Easyjet sfida Alitalia sulla tratta Milano-Roma

 È di pochi giorni fa la notizia della volontà di Lufthansa di mettere le mani sulla Brussels Airlines, ma le notizie dal mondo “aereo” sono sempre più numerose. L’ultima in ordine cronologico riguarda il nostro paese: dall’8 aprile, infatti, EasyJet intensifica i voli sulla tratta Milano-Roma. Se prima si parlava di 6 voli giornalieri, adesso ci saranno 4 opportunità in più, i voli infatti, saranno 10.

Lufthansa ci prova con Brussels Airlines

Anche i prezzi proposti dalla EasyJet sembrano molto competitivi, visto che si andrà dai pacchetti fissi, cosiddetti chiusi di circa 30 euro, per l’esattezza 29,75 € fino ai 90 euro dei viaggi flessibili, quelli in cui si ha la possibilità di cambiare orari e giorni di partenza ed arrivo.

EasyJet tra i grandi della Borsa

Sulla nuova tratta Linate-Fiumicino saranno attivati più voli ma la qualità del servizio sicuramente immutata. Per esempio ci sarà il misuratore di bagagli, ci saranno i sedili costruiti con materiali che alleggeriscono il peso degli aeromobili con conseguente risparmio di carburante.

Il minimalismo, dunque, è la parola d’ordine, ma in tutta questa storia a farla da padrone è la sfida implicita che Easyjet lancia ad Alitalia. L’obiettivo che poi è nelle corde di Carolyn McCall, ad di EasjJet, è quello di raggiungere circa 350 mila passeggeri all’anno sulla tratta Milano-Roma.

Le donne al Sud lavorano meno

 Ci sono almeno due elementi che possono influenzare in modo deciso il rating del nostro paese: la situazione economica e la situazione lavorativa. Per quanto riguarda il panorama economico, in questo momento, non ci sono grossi barlumi di speranza visto che anche Mario Draghi ha posticipato la ripresa al 2014.

Le imprese attanagliate dal pessimismo

Il settore lavorativo-professionale, purtroppo, non va meglio e l’ultima ricerca che riguarda l’occupazione femminile nel paese, non depone e favore dell’Italia. I dati sono forniti dall’Istat e riguardano il 2012. In pratica si parla del tasso di disoccupazione tra i giovani e dell’inattività degli italiani, nonché della distribuzione geografica dei posti di lavoro.

La crescita dell’Europa è ancora lontana

Quello che emerge è che il tasso di disoccupazione femminile nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 24 anni, è salita fino al 49,9 per cento. Un dato preoccupante, aggravato dalla presa di coscienza del fatto che le donne inattive tra i 24 e i 60 anni sono addirittura il 60 per cento della popolazione.

Nel 2012, si scopre che una donna su cinque, residente nel Sud del paese, era disoccupata e questa quota di “non lavoratrici” è cresciuta in un anno, dal 2011 al 2011 del 3,2 per cento. I dati, però, non sono indicativi di una situazione di discriminazione visto che anche per gli uomini, questi non sono tempi d’oro. Al Sud, infatti, la disoccupazione maschile è in crescita del 3,8 per cento fino al 15,9 per cento e se poi si fa una zoom tra i giovani, quelli tra i 15 e i 24 anni, di scopre che i disoccupati sono il 45,1 per cento.

Via al progetto PiùBorsa

 La Borsa Italiana sta attraversando un momento di crisi e l’osservazione più semplice che viene fatta riguarda è che in Borsa non ci sono le azioni rappresentative del panorama industriale italiano. Da questo spunto parte il progetto PiùBorsa.

Tutte le borse chiudono in rosso per colpa di Cipro

I dati in possesso delle autorità raccontano che nel 2012 le società quotate nel listino principale del nostro paese sono diminuite: erano 263 e sono diventate 255. Alla fine dell’anno, complessivamente, la capitalizzazione di Piazza Affari è stata di 364,1 miliardi di euro che sono il 22 per cento del PIL.

Quello che però colpisce in tutta questa storia è che il listino italiano non rispecchia la situazione del nostro paese. In Italia, infatti il 77,5 per cento del tessuto produttivo è rappresentato dalle Piccole e Medie Imprese, le PMI che sono anche il 16,4 per cento delle aziende quotate in borsa.

La recessione dell’Italia non deve sorprendere

Per tutti questi motivi sia la Consob che gli operatori del mercato hanno deciso di dare il via al progetto PiùBorsa, pensato come un memorandum per agevolare la quotazione in borsa delle PMI. Il progetto prevede un percorso di education, dei servizi di consulenza, l’assistenza nelle attività di quotazione e l’avvio sul mercato delle debuttanti. rto invece 14,25 dollari per azione. tati al servizio.

I tempi dettati da Bipiemme

 BPM ha deciso di fare sul serio e di accorciare i tempi per il tanto agognato debutto in borsa. In questo momento, infatti, dopo che è stata deliberata la presentazione dell’istanza di autorizzazione a Bankitalia, la banca aspetta il sì dell’assemblea.

