La Germania si mette dalla parte dell’Italia

 Quanto l’Europa ha proposto il prelievo forzoso sui conti deposito di Cipro, come conditio sine qua non salvare l’isola, a parte le proteste vive dell’amministrazione del paese, ci sono stati degli analisti che hanno visto in questa proposta di salvataggio un modello da replicare in Europa. Ma con chi? Con i paesi periferici in crisi tra cui abbiamo la Spagna e l’Italia.

Lo spread vola dopo il gran rifiuto a 5 stelle

Nel nostro paese sono profilerati sondaggi sul prelievo forzoso che hanno dimostrato i timori degli italiani: vedersi rubare da sotto gli occhi, la rendita sudata con il lavoro di accontonamento di una vita.

Svelato uno dei problemi delle banche di Cipro

Sondaggi a parte l’analogia tra Cipro e l’Italia è stata fornita agli investitori su un piatto d’argento, condita dalle recenti minacce rivolte all’Italia circa un nuovo possibile downgrade. Poi ci ha pensato la Germania a riequilibrare gli animi. A parlare, ancora una volta, è il ministro delle Finanze tedesco, Schaeuble che, in un’intervista al Bild, ha deciso di rassicurare l’Italia: la nostra condizione non è come quella di Cipro e non c’è niente di cui preoccuparsi.

I risparmiatori tedeschi che si erano esposti molto sul fronte delle banche cipriote, dicono che i loro investimenti, in Europa, sono ancora al sicuro e quello che è successo a Cipro è da considerare un caso unico.

 

La Francia ci prova con la supertassa per i calciatori

 La Francia che è considerata da più parti il prossimo paese del Vecchio Continente a cadere sotto la spinta della crisi, prova a mettere in campo quelle riforme strutturali e fiscali che tanto hanno richiesto dalle alte sfere d’Europa.

A livello di tassazione, il paese di Hollande, ha pensato bene di partire dal mondo del calcio. Per esempio il Paris Saint Germaine che dovrà affrontare la sfida europea con il Barcellona, è praticamente la squadra più ricca della Francia e presto avrà anche la quantità maggiore di tasse da pagare all’amministrazione pubblica.

La crisi francese e le altre fratture europee

La notizia è stata data al club calcistico più ricco del paese proprio dal ministro per l’economia Jean-Marc Ayrault che ha proposto una tassa del 75 per cento sullo stipendio dei calciatori che guadagnano più di un milione di euro. A pagare questa tassa, quindi, dovranno essere le squadre, i club.

L’UE vuole tassare il calciomercato

Il provvedimento era stato bocciato in prima battuta dalla Corte costituzionale perché prevedeva che le tasse fossero pagate dai calciatori. Poi la tassa, fortemente voluta da Hollande, è stata modificata ed ora rappresenta l’imposta dei club. Gli atleti sono salvi ma si deve attendere comunque il parere della Corte di giustizia amministrativa che potrebbe chiedere altri aggiustamenti. Nel 2014, quindi ci potrebbe essere una terza versione dell’imposta che secondo le previsioni dovrebbe scendere al 66 per cento per i redditi superiori a 1 milione di euro ed essere accompagnata da una tassa del 49 per cento per i redditi superiori a 500 mila euro.

 

Il debutto “lussuoso” di Moleskine

 Moleskine, adesso è davvero pronta per il debutto in borsa e non si può dire certo che non abbia ragione visto che sta preparando l’evento, in modo accurato, dall’inizio dell’anno. Il suo ingresso a Piazza affari sarà un ingresso in grande stile con il passaggio, il 3 aprile, nel segmento Star.

Le agendine che sbancano a Milano

L’azienda in questo momento può farsi forte del traguardo: l’essere riuscita nella quotazione. In realtà un’altra grande soddisfazione è già pronta: essere la terza debuttante a Piazza Affari dopo Ferragamo e Cucinelli. Insomma arriva dopo due griffe di lusso e sembra essere in linea con le loro quotazioni.

