Ignazio Visco chiede alle banche di non distribuire dividendi

 Ignazio Visco, dopo che a febbraio, nel suo intervento al Forex di Bergamo, aveva chiesto che alla Banca D’Italia venissero concessi maggiori poteri per rimuovere i vertici delle banche e impedire agli istituti in perdita di distribuire i bonus, interviene nuovamente per chiedere un ulteriore giro di vite per le banche.
► L’Ue approva il tetto per gli stipendi dei dirigenti di banca

Il governatore, infatti, si scaglia nuovamente contro i superbonus dei manager bancari chiedendo che le banche che per il 2012 hanno i conti in rosso o che hanno l’indice patrimoniale inferiore al livello comunicato dalla Vigilanza di non distribuire i dividendi.

Consapevole che le banche e i loro amministratori potrebbero trovare l’escamotage per aggirare la norma, Visco precisa anche che gli stipendi dei manager, fissi o meno che siano, non dovranno subire alcun aumento per il prossimo anno.

Per ora, quello di Via Nazionale è solo un invito a mantenere un adeguato livello di moralità alle banche, nel senso che gli istituti hanno il dovere di adeguarsi alle difficili condizioni del paese  e prendersi, in questo modo, carico della loro responsabilità per il presente e il futuro del paese.

► Ignazio Visco interviene sul ruolo delle banche centrali

Un invito, comunque, che potrebbe trasformarsi in una ondata di controlli e nuove norme se le banche continueranno a non seguirlo.

 

 

Ducati in crescita nel 2012

 La Ducati, in pista abbandonata da Valentino Rossi, ha vissuto un altro momento di gloria nel settore finanziario. Il gruppo di Borgo Panigale, infatti, controllato dall’Audi, la casa automobilistica tedesca, ha chiuso il 2012 con il fatturato in crescita.

Le previsioni di Intesa Sanpaolo sulle imprese

Si parla di un incremento del 16 per cento che si traduce in ricavi di oltre 600 milioni di euro. La crescita dell’azienda è stata spinta soprattutto dai mercati degli USA e dal mercato Far east, mentre ha confermato di essere in crisi l’Europa dove a trainare l’azienda ci ha pensato soltanto la Germania.

Insomma i motori Ducati piacciono ma soltanto all’estero e tutto il successo sembra dovuto all’intervento dell’Audi. L’incremento del fatturato è andato di pari passo con una crescita delle consegne di moto che, nel 2012, sono state più di 44 mila.

L’auto è in crisi ma la concessionaria fa i saldi

Negli Stati Uniti, in particolare la crescita della Ducati è stata sorprendente visto che rispetto al 2011 è stato messo a segno un buon +21 per cento. Adesso, per la Ducati, l’America rappresenta il primo mercato e a dirlo è proprio l’amministratore delegato dell’azienda che ripone fiducia anche nel Far East.

Soltanto per avere indicazioni sul futuro c’è da dire che il 2013 è iniziato con ottimi risultati.

Bollettino mensile BCE: Europa ancora in recessione

 L’Europa si trova ancora in una difficile fase economica, anche se si iniziano a vedere i primi segnali di stabilizzazione.

 

► La ripresa ci sarà dal 2014

La prima parte dell’anno continuerà ad essere caratterizzata dal rafforzamento degli indicatori di stabilità economica, per arrivare alla seconda parte del 2013 con un’economia che inizierà, realmente, a riprendersi, soprattutto grazie al ruolo centrale che giocherà l’export, sulla scia della crescente domanda mondiale.

Questa la sostanza del bollettino mensile emanato oggi dalla BCE, che però evidenzia come l’attività economica sarà molto influenzata dagli aggiustamenti di bilancio necessari nei settori pubblico e privato dei vari stati membri. E su questo punto la BCE lancia un invito ai paesi membri per i quali il risanamento dei bilanci deve essere

parte integrante di un programma di riforme strutturali organico inteso a migliorare le prospettive per la creazione di posti di lavoro, per la crescita economica e per la sostenibilità del debito.