La cessione del quinto fatta con Bipiemme

Bipiemme recupera terreno in borsa e i tempi sembrano ormai maturi per “completare l’opera”. Lo scadenziario inizialmente previsto per la trasformazione in società per azioni, ha subito un’importante accelerazione. La BPM, infatti, ha convocato un’assemblea straordinaria di tutti gli azionisti per il 21 e il 22 giugno prossimi. Le cose da votare, all’ordine del giorno, sono diverse: in primo luogo si discuterà dell’aumento di capitale da 500 milioni di euro e poi si attende il placet per la trasformazione in SPA.

A far credito alle aziende ci pensa Bipiemme

Il progetto di passaggio dallo status di banca popolare a quello di società per azioni è già stato presentato alla Banca d’Italia. Non si tratta di uno smacco all’assemblea dei soci ma soltanto di un passaggio obbligato, visto che da via Nazionale potrebbe arrivare anche l’invito a fare degli aggiustamenti.

Preoccupazioni che rispecchiano un atteggiamento prudente, anche troppo, visto che in genere, quando si decide di compiere un passo così importante, si ha sempre il benestare delle autorità.

Bilancia commerciale italiana in fase di miglioramento

 L’economia italiana non sembra essere in una fase di ripresa e anzi, dall’Europa, arriva il monito riguardo il deficit che in questo momento rappresenta in Italia il 2,9 per cento del PIL. Eppure la bilancia commerciale dà indicazioni diverse, fa quasi ben sperare sul futuro tricolore.

Saldo positivo per l’export italiano

La certificazione della situazione arriva dall’Istat che parla di un surplus della bilancia commerciale di ben 704 milioni di euro che sono un risultato positivo soprattutto in relazione a quanto successo a gennaio, quando la bilancia ha accusato un deficit di 1,5 miliardi di euro. In generale, a livello mensile, le esportazioni sono diminuite del 5,7 per cento, ma quello che ha maggiormente colpito gli analisti è la crescita del flusso import-export verso la Russia. A questo flusso fa da contraltare anche il calo delle vendite in Cina.

L’Istat registra il dimezzamento del deficit extra Ue a Gennaio

L’Istat, nell’analizzare la bilancia commerciale con i paesi extra UE ha notato anche un aumento delle esportazioni rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Si parla di una crescita delle esportazioni del 2,1 per cento e di una diminuzione delle importazioni del 12,4 per cento. In generale, in termini che potremmo definire congiunturali, c’è stata una flessione sia nelle esportazioni che nelle importazioni, rispettivamente del 5,7% e del 3,4%.

Il rischio dell’Italia sul deficit

 L’Italia sta correndo un grande rischio in relazione al suo deficit ed è già stato dato l’allarme in Europa visto che in questo momento, se l’economia del Belpaese continua con questa andatura, non ci sono speranze si uscire dalla procedura UE.

Strategie per uscire dalla crisi

Le indiscrezioni, stavolta, sono attribuite niente di meno che al commissario degli Affari Economici dell’Unione Europea, Olli Rehn che si è appellato al fatto che per il 2013 il deficit del nostro paese sarà fisso al 2,9 per cento e questo non consentirà di chiudere la procedura d’infrazione contro il nostro paese. Una chiusura che in realtà è auspicata da più parti.

L’accordo europeo sui bilanci degli stati membri

A rispondere per le rime alle accuse di Rehn ci ha pensato Mario Monti, oggi Senatore della Repubblica che parla di un decreto imminente e dell’uscita entro aprile 2013 dalla procedura UE. Nello stesso decreto saranno inseriti i 40 miliardi per le imprese.

Non è certo una soluzione definitiva per la crisi che interessa il nostro paese e infatti sia Confindustria che Confcommercio hanno accolto questa proposta con molta freddezza. Il problema, comunque, resta, perché il deficit pari al 2,9 per cento del PIL non è adeguato al rilancio dell’economia, non consente di mettere al sicuro i conti della pubblica amministrazione e via dicendo.

Altre due proposte per Dell

 L’azienda Dell non se la passa bene e per questo sta cercando nuovi acquirenti che salvino le finanze dell’azienda e consentano al colosso informatico di proseguire sulla sua strada. Circa un mese fa è stata messa a punto la prima offerta, quella presentata dal fondatore dell’azienda Michael Dell che si è appoggiato al fondo di private equitiy Silver Lake Partners e a Microsoft.

► Microsoft rileva Dell

Un’offerta, tra l’altro anche molto interessante, visto che l’operazione, in totale costa 24,4 miliardi di dollari, il che vuol dire che agli azionisti, saranno consegnati 13,65 dollari per ogni azione, a fronte degli 11 euro che potrebbe dare loro la borsa. L’acquisizione, in questo piano, dovrebbe concludersi entro il secondo trimestre fiscale del 2014.

Windows cambia leader

Adesso sul piatto della bilancia ci sono altre due offerte alternative: una presentata da Carl Icahn, un investitore molto noto a Wall Street, e la seconda presentata da un fondo gestito da Balckstone group. Entrambe queste offerte dovranno però essere passate al vaglio del consiglio di amministrazione dell’azienda.

