Carta Superflash del Banco di Napoli

 Il Banco di Napoli che fa parte del gruppo Intesa Sanpaolo, offre ai suoi clienti una carta prepagata molto interessante. Una prepagata ricaricabile, utile per accreditare lo stipendio, ricevere bonifici, fare acquisti, prelevare contanti in Italia e all’estero e fare ricariche per il cellulare. Si chiama Carta Superflash.

La Carta Superflash Commercial

Questo prodotto, come spiega bene la scheda offerta dalla banca, è destinata ai cittadini che hanno un’età compresa tra 18 e 26 anni e che vogliono uno strumento economico. Il canone annuo della carta, infatti, per i giovani, è assolutamente gratis.

Carta Superflash è indicata per i ragazzi che si recano all’estero per vacanza o per studio, che per molti mesi hanno intenzione di vivere lontano dai genitori ma da loro vogliono ricevere periodicamente un piccolo sostegno. E’ indicata anche per chi lavora già e vuole uno strumento per accreditare lo stipendio senza avere il peso della gestione di un conto corrente.

Flash Visa payWave della Banca dell’Adriatico

Sulla carta in questione, infatti, si possono accreditare gli stipendi, ricevere e inviare i bonifici, effettuare la domiciliazione delle utente e ricaricare il cellulare. Ma questi indicati sono soltanto alcuni dei servizi offerti dal Banco di Napoli a chi sceglie la Carta Superflash. Per i maggiorenni il Banco di Napoli ha previsto l’accesso gratuito ai servizi via internet.

Non solo scoraggiati, ma anche inattivi, in numero sempre maggiore

 La disoccupazione in Italia ha raggiunto una nuova cifra record a febbraio, toccando il tetto dell’11,6% della popolazione attiva. Poi, le ultime rilevazioni dell’Istat mostrano come stia costantemente crescendo anche il numero degli scoraggiati, coloro che hanno smesso di cercare un lavoro perché convinti di non riuscire a trovarlo.
► Aumenta il numero degli scoraggiati

L’ultimo dato, anche questo oltre la media europea, è quello che riguarda il numero degli inattivi2 milioni 975 mila, 78 mila in più (+2,7%) rispetto al 2011. Inoltre, in Italia si verifica un fenomeno molto particolare: gli inattivi, ossia le persone che sarebbero disposte a lavorare subito ma che non hanno cercato un lavoro nelle ultime quattro settimane, sono più dei disoccupati veri e propri, quasi tre milioni contro 2,7 milioni, mentre in Europa il dato è esattamente l’opposto, con 25 milioni di disoccupati e 8,8 milioni di inattivi.

Nello specifico l’esercito dei senza lavoro in Italia è composto da 1 milione 300 mila inattivi scoraggiati, persone che dichiarano di non aver cercato lavoro perché convinte di non trovarlo, e dagli inattivi, persone che cercano lavoro ma che non sono disponibili a lavorare subito, che ammontano a 111 mila individui. Il nome che viene dato a questa compagine  è ‘forze di lavoro potenziali’, per un totale di 3 milioni 86 mila.

► Cala il numero dei senza lavoro, ma la disoccupazione è ancora un’emergenza

Certo, il fatto che si possa essere scoraggiati o inattivi poco cambia nel computo delle persone che non hanno un lavoro, ma il tener presente gli atteggiamenti verso il mondo del lavoro è un modo per capire quali siano le speranze e i sentimenti della popolazione verso il proprio futuro.

 

 

Nessun contagio dall’Italia secondo Monti, anche se la situazione resta grave

 Ieri il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn ha commentato in modo duro i dati pubblicati della Commissione Europea sulla situazione economica dell’Unione, con particolare riferimento all’Italia, un paese ancora troppo debole e incapace, data la situazione, di far fronte a eventuali scossoni dei mercati.Non solo: secondo Rehn l’Italia e la crisi delle sue banche potrebbero contagiare anche il resto dei paesi d’Europa.

