Cipro chiede più aiuti ma che pensa l’Europa?

 Il bailout di Cipro avrà un costo maggiore del previsto perché Nicosia oltre a vendere una parte delle riserve d’oro per racimolare circa 400 milioni di euro, ha la necessità che il fondo della Troika sia innalzato da 17,5 a 23 miliardi di euro.

Un costo davvero elevato che potrebbe costituire un precedente per gli altri paesi che sembrano essere sull’orlo della crisi, quindi per la Slovenia, per il Portogallo e per l’Irlanda, ma anche per la stessa Italia.

Cipro cambierà l’Europa, lo dice la Germania

Cipro ha chiesto più soldi: inizialmente erano “soltanto” 10 miliardi di euro, poi si è arrivati a 17,5 miliardi ed ora addirittura a quota 23. Le richieste, per il momento, restano inascoltante e infatti l’Unione Europea ha ribadito che il contributo internazionale resterà fisso a 10 miliardi.

La richiesta di Cipro, però, ha messo in allarme i mercati e tutte le borse hanno fatto registrare una serie di ribassi. Lo spread italiano, ha ripreso la sua corsa verso l’alto fino a quota 310 punti.

Svelato uno dei problemi delle banche di Cipro

Ma qual è effettivamente la situazione di Cipro? Il presidente dell’Eurogruppo, nel ribadire che il finanziamento internazionale sarà di 10 miliardi di euro, ha previsto che Cipro, autonomamente, dovrà trovarne altri 13, il tutto mentre si prevede un crollo del PIL del 12 per cento.

L’Italia ci riprova con gli incentivi alle donne

 Uno dei grossi problemi del nostro paese è che manca una riforma seria del mercato del lavoro, una riforma che sia in grado di tagliare i ponti con il passato di precarietà che contraddistingue il paese e fondare un’economia più solida e longeva. In più, sempre per quanto riguarda il lavoro, c’è il problema della differenza di salario tra uomini e donne.

Partendo da questi due punti, Elsa Fornero ha deciso di riprendere i lavori, cercando di risolvere i problemi di disoccupazione. In Europa, infatti, il 23 per cento dei cittadini non ha un’occupazione e la situazione è particolarmente grave, soprattutto per i giovani, in Spagna, Portogallo, Grecia e Italia.

Per le donne le assicurazioni sono più care

La Fornero ha deciso di riprendere il discorso sugli incentivi per l’occupazione femminile e ne ha disposti alcuni. In pratica ha previsto una riduzione dei contributi pari al 50 per cento per il datore di lavoro che assume una donna. Lo sgravio dura 12 mesi ma può essere esteso fino a 18 mesi se il contratto di lavoro diventa a tempo indeterminato.

Scende la disoccupazione ma l’Italia non convince

Gli incentivi sono pensati per l’assunzione di donne di qualsiasi età senza un impiego fisso da più di sei mesi, per l’assunzione di donne che non hanno un impiego regolarmente retribuito da più di 24 mesi e per le aziende che sono caratterizzate dalla forte disparità di genere.

Questo vuol dire che i settori più interessati dalle novità sono quello delle costurzioni e una parte del mondo industriale.

Il 2013 e il ritorno alla crisi

 Dublino sarà il luogo fisico di una riunione molto importante, quella dei ministri delle Finanze europei che dovranno discutere del fatto che, nonostante gli sforzi compiuti dai singoli paesi, ci potrebbe essere un ritorno di fiamma.

In pratica ci sarà presto una nuova ondata di crisi con problemi da risolvere, molto più complessi. Per esempio si dovrà discutere del salvataggio, o meglio di come salvare il Portogallo e l’Irlanda.

Investimenti a rischio nei paesi della black list

All’ordine del giorno c’è anche la discussione sulla possibile costituzione di un’unione bancaria che deve sopperire sia alla crisi di Cipro, che dovrà affrontare presto i problemi della Slovenia e che poi dovrà prendere in esame la situazione della Francia e dell’Italia.

Per quanto riguarda Cipro la situazione deve assolutamente essere riconsiderata visto che il costo del salvataggio del paese è aumentato ed ora saranno erogati non più 17,5 miliardi di euro ma ben 23 miliardi.