Le prove dei miglioramenti sul fronte della stabilità economica sono dati anche dai mercati: quello obbligazionario, infatti, ha manifestato un’ottima reazione alle aste regolari dei Tesori italiano e spagnolo.

 

► Germania contro la Banca Centrale Europea

Dato particolarmente importante che ha portato la Banca Centrale a esprimere un giudizio molto favorevole sul nostro paese: gli sforzi fatti dall’Italia per correggere il deficit pubblico potranno a breve essere premiati con la chiusura della procedura per deficit eccessivo aperta nei confronti del paese.

 

 

Calano consumi e occupazione nel settore alimentare

Anche il settore alimentare comincia a pagare gli effetti di una crisi che perdura ormai da troppo tempo. I consumi alimentari risultano infatti diminuiti di molto. Sono 20 i miliardi di euro persi in 5 anni, mentre l’occupazione configura una perdita di circa 5000 posti di lavoro durante lo scorso anno. Ciò si evince dai dati di Federalimentare inerenti all’andamento dell’industria alimentare nel 2012.

Dati

I dati parlano di tagli alla spesa alimentare relativi agli ultimi 12 mesi. Tagli del -3%, e dunque di circa 7 miliardi di euro.

I tagli arrivano al -10% se si prende in considerazione l’ultimo cinquennio.

Pagata la crisi

L’ultimo anno, per l’industria alimentare, è stato quello in cui la crisi si è fatta sentire maggiormente. Quello è che il secondo settore più produttivo, dopo il manifatturiero, paga la recessione dei consumi italiani.

Export

Le sfide sul mercato estero sono sempre più impegnative, anche se l’export tiene duro ed è ancora al + 8%. Senza dubbio, il Made in Italy continua ad avere il suo fascino in tutto il mondo, ma i problemi relativi all’intero sistema economico hanno colpito l’alimentare.

Di conseguenza, è stato inevitabile anche il crollo occupazionale. Il 2013, con ogni probabilità, non sarà foriero di cambiamenti in meglio. Non resta che stringere la cinghia e sperare che il settore alimentare regga l’urto.

 

Il mutuo “casa bella” del Credito Cooperativo

 Chi desidera una casa, spera che sia il più possibile aderente ai propri desideri, per questo spera proprio che sia bella. La banca del Credito Cooperativo di San Calogero ha intenzione di assecondare i bisogni dei suoi utenti partendo proprio da questo bisogno elementare.

La presentazione del prodotto che si fa sul sito è abbastanza scarna e tutti i dettagli più interessanti sono lasciati ai fogli informativi. In generale si ribadisce che questo tipo di mutuo è finalizzato al Recupero del patrimonio urbanistico, quindi al rifacimento delle facciate dell’abitazione, piuttosto che all’acquisto o alla sostituzione degli infissi esterni. Insomma, la casa bella da vedere, all’esterno.

Con la BCC San Calogero si finanziano ditte e prima casa

La durata del finanziamento deve essere superiore ai 18 mesi ma il finanziamento consente di avvalersi del regime fiscale agevolato. La durata massima del mutuo è definita in 7 anni e l’importo massimo finanziabile è di 25 mila euro. Le modalità di rimborso possono essere multiple: rate mensile, bimestrali, oppure trimestrali e semestrali, oppure ancora costanti e posticipate.

Con la BCC San Calogero la casa è bella, nuova o ecologica

Il TAEG proposto è dell’8,627 per cento per i clienti della BCC e per i non clienti sale al 9,841 per cento. Si tratta di un mutuo di tipo chirografario per il quale non sono previsti parametri d’indicizzazione o spread ma una proposta unica per il tasso che considera anche un periodo di pre-ammortamento.