Moleskine pronta al ballo finanziario delle debuttanti

L’arrivo di Moleskine in borsa è senz’altro emblematico visto che il mercato oggi e il contesto economico nel quale avviene la quotazione non è del tutto linerae. Ci sono tanti brand che hanno cercato la rinascita quotandosi anche a tassi elevati. Per Moleskine, il successo, arriva dalla considerazione della domanda degli investitori che sono stati 3,7 volte superiori all’offerta di azioni.

Questo livello della domanda che è alto ma non elevatissimo, ha consentito anche di avere un buon prezzo per l’Ipo: ben 2,3 euro che sono la giusta misura tra i 2 euro considerati soglia minima e i 2,75 euro considerati soglia massima.

La capitalizzazione che deriva da tutto l’affare è di ben 488 milioni di euro, cui, a livello di dati bisogna aggiungere il fatturato di 78 milioni di euro.

Riprendono le assunzioni alla City di Londra

 Nel primo semestre del 2013 la notizia è che nella City di Londra dovrebbero riprendere le assunzioni e questo movimento rappresenterebbe un’inversione importante del trend. La ricerca a riguardo è stata fatta dalla Cbi, che è una specie di Confindustria inglese che racconta come tutto il sistema dei servizi finanziari sia riuscito a creare ben 2000 nuovi posti di lavoro.

Shopping londinese per gli emiri

Sembra che ci sia stato un boom di utili e che questo successo sia inaspettato in un settore che a partire dal 2008 è sempre stato al centro di oscillazioni imprevedibili e scandali finanziari.

Cipro porta in alto i listini europei

Secondo la Cbi, in questo momento, sono stati assunti già 2000 lavoratori ma presto gli occupati reali cresceranno di altre 2000 unità. Si può fare una stima così precisa partendo dall’analisi delle aspettative finanziarie di ben 96 società che nel parlare di loro stesse hanno compilato con criterio il questionario di PriceWaterhouseCoopers.

L’aspettativa sarà quindi quella di una crescita di posti di lavoro con l’obiettivo di impiegare professionisti che svolgono diversi lavori. Se si considera che gli ultimi trimestri del 2012 si erano chiusi con un saldo negativo degli occupati nella City, si capisce allora l’importanza di questo segnale che arriva dal cuore di Londra. La Gran Bretagna, insomma, sta evitando con le unghie e con i denti, una recessione che non saprebbe fronteggiare.

In generale, una famiglia su due non ha le finanze a posto

 La casa non è una spesa per tutte le famiglie italiane nel senso che nei prossimi tre anni, ci saranno moltissime famiglie, soprattutto quelle composte da giovani, a non poter più sostenere i costi dell’abitazione di proprietà tra mutuo, bollette e costi vari. L’analisi in questione, che abbiamo avuto modo di approfondire, è stata siglata dalla Cgil, ma c’è un’altra indagine, più generale, portata avanti dalla Genworth che spiega che il 50 per cento delle famiglie del nostro paese non è finanziariamente al sicuro per il futuro.

Le offerte di Webank e BNL per i mutui di aprile

L’indagine Genworth che definisce l’omonimo indice, non fa che aggravare la considerazione degli investitori sul nostro paese. Infatti nell’ultimo report si spiega che le famiglie italiane sono molto preoccupate per l’avvenire perchè la loro sicurezza finanziaria è  a rischio. In primo luogo bisogna prendere atto di una riduzione del 3,9 per cento del reddito reale e poi bisogna fare un paragone con il resto d’Europa dove anche gli spagnoli sono più sicuri di noi.

Le prossime scadenze fiscali

Secondo l’Indice Genworth, nel nostro paese, soltanto l’1 per cento delle famiglie si può ritenere davvero al sicuro dal punto di vista finanziario mentre la vulnerabilità economica interessa almeno il 47 per cento delle famiglie che adesso attendono il miglioramento della situazione ma sono comunque alle prese con delle grosse difficoltà. L’indice Genworth che misura la sicurezza delle famiglie sotto il profilo finanziario dice che l’Italia è precipitata al livello 11, che è poco al di sopra del Portogallo a quota 6 e della Grecia a quota 1. La Spagna, invece, resta su un gradino superiore a 17 punti. Nel 2009 il nostro indice Genworth era a 30 punti.