L’allarme della Francia e la distanza dalla Germania

L’isola sta pensando anche di salvarsi vendendo le sue riserve d’oro al fine di recuperare gli altri 400 milioni di euro necessari per il finanziamento della bancarotta.

L’austerity proposta dalla Troika, però, sembra sia troppo stringente per Nicosia ma anche per gli altri paesi, per esempio per il Portogallo che ha già lanciato un messaggio d’allarme.

 

Come acquistare i BTp Italia 2013

 I BTp Italia sono pronti per l’ennesima asta, anche se i consumatori si stanno accorgendo pian piano che non è più conveniente acquistare titoli del debito del nostro paese. Sono molto più proficue le assicurazioni vita, in particolare i prodotti di Pramerica e di Real Mutua.

La prossima asta si aprirà il 15 aprile e se non ci saranno chiusure anticipate, si concluderà soltanto il 18 aprile prossimo. In questo arco di tempo sarà possibile comprare i BTp Italia 2013.

Spread stabile e borse positive in Europa

Se qualcuno ha già il servizio di mailing attivato con la propria banca, sa che per questa asta i BTp possono essere comprati sia nelle filiali del proprio istituto di credito, sia stando comodamente a casa propria. I BTp da acquistare hanno un taglio minimo di 1000 euro e quindi, gli acquisti, si devono fare in base ai multipli di questa cifra di base.

Cosa sono i BTp poliennali

Chi invece non volesse mettersi nelle mani della banca, dovrà invece acquistare i BTp direttamente da casa usando i servizi online, tramite l’internet banking.

Il ministro dell’economia e delle finanze, riguardo i BTp, ha già siglato un accordo anche con Borsa Italiana e con il London Stock Exchange Group, il quale renderà i BTp disponibili sulla piattaforma MOT.

Ecco perchè preoccuparsi della crisi italiana

 Le finanze italiane preoccupano al punto che molti analisti più che valutare il possibile contagio di Cipro ai paesi limitrofi, sta cercando di capire il futuro del Belpaese, dove, a distanza di quasi due mesi dalle elezioni, non è ancora stato formato un governo.

Adesso, però, non è più una questione di stabilità politica, visto che il governo, come ha spiegato anche Napolitano, c’è ed è quello di Mario Monti che non è stato mai sfiduciato ed è necessario per fare le riforme. Prima tra tutte quella che ha consentito lo blocco dei soldi per le PA.

Il punto del FT sulla crisi europea

Il problema, a questo punto, resta soltanto squisitamente finanziario, visto che senza governo non potranno essere varate altre misure di austerità necessarie per aiutare il paese a sopravvivere nella zona euro.

Di tutta la storia ne sta risentendo anche la finanza dove, l’indice azionario di riferimento del nostro paese, il Ftse Mib, è calato addirittura del 14 per cento. Una depressione che è iniziata alla fine di gennaio. Economia e finanza, quindi, sono a pezzi.

L’effetto di Cipro sul mercato valutario

Adesso però bisogna fare i conti con la BCE che dopo Cipro ha dimostrato di non poter più fare tutto il necessario per salvare l’euro.

 

Bernabé ha il mandato per il percorso di fusione

 L’11 aprile si è tenuto il Consiglio di Amministrazione di Telecom e c’è stata occasione per parlare anche delle trattative con 3 Italia. Le intenzioni infatti, sono quelle di passare alla fusione tra le due società di comunicazione.

Da quando si è iniziato a parlare dell’affare, la borsa di Milano è in fibrillazione e anche tanti osservatori esterni sono ansiosi di conoscere il risultato delle trattative. Dopo sei ore di consiglio Telecom, non ci sono state dichiarazioni ufficiali da parte dei partecipanti, dichiarazioni che abbiamo aggiunto qualcosa a quello che già si sapeva.

Piazza Affari vola con banche e Telecom

E’ stato soltanto confermato che ci sarà una fusione tra Telecom e 3 Italia, quale controllata del gruppo H3G. Poi, scavando a fondo si è scoperto anche che ad ottenere il mandato esplorativo per capire in che termini portare avanti i colloqui con la controparte, ci sarà il presidente di Telecom Franco Bernabé.