Strategie per uscire dalla crisi

 Per uscire dalla crisi ci sono diverse strategie che, sulla base del governo in carica e sulla base della situazione contingente, possono essere considerate di destra o di sinistra, conformi all’imperativo dell’austerità, oppure in linea con l’idea di sviluppo della produzione.

Il primo approccio, quello che è collegato ad un clima e alle proposte di austerità, è stato duramente contestato dal premio Nobel per l’Economia Paul Krugman che in questo caso ha ritenuto importante la proposta che per l’Italia ha portato avanti il Movimento 5 Stelle.

L’Italia declassata dall’agenzia Fitch

Il sistema dell’austerità si basa su una considerazione estrema, riassuntiva, della situazione del portafoglio di un paese: lo stato ha più spese che incassi e il disavanzo è diventato insopportabile o sostenibile sul lungo periodo. La risposta a queste considerazioni si trova in strumenti talvolta applauditi, tal altra considerati sciagurati, come ad esempio la spending review oppure la riduzione del deficit.

► Non si cresce se scende soltanto l’inflazione

Il secondo approccio, quello maggiormente focalizzato sulla produttività economica, è sintetizzato nell’approccio di “stimolo”. Il suo obiettivo è diametralmente opposto visto che punta ad alimentare la spesa ed “allargare” in qualche modo il deficit per far fronte alla disoccupazione e per far sì che i consumatori abbiano una maggiore dote di liquidità da spendere sul mercato.

La situazione ungherese e quella inglese a confronto

 L’Europa non è un continente solido in questo momento, visto che a parte qualche tensione di natura politica, sta affrontando una crisi economica che finora non era stata opportunamente considerata.

L’euro sta soffrendo e la natura di questa sofferenza si lega alla stabilità dei governi e alle relazioni che il Vecchio Continente intrattiene con l’economia americana e con quella cinese. Affrontiamo ora, più nel dettaglio, il problema ungherese, prima di effettuare un piccolo parallelismo con l’Inghilterra.

Confermata la crisi del settore auto UE

L’Ungheria è il prossimo problema da risolvere per l’Europa, adesso impegnata nella scelta del salvataggio di Cipro, prima che siano pubblicati i dati sulla ricchezza delle famiglie europee. Il neo premier ungherese, Viktor Orban, per esempio, è riuscito ad avere il sostegno del Parlamento, necessario per un cambiamento della Costituzione, ma allo stesso tempo, dalle Camere, ha ottenuto l’invito a chiudere i ponti con l’Europa.

L’euro non è stato un buon affare per la Slovacchia

Una scelta che per questo paese potrebbe essere anacronistica ed antieconomica. Lo sostengono numerosi analisti promotori dell’euro che scoraggiano ogni stato che decida di valutare l’uscita dalla moneta unica.

In piazza le proteste verso la condotta del premier sono state vigorose e anche Bruxelles ha ribadito più di una volta che la politica di chiusura del premier Orban rischia di essere “perseguita”. Un giro di vite autarchico si è avuto anche quando il presidente ha nominato governatore della banca centrale un suo fedelissimo.

Il parallelo con l’Inghilterra è semplice nel momento in cui si considera che il paese è estraneo all’euro, ma allo stesso tempo si augura di stipulare accordi bilaterali con Bruxelles che gli diano una posizione di rilievo, un po’ come è successo alla Svizzera.

Il Regno Unito in crisi lo spiega Osborne

 L’Economist è sempre stato attento alla situazione finanziaria del Regno Unito ma in questo periodo, in cui tutto il Vecchio Continente è sotto la lente d’ingrandimento, è di primaria importanza tenere a mente tutti gli appuntamenti e le variazioni che interessano i paesi che fanno parte dell’Eurozona.

 L’Europa è il continente adatto su cui investire

L’economia britannica, storicamente, ha vissuto un momento di crisi nel 1857, anno in cui la domanda delle esportazioni ha subito un crollo verticale e c’è stata la distruzione del sistema bancario. È inutile poi citare nel novero dei danni economici e finanziari, gli effetti delle guerre mondiali che hanno incenerito le infrastrutture inglesi.