La casa non è una spesa per tutte le famiglie italiane

 L’Italia è in crisi economica e tutti gli indicatori che arrivano dal mercato fanno pensare che la situazione sia lenta a migliorare. Secondo l’ultimo rapporto della Cgil che potrebbe incidere molto sulla reputazione del nostro paese, la spesa per la casa non è sostenibile per 3 milioni di famiglie che in passato avevano acquistato un immobile in tutta tranquillità.

La comunicazione sui lavori energetici pluriennali

Nei prossimi tre anni, secondo lo studio dell’osservatorio del sindacato, ci dovrebbero essere circa 300 mila nuclei famigliari in procinto di perdere l’abitazione. Il problema è che il costo medio di una casa, in questo momento, qualora fosse di proprietà, è di circa 1150 euro. Gli affitti sono triplicati in un decennio e in termini percentuali si racconta di un incremento del 130% o anche del 150 per cento sui contratti di nuova registrazione e sui contratti rinnovati. Il dato che più sconvolge e in qualche modo sembra nuovo, riguarda invece sfratti e pignoramenti che coinvolgono in modo particolare i giovani, in difficoltà con il pagamento del mutuo.

Vantaggi e svantaggi del pagamento dell’affitto

Il conto della crisi quindi è molto salato per 3 milioni di famiglie che non sono quelle che affollano centri benessere, località di vacanza e ristoranti. Insomma la spesa che non si può più fare non è quella per le vacanze, oppure quella per il ristorante o quella per una serie di divertimenti che pure sono stati ridotti. Adesso non si riescono a sostenere più le spese per la casa, le bollette, il mutuo e tutto quello che c’è nel mentre.

Commissario per la Parmalat legato all’affare Lactalis

 Contro l’azienda francese Lactalis, in questi giorni, si è scagliato un tribunale emiliano che ha spiegato come l’azienda, nell’acquisto della Lactalis American Group abbia perso coscientemente dei soldi. La controllata americana del gruppo francese, infatti, non rappresentava affatto l’affare presentato ai media.

Goldman Sachs contro Beppe Grillo

Per capire meglio i dettagli dell’operazione, quindi, è stato delegato un commissario che dovrà vederci chiaro nella valutazione da 959 milioni di dollari fatta per l’azienda americana.

Piazza Affari è crollata

Tutto è partito dal tribunale di Parma che sta indagando a fondo nella gestione della Parmalat e per farlo ha nominato un commissario ad acta che è avrà almeno due funzioni: la rpima è quella di ispezionare a fondo i conti dell’azienda Parmalat, il secondo è quello di supervisionare sulle attività del collegio sindacale che era attivo al momento dell’acquisizione della Lactalis American Group, la quale è controllata da Lactalis che detiene l’83 per cento del capitale di Parmalat.

Un’operazione in grande stile insomma, dove non si era mai visto un tribunale prendere posizioni così decise nei confronti di un’azienda. Insomma, il sospetto, che sarà tutto da confermare, è che l’acquisizione di cui abbiamo parlato sia stata dannosa per Parmalat ma che Parmalat fosse a conoscenza dei danni e delle perdite di valore cui andava incontro.

Il variabile di ING Direct come alternativa

 Il mutuo variabile Webank con lo sconto di aprile è la migliore offerta, per MutuiSupermarket, di mutui a tasso variabile. CheBanca è la migliore dopo Webank ma esiste anche una terza alternativa che è per l’appunto ING Direct.

Intesa Sanpaolo e ING Direct per i mutui più vantaggiosi

Il mutuo Arancio variabile, proposto dall’intermediario citato, è pensato come un finanziamento di 140 mila euro da rimborsare in 30 anni. Le sue condizioni prevedono che le prime due rate siano di 637,61 euro ad un tasso variabile del 3,61%. Dalla terza rata in poi si pagano 602,71 euro.

