Online l’annuario del contribuente

 Siete interessati a conoscere tutto quello che il fisco vi riserva? Allora non avete strumento migliore dell’Annuario che è pensato come una guida per i contribuenti che ogni anno devono effettuare la dichiarazione dei redditi e vogliono farlo senza problemi.

Qualche elemento importante sull’UNICO Mini 2013

La guida dell’Agenzia delle Entrate è stata aggiornata ed ora è anche più ricca di contenuti visto che ha dovuto prendere in carico la spiegazione delle novità introdotte in materia fiscale: per esempio l’Ivafe, il redditometro oppure la mediazione finanziaria.

Compilare il 730 in autonomia

Le parti dell’Annuario del contribuente che sono state aggiornate sono sostanzialmente 3: la parte dedicata alla Rendite finanziarie e alla tassazione dei beni di lusso (parte IV), la parte V dedicata alle misure contro l’evasione e la parte VIII dedicata al contenzioso e agli strumenti per evitarlo.

Prendiamo adesso in esame le misure contro l’evasione, quelle della parte V, modificata sulla base del decreto legge numero 201/2011. In pratica è stato definito che tutti gli istituti di credito e le agenzie finanziarie devono comunicare all’Agenzia delle Entrate i movimenti finanziari dei loro clienti. L’Agenzia ha definito già la scadenza per l’invio delle pubblicazioni ed ha già parlato del tipo di informazioni da trasmettere.

La scadenza è stata fissata al 31 ottobre 2013 ed entro quella data dovranno essere inviati i dati relativi al 2011, poi tutti i dati acquisti dovranno essere conservati per i controlli fino al 31 dicembre del 2014.

Compilare il 730 in autonomia

 E’ stata avviata la stagione delle dichiarazioni dei redditi e già si parla di precompilati e di dichiarazione dei redditi in autonomia. La verità è che mentre il modello Unico è un po’ ostico anche per il contribuente che abbiamo la contabilità semplificata, al contrario il modello 730 è di facile comprensione ed utilizzo.

Le spese mediche detraibili dal 730

In più da qualche anno è possibile usare un computer e un lettore pdf per avere un rapporto sereno con il fisco. L’applicazione messa a disposizione dall’Agenzia delle Entrate è molto intuitiva ma si addice soprattutto a coloro che ormai usano il computer per scrivere qualsiasi cosa.

La versione aggiornata del software 730/2013 editabile, è online sul sito dell’Erario. Con un buon computer e un programma in grado di visualizzare e stampare i documenti ottenuti in formato pdf, il gioco è fatto. Basta compilare la dichiarazione dei redditi, firmarla e quindi presentarla al datore di lavoro entro il 30 aprile, oppure ad un Caf entro il 30 maggio.

Gli sconti sull’IRPEF dell’affitto degli studenti

E’ sempre disponibile online anche il modello 730-1 che serve per operare la scelta della destinazione dell’8 e del 5 per mille dell’Irpef. Interessante l’aggiornamento dei beneficiari dell’8 per mille. Anche questa scheda si può compilare direttamente al computer. Il programma, alternativo al modulo cartaceo, non è tarato per effettuare le verifiche sulle informazioni inserite.

Come USA e Giappone sostengono le borse

 Abbiamo già visto insieme come spingono la crescita gli Stati Uniti e il Giappone e la risposta, da diversi mesi è la stessa: a colpi di svalutazione del dollaro e dello yen. Questo atteggiamento ha influito sul mercato valutario ma non ha praticamente avuto effetto sul mercato, inteso come borse.

In Giappone aumenta il Nikkei e perde lo yen

Anzi, le scelte compiute dalle amministrazioni giapponese e americana, in qualche modo, hanno tenuto a galla i mercati. In America la Fed ha deciso di porre fine al QE facendo presagire che l’economia del paese è in ripresa. Poi è arrivato anche l’annuncio di Obama riguardo gli investimenti pubblici.