 Londra contro il tetto ai superstipendi

Oggi, la Gran Bretagna procede a rilento, con qualche incremento annuo della produzione ma mantenendosi al di sotto del picco che la Bank of England ha registrato nel 2007. È probabile, dicono gli analisti, che si arrivi di nuovo ad un risultato di questo tipo, ma è necessario attendere almeno il 2015. La crisi, infatti, sta limitando moltissimo il potere d’acquisto dei cittadini che vedono crescere l’inflazione ma fanno i conti con dei salari che possono essere definiti scarsi.

La crisi è confermata a livello valutario da una decrescita della sterlina e dall’aumento del pessimismo dei cittadini britannici che nella maggior parte dei casi, nel futuro prossimo, vedono soltanto il peggioramento delle loro condizioni patrimoniali.

Nuove selezioni per Emirates Airlines

 Emirates Airlines è una delle più importanti e blasonate compagnie aeree al mondo. 152 velivoli attualmente disponibili -in arrivo ce ne sono altri 200- per un totale di oltre 40.000 impiegati nella varie mansioni, per garantire ai viaggiatori 108 destinazioni in 65 Paesi diversi.

Una grande compagnia, dunque, che sta organizzando in tutto il mondo, e anche in Italia, delle giornate di selezione per Assistenti di Volo che saranno assunti nel corso di quest’anno. Si tratta dei Cabin Crew Open Day, durante i quali i responsabili del settore Risorse Umane della compagnia faranno una prima selezione dei futuri Stewart e Hostess. 

I requisiti necessari per partecipare ai prossimi Cabin Crew Open Day sono:

– età minima 21 anni
– idoneità fisica
– assenza di tatuaggi in parti visibili del corpo
– ottima padronanza della lingua inglese, sia scritta che parlata

Gli appuntamenti dei prossimi Cabin Crew Open Day della Emirates Airlines:

– Napoli, 15 marzo 2013 ore 9.00;
– Bologna, 15 marzo 2013 ore 9.00;
– Trento, 15 marzo 2013 ore 9.00;
– Reggio Calabria, 23 aprile 2013 ore 9.00;
– Milano, 27 aprile 2013 ore 9.00.

Per maggiori informazioni su come partecipare ai Cabin Crew Open Day della Emirates Airlines sono disponibili alla pagina Carriere del sito della compagnia.

 

Lo sguardo sulle partite IVA a gennaio 2013

 Quello delle partite IVA è un argomento caldo nell’agenda finanziaria, visto che sulla base dell’apertura di queste posizioni si fanno delle valutazioni sulla vitalità finanziaria del nostro paese. L’Osservatorio delle partite IVA ha presentato online, sul sito del Dipartimento delle Finanze, la sintesi relativa al mese di gennaio 2013.

Il monitoraggio ha preso in considerazione le attività “imprenditoriali” che sono state aperte e chiuse, da un mese all’altro e le ha raggruppate secondo criteri diversi: per esempio in base alla natura giuridica, piuttosto che sulla base della ripartizione territoriale, piuttosto che considerando il settore produttivo o i dati demografici.

IVA, IMU e Accise le tasse più remunerative

In linea generale si fa presente che soltanto a gennaio 2013 sono state aperte ben 85.087 partite IVA che, confrontate con quello che accadeva soltanto un anno prima, dimostrano che c’è stata una flessione del 4,8 per cento. Le partite IVA intestate a persone fisiche rappresentano il 78,90 per cento del totale, cui si aggiunge il 13,4 per ceno delle partite IVA associate a società di capitali. Le prime sono in calo dell’8,2 per cento e le altre, invece, sono in aumento del 19,3 per cento.  

IVA agevolata sui controlli alle caldaie

A livello geografico il maggior numero di aperture di partite IVA si registra nel nord Italia , a seguire ci sono le aperture al Sud e alle Isole e in terza posizione il Centro Italia.