Ultimi giorni per decidere il destino di Cipro

 Scade lunedì mattina il termine ultimo per Cipro che si trova in una situazione davvero difficile. L’Europa, infatti, come detto anche da Angela Merkel nei giorni scorsi, non è più disposta ad aspettare: se Cipro non riuscirà a trovare il modo di mettere insieme i 5,8 miliardi di euro necessari allo sblocco dell’aiuto europeo, non si potrà far nulla per evitare la bancarotta.
► L’Europa non ha più pazienza per Cipro

Questa mattina a Bruxelles c’è stato tra il ministro delle finanze Michalis Sarris e la Troika, al quale farà seguito quello con il presidente Nicos Anastasiades e l’Eurogruppo, due incontri molto importanti che si spera portino a decidere la soluzione migliore per il paese.

Sul tavolo delle discussioni il pacchetto di misure da 5,8 miliardi di euro necessario per accedere ai 10 miliardi di euro di aiuti promessi dalla Troika Ue-Bce-Fmi. Del pacchetto, al momento, Cipro ha approvato solo tre disegni di legge su nove, un numero non ancora sufficiente per garantire all’isola di evitare la bancarotta.

► Il punto sul salvataggio di Cipro

Quindi il discorso si concentrerà di nuovo sul prelievo forzoso dai conto corrente del popolo di Cipro, una misura osteggiata fin dall’inizio, ma che, arrivati a questa situazioni, sembra essere l’unica soluzione plausibile. Ma, rispetto al precedente piano, BCE e Cipro sembra vogliano ammorbidire le condizioni del prelievo: un prelievo forzoso del 25% sui depositi bancari superiori ai 100mila euro della Bank of Cyprus, e del 15% per i depositi delle altre banche.

 

Sarà una Pasqua di crisi?

 I primi mesi del 2013 sono stati particolarmente difficili per le attività commerciali italiane. Secondo i dati del rapporto stilato dall‘Osservatorio di Confesercenti, infatti, tra gennaio e febbraio del 2013 sono state chiuse più di 7mila attività commerciali tra bar, hotel e ristoranti, per un saldo negativo di 4.723 esercizi.
► Secondo Bankitalia l’instabilità politica minaccia la ripresa economica prevista per il 2013

Nessuna delle regioni italiane si è slavata da questa strage di attività: si sono persi 2.298 ristoranti, 1.933 bar e 492 tra le imprese attive nell’alloggio e nel catering, con una particolare concentrazione di chiusure in Lombardia, dove hanno chiuso 1.029 aziende (per un saldo di -584), poi in Emilia Romagna (-507), Piemonte (-473), Toscana (-408) e Veneto (-398).

Una situazione molto drammatica che, stando a quanto afferma la Confesercenti, non migliorerà neanche in occasione della Pasqua: pochi i turisti in arrivo dall’estero (tra il 10 e il 15% in meno rispetto allo scorso anno) e ancora di meno gli italiani che hanno deciso di spostarsi in questi giorni di vacanza.

► Rapporto Confcommercio sulla povertà in Italia

Al momento la flessione delle prenotazioni, sia tramite agenzia che direttamente alle strutture, hanno subito un calo del 20%, che potrebbe portare, se non ci sarà una ripresa dell’ultimo minuto, ad un calo del fatturato previsto per questo periodo pari al 30/40%, anche perché tra coloro che hanno già prenotato si è assistito ad un calo della spesa pro capite: l spesa media per il viaggio di Pasqua, quest’anno, si aggira intorno alle 300-400 euro per una vacanza di 4-5 giorni e di 200-300 euro per quella di tre giorni.

Secondo Bankitalia l’instabilità politica minaccia la ripresa economica prevista per il 2013

 Fabio Panetta, vice direttore generale della Banca d’Italia, è intervenuto questa mattina al Seminario dell’Associazione per lo sviluppo degli studi di Banca e Borsa in corso a Perugia, esponendo le difficoltà alle quali sta andando incontro il paese per uscire dalla crisi economica.

► Le imprese italiane non hanno fiducia nel futuro

Secondo Panetta, dall’inizio della crisi, il Pil del paese è sceso di 7 punti e sono stati persi, nel complesso, 600.000 posti di lavoro. Tanti anni di crisi durante i quali l’Italia si è trovata a dover gestire, oltre al difficile momento economico globale, anche il riacutizzarsi di questioni di debolezze strutturali tipiche del nostro paese, che, in un momento come questo, si sono manifestate in tutta la loro drammaticità.

Nell’arco di un quinquennio l’Italia ha dovuto far fronte alla crisi finanziaria, all’instabilità del mercato del debito sovrano e a due profonde recessioni.