Come spingono la crescita gli Stati Uniti e il Giappone

A questa notizia si è aggiunta quella relativa alla Bank of Japon che ha offerto nuova liquidità al paese, svalutando lo yen, nella speranza di far riprendere l’economia. Così la borsa di Tokyo ha toccato i livelli di crescita che non raggiungeva dal 2008.

Anche Wall Street, in questi giorni, sta toccando i suoi massimi livelli. Il tutto mentre l’Europa entra in una nuova fase d’incertezza per via della fragilità dei debiti sovrani. Si attendono però i dati sul mercato del lavoro americano. Oggi saranno pubblicati i numeri sui sussidi di disoccupazione.

Piazza Affari, tanto per fare uno zoom sul mercato italiano, guadagna lo 0,6 per cento e prosegue nella “giusta direzione” come Francoforte, Londra e Parigi. Lo spread è sceso sotto la soglia critica dei 300 punti con i titoli che hanno un rendimento pari al 4,3 per cento.

Come spingono la crescita gli Stati Uniti e il Giappone

 Il Giappone e gli Stati Uniti hanno deciso con le loro rispettive banche mondiali, di partire all’assalto dell’economia internazionale e di svalutare yen e dollaro per sostenere l’economia interna. Una scelta che è stata considerata discutibile dai loro partner, tanto che in Europa si è arrivati a parlare di guerra di valute.

La Fed condiziona il mercato Forex

Il fatto è che l’Europa, dal punto di vista monetario, sembra essere rimasta a guardare quello che fanno gli altri. Lo stesso Draghi ha lasciato invariati i tassi ma non ha detto se ci sono altre azioni preventivate da qui alla fine dell’anno.

Secondo il Fondo Monetario, a questo punto, si può parlare di un mondo a tre velocità che lascia però perplessi molti leader. Il primo tra tutti è Barack Obama che non si rassegna a considerare morente l’Europa. Queste “considerazioni”, però non influiscono sull’andamento dei mercati.

In Giappone aumenta il Nikkei e perde lo yen

Per esempio in Europa, le varie “piazze affari” sono sospinte dall’entusiasmo. Lo spread italiano in calo è preso come simbolo di questa euforia. Poi, nel caso particolare dell’Italia c’è la speranza che entro 50 giorni si formi il nuovo governo.

La banca di Tokyo, intanto, spinge per risollevare l’economia locale che da almeno 20 anni sembra intorpidita da una gestione poco lungimirante delle finanze nazionali.

L’Australia in crisi finora aveva resistito

 Quanti giovani, anche partendo dall’Italia, si dirigono in Australia per cercare lavoro? Sicuramente tanti, desiderosi di cambiare aria, d’imparare la lingua, di approfittare di un paese scarsamente popolato. Si va in Australia per salvare le tartarughe, per guardare i canguri, per coltivare i campi.

Quanto è ricca l’Australia

Eppure, non basta questa disponibilità di terreni e natura a rendere salutare l’economia del paese in questione. Anche l’Austrialia, in fondo, è entrata in crisi e gli ultimi dati legati al mondo del lavoro, lo dimostrano bene.

L’economia australiana ha passato un periodo davvero interessante e positivo che faceva pensare che l’ascesa del paese fosse quasi “infinita”. Poi il dollaro australiano, sul mercato ForEX, è stato vittima di una battuta d’arresto. La prima spia utile per intuire che qualcosa non andava.

Australia, Regno Unito, Canada e il mondo ForEX

Adesso la pubblicazione dei dati sul tasso di disoccupazione registrato alla fine di marzo, confermano il sentiment. In Australia, infatti, la disoccupazione è aumentata dal 5,4 al 5,6 per cento in un mese. Questo vuol dire che il numero dei disoccupati è salito a 36100 unità.

Il dollaro australiano non ha reagito per niente bene alla notizia: c’è stato un incremento delle vendite ed ora è partita la rincorsa al vecchio tasso di cambio con il dollaro. Il cambio EUR/AUD, invece, resta a quota 1.2420.

