Mutui più convenienti per gli ecologisti

 La Chapell Hill Center dell’Università del North Carolina ha effettuato una ricerca incrocia sui mutui erogati e sull’efficienza energetica delle case acquistate. La ricerca è stata condottta in collaborazione con l’Institute for the development of the market” di Washington.

I prestiti più convenienti per le ristrutturazioni

Quello che è emerso, in modo molto chiaro è che chi risparmia all’inizio sul prezzo d’acquisto della casa, scegliendo un’unità abitativa meno efficiente sotto il profilo energetico, ha sul medio e lungo periodo, più costi da sostenere per la manutenzione dell’immobile. Il calcolo è fatto paragonando le case tradizionali, non progettate secondo il criterio di efficienza energetica ora prevalente e le case di oggi dove invece si tende a studiare soluzioni per il risparmio di energia, di riscaldamento e quant’altro.

Per le case i prezzi sono in calo

Le rate del mutuo, per chi investe in una casa “verde”, sul lungo periodo si dimostrano più sostenibili. In genere, in questo modo si arriva ad estinguere il prestito senza spese supplementari.

Lo studio in questione è stato riportato nel panorama nostrano perchè prende in considerazione anche le banche del Belpaese. Sembra infatti che i nostri istituti di credito, più di altre banche, siano propense a offrire tassi agevolati per incentivare l’acquisto di case efficienti a livello energetico, oppure per la loro ristrutturazione, finalizzata al raggiungimento della classe A.

Locazione con patto di futura vendita per ripartire

 La crisi economica è stata così imponente che ha finito per interessare anche il settore immobiliare che fino alla fine ha resistito agli attacchi di una crisi portentosa. Adesso poi, che almeno in Italia, sono finiti anche gli aiuti alle famiglie e ai giovani, si studiano soluzioni alternative e sembra che una sia particolarmente indicata per far ripartire il mercato.

Pistoia pensa alle famiglie in difficoltà col mutuo

Si tratta della locazione con patto di futura vendita. La soluzione in questione è utile ed accessibile soprattutto ai giovani e alle fasce più deboli della popolazione. Il fatto è che è fornita dalle cooperative, come ad esempio Uniabita.

Scadono a marzo offerte e moratoria

Come funziona dunque la locazione con patto di futura vendita? In pratica si sottoscrive un contratto d’affitto che a distanza di un periodo di tempo determinato, poniamo il caso 5 anni, si deve trasformare in un contratto di vendita. Gli affitti versati nei cinque anni che precedono l’acquisto sono da considerarsi come degli acconti che sono scalati sul prezzo di vendita.

Il vantaggio sta nel fatto che chi vuole comprare una casa non deve mettersi da parte un gruzzoletto prima di passare all’acquisto ma può contare su micro acconti da distribuire uniformemente in un lasso di tempo accessibile.

La fine delle agevolazioni sulla prima casa

 Alla fine di marzo sono stati chiusi i rubinetti per le famiglie in difficoltà che negli anni passati hanno acceso un mutuo per l’acquisto della prima casa. Infatti, dal 31 marzo scorso non esiste più il Piano Famiglie che prevedeva la sospensione del pagamento delle rate del mutuo per i mutuatari che si trovassero in difficoltà, senza più un lavoro e con l’impossibilità di pagare anche le rate del mutuo.

Scadono a marzo offerte e moratoria

La sospensione poteva essere attivata per 12 mesi e poi poteva essere prolungata per altri 6 mesi a patto che non fosse cambiata la situazione di crisi. Non basta. Le agevolazioni del Piano famiglie si univano al Fondo di solidarietà promulgato dal Ministero delle Finanze. Questa seconda soluzione era studiata ad hoc per i più giovani.

Peccato che il rifinanziamento del programma che doveva subentrare al Piano Famiglie sia slittato a data da destinarsi per i soliti problemi burocratici che ci sono nel nostro paese.

Ipoteca, istruttoria e notaio nei contratti di mutuo

Alla fine dei conti, per capire l’importanza di questo cambiamento, è necessario indicare qualche numero. La prima cosa da sapere è che il Piano famiglie è stato usato da 90 mila nuclei famigliari ed ora, un quarto delle persone che hanno avuto accesso al fondo, non sono ancora nelle situazioni di poter pagare i debiti contratti con le banche.

Dove le auto costano di più

 L’Economist, con i suoi famosi grafici, cerca di prendere in esame i costi legati alle auto e di chiarire in quale parte del mondo, avere un veicolo di proprietà è più costoso per via delle spese legate all’assicurazione, al carburante e via dicendo.

Tra le città più care del mondo rientra anche Roma ed è per questo che abbiamo preso in esame questa ricerca.

I kit omologati non escludono l’inerenza

Cosa ha reso i costi della macchina insostenibili nel tempo? In primo luogo l’aumento delle spese per il carburante, poi la crisi economica e la crescita dei costi di manutenzione che oggi risultano più altri che in passato. Alla fine, in una macchina, s’investono moltissime risorse di denaro. L’Economist, o meglio la società affiliata alla rivista di economia, l’Economist Intelligence Unit, ha messo in fila tutte le città in cui avere un’automobile più essere davvero esoso.

