Vantaggi e svantaggi del pagamento dell’affitto

 I cittadini consumatori che non riescono ad ottenere un prestito per l’accesso al mondo creditizio dei mutui, possono sempre provare a chiedere un prestito per sostenere le spese dell’affitto. Questo non vuol dire che si chiede un prestito per pagare l’affitto ma il prestito può essere richiesto per pagare le spese preliminare, la cauzione per esempio o la fideiussione chiesta a garanzia dell’affittuario.

Ad ogni modo, secondo il portale idealista.com ci sono vantaggi e svantaggi nel preferire il pagamento dell’affitto alla rata del mutuo e per operare la scelta è fondamentale mettere su una tabella tutti i pro e tutti i conto.

► Il regime degli affitti secondo la legge

Per esempio, a favore dell’inquilino, nella scelta dell’affitto, c’è sicuramente la semplicità dei documenti da fare e presentare rispetto a quelli necessari per l’acquisto di una casa. In più non c’è sempre bisogno di un grande capitale iniziale e non ci sono spese impreviste, dovute, magari all’aumento del costo del mutuo. La decisione sull’affitto, poi avviene con un tempo ridotto rispetto a quella dell’acquisto della casa e c’è sicuramente maggiore flessibilità nel contratto.

Idealista: sarà l’anno dell’affitto

Gli svantaggi sono altrettanto chiari: ogni intervento fatto sull’immobile deve essere approvato dal proprietario della casa, il denaro investito si perde e non consente di ottenere un vantaggio sul lungo periodo.

Le migliori offerte per il fotovoltaico in Italia

 Tantissime persone sono diventate sensibili alle energie alternative, un po’ per una questione ambientale di rispetto per l’ambiente, un po’ per i vantaggi economici che ne possono derivare, a distanza di qualche anno, a fronte di una richiesta di prestito sostenibile per tutte le famiglie.

Supermoney, citato anche dal portale idealista.com ha fatto una simulazione di tutte le migliori offerte di prestito per l’istallazione dei pannelli fotovoltaici sul tetto delle propria abitazione. Questo tipo d’impianti, tra l’altro, è molto gettonato, almeno fino a giugno, in virtù delle detrazioni del 55% sull’IRPEF.

Fatte le dovute premesse, passiamo alla presentazione dei prestiti più convenienti : IBL Banca, Cariparma e Credem.

Il finanziamento che maggiormente si addice ai prestiti per l’installazione dei pannelli fotovoltaici sembra essere la  Rata Bassotta di IBL Banca che ha un TAEG al 9,43% per un piano di rimborso sviluppato in 72 mesi, con rate mensili da 541,5 euro a fronte di un finanziamento di 30 mila euro complessivi. Le spese d’istruttoria possono arrivare fino a 450 euro.

IBL Banca per ristrutturare con la rata bassotta

Il secondo finanziamento vantaggioso è il Gran Prestito su Misura di Cariparma che prevede sempre un piano di rimborso di 72 mesi con rate di 559,6 euro per un TAEG dell’11,24 per cento. Le spese d’istruttoria, in questo caso sono fisse a 300 euro.

L’ultima offerta è il Prestito Personale Avvera di Credem con un TAEG al 12,99 per cento e un piano di rimborso sempre su 72 mesi con rate di 584,9 euro e spese d’istruttoria per 300 euro.

► Avvera: il prestito di Credem per i tuoi desideri

Il contratto a chiamata – Prestazioni ammesse

 Il contratto di lavoro a chiamata prevede che il lavoratore non abbia un impegno fisso con il datore di lavoro, ma che quest’ultimo lo chiami nel momento in cui ne ha la necessità.

Si tratta di una tipologia di contratto, come anche gli altri contratti di lavoro subordinato che non prevedono l’assunzione a tempo indeterminato, che ha ricevuto una stretta con la riforma del mercato del lavoro varata dal governo Monti.

Dopo aver visto per il contratto a chiamata le tipologie e le prestazioni, vediamo di capire quali sono le prestazioni che il datore di lavoro può richiedere al lavoratore.