Ma Mario Monti, che si trova a Londra in veste di Ministro degli Esteri, ha replicato altrettanto duramente dicendo che l’Italia, nonostante il perdurare delle sue difficoltà, non può contagiare nessuno. La strada per la ripresa è lunga, molto lunga, ma l’Italia ha comunque intrapreso un cammino, grazie anche alle riforme varate dal governo tecnico, che la porterà ad uscire dalla recessione.

► Senza Imu niente pareggio dei conti

Ma, come emerge anche dai dati del DEF, il documento sulle previsioni macroeconomiche del Ministero dell’Economia, ci sono ancora diversi nodi da sciogliere: prima di tutto la necessità di un’ulteriore manovra correttiva che dovrebbe essere fatta tra il 2015 e il 2017. La cifra? Oltre 20 miliardi, 60 se non verrà confermata l’Imu.

Un altro sforzo necesario, secondo il premier uscente,  per condurre l’indebitamento tendenziale dal 2,5% del pil all’1,5% programmatico nel 2015, dal 2,1% allo 0,9% nel 2016 e dall’1,8% allo 0,4% nel 2017.

Allarme della BCE sulla disoccupazione nell’Eurozona

 Secondo la BCE il tasso di disoccupazione dei paese dell’Unione Europea ha raggiunto un livello senza precedenti e la situazione non è destinata a migliorare. Secondo gli esperti della Banca Centrale Europea, infatti, nell’ultimo trimestre del 2012 il numero dei disoccupati è aumentato rispetto ai mesi precedenti e continuerà a farlo anche lungo il corso del 2013, mettendo a serio le possibilità di ripresa economica.

► Rinnovi contrattuali fermi a febbraio, ma i prezzi continuano a salire

Il numero dei disoccupati, secondo quanto riportato dai dati dell’Eurotower, va oltre i 200 milioni di persone. Secondo Mario Draghi si tratta di un dato inaccettabile, che evidenzia la necessità di interventi immediati e concreti.

La crisi economica e finanziaria – affermano dall’Eurotower – continua a gravare sul mercato del lavoro nell’area dell’euro. Nel quarto trimestre del 2012 l’occupazione è diminuita ancora, mentre il tasso di disoccupazione ha continuato a crescere, raggiungendo livelli senza precedenti. Secondo varie stime, sia il tasso di disoccupazione strutturale sia l’unemployment gap sono aumentati sensibilmente negli ultimi anni. I dati delle indagini segnalano un ulteriore calo dei posti di lavoro nel primo trimestre del 2013.

Della stessa opinione anche il Fondo Monetario Internazionale e l’Ocse. Un fatto che rende ancor più forte il grido dall’allarme che arriva dalla BCE che chiede a gran voce che i governi dei vari paesi intensifichino le riforme strutturali richieste, in modo che la riduzione del disavanzo pubblico rafforzi la crescita economica e viceversa.

► Cala il numero dei senza lavoro, ma la disoccupazione è ancora un’emergenza

Nello specifico la BCE parla di riforme strutturali che mirino a favorire la ripresa dei mercati dei beni e dei servizi, la modernizzazione della Pubblica amministrazione. Tra i provvedimenti più importanti che dovrebbero essere presi dai governi ci sono quelli mirati a rendere più flessibile il processo di formazione dei salari rendendolo più coerente con la produttività.

 

 

 

Per le case i prezzi sono in calo

 Il settore immobiliare non poteva essere escluso dal turbine della crisi e quindi alla fine i governi hanno studiato dei sistemi per sostenere le famiglie di mutuatari che avevano acquistato una casa in tempi non sospetti e poi si sono trovati a non poter più pagare la rata definita dal contratto siglato con l’istituto di credito. Adesso però, si piange la fine delle agevolazioni sulla prima casa.

La casa non è una spesa per tutte le famiglie italiane

Le cooperative come Uniabita hanno quindi pensato di fornire strumenti alternativi per far ripartire l’immobiliare, per esempio la locazione con patto di futura vendita. Una soluzione vantaggiosa in generale per i giovani precari e per le fasce più deboli della popolazione, ma vantaggiosa nel dettaglio per chi acquista ora una casa, dopo il crollo dei prezzi del 2012.

