Il partito anti-euro è sempre più pericoloso

 L’Europa sta affrontando una grave crisi politica e monetaria e il problema è legato al fatto che il malcontento dilaga e sia i leader dei vari paesi, sia i cittadini, hanno bisogno d’individuare un capro espiatorio.

Dall’Euro potrebbe sempre uscire la Germania

Qualcuno ha provato a dire che è tutta colpa della Germania se ci troviamo in questa situazione critica ed è soltanto per alimentare l’economia del paese in questione che si resta nell’euro. E arriviamo così alla nota dolente, al capro espiatorio per antonomasia: l’euro.

La moneta unica è ormai sotto attacco e ci sono diversi partiti politici che stanno usando il grimaldello dell’anti-euro per costruire il loro consenso.

Gli analisti della CNBC ritengono che l’ascesa di questi movimenti d’opposizione alla valuta europea possa essere davvero pericoloso. In alcuni casi i partiti neonati, come l’Alternative fuer Deutschland lanciato in Germania, appaiono molto taglienti.

L’opposizione antieuropea vince in Islanda

In comune c’è la volontà di combattere contro il clima di austerity imperante e come collante funziona il perdurare della crisi economica.

In un’unica elezione, l’AfD potrebbe portare a casa il 3 per cento ma qualcuno ritiene che il partito anti-euro, sfondando la soglia del 5 per cento con un recupero di consensi imprevisto, possa addirittura arrivare in Parlamento. La Germania è ripartita ma i presupposti per la proliferazione di queste realtà ci sono.

Chi pagherà i debiti delle imprese?

 Salvate le pubbliche amministrazioni, si è deciso di salvare anche le imprese ed è stato dunque varato un decreto ad hoc, si chiama Decreto Salva Imprese ed è il numero 35 del 2013. In pratica si tratta dello stesso decreto usato per sbloccare i 40 miliardi delle PA nei prossimi 12 mesi.

Si tratta di un decreto voluto dall’esecutivo montiamo che firmando il documento in questione ha praticamente fatto l’ultimo atto prima del passaggio di consegne. Non sono mancate delle critiche visto che i 40 miliardi “devoluti” alle pubbliche amministrazioni sono soltanto una piccola parte del debito complessivo che ammonta a 91 miliardi di euro, secondo i dati fornti dalla Banca d’Italia.

Quinquennio difficile per il debito tricolore

La domanda che molti analisti si fanno adesso è se i debiti delle imprese saranno pagati dai contribuenti. Un’ulteriore pressione sulle tasche dei cittadini potrebbe deprimere i consumi e affossare una volta per tutte l’economia tricolore.

Cipro chiede più aiuti ma che pensa l’Europa?

A cosa bisogna fare attenzione? Sicuramente all’IMU e all’IRPEF di cui si parla sempre nello stesso decreto. E’ tramite queste imposte che dovranno essere sostenute le imprese. Mentre l’aumento della TARES scatterà soltanto a dicembre, c’è ancora tempo ma non se ne parla, per gli aumenti dell’imposta municipale e dell’imposta sui redditi delle persone fisiche.

Il modello giapponese di riferimento per la Grecia

 La Grecia, in questo momento, è ancora più lontana dalla ripresa di quanto si possa pensare. Adesso è in una fase che in gergo si chiama di deflazione e sia i politici che gli economisti si arrovellano per capire se c’è una via d’uscita.

La Grecia, in effetti, era stata un po’ messa da parte dopo l’insorgere di nuove criticità in Europa, basta pensare alla situazione stessa di Cipro. Adesso si torna con i riflettori su Atene perché Si sta per inaugurare il Global economico outlook con il patrocinio del Fondo Monetario Internazionale.

Bini Smaghi critica la forza dell’euro

All’ordine del giorno ci sarà la discussione della situazione economico-politica del Vecchio Continente che presto cadrà in una profonda deflazione. Una specie di effetto domino che coinvolgerà primariamente la Grecia dove i prezzi anziché salire continuano a scendere.

La coppia euro/yen nell’ultimo mese

Le statistiche parlano chiaro: a marzo, i prezzi in Grecia sono diminuiti dello 0,2 per cento e una cosa di questo tipo non succedeva dal 1968. Il problema è che la deflazione greca, unita all’inflazione aggregata europea che a marzo è diminuita, fa temere per il contagio.

Il modello giapponese sembra allora una soluzione plausibile alla crisi: l’obiettivo definito in Oriente è quello di far aumentare il costo della vita del 2 per cento, riportando l’inflazione in Giappone.