Le prestazioni ammesse nel contratto di lavoro a chiamata

Le prestazioni lavorative ammesse dal contratto di lavoro a chiamata sono:

1. prestazioni a carattere discontinuo che rientrino nelle esigenze previste dai contratti collettivi di ogni categoria lavorativa (art. 34, c. 1, D.Lgs. n. 276/2003);

2. prestazioni lavorative rese da soggetti con meno di 24 anni di età (comunque entro il compimento dei 25 anni) e da lavoratori con età superiore i 55 anni, anche nel caso di pensionati (art. 34, c. 2, D.Lgs. n. 276/2003);

3. prestazioni per il fine settimana: dalle 13 del venerdì alle 6 del lunedì successivo;

4. prestazioni per ferie estive: dal 1º giugno al 30 settembre;

5. prestazioni per vacanze natalizie dal 1º dicembre al 10 gennaio;

6. prestazioni per vacanze pasquali: dalla domenica delle Palme al martedì successivo il lunedì dell’Angelo.

Il contratto a chiamata – Tipologie e limitazioni

 Dal luglio 2012 è entrata in vigore la riforma del mercato del lavoro che prevede numerose variazioni dei contratti esistenti in Italia al fine di disincentivare l’utilizzo di contratti a termine in favore di forme di lavoro a tempo indeterminato. Occupiamoci del contratto a chiamata.

► I motivi del boom delle partite Iva under35

Che cos’è e come funziona il contratto a chiamata

Il contratto a chiamata è una tipologia di contratto di lavoro subordinato che viene utilizzato per prestazioni occasionali e discontinue. Le aziende lo utilizzano per assumere personale solo in situazioni di necessità momentanea.

Il contratto a chiamata può essere sia a tempo determinato che a tempo indeterminato e, per ognuna delle due durate esistono due tipi di contratto che differiscono per l’impegno che viene richiesto al lavoratore:

1. senza obbligo di disponibilità, per cui il datore di lavoro non può pretendere che il lavoratore sia sempre disponibile alla chiamata;

2. con obbligo di disponibilità, quindi il lavoratore si impegna ad essere disponibili ogni volta che il datore di lavoro richiede la sua presenza, obbligo per il quale il lavoratore riceve una indennità.

► Il promoter non è da considerare un collaboratore

Limitazioni al contratto di lavoro a chiamata

Esistono delle circostanze in cui non è possibile stipulare un contratto di lavoro a chiamata, nello specifico:

1. per sostituzione di lavoratori in sciopero;

2. se l’azienda ha effettuato licenziamenti collettivi nei sei mesi precedenti

3. per imprese che non hanno effettuato la valutazione del rischio.

 

 

Come cambia la pensione anticipata con la Riforma Fornero

 All’inizio del 2013 è entrata in vigore la riforma del sistema delle pensioni italiane. Una riforma strutturale molto importante, voluta del ministro del welfare uscente  Elsa Fornero, che ha creato molte polemiche e diversi problemi, soprattutto per coloro che erano in procinto di accedere alla pensione, che si sono visti all’improvviso allungare i requisiti contributivi necessari per ottenere la pensione.

► Vantaggi e svantaggi della totalizzazione nazionale della contribuzione

La riforma ha abolito, infatti, i vecchi requisiti di accesso alla pensione in favore di tempi di contribuzione più lunghi e di un adeguamento del requisito di età rapportato alla speranza di vita. Un calcolo, quello per accedere alla pensione, che diventa sempre più complesso, soprattutto per quanto riguarda le pensioni di anzianità che, con la riforma, si sono trasformate in pensioni anticipate,

Prima della riforma Fornero per ottenere la pensione di anzianità erano necessari 60-62 anni di età e 35-37 anni di contribuzione in base alle diverse categorie lavorative, adesso, invece, i requisiti sono molto più stretti.

I nuovi requisiti per accedere alla pensione anticipata (ex pensione di anzianità)

Per accedere alla pensione anticipata agli uomini saranno necessari almeno 42 anni e 5 mesi di carriera (per il 2013, nel 2014, per effetto dell’adeguamento alla speranza di vita, si sale a 42 anni e 6 mesi), stessa situazione per le donne che per ottenere l’assegno INPS di trattamento di anzianità dovranno raggiungere per il 2013 41 anni e 5 mesi di contribuzione e 41 anni e 6 mesi nel 2014.

Obbligatorietà del requisito anagrafico

Ulteriore cambiamento è quello che prevede, da qui a cinque anni, anche l’obbligatorietà del requisito anagrafico che è stato fissato a 62 anni. Al momento il regime è transitorio -si arriverà all’obbligatorietà gradualmente- ma, per chi volesse andare in pensione senza aver raggiunto i 62 anni, ci sarà un taglio dell’assegno pari all’1% del totale per ogni anno di età inferiore ai 62 anni, che diviene del 2% per tutti gli anni sotto alla soglia dei 60.