E’ davvero tutta colpa della Germania?

 In Europa sembra che ormai fare parte del Vecchio Continente sia soltanto un modo per tentare di andare in bailout, in bancarotta. Per diversi mesi si è pensato che le diverse crisi, come quella di Cipro, quella della Slovenia, quella della stessa Grecia, fossero un effetto della fragilità dei loro sistemi bancari.

L’Europa e gli alert del resto del mondo

Certo gli istituti di credito hanno un grosso problema, ma in seconda battuta i problemi si sono legati al fatto che i paesi indicati hanno fatto degli sforzi enormi per non uscire dall’euro. La permanenza nella moneta unica, è come una scatola con il doppio fondo: quello che si vede è che non uscire dall’euro è importante per la sopravvivenza del paese in crisi, ma quello che si lascia intendere, il doppio fondo, è che tutto è fatto per sostenere l’economia tedesca.

Cipro cambierà l’Europa, lo dice la Germania

Insomma, per farla breve: è colpa della Germania se l’Europa è in crisi. Un assunto che sta prendendo piede ma che per troppi analisti sembra addirittura eccessivamente facile. La Germania sta diventando il capro espiatorio di questa crisi europea anche per il fatto di sostenere con svariate elargizioni, anche i fondi di solidarietà.

Quello che si teme è che molti altri paesi, magari capitanati dalla Francia che per i problemi strutturali che sta affrontando non è più in grado di fare da contraltare a Berlino, si uniscano contro la Germania facendo crollare il suo sistema economico.

Le quotazioni dell’oro secondo Goldman Sachs

 L’oro, per diversi mesi, è stato dato in ascesa. Anzi, molti analisti si sono spinti a dire che l’oro sarebbe cresciuto per tutto il 2013 fino anche ai 2000 dollari l’oncia. Poi, l’inversione di tendenza delle previsioni davanti ad un sostanziale “immobilismo” del metallo prezioso. Si è visto infatti che l’oro continuava a non crescere e anche da parte dei paesi emergenti c’era un rallentamento nella definizione degli stock auriferi.

Qualche errore comune per chi investe nell’oro

Ha iniziato con i dubbi la Société Générale ed ha continuato poi Ubs. Adesso è la volta di Goldman Sachs che fondamentalmente conferma il sentore delle altre due banche d’affari.

Morgan Stanley e la nuova visione sull’oro

L’americana Goldman Sach ha detto che per il biennio 2013-2014 ci sarà un taglio delle stime sul prezzo dell’oro che dovrebbe scendere quest’anno fino a quota 1450 dollari per oncia e arrivare l’anno prossimo fino a 1270 dollari.

Goldman Sach, fino a questo momento, aveva creduto nella spinta rialzista di questo bene rifugio. Adesso è tornata sui suoi passi per diversi motivi che sono stati tutti approfonditi dalla banca d’affari americana.

In primo luogo ci si aspetta una flessione del tasso inflazionistico che, come conseguenza ha l’aumento dei tassi d’interesse reali. In più la nuova strategia della Fed potrebbe ulteriormente cambiare le carte in tavola e far crollare il prezzo dell’oro.

Altri come Geroge Soros, ritengono che l’oro non debba nemmeno più essere considerato un bene rifugio.

In Giappone aumenta il Nikkei e perde lo yen

 La Fed condiziona il mercato Forex con le sue minute: sembra infatti che l’economia americana sia in una fase di espansione e non ci sia più bisogno del piano di quantitative easing precedentemente studiato. Anzi, tutto fa pensare che il QE si chiuderà entro l’anno.

Intanto la moneta unica del Vecchio Continente perde terreno sia dal dollaro che dallo yen. Eppure, la valuta nipponica, stando alle ultime osservazioni, è sempre in fase calante visto che la banca centrale giapponese ha deciso di svalutarla al fine di rilanciare l’economia.

