200 milioni di euro a William Johnson

 Chi è William Johnson? L’amministratore delegato della società Heinz, nota soprattutto in America per la produzione di Ketchup. Questo manager ha deciso di lasciare l’azienda ed incasserà una buona uscita molto corposa, tanto per dirla all’europea.

28 miliardi di dollari per il ketchup

Proprio mentre nel Vecchio Continente si parla di mettere un tetto ai superstipendi dei banker, altri stipendi, in America, sembra necessari e intoccabili. L’ad di Heinz, infatti, lascerà l’azienda con un bell’assegno da 200 milioni di dollari.

Negli Usa scatta la sequestration

Tutto dipenda dalla conclusione dell’accordo tra Heinz, Warren Buffett e 3G Capital. Queste ultime due aziende hanno comprato quella di Johnson che adesso, a soli 64 anni, può ritirarsi a vita privata con un paracadute di 56 milioni di dollari, una pensione di 57 milioni (che comprende anche compensi ritardati) e infine circa 99,7 milioni di dollari di azioni.

Il capitale che sarà incassato da Heinz ha determinato, sui giornali, almeno il riepilogo dei suoi successi industriali. Johnson guida l’azienda dal 1998 e durante la sua amministrazione ci sono state una quarantina di acquisizioni che hanno reso la compagnia molto concorrenziale sotto il profilo del marketing e delle innovazioni. Basta pensare alle confezioni del ketchup in questione.

Le vendite dell’azienda, nel 2012, sono cresciute dell’8,8 per cento rispetto all’anno precedente e quindi il commento principale è stato: Johnson si merita quel che gli hanno dato.

Niente entusiasmo sul fronte americano

 La Federal Reserve ha pubblicato in questi giorni il famoso Beige Book che da anni è lo strumento privilegiato dagli investitori che vogliono fare fortuna in territorio americano. Peccato che il report, stavolta, non sia così promettente e non incoraggi l’ingresso di capitali nei paesi a Stelle e strisce.

 Mark mover impattanti per le maggiori monete

Il Beige Book della Federal Reserve, infatti, parla dell’incertezza del recupero dell’economia americana che non vuol dire che gli Stati Uniti sono in una fase di recessione, ma vuol dire che il lavoro nel paese migliora in modo troppo limitato.

Il resoconto della FED tiene in considerazione soprattutto quello che è successo nei primi due mesi dell’anno: la crescita del mercato è stata modesta, così come irrisorio il miglioramento del mercato del lavoro, dove a fare la differenza sono le tasse sugli stipendi più alti e il sequestrer inaugurato da Obama.

 Dall’America l’idea del sequester

I tagli alla spesa e l’incertezza sul fronte occupazionale, mettono a repentaglio al salute dell’economia statunitense, per questo è necessario che s’intervenga anche sul fronte monetario. Il Beige Book, infatti, adesso passa nelle mani della banca centrale americana. Si attende di conoscere l’esito della valutazione dello stato dell’arte che farà Ben Bernanke tra il 19 e il 20 marzo prossimi.

La pubblicazione del report ha comunque avuto un effetto immediato sul mercato dove il Dow Jones ha rallentato crescendo soltanto dello 0,23 per cento.

 

Fiducia per le banche centrali

 I mercati sono fiduciosi sul destino dell’Europa e per questo dimostrano con un’impennata degli indici, di fidarsi delle banche centrali. Lo spread italiano, tra l’altro, è tornato al di sotto dei 300 punti.

► Scende lo spred e vanno bene le banche

Le difficoltà economiche europee sono indiscusse e si accompagnano ad un’instabilità politica condivisa tanto che molti governi e gli investitori, hanno deciso di affidarsi alla politica bancaria delle banche centrali. La decisione di sostenere l’economia da parte della BCE e dei suoi omologhi, ha determinato un rialzo degli indici.