Ma non è solo questo a preoccupare il vice direttore di Bankitalia, perché al momento la ripresa del paese, che dovrebbe iniziare già a partire dalla seconda metà dell’anno per poi prendere avvio con il nuovo anno, è minacciata dal clima di profonda instabilità politica:

► Consumi italiani ai livelli del 2004

Nelle ultime settimane sono riaffiorate incertezze circa l’evoluzione dell’economia italiana. La ripresa, pur moderata, prevista per la parte finale dell’anno, è minacciata dalla imprevedibilità del quadro politico interno e dal riemergere di turbolenze finanziarie nell’area dell’euro, che potrebbero incidere sulla fiducia degli operatori e sull’attività di investimento.

 

La situazione del reddito degli italiani

 Gli italiano hanno complessivamente 805 miliardi di euro di reddito da lavoro, con uno stipendio medio pro capite di 19.655 euro. Questo è quanto emerge dall’ultimo rapporto rilasciato ieri dal Ministero del Tesoro, che segue il rapporto della Confcommercio sulla povertà in Italia.
► Rapporto Confcommercio sulla povertà in Italia

La busta paga dell’italiano medio, quindi, ammonta a circa 19mila euro al mese, ma non tutti in Italia riescono a guadagnare questa cifra: il rapporto evidenzia la differenza di reddito tra il Nord e il Sud, con la Lombardia che si aggiudica il primato della regione con il reddito più alto (23.210 euro di stipendio medio pro capite) e la Calabria che si aggiudica la maglia nera con un reddito medio pari a 14.230 euro.

Tra questi due estremi, la metà degli italiani arriva a circa 15.723 euro, con un evidente divario tra i lavoratori autonomi che guadagnano 42.280 euro e i dipendenti che arrivano alla metà di questa cifra con 20.020 euro. Pensionati sotto la media con un reddito da pensione che arriva a 15.520 euro.

► Oltre la metà delle famiglie italiane è in crisi

La situazione del reddito degli italiani fa sì che circa 9,7 milioni di persone si trovino esentate dal pagamento dell’Irpef, l’imposta sulle persone fisiche che rappresenta una delle maggiori fonti di entrata per lo Stato, si tratta, prevalentemente, di contribuenti con livelli reddituali compresi nelle soglie di esenzione, ovvero di contribuenti la cui imposta lorda si azzera con le numerose detrazioni riconosciute dal nostro ordinamento.

 

Assunzioni Hydromania

 Hydromania, situato in provincia di Roma, è uno dei parchi acquatici italiani che attira il maggior numero di turisti in Italia. La sua offerta, infatti, è molto interessante, grazie alla presenza di moltissime attrazioni adatte sia ai grandi che ai piccini.

Al momento laElcamania Srl, la società che si occupa di gestire il parco acquatico, ha aperto le selezioni per la prossima stagione. Vediamo quali sono le posizioni aperte.

10 Animatori Centri Estivi
per candidarsi inviare Curriculm Vitae a [email protected].

20 Assistenti Bagnanti
per candidarsi inviare Curriculm Vitae a [email protected].

10 Baristi
per candidarsi inviare Curriculm Vitae a [email protected].

4 Baristi Con Mansioni Di Cassa
per candidarsi inviare Curriculm Vitae a [email protected].

3 Addetti Tavola Calda Self-Service
per candidarsi inviare Curriculm Vitae a [email protected].

3 Addetti Parcheggio
per candidarsi inviare Curriculm Vitae a: [email protected].

2 Assistenti Alla Clientela
per candidarsi inviare Curriculm Vitae a [email protected].

1 Addetto Gastronomia
per candidarsi inviare Curriculm Vitae a: [email protected].

I requisiti richiesti per partecipare alle selezioni per tutte le posizioni aperte presso Hydromania sono:

– età tra i 18 e i 35 anni;
– residenza a Roma;
– disponibilità per l’intera stagione (da giugno a settembre);
– esperienza pregressa;
– predisposizione al contatto con il pubblico.

 

Prossime assunzioni Ryanair

 Ryanair è ancora alla ricerca di personale da impiegare come Hostess e Stewart che viaggeranno sui suoi aeromobili nelle 1100 tratte al momento disponibili che coprono circa 30 paesi tra Europa e nord Africa. Fondata nel 1985 dall’irlandese Tony Ryan, nel tempo la Ryanair è diventata la compagnia aerea punto di riferimento e di confronto per tutti coloro che scelgono il low cost.

Continuano, quindi, le selezioni della Ryanair anche in Italia, attraverso i Recruiting day, le giornate durante le quali i responsabili del personale della compagnia selezionano le risorse più adatta a proseguire la formazione per diventare Assistenti di Volo.

I requisiti richiesti per partecipare alle selezioni per Assistenti di Volo Ryanair sono: maggiore età, conoscenza ottima dell’inglese, idoneità fisica e altezza minima di 1.57 cm.