Nel grafico che costituisce la classifica, per ogni metropoli è usata una barra bicolore: in blu scuro sono indicati i costi d’acquisto dell’auto con riferimento ai prezzi del 2010 e in azzurro si aggiungono i costi di “mantenimento” dei tre anni successivi all’acquisto.

Cosa bisogna sapere delle assicurazioni che cambiano

Il risultato è che le prime cinque città in cui avere una macchina costa di più sono Shanghai che conquista la medaglia d’oro, poi San Paolo in Brasile che ha la medaglia d’argento e la medaglia di bronzo di Delhi. L’Italia è fuori dalle posizioni che contano? Niente affatto visto che Roma è al quarto posto, seguita da Sydney, Berlino, Amsterdam, Mosca, Parigi e Londra.

Si torna a parlare di Bitcoin

 In questo momento di forte crisi a livello europeo, con l’aggravarsi della situazione cipriota, si torna a parlare di Bitcoin, della moneta virtuale di cui si vocifera anche nelle serie tv. Ma cosa sono e come funzionano i Bitcoin.

Si tratta di una valuta elettronica virtuale che oggi vale circa 200 dollari per unità. All’inizio di febbraio chi aveva in tasca un Bitcoin, aveva in tasca circa 30 dollari. Adesso i mezzi di comunicazione hanno spinto parecchio sull’argomento e alla fine la moneta che nasce e vive soltanto su internet, è diventata più popolare.

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Alla fine di marzo, quindi appena 15 giorni fa, i Bitcoin in circolazione avevano superato un miliardo di dollari. Questo vuol dire che al momento non ci sono investimenti equivalenti ai Bitcoin. Gli scettici ritengono però che potrebbe presto esserci una bolla speculativa legata a questa valuta e quindi in giro per il mondo ci potrebbero essere dei “micro fallimenti finanziari”.

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Il sistema in questione è stato ideato da Satoshi Nakamoto che chiaramente è un nome di fantasia, infatti gli inventori della valuta hanno deciso di restare anonimi. La creazione risale al febbraio del 2009. Quello che caratterizza il Bitcoin è il funzionamento sulla base del protocollo peer-to-peer.

Come crolla il mercato dei computer

 Fino a questo momento le aziende d’informatica erano sempre rimaste a galla, non avevano dato segni di cedimento nonostante la crisi avesse invaso praticamente ogni settore industriale. Eppure adesso s’inizia a parlare di crisi dei computer e c’è chi non dorme sogni tranquilli.

Quella dei computer non è una crisi semplice, non è una crisi improvvisa. Adesso siamo al quarto trimestre consecutivo in cui si registrano delle vendite in calo per i personal computer. In tutto il mondo i computer iniziano a non essere più venduti, per questo gli analisti parlano di crisi del PC.

La produzione industriale si riprende ma la crisi continua

Anzi, è stata anche trovata l’origine di tutta questa storia. Sembra infatti che i PC non riescano a reggere il confronto con gli smartphone e i tablet che pur essendo meno performanti sono sicuramente più economici.

Nei primi tre mesi del 2013, rileva un’indagine dell’IDC, il calo delle vendite di PC è stato pari al -14 per cento se si considerano i dati dello stesso periodo del 2013. La diminuzione è stata la più consistente dal 1994 ad oggi.

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I dati sono stati confermati anche dalla società concorrente della IDC, la Gardner che ha parlato ancora una volta di riduzione delle vendite di PC anche se in percentuale la flessione è indicata come più contenuta e pari al -11,2 per cento. In più, rispetto all’IDC, tra le cause della situazione, è stata indicata anche la crisi economica, oltre le concorrenza di tablet e smartphone.

 

Tutti i Money Transfer a rapporto delle Entrate

 Immaginate di fare un giro per la Capitale oppure di visitare una grossa metropoli italiana. Non avrete difficoltà a riconoscere tra le botteghe aperte di domenica, anche i famosi Money Transfer, quei servizi, spesso gestiti da extracomunitari, che consentono d’inviare denaro dall’Italia all’estero.

In questo momento tutti gli istituti di pagamento, gli agenti italiani e quelli stranieri, sono tenuti a rispettare gli adempimenti indicati nell’articolo 11 del decreto legge numero 201 del 2011 e sembra che l’Agenizia delle Entrate sia decisa a tenere sotto controllo la situazione.

Abbinamento: base dell’investimento

In pratica, tutti gli operatori finanziari dell’Unione Europea che per il trasferimento di denaro usano le strutture italiane, dovranno trasmettere i dati collegati all’attività svolta, in più dovranno rispondere alle richieste legate alle indagini finanziarie.

A spiegarlo nei dettagli è una nota dell’Agenzia delle Entrate pubblicata l’11 aprile 2013.