Draghi e sopravvivenza dell’euro

 Il presidente della BCE non deve aver preso di buon grado le critiche mosse in questi ultimi mesi alla banca centrale europea. Mario Draghi a differenza dei suoi omologhi cinesi e statunitensi, ha deciso di non abbassare nuovamente i tassi e non fomentare la guerra di valute.

Lo spread futuro non è un problema

Una scelta molto discussa in seno all’UE ma alla fine accettata come qualcosa di ineludibile, al punto che si è perso di vista un discorso molto importante di Draghi, fatto in occasione della conferenza stampa del 4 aprile scorso.

Secondo Maurizio Blondet, il governatore della BCE avrebbe usato delle parole molto forti per spiegare la situazione valutaria del Vecchio Continente e per dare qualche segnale deciso a chi si preoccupa se l’uno o l’altro paese usciranno dalla moneta unica.

Come spingono la crescita gli Stati Uniti e il Giappone

Un giornalista del sito Zero Hedge, infatti, ha deciso di porre una domanda molto particolare a Draghi: gli ha chiesto se esiste a livello comunitario una strategia o degli strumenti per evitare il crollo del sistema Europa qualora uno degli stati in crisi, per esempio la Grecia, la Spagna o Cipro, decidano di abbandonare l’euro.

Secondo Draghi si è trattato di un quesito molto ipotetico posto senza considerare il ruolo e l’importanza della moneta unica. Tutti sottovalutano la resistenza dell’euro, in realtà, secondo Draghi, questa valuta resisterà perché serve a sostenere la classe politica che ha investito tutto nell’euro.

Prepararsi all’esame da promotore finanziario

 Coloro che desiderano diventare promotori finanziari devono obbligatoriamente superare un apposito esame. Il Testo Unico dellaFinanza (TUF) statuisce che il Promotore Finanziario deve essere iscritto ad un apposito Albo. In virtù del Regolamento Ministeriale n. 472/98, i soggetti iscritti devono possedere i requisiti di onorabilità (art. 1) e professionalità (art. 3).

Requisito di professionalità

Il requisito di professionalità contempla in primo luogo il possesso del diploma d’istruzione secondaria superiore, in secondo luogo l’aver maturato delle specifiche esperienze lavorative in ambito finanziario (articolo 4). Per tutti gli altri casi occorre superare una prova scritta finalizzata a verificare le conoscenze specifiche di determinate materie.

L’esame

Al fine di raggiungere l’obiettivo nel migliore dei modi, bisogna partire con un buono studio. Uno studio che, tuttavia, deve essere atto al superamento dell’esame. Appare importante analizzare la prova per comprendere come affrontare al meglio la preparazione. La prova contempla un Test di sessanta domande a risposta multipla. Quaranta di queste domande hanno un valore di due punti; le restanti venti valgono un punto. In caso di risposta sbagliata non ci sono penalizzazioni. Il punteggio minimo per superare la prova è 80/100. I 60 quesiti del test sono estratti da un database di 5.000 domande.

Le materie oggetto di studio non sono ‘una passeggiata’. Gli argomenti sono complicati e approfondirli in maniera eccessiva non servirebbe né per fare meglio il nostro futuro lavoro, né per avere maggiori certezze di superare l’esame. Il testo da scegliere non deve essere troppo specializzato e specifico ma atto esclusivamente al superamento dell’esame. Selezionato il testo, bisogna sviluppare un piano di studi da seguire con precisione.

Una volta concluso il testo che si è scelto di studiare occorre mettere in pratica la propria preparazione. L’Organismo di tenuta dell’albo dei Promotori Finanziari mette a disposizione sul proprio sito un simulatore con tutti i quesiti del database che verranno utilizzati nel corso della prova di esame. Dopo aver effettuato la registrazione è possibile accedere nell’area riservata agli“Aspiranti Promotori”.

Dopo aver eseguito l’accesso si può cliccare su “Preparati alla prova”, e “vai al Workspace”.  Aperta una sessione di simulazione, un grafico riassumerà il numero di risposte esatte, errate e non date per ogni singola materia in base alle simulazioni effettuate. Sulla sinistra abbiamo il menù attraverso il quale si possono scegliere diverse opzioni.

Terminato il test, il simulatore calcolerà il voto ottenuto fornendo la possibilità di controllare le risposte date e gli eventuali errori commessi. Il punteggio minimo per superare l’esame è 80/100. Bisogna prestare attenzione alle domande del test.