Questo, però, solo a partire dal 2017. Prima di quella data chi raggiunge il requisito contributivo non subirà alcun taglio dell’assegno, ma avrà delle limitazioni per quanto riguarda i periodi contributivi effettivamente conteggiati.

► Reintroduzione della pensione con 15 anni di contributi

Le donne in pensione a 57 anni

Fino alla fine del 2015 le donne possono accedere alla pensione anticipata con 57 anni di età e 35 anni di contributi, ma, chi fa questa scelta, avrà un assegno pensionistico più basso.

Infatti, l’assegno viene calcolato solo con il metodo contributivo, ossia in base ai contributi versati e non in base alla retribuzione percepita, con una decurtazione dell’assegno che può arrivare anche fino al 50% rispetto agli ultimi stipendi percepiti.

I market mover di venerdì 15 marzo

 Il calendario economico è sempre fitto di appuntamenti anche se per qualche ragione, spesso, li trascuriamo un po’. Questi appuntamenti, che possono influire sull’andamento valutario di un paese o di un continente, a seconda della diffusione della moneta, si chiamano market mover.

Oggi, venerdì 15 marzo, ci sono due segnali molto importanti, per gli Stati Uniti e per l’Europa, cui va aggiunto un market mover a parte che riguarda la Svizzera dove saranno pubblicati i prezzi alla produzione.

► La Svizzera invasa dai disoccupati

Iniziamo proprio dalla Svizzera: dalla Confederazione saranno resi noti i prezzi di produzione che secondo le previsioni dovrebbero essere in calo con una variazione dallo 0,3 per cento al -0,1 per cento del mese.

Bollettino mensile BCE: Europa ancora in recessione

Due invece, sono gli appuntamenti che interessano da vicino l’Europa. Il primo riguarda l’indice dei prezzi al consumo che, notoriamente, misura quanto variano i prezzi dei beni e dei servizi acquistati in un determinato periodo. La previsione è che restino stabili intorno all’1 per cento. Il secondo appuntamento è la pubblicazione della versione core dello stesso dato che va a misurare tutti i prezzi escludendo quelli dei settori alimentare, energetico, alcool e tabacchi. Anche in questo caso si pensa ad una conferma all’1,3 per cento.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti gli appuntamenti sono più numerosi: l’indice dei prezzi al consumo (per cui si prevede un calo), la versione core con una leggera risalita dell’indice, l’indice della produzione industriale che è dato in discesa e il sentiment dei consumatori che dovrebbe essere aumentato.

La fiducia degli italiani sta peggiorando

 Se si considera anche la scala di misurazione usata che va da 0 a 10, dove la positività, quindi la sufficienza, si assesta sul 7, allora è chiaro che la situazione del nostro paese è critica. Tutto quel che si dice sul credit crunch trova un fondamento.

L‘analisi di Findomestic, però, spiega anche quali sono i fattori che hanno contribuito alla riduzione della fiducia e sicuramente ha influito tantissimo il panorama politica e la campagna elettorale che per molti aspetti è stata condotta con temi e toni eccessivi.

Osservatorio Findomestic su casa e arredamento

Le intenzioni d’acquisto, come dicevamo, per i prossimi tre mesi, spiegano molto bene che se proprio bisogna comprare qualcosa, quel qualcosa è la casa, senza spendere altro denaro in auto, moto nuove o altri prodotti che comunque comportano una spesa consistente, hanno elevati costi di gestione e sono poco sostenibili in uno scenario di crisi come quello che viviamo in questo momento.

Comprare mobili e ristrutturare, è questo quello che hanno in mente i consumatori che adesso possono affidarsi ai migliori siti di comparazione, come lo è PrestitiSupermaket, per scovare l’offerta più interessante del momento. Interessante in questo senso anche il prestito personale Cofidis di cui abbiamo raccontato le caratteristiche.

Osservatorio Findomestic su casa e arredamento

 Findomestic è una delle concessionarie più conosciute nell’erogazione di prestiti e le pratiche da qualche mese a questa parte, possono anche essere gestite online. Findomestic, tra l’altro, dispone di un interessante Osservatorio che periodicamente fa una panoramica dei tassi applicati ai prestiti.