Anche per il FT la guerra di valute non esiste

Milano è cresciuta del 2,78 per cento ieri, ma anche Francoforte, Parigi, Londra e Madrid sono in ascesa, rispettivamente del 2,32%, 2,09%, 1,26% e 2,15%. L’entusiasmo dei mercati europei traina anche gli scambi di Wall Street che in questo momento si giova anche della scia positiva dei servizi. Il Dow Jones, quindi, cresce dello 0,6 per cento e il Nasdaq, con il +1,2%, arriva ai livelli massimi.

Niente entusiasmo sul fronte americano

Sul versante americano colpisce la battuta d’arresto del titolo Apple che è sceso sotto i margini definiti dalla capitalizzazione e viaggia sui livelli minimi da un anno a questa parte. A livello monetario, la FED ha deciso di continuare con il programma d’acquisto di 85 miliardi di euro di bond al mese, così tutte le divergenze sull’argomento sono state annullate da una scelta decisa.

L’altra banca centrale da tenere d’occhio è certamente quella giapponese che ha ribadito l’importanza e anche la necessità di acquistare titoli di stato a lunga scadenza.

Il carbone è la materia prima più richiesta

 I dati sono quelli dello studio del World Economic Forum che mette in evidenza la discrepanza tra l’attenzione mediatica e non solo allo sviluppo e implementazione di fonti di energia rinnovabili e l’effettivo andamento della domanda, che vede il carbone al primo posto della classifica delle materie prime più richieste.
► Quanto costeranno i contributi per le energie rinnovabili?

Un aumento da capogiro per il carbone che negli ultimi dieci anni è stata la materia prima più richiesta in assoluto, con una domanda ben dieci volte superiore a quella delle fonti rinnovabili, il cui peso non supera l’1,6%, due volte quella del gas e tre volte quella del petrolio.

L’abbandono delle fonti fossili, secondo lo studio del WEF, non potrà avvenire prima di altri 20 anni, un periodo in cui le diverse fonti di energia giocheranno ruoli diversi, ma saranno comunque presenti. Come evidenziato da Roberto Bocca, responsabile per il World economic forum del settore Energy Industries:

Il convincimento generale è che si vada verso un mondo dominato dalle rinnovabili. Invece, sorprendentemente, la transizione sarà differente rispetto al passato e si andrà da un mix di poche fonti a un mix di molte fonti e molto differenziate tra loro.

A chiedere di più il carbone sono soprattutto i paesi emergenti, e il motivo è presto spiegato: rispetto alle altre fonti di energia il carbone ha un costo nettamente inferiore. E sarà proprio il fattore costo a determinare quale sarà la fonte di energia che useremo nei prossimi decenni.

Troppe poche donne nei cda europei

 Nei 27 paesi dell’Unione Europea ci sono troppe poche donne che figurano nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa: solo una su ogni dieci uomini.
► Nel 2012 è stato boom di donne imprenditrici

E’ questo il risultato dello studio della Commissione Europea sulla composizione dei board delle spa europee. Un dato che fa parecchia impressione, soprattutto se visto in percentuale: 10,2% di donne contro il 97,6% di uomini. Percentuali che, come fa notare la Commissione Europea nella nota di accompagnamento della ricerca, non prende in considerazione il fatto che i motori del cambiamento sono proprio quei dove le ‘quote rosa’ imposte per legge.

Come in Italia, paese che la Commissione prende ad esempio dal momento che dopo l’entrata in vigore della legge del luglio 2011 il numero delle donne presenti nei consigli di amministrazione è passato dal 5,6% di ottobre 2011 all’11,0% di ottobre 2012.

Nello studio è stata fatta una distinzione fondamentale tra tra membri esecutivi e ‘non esecutivi’ dei board. Prendendo come riferimento solo questa ultima figura la media europea di presenze femminile migliora e si allinea con quelle degli altri paesi. In Europa sono il 16,8%, come negli Stati Uniti. Percentuale appena più bassa per l’Australia(15%) poi segue il  Canada (10%) e la Cina (9%).