Il test è utile anche per verificare su quale materia l’aspirante promotore commesso il più alto numero di errori. Tornando nell’Home del Workspace, il grafico presente è un ausilio per svolgere quest’analisi. Scoperta qual è la materia che necessita di maggiori approfondimenti ci si può concentrare su di essa. Appare utile studiare le domande senza impararle a memoria. Le domande vanno studiate per comprenderne la logica ed evitare errori connessi all’errata interpretazione del quesito. In altri casi occorre studiare non solo la risposta corretta ma anche quelle errate.

Molte volte un singolo termine pone il limite tra una risposta giusta e una sbagliata. Sottolineare e comprendere la logica secondo la quale quel determinato termine fa la differenza, anche con l’ausilio del testo che abbiamo in precedenza utilizzato, è di vitale importanza al fine di evitare errori. Concluso lo studio di tutte le domande della materia, è possibile verificare la preparazione tornando sul Workspace. Nella colonna a sinistra si può cliccare su “Studia per materia” e “Scegli la materia e inizia”. In questa sessione si ha la possibilità di affrontare il test sul singolo argomento approfondito. Con ogni probabilità il punteggio che si otterrà sarà migliore rispetto al precedente. Naturalmente, è consigliato ripetere la fase di approfondimento della materia riguardante lo studio delle domande fino a quando non si raggiunge un punteggio di almeno 85/100.

 

Nuovi stage da Luois Vuitton

 Louis Vuitton è uno dei marchi della moda che ha maggior prestigio a livello internazionale. La casa di moda francese è nata nel 1854 in Francia e da quel momento ha iniziato una grande espansione che l’ha portata ad esportare i suoi prodotti, tra i quali spiccano sopratutto articoli di pelletteria, borse, abbigliamento e gioielli, in tutto il mondo.

Naturalmente Louis Vuitton è presente anche in Italia con tanti punti vendita e con diverse sedi operative, sedi di lavoro per le quali l’azienda francese è alla ricerca di stagisti da avviare ad una grande e soddisfacente carriera all’interno di questa prestigiosa realtà.

Le offerte di stage Louis Vuitton in Italia

Stage Louis Vuitton Digital Marketing (Tutte le sedi)

Stage Louis Vuitton Area Vendite (Milano, Bologna, Firenze, Torino e Palermo)

Stage Louis Vuitton Showroom Stock (Milano)

Per tutte le informazioni relative ai requisiti richiesti da Louis Vuitton per la candidatura agli stage e per l’invio del proprio curriculum vitae si rimanda al sito della maison di moda alla pagina dedicata alle carriere.

 

Red Bull assume in Italia

 Red Bull è una società che si occupa principalmente della produzione e della commercializzazione di bevande energetiche famose in tutto il mondo.

Nata nel 1984 su iniziativa di Dietrich Mateschitz l’azienda, grazie all’ottimo lavoro di marketing, è riuscito ad espandersi in oltre 160 paesi del mondo, per poi allargare la sua attività anche ad altre attività legate soprattutto allo sport, come la sua importante presenza nella Formula 1 con la Toro Rosso e anche con le tante sponsorizzazioni in altri sport.

Al momento la Red Bull è alla ricerca di giovani talenti da inserire in diverse aree operative nelle sedi italiane, in particolare la ricerca si rivolge a giovani laureati per le aree marketing, comunicazione e vendite, da inserire in azienda con contratti di lavoro o di stage.

Le offerte di lavoro Red Bull

Stage Comunication (Milano)

Stage Field Marketing (Milano)

Promoter Impulse (Roma)

Trade Marketing Manager (Milano)

Field Marketing Manager (Nord Est Italia)

National Athletes Manager (Milano)

Promoter Commerciale (Caserta, Benevento e Avellino)

Sampling Team (Milano, Como, Ferrara, Roma, Palermo, Catania, Salerno, Bari, Brindisi, Lecce e Pisa)

Per tutte le informazioni relative ai rrquisiti richiesti dalla Red Bull per partecipare alle selezioni di personale e per l’invio della propria candidatura si rimanda alla pagina Lavora con Noi del sito dell’azienda.

 

 

Per il FMI l’economia mondiale è in ripresa, anche se l’Europa rallenta

 Secondo il Fondo Monetario Internazionale le prospettive economiche globali stanno lentamente migliorando. Persistono ancore dei grandi rischi, che hanno fatto rivedere al ribasso l’output mondiale per l’anno in corso: 3,2% ridimensionato rispetto al 3,5% atteso a gennaio, mentre la previsione rimane invariata al 4% per il 2014.

► Il FMI trova la soluzione nell’unione bancaria

Il 2013 è iniziato al rallentatore ma l’attività economica dovrebbe gradualmente accelerare nelle grandi economie avanzate, con gli Stati Uniti nel ruolo di guida.