Il prestito migliore del momento

A marzo, per esempio, il risultato più evidente dai report riguarda l’aumento della percentuale di coloro che intendono passare all’acquisto di di una casa. Nei prossimi tre mesi intendono fare il grande passo il 4,3 per cento degli intervistati che sono più del 3,7 per cento dell’ultima rilevazione.

Si chiede un prestito soprattutto per ristrutturare

Se poi si considerano anche le persone che hanno deciso di ristrutturare la propria abitazione, oppure quelle che vogliono rinnovare l’arredamento, allora scopriamo che i clienti delle concessionarie, delle finanziarie e delle banche, potrebbero presto aumentare.

Per esempio le persone che intendono ristrutturare casa sono aumentate dal 7,9 per cento all’8,7 per cento mentre quelle che intendono dare una rinnovata all’arredamento sono passate al 15,6 per cento dal 14,7% iniziale. Per l’arredamento, comunque, la spesa media prevista è minore rispetto al passato.

Sicuramente le ristrutturazioni sono molto vantaggiose in questo periodo perché oltre al fatto che si basano su piccoli prestiti, possono avvantaggiarsi anche delle agevolazioni fiscali al 50 per cento che dureranno ancora per pochi mesi. Il settore edile vede in questo moto un’occasione di rilancio.

In promozione fino ad aprile il Mutuo Spensierato

 Quella della BNL si chiama  operazione “Diamo credito al 2013” ed è la proposta di una serie di mutui con tassi promozionali fino alla fine dell’anno. Un modo come un altro per dare una mano a privati e aziende che hanno problemi di liquidità. Ogni mese, ogni bimestre o anche con scadenza trimestrale, in promozione c’è l’uno o l’altro mutuo.

La surroga a tasso fisso è solo BNL

Fino al 30 aprile l’offerta è quella del Mutuo Spensierato. Per una richiesta di 140 mila euro, da rimborsare in 25 anni, la rata ottenuta è di 859,72 euro. Il tasso applicato è del 5,50 per cento che si trasforma in un TAEG del 5,82 per cento considerando anche le spese iniziali, quelle ricorrenti e l’imposta sostitutiva.

Le spese iniziali, tra l’altro, non sono poche visto che si parla di 1260 euro d’istruttoria, 250 euro di perizia e 798 euro di spese ricorrenti che comprendono l’assicurazione scoppio e incendio spalmata su tutto il piano d’ammortamento con 2,66 euro al mese.

Anche BNL ha una buona surroga variabile

Non manca certo l’imposta sostitutiva che è pari allo 0,25 per cento dell’importo del mutuo erogato per l’acquisto della prima casa e diventa del 2 per cento nel caso dell’acquisto della seconda casa. La spesa in questione non è mai di meno di 350 euro.

I vantaggi, come abbiamo già detto sono nel tasso scontato, nell’assenza di spese d’incasso rata e nell’ampia rete di filiali disponibili.

In Italia chiudono 167 negozi al giorno

La crisi economica ha colpito duramente le attività produttive e le famiglie, ma anche il settore del commercio è stato pesantemente investito dal trend negativo della recessione. A confermarlo sono i dati di Confesercenti, che tracciano un bilancio dell’andamento del settore nei primi due mesi del 2013.

Consumi italiani ai livelli del 2004

Tra gennaio e febbraio in Italia si è potuta registrare la chiusura di oltre 10mila attività commerciali, ovvero una media di 167 imprese commerciali in meno ogni giorno. Le nuove aperture, poi, sono diminuite del 50% e se il trend negativo si confermerà come tale fino a fine anno, il commercio italiano perderà in totale qualcosa come 60mila imprese. Per Confesercenti, inoltre, si tratta dei dati più negativi degli ultimi 20 anni.

In aumento le imprese straniere in Italia

Ad essere maggiormente interessati dal fenomeno sono state le aree del Centro-Nord, ma la città che sembra aver sofferto del maggior numero di chiusure è la capitale, dove già si può parlare di una bolla dei negozi sfitti. Le conseguenze di questo stato di cose sono infatti di un certo rilievo sia per il settore immobiliare, sia per quello occupazionale. Se il trend negativo continuerà fino alla fine del 2013 si stima una perdita complessiva di circa 200mila addetti del settore e di miliardi di euro in affitti non percepiti.