► A Yahoo! piacciono le donne

A chiudere la classifica India, Russia e Brasile con solo il 5% ed il Giappone che arriva appena all’1%.

Si possono cumulare sanzioni penali e fiscali

 Una persona, normalmente, non può subire due procedimenti per uno stesso reato. Nel senso che il pronunciamento deve essere unico, la sentenza è unica, poi si può impugnare, portare in Appello, in Cassazione o alle altre autorità competenti, ma deve essere una sola.

Sfuggire al fisco è sempre più difficile

Il principio che sta alla base di questo assunto è il “ne bis in idem“, sancito dall’articolo 4 del protocollo 7 della CEDU, ma anche dall’articolo 50 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

Di recente, però, in seguito ad un caso che ha interessato un contribuente svedese, è stato necessario approfondire l’argomento e si è arrivati alla conclusione che uno stesso contribuente può cumulare la sanzione penale e quella fiscale a patto che il riferimento sia allo stesso reato.

L’Agenzia delle Entrate in video

Il contribuente in questione doveva subire un processo penale con l’accusa di frode fiscale aggravata, poiché nelle dichiarazioni del 2004 e del 2005 aveva fornito informazioni inesatte. L’amministrazione tributaria, però, aveva la necessità di riscuotere le imposte sul reddito evase e quindi attribuire allo stesso contribuente delle sanzioni fiscali.

Il giudice che guidava il procedimento penale ha chiesto l’intervento della Corte Europea, per capire se si potesse applicare il principio del “ne bis in idem”. La Corte Europea ha spiegato che per questo particolare tipo di reati è possibile sommare sovrattasse e sanzioni penali, purché riferite allo stesso reato.

Lavoro stagionale con Bluserena

 Bluserena Villaggi 4 Stelle è una nota catena di hotel, villaggi turistici e resort nata nel 1985 e presente in Abruzzo, Calabria, Puglia, Sardegna, Sicilia e Piemonte. La sua offerta comprende un totale di 3200 stanze e 8 tra villaggi, resort e centri congresso, che impiegano 2000 collaboratori i quali sono necessari ad accogliere un flusso di circa 800mila ospiti ogni anno.

Per la prossima stagione estiva Bluserena è alla ricerca di numerose figure professionali da inserire nelle diverse strutture alberghiere, vediamole nel dettaglio.

Primi e secondi chef. Richiesta età compresa tra 35 e 50 anni e esperienza pregressa nel ruolo, possibilmente in strutture alberghiere di grandi dimensioni.

Primi pasticceri. Richiesta età compresa tra 22 e 45 anni ed esperienza nel ruolo.

Cuochi capi partita. Si richiede età compresa tra 22 e 35 anni ed esperienza nel ruolo.

Addetti alla manutenzione 

Macellai. Età massima 50 anni e esperienza nel ruolo.

Inoltre, Bluserena è alla ricerca anche di:

Responsabile Ufficio Marketing e Comunicazione
Direttore Sviluppo Estero
1Programmatore API Google Analytics, esperto SEM / SEO

che saranno assunti presso la sede centrale a Montesilvano, in provincia di Pescara.

Per le candidature ad una delle posizioni aperte o se si vuole inviare una candidatura spontanea, consultare la pagina lavora con noi del sito del gruppo.

Gli interessi di mora sono più consistenti

 Può capitare che per distrazione o deliberatamente, si evadano le tasse. A quel punto ci sono tanti strumenti che si possono usare per mettersi in regola con il fisco, ad esempio il ravvedimento operoso. Se avete mancato il classico appuntamento con la dichiarazione dei redditi e con il pagamento delle tasse, oppure avete dimenticato di pagare l’IVA o un’altra imposta entro il termine previsto dall’Erario, in pochi giorni potete “chiedere scusa” e versare la somma dovuta più un piccolo interesse per il ritardo.