Ottime le condizioni contrattuali offerte: turni di lavoro che prevedono 5 giorni di lavoro, 2 liberi, seguiti da 5 giorni di lavoro e poi 3 liberi, con stipendio tra i 1.100 e i 1.400 Euro netti al mese già nel primo anno di lavoro.

I prossimi Cabin Crew Day della Ryanair

Roma: 10 aprile 2013;

Bari: 11 aprile 2013;

Bologna: 16 aprile 2013.

Per partecipare alle selezioni è necessario inoltrare la propria candidatura attraverso il form che si trova alla pagina Recruitment Days.

 

L’Europa non ha più pazienza per Cipro

 Cipro è in condizioni molti difficili. Ha bisogno di aiuto per uscire dalla crisi in cui si trova, ma, se non riesce a trovare 5,8 miliardi di euro, non potrà accedere ai 10 miliardi di aiuti messi a disposizione dell’Unione Europea.

► Il punto sul salvataggio di Cipro

La prima opportunità data dall’Europa a Cipro per reperire i fondi necessari è stata quella del prelievo forzoso sui conto corrente dei ciprioti, decisione osteggiata e poi bocciata da cittadini ed istituzioni, che ha portato, ora, a decidere per la creazione di un fondo di solidarietà. Ma ancora non è stata presa nessuna decisione.

Il duro attacco nei confronti del Paese è arrivato da Angela Merkel, uno dei principali attori e decisori su questioni di concessione di aiuti ai paesi in difficoltà, che lamenta la ritrosia di Cipro a trovare un accordo con i creditori internazionali e con la Troika.

Il tanto discusso prelievo forzoso, quindi, sembra essere stato evitato, ma ora l’Europa ha fretta di capire se il fondo di solidarietà – un fondo dove potrebbero confluire gli asset statali e i futuri ricavi dello sfruttamento delle risorse di gas – sarà creato o meno.

► Cipro si aiuterà da sola?

Oltre alla Merkel è inetrvenuto sull’argomento anche il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, che ha evidenziato che se il paese vuole gli aiuti deve dimostrare di meritarli.

 

Entro il 2016 la Cina sarà la prima economia mondiale

 E’ quanto afferma l’Ocse, l’ Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, nel suo Economic Survey of China presentato a Pechino. Secondo lo studio il paese ha di fronte a sé un periodo particolarmente favorevole che lo porterà a diventare la prima economia al mondo nel giro di pochi anni, molto probabilmente entro il 2016.Per il 2013 si prevede che la ricchezza del paese crescerà dell’8,3% e che continuerà ad espandersi allo steso ritmo anche per gli anni successivi, stabilizzandosi su un tasso di crescita medio dell’8%.

► La Cina sarà il maggiore importatore di oro nero

A trainare l’economia saranno ancora gli investimenti nelle infrastrutture, soprattutto dopo che il governo di Pechino ha annunciato che la spesa pubblica sarà sostenuta da una nuova immissione di liquidità di 437,6 miliardi di yuan: continua quindi l‘intervento dello stato nell’economia, diversamente da quanto era stato previsto da molti analisti internazionali, che si concentrerà soprattutto sul settore immobiliare, sull’agricoltura, i trasporti e l’energia.

Per il governo cinese si tratta di un ottimo affare: dal momento che molte regioni della Cina sono ancora particolarmente arretrate per quanto riguarda le infrastrutture e, quindi, gli investimenti in questo settore sono particolarmente redditizi in termini di ritorno economico.

Il rapporto dell’Ocse mette in evidenza, però, anche le sfide che si presenteranno al paese del Dragone. Da un lato, infatti, la crescita della Cina si inserisce in un contesto economico globale particolarmente fragile e, inoltre, c’è sempre in agguato il problema dell’inquinamento.

► Crescono le esportazioni in Asia

Secondo l’Ocse:

Alcune forme di inquinamento stanno calando ma la qualità dell’aria e dell’acqua sono spesso carenti, e impongono costi considerevoli. E’ necessario portare avanti un ampio mix di politiche per contribuire al raggiungimento degli obiettivi ambientali in modo efficiente sul fronte dei costi, tra cui approcci di mercato ben implementati e migliore applicazione delle regole esistenti.

Imprese ancora nella morsa del credit crunch

 Secondo il rapporto Congiuntura Flash rilasciato dal Centro Studi di Confindustria le imprese italiane continuano ad avere delle grandi difficoltà nel farsi concedere crediti e prestiti per le loro attività dalle banche e dagli istituti di credito: ad oggi, le aziende in difficoltà sono quattro su dieci.

► Le imprese italiane temono di chiudere

Nello specifico, il rapporto evidenzia che a febbraio 2013 il 15,3% delle aziende non è riuscita ad ottenere il credito richiesto (dal 6,9% del primo semestre 2011) e il 25,4% l’ha ottenuto ma condizioni penalizzanti.