La domanda di mutui crolla soprattutto al Sud

Secondo l’Istat, infatti, i prezzi delle case acquistate in Italia nel quarto trimestre dell’anno scorso, sono crollati del 4,6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2011 e sono crollati dell’1,5 per cento rispetto al terzo trimestre del 2012.

Questo calo dei prezzi, differentemente rispetto a quanto detto in passato, interessa sia le abitazioni nuove, sia quelle esistenti. L’Istituto di statistica però fa anche una differenza tra prezzi delle abitazioni nuove e prezzi delle abitazioni esistenti che seguono trend diversi l’uno dall’altra.

Commerzbank sul ribasso dell’oro

 Siccome tutte le previsioni sull’oro si stanno rivelando fallimentari, a parte quelle considerazioni che in tempi non sospetti erano ritenute fallimentari, allora tutte le banche d’affari s’affrettano adesso a ripensare la visione sul metallo prezioso.

Qualche errore comune per chi investe nell’oro

Ci ha già già pensato Morgan Stanley, adesso è arrivata la volta di Commerzbank. Il prezzo dell’oro, infatti, nella seconda metà di gennaio, era già sceso fino a quota 1690 dollari l’oncia e la settimana scorsa è arrivato addirittura ad infrangere il muro dei 1500 dollari.

Commerzbank rileva che in soli due giorni sono state piazzate sul mercato ben 24 tonnellate di oro. La rottura della media ha dimostrato intanto che c’è stata un’inversione del trend, quindi una rottura che potremmo indicare come definitiva. In due mesi, infatti tutte le medie calcolate sono state bucate e le quotazioni sono andate soltanto in ribasso.

Battuta d’arresto dell’oro

Molto dipende dal fatto che le banche centrali hanno smesso di acquistare oro per sostenere le economie periferiche acquistando titoli di stato, in più è calata la domanda mondiale di oro e sono aumentate le vendite di questo metella sul mercato. L’oro, rispetto ad alcuni particolari tipi di azioni, non rappresenta più un bene rifugio.

L’ultima settimana dei mercati

 A livello internazionale si sono avute diverse scosse che avrebbero potuto mandare in visibilio i mercati, invece sembra che non ci siano state grosse ripercussioni sull’andamento delle borse d’Europa e non solo. Anzi, i mercati, come si dice in gergo, hanno tenuto.

In generale, l’ultima settimana borsistica è da valutare come positiva anche se venerdì la maggior parte delle piazze hanno chiuso con gli indici in flessione. Piazza Affari, per esempio ha chiuso in territorio positivo 3 giorni su 5. Un giorno gli scambi sono andati in pareggio quindi soltanto il venerdì si sono avuti i ribassi che ci si aspettava.

Come acquistare i BTp Italia 2013

A livello italiano è molto importante osservare che la borsa è risultata praticamente indifferente alla politica del Belpaese. Adesso ci sarà da capire come s’orientano gli investitori in rapporto all’elezione del Presidente della Repubblica. Le prove elettive inizieranno già la settimana prossima quando si spera di arrivare anche alla definizione di un governo.

Come USA e Giappone sostengono le borse

Napolitano, per il momento, ha soltanto annunciato che passerà una patata bollente nelle mani del suo successore, visto che l’ingovernabilità è ormai il minimo comune denominatore del Parlamento.

Intanto ci sarà l’asta dei titoli di stato che hanno tenuto bene e potrebbero migliorare ancora visto che anche lo spread si è assestato intorno ai 300 punti.

Come e dove si acquistano i BTp Italia

 I BTp Italia stanno per essere lanciati nel mercato e questo vuol dire che gli investitori possono predisporne l’acquisto ma in che termini? Gli ordini dei BTp inizieranno il 15 per concludersi il 18 aprile. I titoli da acquistare sono quelli legati all’inflazione italiana.