Sfuggire al fisco è sempre più difficile

Peccato che adesso gli interessi di mora siano saliti e tutti additano ancora una volta la crisi economica imperante. Negli anni passati, infatti, il trend era stato esattamente opposto, nel senso che c’era stata una riduzione degli interessi di mora, per incoraggiare gli evasori a venire allo scoperto.

Da chi dipende l’ingovernabilità italiana

Pagare una cartella esattoriale in ritardo, invece, dal primo maggio 2013, costerà di più. Nel dettaglio la misura annua del tasso d’interesse sale dal 4,5504 per cento fino al 5,2233 per cento. Tutti i dettagli dell’operazione sono contenuti in un provvedimento del 4 marzo 2013, firmato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera.

Nel dettaglio il provvedimento comporta che, trascorsi i 60 giorni di tempo dalla notifica delle cartelle, su tutte le cartelle di pagamento si si pagano gli interessi di mora, al tasso indicato sopra.

 

Sfuggire al fisco è sempre più difficile

 La lotta all’evasione fiscale è da considerarsi prioritaria del governo finito con Monti ma probabilmente sarà tra le priorità anche nel prossimo governo di centrosinistra. La politica, in questo senso, sarà chiamata a collaborare con l’Agenzia delle Entrate che ha già iniziato il giro di vite contro gli evasori.

Da chi dipende l’ingovernabilità italiana

In pratica è stato modificato il sistema delle cartelle di pagamento con un provvedimento del 5 marzo 2013. Nelle intenzioni c’è il recupero del credito, o meglio incrementare la certezza del pagamento che andrà a rimettere in sesto le casse dell’Erario e quelle degli altri enti impositori.

L’Agenzia delle Entrate in video

La cartella di pagamento dovrà integrare una serie di consigli della Corte Costituzionale, il che vuol dire che tutto dovrà essere fatto nel rispetto della privacy del contribuente. Se per esempio il Fisco non riesce a trovare l’evasore, perché temporaneamente assente oppure perché le persone legittimate a ricevere la cartella non possono farlo o non vogliono farlo, allora la cartella deve essere notificata con una procedura particolare.

Per prima cosa deve essere effettuato il deposito della stessa al Comune, poi deve essere affisso un avvito di deposito in busta chiusa e sigillata, presso l’abitazione indicata dal contribuente al fisco e quindi deve essere inviata anche una raccomandata con ricevuta di ritorno per avvisare il contribuente di tutto quello che è stato fatto.

Conto Mediolanum Freedom Più

 Non abbiamo mai presentato, fino a questo momento, i prodotti della banca Mediolanum che al contrario, almeno per quanto riguarda i conti correnti, propone tre soluzioni molto interessanti.

Che strumenti sono i conti deposito

Tutta la libertà bancaria, con un alto rendimento“, è lo slogan che accompagna la presentazione del Conto Mediolanum Freedom Più. Un conto corrente bancario che unisce due fattori di cruciale importanza per il consumatore moderno: l’operatività illimitata, quindi libretto degli assegni, bancomat, carte di credito e via dicendo, più un piccolo rendimento, una remunerazione, da personalizzare con l’aiuto degli operatori in filiale.

Più freedom con Mediolanum

Un esempio è fornito già nella prima presentazione. In pratica, i clienti della banca Mediolanum, che hanno scelto questo conto e hanno una liquidità libera in giacenza che supera i 15 mila euro, possono ottenere un rendimento pari al 2,25 per cento annuo lordo. Il tutto, chiaramente, è legato al vincolo cui si sottopongono le somme. Bloccando un gruzzoletto per 12 mesi, si può avere il 2,25% lordo di rendimento ma se l’operazione è avviata entro il 2 aprile 2013, si può anche guadagnare qualcosina in più, il 3,10 per cento.

Se poi i prodotti creditizi sono il pallino del clienti, allora Mediolanum Freedon Più offre la possibilità di associare al conto corrente anche un pacchetto assicurativo, adeguato alla famiglia e alla casa del richiedente.