Scadono a marzo offerte e moratoria

Il TAEG è del 3,39 per cento e la convenienza del prodotto si evince anche dal tasso che è soltanto del 3,31 per cento. Il tasso è dato dalla somma tra l’Euribor a 3 mesi fissato allo 0,21% e lo spread del mutuo al 3,10%. Il TAEG, oltre al costo degli interessi, comprende anche le spese nazionali, le spese ricorrenti e l’imposta sostitutiva.

Le spese iniziali sono pari a zero e comprendono istruttoria, perizia e assicurazione scoppio e incendio. Sono pari a zero anche le spese ricorrenti mentre l’imposta sostitutiva parte da 350 euro fino allo 0,25% dell’importo del mutuo erogato.

CheBanca la migliore dopo Webank

 Nonostante il suo mutuo non sia tra quelli più conveniente di aprile 2013, l’istituto di credito in questione, offre comunque un prodotto molto conveniente a tasso variabile che nella ricognizione di MutuiSupermarket si configura come seconda migliore offerta.

Le offerte di Webank e BNL per i mutui di aprile

Prima c’è il mutuo variabile Webank con lo sconto di aprile poi l’offerta di CheBanca che partendo sempre da un importo di 140 mila euro da rimborsare in 25 anni, propone una rata di 668,57 euro. Il tasso, somma dell’Euribor a 3 mesi e dello spread al 2,85% arriva fino al 3,06% ma poi si arriva al TAEG del 3,38% considerando anche spese iniziali, spese ricorrenti e imposta sostitutiva.

Nel dettaglio, le spese ricorrenti sono pari a zero euro, l’imposta sostitutiva è di minimo 350 euro fino ad un massimo dello 0,25% sull’importo erogato. Le spese iniziali, invece, sono abbastanza corpose, pari a 3609 euro. Le spese iniziali comprendono le spese d’istruttoria pari a 1000 euro, le spese di perizia di 250 euro, l’assicurazione scoppio e incendio di 525 euro e l’assicurazione infortunio e disoccupazione di 1834 euro.

Intesa Sanpaolo e ING Direct per i mutui più vantaggiosi

Secondo MutuiSupermarket i vantaggi di questo prodotto sono nell’erogazione del mutuo all’atto, nella possibilità di addebitare la rata sul conto corrente e nell’assenza di spese per l’incasso della rata.

L’importo minimo finanziabile è di 50 mila euro e l’importo massimo non può superare l’80 per cento del valore dell’immobile, il minore tra prezzo d’acquisto e valore di perizia.

Il mutuo variabile Webank con lo sconto di aprile

 Webank offre un mutuo scontato per tutti i mututari che vogliono attivare un finanziamento entro il 30 aprile 2013. Abbiamo già visto le offerte di Webank e BNL per i mutui di aprile ma non abbiamo preso in esame nessuno dei mutui a tasso fisso e variabile nello specifico.

Intesa Sanpaolo e ING Direct per i mutui più vantaggiosi

Nella ricognizione di MutuiSupermarket, la miglior offerta a tasso variabile di Webank è così composta: per un mutuo di 140 mila euro da rimborsare in 30 anni, la rata mensile calcolata è di 606,45 euro. Il TAEG d’ingresso è di 3,28% e comprende il tasso, le spese iniziali, le spese ricorrenti e l’imposta sostitutiva. Il tasso è molto vicino al TAEG ed è del 3,21 per cento. Dipende dalla somma tra Euribor a 3 mesi (0,21%) e spread del 3 per cento. Le spese iniziali e quelle ricorrenti sono di 0 euro. L’imposta sostitutiva è di 350 euro.

Scadono a marzo offerte e moratoria

I vantaggi esplicitati per questa offerta sono l’assenza di spese, l’assicurazione scoppio e incendio gratuita a l’assenza di spese per l’apertura del conto corrente. Il mutuo che abbiamo descritto è rivolto alle persone fisiche residenti in Italia da almeno tre anni, con l’età massima di 60 anni.

Le finalità del mutuo sono acquisto prima e seconda casa oppure ristrutturazione delle unità immobiliari.