delle tasse ambientali, nel periodo che va dal 1995 al 2010.

L’incidenza delle imposte verdi sul PIL è stata bassa e ci troviamo praticamente nella stessa situazione del Portogallo e della Grecia. I risultati dell’indagine sono stati confermati e presentati da Legambiente e sono contenuti nel report Ambiente Italia 2013.

Mutui più convenienti per gli ecologisti

Dei 43,9 miliardi di euro di tributi ambientali del 2011, la maggior parte, 33 miliardi di euro, è da attribuire alle tasse energetiche, poi ci sono le tass automobilistiche che rappresentano il 23,5 per cento del totale e infine i tributi da discarica e le altre imposte.

Conti bancari sotto la lente d’ingrandimento

 In fase di dichiarazione dei redditi il fisco potrebbe chiedere ai contribuenti, a tutti i tipi di contribuenti, di giustificare una serie di movimentazioni sul conto corrente. L’ufficio giudiziario, davanti a movimenti non giustificabili, potrebbe far partire il controllo anche se il contribuente è un lavoratore dipendente.

Il CC di ING Direct e i vantaggi

L’Amministrazione finanziaria ha tutta l’autorità per sbirciare i conti dei contribuenti alla ricerca di incongruenze nelle entrate, indipendentemente dal tipo di lavoro svolto. Non solo gli autonomi infatti, saranno chiamati a giustificare le loro entrate, ma anche i lavoratori dipendenti che potrebbero arrontondare lo stipendio con dei piccoli lavoretti in nero.

A dirlo è la Corte di Cassazione con la sentenza numero 8047 del 3 aprile scorso. Anche i lavoratori dipendenti, dunque, sono sottoposti alla presunzione legate d’imponiibilità prevista da due Dpr del 1972 e del 1973.

Il conto Libero DoppioZero di BancApulia

La Cassazione si era già espressa sull’argomento nel 2011 chiarendo che

“gli artt. 32 e 38 Dpr 600/1973 hanno portata generale e pertanto riguardano la rettifica delle dichiarazione dei redditi di qualsiasi contribuente, quale che sia la natura dell’attività dagli stessi svolta e dalla quale quei redditi provengono”.

La legge dice che fino a prova contraria, l’amministrazione tributaria ritiene che tutti i movimenti di uno stesso conto corrente siano imputabili all’intestatario del conto.

Quanto costa il funerale della Thatcher

 Il funerale della Thatcher ha diviso gli inglesi per diversi motivi. In primo luogo perché è stato pieno di polemiche, a partire dalla frase di Ken Loach che ha proposto di privatizzare le esequie dell’ex primo ministro inglese, un po’ come la Lady di ferro aveva tentato di privatizzare lo stato.

Insomma la Thatcher passerà alla storia come la donna che ha provato ad eliminare lo stato privatizzando il più possibile prodotti e servizi. Ha lasciato un’eredità importante al suo paese e soprattutto ai suoi cari amici conservatori.

La nuova banconota da 5 sterline

Nonostante abbia espresso più volte la volontà di non avere un funerale di stato, i conservatori le hanno riservato un trattamento speciale che in epoca contemporanea è stato assicurato soltanto a Churchill.

Lo strano caso della sterlina

Molti inglesi però hanno osservato che la Thatcher non è stata il primo ministro di tutti, anche se ha guidato un’importante rivoluzione economica e sociale nel suo paese. In più, l’organizzazione del funerale è stata molto onerosa e ricadrà sulle tasche dei contribuenti inglesi.

Anche se i conti definitivi non ci sono ancora, i giornali già annunciano una spesa di 10 milioni di sterline. I costi maggiori sono quelli per la sicurezza visto che sono stati chiamati all’appello ben 4 mila poliziotti che si dovranno occupare del servizio d’ordine ma poi dovranno proseguire la loro opera anche fino a domenica, giorno della maratona di Londra. Gli attentati di Boston, infatti, non sono da prendere sotto gamba.

La giornata complicata di Piazza Affari

 La recessione è tipica dell’Europa ma sta coinvolgendo anche il resto dell’economia globale e se la recessione è generalizzata, vuol dire che è ancora più difficile che in passato uscirne. Il Fondo monetario internazionale, su questo punto, è stato chiaro ed è partito nella riflessione considerando soltanto i dati del mercato europeo dell’auto.

Marchionne e lo stipendio nel periodo di crisi

Per la diciottesima volta consecutiva abbiamo dovuto fare i conti con un calo che nell’ultimo report è stato superiore al 10 per cento. Questo vuol dire soltanto che l’Europa è ancora lontana dalla ripresa economica e dalla resurrezione dei consumi. I mercati, quindi devono fare i conti con i risultati sul campo ancora deludenti e lo sforzo delle banche centrali di riequilibrare la situazione.

Uscire dalla crisi con diverse opzioni

Questo atteggiamento delle banche centrali sembra aver iniettato ottimismo alle borse e così sia Wall Street che la borsa di Tokyo hanno chiuso in rialzo. In Europa, invece, la situazione è più complessa e per descriverla è necessario ripartire da Milano.