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Gli istituti di pagamento, di qualsiasi nazionalità, autorizzati ad operare nel nostro paese anche senza succursali, soltanto attraverso l’erogazione di servizi, devono fare almeno due cose: in primo luogo ogni mese devono inviare all’archivio dei rapporti finanziari l’esistenza di relazioni compiute per conto proprio o per terzi, indicando i dati anagrafici degli attori. Poi annualmente devono fornire informazioni integrative dove rischesto. In secondo luogo è necessario predisporre una procedura telematica per le richieste d’indagini finanziarie inoltrate dall’Amministrazione finanziaria italiana.

 

Le regole tecniche per la TARES

 La TARES, la nuova tassa che va a sostituire la vecchia TARSU e aggiunge anche il pagamento di alcuni servizi comunali, scatterà soltanto a dicembre. Sotto l’albero di Natale i contribuenti troveranno una maggiorazione dell’imposta pari a 0,30 centesimi di euro per metro quadro. Intanto, però, sono state definite delle regole tecniche per l’oliare il meccanismo di comunicazione.

Quanta Tares si pagherà in più

In particolare sono state definite delle regole tecniche per l’interscambio dei dati catastali. Tutti i dettami relativi alle modalità pratiche per la trasmissione delle notizie tra i Comuni e l’Agenzia delle Entrate, informazioni relative alle superfici degli immobili iscritti nelle mappe, sono pubblicate sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

Le reogle tecniche per lo scambio di informazioni tra l’Agenzia delle Entrate e i Comuni, con i dati relativi alla superficie delle case, all’iscrizione al catasto, alla planimetria corrispondente, sono pubbliche. Basta recarsi sul sito dell’Agenzia delle Entrate, nell’area di competenza relativa al Territorio.

Ancora un rinvio per la TARES

E’ stata predisposta un’area che si chiama “Tares e dati del Catasto a confronto. Interscambio tra Agenzia e Comuni”. Nella sezione ci sono dati da usare per l’accertamento del tributo comunale TARES.

Il provvedimento è stato accolto con favore anche dall’Associazione nazionale dei comuni italiani (l’ANCI).

I kit omologati non escludono l’inerenza

 Anche se s’installa un kit omologato su una macchina, questa non può essere considerata “ad uso ufficio” con i conseguenti benefici fiscali, quindi il kit non giustifica la deducibilità dei costi o la detraibilità dell’IVA. Il discorso cambia se il kit è permanente, se cioè rappresenta un’attrezzatura istallata “una volta per tutte”. E’ questo il senso della sentenza della Corte di Cassazione numero 7896 del 28 marzo scorso.

Pronto il risarcimento per alcuni assicurati

Il pronunciamento è arrivato alla fine della disamina di un fatto importante. L’Agenzia delle Entrate ha inviato degli avvisi di accertamento relativi all’IRPEF, all’IRAP e all’IVA per gli anni d’imposta 2002 e 2003 per un geometra. Il motivo della contestazione nasce dal fatto che secondo l’Erario ul geometra aveva detratto l’IVA per l’acquisto di una macchina e aveva anche detratto i costi legati al suo utilizzo.

Cosa bisogna sapere delle assicurazioni che cambiano

Invece, alla luce degli atti previsti per l’immatricolazione, non risultava che l’automobile fosse ad uso ufficio e comunque non era chiaro che il veicolo fosse strumentale all’attività da libero professionista.

L’Agenzia delle Entrate ci ha voluto vedere chiaro dopo una notifica, da parte delle Fiamme Gialle, inviata allo stesso contribuente. La Finanza, infatti, aveva effettuato una ricerca su diversi autoveicoli per capire quali fossero in circolazione per uso ufficio, con regolare immatricolazione e quali al contrario non avessero i documenti in regola nonostante i benefici fiscali.

3 visioni del 2013 e della sua evoluzione

 Il 2013, in questo momento, si sta configurando non più come l’anno della ripresa economica, quanto piuttosto come l’anno della nuova crisi. Le possibilità di evoluzione, in questo momento, appaiono sostanzialmente tre.

Le quotazioni dell’oro secondo Goldman Sachs

La prima, la più probabile, prevede che per il resto dell’anno l’Europa tirerà a campare e questa “sopravvivenza” potrebbe protarsi ancora fino al 2014. Ci saranno sempre maggiori pressioni sui governi periferici al fine di stoppare la spirale di austerità che rischia di compromettere i loro conti. Ci sarà una forte influenza sul panorama europeo, da parte dei risultati delle elezioni tedesche e dalle evoluzioni della situazione italiana. La Spagna, poi, dovrà fare degli aggiustamenti, mentre non sembrano all’orizzonte delle uscite dalla moneta unica.

La ripresa ci sarà dal 2014

Meno probabile il secondo scenario, quello a ribasso che punta tutto sul crollo dell’Italia, sui dubbi del mercato e sulla cooperazione insufficiente tra la BCE e la Germania. Qualche progresso ci sarà ma quello che serve sono le risorse fiscali e quindi vuol dire che in un anno le crisi saranno ancora di più e più gravi.

Un terzo scenario praticamente impossibile è quello al rialzo con i paesi che oltre a ritrovare la forma finanziaria, si ritrovano anche rafforzati politicamente.