Questo perché, secondo gli esperti del FMI e della Banca Mondiale sarebbero stati scongiurati i due rischi più grandi: la spaccatura dell’euro e la contrazione fiscale negli Stati Uniti causata dal fiscal cliff. Diversa, la situazione dei paesi emergenti, dove l’attività economica è iniziata con un ottimo slancio fin dall’inizio dell’anno.

Sono proprio queste due realtà troppo differenziate a mettere in pericolo la ripresa, almeno secondo quanto detto da Olivier Blanchard, capoeconomista del Fondo Monetario Internazionale, a costituire il rischio più grande per un ripresa solida e duratura:

la ripresa globale a due velocità, solida nei mercati emergenti e più debole in quelle avanzate, sta diventando a tre velocità, con i mercati emergenti ancora forti e, tra le economie avanzate, una divaricazione tra Stati Uniti ed Eurozona. E una simile ripresa squilibrata è ancora pericolosa.

► Il traino dei paesi emergenti funziona

Una situazione, questa, che deve essere evitata e lo stesso Blanchard prevede che si potrà evitare il rischio solo con un graduale e sostenuto aggiustamento fiscale per le economie avanzate e politiche monetarie accomodanti, soprattutto nel caso degli Stati Uniti e del Giappone; mentre all’Europa chiede che un rafforzamento dell’Unione monetaria ed economica.

Mario Draghi chiede tassi ragionevoli per i prestiti alle PMI

 Il numero uno della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha fatto un intervento molto duro questa mattina contro le banche europee che non concedono prestiti alle piccole e medie imprese mettendo in pericolo l’economia stessa dell’Unione.

► La riforma Fornero non piace alle imprese più piccole

Secondo Draghi questa mancanza di credito nei confronti delle piccole e medie imprese è sconcertante e rischia seriamente di danneggiare tutta l’economia dell’Eurozona, perché le PMI costituiscono i tre quarti del tessuto produttivo e, quindi, dell’occupazione dei paesi dell’Unione.

La loro sopravvivenza è una parte determinate del percorso verso l’uscita dalla crisi e sono le banche ad avere una responsabilità in questo perché le piccole e medie imprese dipendono in maniera pesante dalle banche e dalla concessione dei crediti per gli investimenti, diversamente dalle grandi società che hanno un migliore accesso ai mercati del capitale e sono meno dipendenti dal settore bancario.

Allo stesso tempo, però, la dura critica di Draghi rischia di rimanere tale perché lo stesso governatore ha detto di non aver intenzione di sanzionare quegli istituti che non seguiranno le sue indicazioni.

► Soffre anche l’indice PMI del paese

Per capire quanto poco credito le banche sono disposte a dare alle piccole e medie imprese si può esaminare l’esempio italiano, come ha fatto la Cgia di Mestre secondo la quale circa l’81% circa dei prestiti prestiti erogati dalle banche è concesso al 10% degli affidati, la migliore clientela, e solo il rimanente 19% è distribuito alle famiglie, alle piccole imprese ed ai lavoratori autonomi.

Sindacati uniti per chiedere al governo fondi per la cassa integrazione

 I tempi sono stretti ed è necessario che il Governo trovi presto i fondi per la cassa integrazione. A rischio ci sono ben mezzo milione di italiani che potrebbero non ricevere l’assegno dovuto già a partire dal mese di giugno.

► Susanna Camusso lancia allarme per mancanza fondi cassa integrazione

Sono tutti concordi con quanto detto in questi giorni da Susanna Camusso, che ha lanciato al governo un allarme per la mancanza di fondi per la CIG. Un coro unanime quello che si è levato da Montecitorio durante la manifestazione indetta da tutte le firme sindacali.

Erano presenti, infatti, Cgil, Cisl, Uil e Ugl a chiedere al governo una risposta certa e definitiva perché non si possono lasciare migliaia di persone senza certezze sul proprio futuro.

La stessa Camusso, quasi in risposta al Ministro Fornero che si è detta pronta ad impegnarsi a trovare almeno 1 miliardo di euro per la cassa integrazione, ha chiarito che la somma necessaria sarà per sostenere tutti gli ammortizzatori sociali è di circa 2,7 miliardi di euro, dei quali uno e mezzo per la cassa integrazione in deroga.

► Anche la Fornero è preoccupata per la cassa integrazione

I soldi per la cassa integrazione devono essere predisposti nel Def, hanno detto, ma non devono essere tolti dalle risorse stanziate per il lavoro, ma si devono reperire con il rinvio delle spese militare previste dal documento e con il pagamento delle tasse su rendite finanziarie e grandi capitali.