Inflazione e stabilità dei prezzi nel discorso di Draghi

La borsa di Tokyo, nella prima seduta di contrattazioni seguita alla pubblicazione delle minute, ha chiuso in rialzo con l’indice Nikkei-225 dato al +1,96% fino a 13.549 punti.

Questo lieve ma importante rialzo, secondo molti analisti, dipende dal deprezzamento dello yen che è costantemente “in caduta libera”, ma dipende molto anche dal sentiment degli investitori che si stanno muovendo con prudenza nel mercato finanziario.

Draghi sulla guerra tra valute

Il Nikkei, in termini statistici è comunque ai livelli massimi raggiunti dal luglio 2008, quindi, praticamente, dall’inizio della crisi globale. Oggi sembra essere spinto verso l’alto soprattutto dai dati dell’export di aziende importanti come Bridgestone, Honda e Toyota.

L’unica variabile che potrebbe impensierire i mercati giapponesi è la Corea del Nord e il ritorno dell’incubo nucleare.

La Fed condiziona il mercato Forex

 La Fed come anche la Bce riesce a condizionare in modo importante il mercato valutario. In questi giorni a finire sull’ottovolante è stato il dollaro dopo una serie di minute pubblicate proprio dalla Fed.

Il dollaro, però, non è riuscito ad andare oltre la soglia dei 100 yen, probabilmente per il fatto che si aspetta un altra mossa della Fed, magari l’annuncio di una riduzione del piano di acquisto di titoli, il famoso quantitative easing, già alla fine del 2013.

L’evoluzione del cambio euro/dollaro

Se il dollaro oscilla, ci sono delle ripercussioni anche sull’euro e infatti nella mattina dopo le minute della Fed lo scambio si è assestato intorno ad 1.3072 nella sessione asiatica degli scambi. L’euro, in pratica ha perso lo 0,001% rispetto al dollaro, anche se ha contestualmente guadagnato terreno rispetto alla sterlina e perso nei confronti dello yen lo 0,05% del suo valore.

A cosa prestare attenzione per investire nel Forex

Le minute della Fed, ad ogni modo, lasciano intendere che entro la metà dell’anno ci sarà una riduzione del QE con il passaggio entro la fine dell’anno ad un piano d’acquisti pari a zero.

Questi documenti, secondo molti analisti, sembrano molto aggressivi. Altri, interrogati sull’argomento, ritengono che tutto dipende dal fatto che la situazione economica americana è in una fase non positiva e si cercano strumenti per nasconderlo agli investitori.

L’Europa e gli alert del resto del mondo

 Nel caso di Cipro gli avvertimenti sulla crisi sono arrivati troppo tardi. Per la Slovenia, invece, sembra che il monito sia già attivo ma è anche vero che il management del paese sta già mettendo le mani avanti dicendo che non serviranno aiuti.

La crisi Slovena spiegata in 2 step

In realtà, al di là del singolo stato, è l’Europa nel suo complesso a soffrire e per questo da più parti arrivano degli avvertimenti. Per esempio dal Regno Unito, che dal 2008 è ha subito una battuta d’arresto per la sua economia, arriva l’annuncio dell’Europa sprofondata in una “depressione quasi infinita”. Chiaramente il Regno Unito è interessato ad un’inversione di tendenza al fine di non perdere un partner di rilievo.

Cipro cambierà l’Europa, lo dice la Germania

Il grido inglese non è solitario visto che anche secondo il capo economista di Ivesco Perpetual, spiega che il PIL della zona euro tra il 2013 e il 2014 sarà in calo. La stima è quella di una crescita negativa dello 0,2 per cento del PIL.

La situazione potrebbe essere ulteriormente aggravata anche da quello che è accaduto a Cipro, visto che adesso le banche, per evitare l’effetto domino, potrebbero ridurre i prestiti per famiglie e imprese nell’immediato futuro. L’austerità che è già la norma nel Vecchio Continente, potrebbe essere il suo colpo di grazia.