Il tasso cedolare, attualmente, è conosciuto visto che è stato il MEF a pubblicare i dati riferiti al 2012. Adesso sembra dunque necessario soltanto un riepilogo delle caratteristiche del BTp.

Come acquistare i BTp Italia 2013

In primo luogo ricordiamo che l’ente emittente del titoli è lo stato italiano e che il taglio minimo acquistabile è 1000 euro, per cui tutti gli acquisti devono essere fatti a partire dai multipli di questa cifra.

Goldman Sachs e la strategia sui titoli di stato

La scadenza dei BTp è di quattro anni quindi scadranno il 22 aprile del 2017 ed avranno un tasso cedolare annuo minimo garantito del 2,25 per cento. Il BTp, a livello strutturale, è indicizzato con l’inflazione italiana, quindi con l’indice dei prezzi al consumo.

La cedola è semestrale ed è calcolata con una formula che prevede la moltiplicazione della metà del tasso annuo d’interesse cedolare reale e del capitale nominale sottoscritto che a sua volta deve essere moltiplicato per il coefficiente di indicizzazione che si ha alla data di scadenza della cedola.

Monete parallele in Grecia?

 In questo momento l’euro ha perso la sua credibilità e per questo tanti paesi che affrontano un momento di crisi, si chiedono se sia plausibile avere un periodo di medio e lungo termine di “parallelismo”. Ci si chiede se si possa tornare alla moneta locale e contemporaneamente autorizzare la circolazione dell’euro nel paese.

E’ davvero tutta colpa della Germania?

Nel futuro, comunque, il ritorno alla moneta locale, sembra essere l’unica soluzione possibile, visto che la calma del settore valutario, ad ogni modo, non fa presagire niente di buono: l’euro è in forte crisi.

Studiare la Grecia per capire il futuro

Le domande che molti analisti si pongono, allora, sono due: la doppia moneta è uno scenario realistico e soprattutto è uno scenario possibile?

Un’ipotesi che si sta facendo strada e che potrebbe essere praticabile, è quella dell’introduzione di una o più valute insieme all’euro per un periodo determinato di tempo nei paesi periferici. Questa soluzione avrebbe sicuramente un vantaggio, quello di fungere da traghetto verso il ritorno all’euro, ma attraverso un sentiero virtuoso che non aggravi la crisi economica vissuta da molte nazioni.

Il secondo punto a favore di questa soluzione è nel disporre di una tabella di marcia, un calendario che riduce al minimo le “controindicazioni”.

Scrigno Protetto di Pramerica

 Pramerica, insieme a Real Mutua, è stata considerata da diversi analisti come una delle soluzioni assicurative più quotate nel nostro paese. Il fatto è che in questo momento di crisi, con il pericolo del prelievo forzoso sui conti deposito e con la possibilità di aumento delle ritenute fiscali sulle rendite finanziarie, i piccoli risparmi in banca potrebbero presto essere erosi senza la garanzia di un reale rendimento.

Pramerica Critical Illness Plus

Ecco perchè affidarsi alle polizze assicurative. Una soluzione proposta da Pramerica, molto interessante ad una prima analisi, è Scrigno Protetto. Si tratta di una polizza a vita intera a capitale rivalutabile semestralmente e a premio unico, che si lega all’andamento del Fondo Pramerica Financial.

Questa polizza consente di far crescere il proprio capitale, sulla base del rendimento contrattato e in base agli obiettivi personali. Il capitale della polizza Scrigno Protetto è a gestione flessibile, prevede versamenti aggiuntivi e consente di avere sempre visibili i riscatti parziali. Il prodotto assicurativo in questione è distribuito dalla Banca Popolare di Marostica che in Italia è partner di Pramerica.

Pramerica Long Term Care

L’assicurazione si rivolge a chi vuole investire riducendo al minimo i rischi nel tempo, quindi ai risparmiatori alla ricerca di un “diversivo” negli investimenti, a chi cerca un rendimento minimo garantito, a chi vuole assicurare una piccola rendita ai figli e agli imprenditori che vogliono mettere da parte un capitale impignorabile.