Telecom più vicina a 3 Italia

I contatti preliminari con Hutchison Whampoa sono già stati conclusi, ma non si sa ancora in che termini sarà portata avanti la trattativa. Certo è che finora a beneficiare della situazione è stata Telecom che in borsa ha guadagnato il 4 per cento. Ad ogni modo l’azienda italiana di Bernabé sarà l’azionista di riferimento e dovrà acquisire una quota non superiore al 29,9 per cento al fine di evitare l’offerta pubblica d’acquisto.

Record di aziende chiuse nel primo trimestre del 2013

 La definizione di anno peggiore dall’inizio della crisi sembra non calzare più al 2012: stando ai nuovi dati sulle aziende italiane questa definizione è molto più indicata per l’anno in corso, anche se sono passati poco più di tre mesi dal suo inizio.

► Le previsioni di Intesa Sanpaolo sulle imprese

I dati di cui parliamo sono quelli del Cerved, gruppo specializzato nell’analisi delle imprese e nella valutazione del rischio di credito, che ha analizzato le istanze di fallimento registrate presso le Camere di commercio: dal primo gennaio all’8 di aprile in Italia sono state chiuse ben 4.218 imprese, il 13% in più rispetto allo stesso periodo del 2012.

Un dato preoccupante già di per sé ma che rende conto di una situazione particolarmente drammatica se i dati sono confrontati con quelli relativi al 2012: durante lo scorso anno hanno chiuso i battenti 12.442 aziende, più di mille al mese, circa 34 al giorno.

Su base annua il 2012 ha rilevato un aumento del 2,3% di fallimenti sul 2011 e il 32% in più rispetto al 2009, l’anno di inizio della crisi.

Continuando a confrontare i dati emerge che le 34 istanze di fallimento al giorno del 2012 sono diventate 43 nei primi tre mesi del 2013. Un aumento cospicuo che tocca tutti i settori: industria, costruzioni, servizi, nessuno escluso.

► Pubblicato in GU il decreto che sblocca il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni

Secondo Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato di Cerved Group

Le rilevazioni continuano a consegnare un quadro di crisi che non accenna a cambiare. Quel che è peggio è che sulle istanze di fallimento la crisi avrà un’onda lunga, con effetti che si sentiranno con ogni probabilità anche quando arriverà la tanto agognata ripresa. C’è da aspettarsi una situazione in peggioramento perché ci sono indicatori più tempestivi delle istanze di fallimento, che possono anche esser avviate settimane prima della registrazione, che continuano a dare segnali negativi.

Aspetti generali dei fondi comuni di investimento mobiliare aperti

 La legislazione di riferimento per i fondi di investimento comune mobiliari aperti in Italia è il D. Lgs. n. 58/98 che all’art. 1, comma 1, lett. j) li definisce come patrimonio autonomo, suddiviso in quote, di pertinenza di una pluralità di partecipanti gestito in monte.

► Tipologie e caratteristiche dei fondi di investimento aperti

Cosa vuol dire questa definizione?

Sono diversi gli aspetti che definiscono un fondo comune di investimento mobiliare aperto e che lo distinguono dalle altre tipologie di fondo. Nello specifico un  fondo comune di investimento mobiliare aperto è a capitale variabile, questo vuol dire che il patrimonio gestito varia continuamente, tanto nel suo ammontare che nella sua composizione, perché chi lo gestisce può variare le strategie di investimento in base all’andamento dei mercati di riferimento.

La suddivisione in quote propria del fondo comune di investimento mobiliare aperto fa sì che anche queste possano avere un valore variabile che si determina in base al rapporto tra il totale delle attività nette del fondo e il numero delle quote in circolazione.

I partecipanti del fondo hanno diritto a chiedere il rimborso delle quote in qualsiasi momento, ma sempre secondo i criteri stabiliti dalla specifico fondo al quale partecipano.

In sostanza, un  fondo comune di investimento mobiliare aperto si definisce come un patrimonio ottenuto dai risparmi che i partecipanti vi hanno versato, destinato ad essere investito. Per avere una maggiore cognizione di ciò a cui ci stiamo riferendo, vediamo nel dettaglio cosa significano le parole che lo definiscono.

Perché è comune?