La causa di questa ulteriore stretta del credito, secondo l’analisi della Confindustria,è da rintracciarsi, da un lato, nella difficile condizione delle famiglie il cui reddito non basta più a sostenere i consumi e, dall’altro, nel clima di incertezza del paese che spaventa gli eventuali investitori.

A peggiorare ulteriormente le condizioni di un’Italia alle prese, di già, con questa situazione ci sono anche le funeste previsioni per il futuro: i dati della Confindustria, infatti, evidenziano il perdurare dello stallo del mondo del lavoro – a gennaio si sono persi altri 97 mila posti di lavoro rispetto al dicembre del 2012 – facendo balzare il tasso di disoccupazione al 11,7%, contro l’11,3% in dicembre.

► Confindustria: Italia in piena emergenza credito

Il nodo da sciogliere nell’immediato, secondo Confindustria, è il Governo:

In assenza di una politica che indichi le priorità e la rotta, il rischio è che tutti gli attori stiano sulla difensiva e che il gioco per il Paese sia a somma negativa.

Rapporto Confcommercio sulla povertà in Italia

 Non solo in Italia nel 2013 ci saranno 4 milioni di nuovi poveri, ma la crescita del Pil si attesterà al -1,7% e i consumi scenderanno ancora del 2,4%. Un quadro allarmante, che mostra come l’Italia non sia ancora riuscita ad uscire dalla crisi e come, anche per quest’anno, le condizioni delle famiglie italiane siano destinate a peggiorare.

► Oltre la metà delle famiglie italiane è in crisi

Continua a crescere la povertà

La condizione economica delle famiglie italiane continua a peggiorare. Il rapporto di Confcommercio evidenzia che nel corso di quest’anno la quota delle persone che possono essere definite ‘assolutamente povere’ salirà a 4 milioni, pari ad oltre il 6% della popolazione. In cinque anni in Italia sono stati prodotti ben 615 nuovi poveri al giorno, un dato che, secondo l’analisi di Confcommercio, è destinato a salire.

I dati sui nuovi poveri in Italia è stato ottenuto con l’utilizzo del MiC (Misery index Confcommercio) un indicatore macroeconomico aggregato per la misurazione del disagio sociale.

Taglio del Pil e dei consumi

Nel 2013, secondo i dati analizzati dalla Confcommercio, i consumi delle famiglie scenderanno ancora del 2,4%, con una leggera ripresa nel 2014 (+0,3%). Una stima al ribasso rispetto a quanto l’Associazione dei Commercianti aveva dichiarato (-0,9%).

Il calcolo complessivo della contrazione dei consumi dall’inizio della crisi nel 2007 ad oggi mostra che gli italiani hanno perso circa 1700 euro a testa del budget disponibile per le spese personali.

Anche per il Pil le stime della Confcommercio non dicono nulla di buono: per il 2013 si prevede un calo dell’1,7%, in ribasso rispetto al –0,8% indicato cinque mesi fa. Poco meglio le previsioni per il 2014, anno per il quale la Confcommercio indica un rialzo dell’1%.

► Giovani europei a rischio povertà, soprattutto gli italiani

Lavoro e produttività

Il rapporto di Confcommercioha messo in evidenza un’anomalia tutta italiana: i lavoratori del nostro paese, pur lavorando più dei loro colleghi tedeschi e francesi, producono di meno.

Lavoratori dipendenti e autonomi hanno lavorato circa 1.774 ore ciascuno (20% in più dei francesi e il 26% in più dei tedeschi) ma producono di meno: la ricchezza prodotta da un lavoratore italiano per ogni ora lavorativa è di circa 36 euro, mentre  i tedeschi producono il 25% in più e i francesi quasi il 40% in più.

Inoltre, mentre in altri paesi la produttività ha avuto un andamento positivo, aumentando progressivamente ogni anno -fino al 20% in più in Germania e all’11% in più in Francia, ma lo stesso fenomeno si è verificato anche in altri paesi- in Italia la crescita della produttività si è fermata al +4%.

Secondo il Codacons, che ha commentato i dati presentati dalla Confcommercio, non solo i poveri italiani arriveranno a 4 milioni, ma esiste una larga fetta della popolazione, non considerata in questa stima, per la quale il reddito mensile non basta più e che è stata costretta a ridurre i consumi, e aggiunge:

Difficilmente si potrà tornare ai livelli del Pil precrisi prima del 2019 se non si interverrà finalmente per aumentare la capacità di spesa delle famiglie italiane e del ceto medio. Il prossimo Governo, sempre che ci sia, dovrebbe come primo provvedimento rinviare l’aumento dell’Iva di luglio che colpirebbe proporzionalmente ricchi e poveri, strangolando definitivamente quelle famiglie che non riescono più a risparmiare.