La borsa italiana, infatti, si è presentata con due binari parallelo, quello su cui corrono i titoli azionari e quello su cui si muove il mercato obbligazionario. Entrambi proseguono del loro passo e mostrano un’Italia finanziaria a due velocità.

 

Sale la spesa per le pensioni ma gli assegni sono bassi

 Il problema della gestione previdenziale del paese è all’ordine del giorno, soprattutto in un’epoca in cui si assiste all’invecchiamento della popolazione e all’aumento della precarietà del lavoro. L’ultima indagine sulle pensioni evidenzia un aumento della spesa dedicata agli assegni ma anche una persistenza dell’importo pensionistico al di sotto dei 1000 euro.

Assicurazioni ad hoc per gli anziani

I dati disponibili sono riferiti al 2011 anno in cui la spesa per le pensioni è salita fino a 265,963 miliardi di euro. Sono stati distribuiti per l’esattezza 16,7 milioni di pensioni, il 2,9 per cento in più rispetto all’anno passato.

Peccato che gli importi siano sempre molto bassi visto che il 13,3 per cento dei pensionati, mensilmente, si mette in tasca meno di 500 euro. Le donne, in particolar modo, risultano penalizzate dal calcolo dell’assegno.

I conti per anziani della BancApulia

Questo vuol dire che spesa pensionistica ha inciso anche di più sul PIL. L’incidenza è aumentata dello 0,2% passando quindi dal 16,66 per cento del 2010 fino al 16,85 per cento.

I dati dicono anche che un pensionato, che in genere riesce a contare anche su più di un assegno, riesce ad ottenere circa 15957 euro all’anno, vale a dire 486 in più del 2010. Purtroppo il 23,1 per cento della popolazione riceve una pensione che oscilla tra i 1000 e i 1500 euro e soltanto il 32,8 per cento incassa molti euro in più.

I pensionati, nel 2011 erano per il 52,9 per cento formati da donne che ricevevano circa 13288 euro all’anno di pensione, mentre gli uomini si mettevano in tasca circa 19022 euro.

Nessuno si spiega il crollo dell’oro

 Che l’oro abbia invertito la sua tendenza, è poco ma sicuro. Dopo numerose dichiarazioni a favore di una crescita illimitata delle quotazioni del metallo prezioso, c’è stato un cospicuo ridimensionamento.

Gli investitori, ascoltando le “previsioni riviste” delle banche d’affari hanno diversificato il loro portfolio ma adesso c’è da capire bene il perché della flessione delle quotazioni auree. Nessuno finora ha saputo dare una risposta sensata alla domanda.

Oro sotto i 1500 dollari l’oncia

In due giorni il prezzo dell’oro è andato in caduta libera e a Wall Street, una cosa del genere, non si vedeva dal 1987. Il calo è stato del 26 per cento e il movimento verso il basso resta comunque un’anomalia.

Quali nazioni soffrono della svalutazione aurea

Ogni trader ha detto la sua e le spiegazioni più gettonate sono queste: si teme che le banche centrali si liberino presto dei loro lingotti. In più le economie più importanti, come quella americana, hanno deciso di mettere le mani sulle riserve auree per sostenre le loro economie. In più potrebbe essere successo che gli investitori sono ormai alla ricerca di nuovi asset, magari i buoni del tesoro o quei titoli che sul lungo periodo assicurano un rendimento elevato.

La prospettiva è che l’oro continui a scendere ad un ritmo molto elevato. Il metallo è entrato nel mercato dell’orso, quindi è nel mercato in calo e continuerà la flessione ad un ritmo del 14 per cento.

L’austerity non piace agli intellettuali

 L’austerity è la parola d’ordine dell’anno scorso. Nel 2012, infatti, la crisi è stata così imponente che tutti i paesi a rischio default hanno chiesto alla popolazione di tirare la cinghia. E’ rimasta proverbiale l’austerity greca. Adesso però questa parola e questa pratica sono già finite sotto accusa.

Enrico Letta può influenzare l’euro?

Gli economisti sono concordi nel ritenere che stringere la cinghia troppo a lungo non è positivo per l’economia di un paese. Il primo a dirlo è stato Paul Krugman che ha dato il suo placet anche ai partiti europei che hanno espresso la ribellione all’austerity. Per esempio Krugman ha elogiato il Movimento 5 Stelle italiano.

Krugman parla dei problemi dell’Europa

L’intensità dell’austerity, tra l’altro, è stata modulata con formule matematiche che sul lungo periodo hanno dimostrato di non essere abbastanza calzanti. Per esempio: Kenneth Rogoff e Carmen Reinhart dell’Harvard University, già nel 2010 spiegavano che quando il debito pubblico supera il 90 per cento della produzione c’è una decrescit economica pari allo 0,1 per cento. L’esperimento, la formula, ripetuta oggi, con gli stessi dati, dà un risultato diverso: si parla di crescita del 2,2 per cento.

Questa teoria, che adesso dovrà essere revisionata, è stata alla base della politica di austerity usata da molti governi. Quindi si dimostra oggi che combattere “contro il debito pubblico” non è un metodo efficace per ottenere la crescita economica.