In termini economici sembra che Icahn abbia offerta 15 dollari per ogni azione, mentre ha giocato al rialzo ma si è mantenuto più basso il Blackstone management associates che ha offerto invece 14,25 dollari per azione.

Più patronati attivi per i disservizi legati al Cud

 Scaricare il CUD dal sito INPS è stato più difficile del previsto, tanto che l’Istituto nazionale di previdenza sociale, con il messaggio 5024 del 22 marzio 2013, ha deciso di allargare gli sportelli dai quali i pensionati possono scaricare la certificazione unica. Adesso, quindi, i pensionati possono ritirare gratis il CUD anche nei patronati.

Come funziona il CUD online

Molti pensionati che non hanno a disposizione un computer e non possono scaricare per via telematica la certificazione unica, adesso hanno una possibilità in più. La grande novità del 2012, infatti, è che la certificazione non arriva per posta ma si riceve soltanto sfruttando la rete. Per chi avesse fiducia negli strumenti telematici, l’indicazione di massima è questa: loggarsi sul sito INPS tramite il PIN d’accesso e poi andare nella sezione “Servizi al cittadino”.

Entro febbraio deve essere pronto il CUD

Le alternative, comunque, per i cittadini che non sono alfabetizzati dal punto di vista informatico, ci sono. Gli altri canali di comunicazione tra l’INPS e i cittadini sono stati esposti brevemente nella circolare numero 32 del 26 febbraio scorso ma ci sono altri due messaggi dedicati allo stesso tema, il numero 4428 del 13 marzo e il 4909 del 21 marzo.

In questi ultimi due documenti si spiega da un lato l’iter da seguire per ottenere l’invio del CUD tramite posta elettronica e dall’altro si enuncia il percorso per avvalersi invece dell’aiuto dei Caf e dei professionisti abilitati al servizio.

Sempre più pesante il fisco sui salari italiani

 Secondo quanto emerge dal rapporto Taxing Wages del 2012 dell’Ocse, i salari degli italiani sono sempre più sotto la pressione del fisco: il cuneo fiscale, ovvero la differenza tra il salario lordo e quello netto, è arrivata al 47,6% nel caso di un single senza figli e al 38,3% per i lavoratori che hanno a carico una famiglia con due figli.
► Secondo l’OCSE cresce il costo del lavoro

La media dei paesi Ocse per il cuneo fiscale è del 35,6% per un single senza figli e del 26,1% per una famiglia con un reddito e due bambini, L’Italia, quindi, si posiziona ben oltre la media, stessa condizione che si rileva anche per quanto riguarda il salario medio netto degli italiani, ma al contrario, in quanto è molto più basso della media dei paesi Ocse: siamo, infatti, al 22° posto.

Il valore medio di un salario in Italia, infatti, è di 25.303 dollari (dato aggiornato al 2012), posizionandosi così al 22esimo posto sui 34 paesi aderenti all’Ocse: anche la Spagna, paese che si trova in una condizione anche più difficile di quella in cui versa il nostro paese, ha un salario medio netto superiore (27.500 dollari).

► Secondo l’Ocse è stato raggiunto un nuovo record del tasso di disoccupazione

Superiori alla media Ocse anche i dati che riguardano la velocità di crescita del cuneo fiscale sui salari: 0,8 punti percentuali dal 2009 al 2012, contro 0,6, per i single, e di 1,4 punti percentuali, contro 1,1, per le famiglie monoreddito con due figli.

La comunicazione all’anagrafe dei conti correnti

 L’anagrafe dei conti correnti per combattere l’evasione è stata messa a punto dall’Agenzia delle Entrate che nel presentare lo strumento ha anche spiegato che i primi dati sulle relazioni finanziarie attive nel 2011, ci sarà a partire dall’ottobre di quest’anno.

Ma il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, firmato dal direttore dell’Erario il 25 marzo, dà anche molte altre informazioni interessanti riguardo le modalità per la “comunicazione integrativa” all’anagrafe in questione. La prima informazione è un riepilogo per gli operatori finanziari, che dal primo gennaio hanno l’obbligo di comunicare tutte le movimentazioni bancarie utili ai controlli fiscali.

Sfuggire al fisco è sempre più difficile

Ma cosa dovranno comunicare nel dettaglio gli operatori finanziari? Con cadenza annuale dovranno trasmettere all’Agenzia delle Entrate, sia i dati identificativi dei correntisti, sia due saldi, quello al primo gennaio dell’anno di riferimento e quello relativo al 31 dicembre. Sarà poi fondamentale avere un rendiconto di tutte le movimentazioni fatte sui conti, divise per tipologia.

Per quanto riguarda i tempi si specifica che la comunicazione integrativa da parte degli operatori finanziari, deve essere fornita sempre entro il 20 aprile dell’anno successivo rispetto a quello cui si riferiscono le informazioni. Siccome la raccolta dei dati è iniziata adesso, i dati del 2011 saranno comunicati entro l’ottobre del 2013, mentre quelli del 2012 saranno raccolti entro il 31 marzo 2014.