E’ comune perché e definito dalla somma dei capitali versati da ogni singolo investitore che diviene parte integrante del capitale totale.

Perché di investimento?

Un fondo comune mobiliare aperto è di investimento perché il capitale totale è utilizzato per l’investimento, appunto, che deve portare alla crescita del patrimonio iniziale investito da ogni singolo risparmiatore.

Perché mobiliare?

I fondi in questione vengono definiti mobiliari perché il patrimonio è impiegato solo nella trattazione di strumenti e prodotti finanziari.

► Fondi Comuni di investimento chiusi

Perché aperto?

I fondi di questo genere sono definiti aperti perché i sottoscrittori non hanno vincoli né in entrata né in uscita.

Qual è la convenienza della sottoscrizione di fondo comune di investimento mobiliare aperto?

La convenienza della sottoscrizione sta nel fatto che il singolo investitore può beneficiare, in primo luogo, di una gestione professionale del proprio capitale e, inoltre, può accedere ad una maggiore diversificazione dell’investimento, sia perché la gestione professionale permette di accedere ad informazioni altrimenti inaccessibili per chi non si occupa di questioni finanziarie sia perché il capitale a disposizione è molto più cospicuo.

 

Aruba cerca esperti del web

 Aruba è uno degli Internet Service Provider italiani più importanti. Tra i servizi offerti da Aruba, la cui sede principale si trova in Toscana, ci sono web-hosting, e mail e registrazioni di domini.

Nata nel 1994 l’azienda ha visto crescere esponenzialmente i suoi affari con il boom di Internet, arrivando a gestire, ad oggi, 2 milioni di domini, 6 milioni di caselle email e molto altro per un totale di circa 2 milioni di clienti, sia in Italia che in altri paesi come la Germania, la Francia, l’Inghilterra, la Polonia, l’Ungheria etc.

Al momento Aruba è alla ricerca di diverse figure professionali. Vediamole nel dettaglio:

1. Programmatori e Sviluppatori di Software per le sedi di Bibbienna (AR) e di Firernze

2. Sistemisti Junior specializzati in ambienti Linux/Unix e Microsoft per la sede di Arezzo

3. Marketing Executive Specialist per la sede di Firenze

4. Marketing di Prodotto per le sedi di Bibbienna (AR) e di Firernze

5. Visual Designer per la sede di Firenze

Per maggiori informazioni sui requisiti necessari per partecipare alle selezioni di Aruba e per l’invio della propria candidatura si rimanda alla pagina Lavora con Noi del sito di Aruba.

Assunzioni Motivi

 Nuove assunzioni nel settore della moda. Il Gruppo Miroglio, che detiene sia il brand Motivi che il brand Oltre, sta cercando nuovo personale da assumere negli store di tutta la penisola.

Il Gruppo Miroglio nasce ad Alba e in breve tempo è riuscito ad internazionalizzarsi e a crescere, acquisendo, con le sue società che lo compongono, la Miroglio Fashion e la Miroglio Textile, diversi marchi che producono e distribuiscono capi di abbigliamento e accessori. Oltre ai due brand per i quali è alla ricerca di nuovo personale, Miroglio ha acquisito anche Fiorella Rubino, Catactere, Luisa Viola, Elena Mirò e molti altri.

Al momento, come anticipato, il Gruppo Miroglio è alla ricerca di Store Manager per gli store Motivi e Oltre che si trovano in Piemonte, Liguria, Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna.

Il compito degli Store Manager è quello della gestione e della supervisione di tutte le attività che si svolgono normalmente all’interno del negozio, sia quelle che riguardano l’aspetto più prettamente economico e finanziario che quelle relative alla gestione del personale e alla soddisfazione e fidelizzazione del cliente.

Il Gruppo Miroglio non chiede nessun requisito particolare per candidarsi alle selezioni per Store Manager, ma l’aver maturato esperienza pregressa nel ruolo, soprattutto nel settore dell’abbigliamento, costituisce titolo preferenziale.

Per candidarsi alle selezioni per Store Manager per Motivi e Oltre, ruolo per il quale il Gruppo Miroglio offre un contratto di lavoro a tempo indeterminato, consultare la pagina Carriere del sito del gruppo.