Due gruppi italiani nella cordata per comprare le acciaierie di Terni

Per l’acquisto delle acciaierie di Terni si muove una cordata importante in cui ci sono anche due gruppi italiani. I due gruppi italiani sono il gruppo Marcegaglia e il gruppo Arvedi e il gruppo di Lussemburgo Aperam si propongono per acquistarle. Le ex acciaierie della Thyssenkrupp sono ora della società finlandese Outokumpu.

Thyssenkrupp taglia 2000 posti di lavoro

Il gruppo italo-lussemburghese ha firmato una lettera di intenti per creare una joint adventure e seguire la vendita della Acciai Speciali Terni (AST).

La lettera di intenti è stata comunicata con una nota congiunta dei tre gruppi. L’azionista di maggioranza sarà Aperam. Nel comunicato si legge: “L’esperienza e le risorse combinate del consorzio saranno mirate a migliorare la competitività e la redditività della fabbrica italiana nel mercato europeo dell’acciaio”.

Dalla parte di Outokumpu si accoglie con favore l’interesse e la portavoce di Outokumpu, Saara Tahvanainen non ha parlato di cifre e altri potenziali acquirenti. La portavoce ha anche detto che “Ci sono molti candidati in questa fase del processo di vendita, e il consorzio di Apera è uno di questi”. Per Saara Tahvanainen la vendita delle acciaierie sta andando secondo le previsioni e si dovrebbe chiudere nel secondo trimestre.

La vendita dello stabilimento di Terni era stata predisposta dalla Commissione europea.

In Europa diminuzione a sorpresa dell’indice Pmi

Nel mese di Febbraio diminuisce a sorpresa l’indice Pmi. Questo è l’indice dell’istituto Markit che considera le aspettative dei direttori degli acquisti delle aziende. Un indice che il mercato ritiene affidabile. L’indice è in calo in Europa, con la Germania che tiene e la Francia che invece è in netta diminuzione.

Indice Pmi dà i primi segnali di ripresa

La situazione economica nell’Eurozona torna quindi a fare preoccupare.

In particolare, l’indice Pmi riguarda l’attività economica nei servizi e nell’ambito manifatturiero In Europa e il dato del suo calo è negativo e diverso dalle aspettative. La diminuzione a Febbraio lo ha portato a 47,3, in maniera inattesa, mentre a Gennaio era a 48,6. Ci si aspettava una crescita è l’arrivo dell’indice Pmi a 49, ma così non è stato. Questo indice sotto i 50 punti significa che l’economia è in contrazione.

Economia zona euro in ripresa

I dati sull’indice Pmi stanno influenzando anche l’andamento delle piazze finanziarie d’Europa. La Borsa di Milano è la peggiore d’Europa.

In Germania l’indice Pmi è tornato a crescere arrivando a 50,1 punti per quanto riguarda il manifatturiero. In Francia è arrivato al 43,6 per il manifatturiero, il risultato peggiore da cinque anni. Il Pmi dei servizi è a 42,7 e i dati dimostrano un’economia in contrazione.

La Germani è quindi in ripresa, ma al momento è la sola. Gli altri Paesi dell’Eurozona sono ancora in una situazione di economia debole e di ripresa che è rimandata di circa un anno.

Il rischio “sequestrer” per gli Stati Uniti

Gli Stati Uniti si ritrovano di nuovo davanti al problema del deficit e al rischio dei tagli automatici alla spesa. Qualche mese fa a tenere in allarme la politica americana era il Fiscal Cliff, il precipizio, ora c’è il “Sequestrer”, che riguarda appunto i tagli indistinti per bloccare il deficit.

Negli Stati Uniti un piano per abbassare il deficit

I Repubblicani e i Democratici cercano un accordo e si preparano delle proposte da condividere, ma ognuno ha i suoi interessi da difendere. Gli eventuali tagli automatici riguarderebbero per circa la metà le spese della difesa e i militari e le lobby a essi legate sono sul chi va là.

L’obiettivo della politica è quindi quello di trovare un accordo ed evitare i tagli automatici. Se l’intesa non sarà trovata, all’inizio di Marzo i tagli scatteranno quindi in maniera automatica. Questi tagli automatici sarebbero un problema per l’economia e metterebbero a rischio circa 750 mila posti di lavoro. Per l’accordo è quindi una corsa contro il tempo un po’ come era stato per il Fiscal Cliff alla fine di Dicembre.

In una situazione economica in ripresa, ma non ancora stabile, questa situazione rischia di dare grandi problemi.

Il piano sui tagli che è stato deciso è stato rimandato per la sua approvazione visto che è abbastanza impegnativo. Si cercano soluzioni più chiare e si ragiona sulla “Buffett rule”, cioè una tassa del 30% per gli americani con i redditi più alti. In questo caso però l’accordo con i repubblicani è più difficile.

Per Confindustria il Pil peggiora nel 2013

Il centro studi di Confindustria ha parlato di Pil in peggioramento nel 2013 e di una situazione di debolezza e fragilità economica. Gli effetti della crisi, stando alle previsioni, sono ancora presenti e si mostreranno ancora in questo anno. Per Confindustria, il calo del Pil del quarto trimestre del 2012 è superiore a quello che si aspettava e le previsioni per il 2013 sono quindi da rivedere al ribasso.

Rapporto Congiuntura flash di Confindustria

In particolare, il centro studi di Confindustria ha detto: “Gli indici anticipatori confermano progressi nei mesi a venire sia nella domanda interna sia nell’attività economica generale, grazie all’andamento del manifatturiero, che beneficia della ripartenza degli ordini dall’estero. In difficoltà rimangono sia i servizi sia le costruzioni”.

Ancora in discesa i prestiti per le famiglie e le imprese italiane

Le preoccupazioni sono per il mercato del lavoro. I dati mostrano un peggioramento nella fine del 2012 e la disoccupazione è aumentata. I posti di lavoro persi sono 186 mila nei mesi di Novembre e di Dicembre del 2012. I segni negativi per Confindustria riguardano anche “La forza lavoro, la cui crescita aveva spinto in su il tasso di disoccupazione nell’ultimo anno, ha invertito la marcia: -0,4% mensile in Dicembre”.

Il centro studi di viale dell’Astronomia sottolinea l’importanza del credito alle aziende per la ripresa. A Dicembre il dato non è buono con i prestiti alle aziende italiane che sono scesi ancora dello 0,2%.

Carta acquisti

 La Carta Acquisti altro non è che una carta di pagamento elettronico.

Nel periodo che va dal 2008 al 2012 lo Stato ha saldato oppure addebitato in maniera diretta le spese.

A partire dal primo di gennaio del 2013, invece, si adopera lo stanziamento disciplinato da ENI S.p.A. e ENI Foundation, al fine di assicurare la prosecuzione del programma ‘Carta acquisti’. Ciò viene disciplinato dal Decreto interministeriale numero 100152 del 19 dicembre 2012, da parte del Ministero dell’economia e delle finanze e dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali).

Sempre dal primo gennaio del 2013 è stata sospesa l’missione del contributo aggiuntivo di 20 euro destinato agli utilizzatori sul territorio nazionale di gas naturale o GPL ma è comunque garantito l’accredito ordinario degli ottanta euro bimestrali.

La Carta acquisti non è utilizzabile ai fini di effettuare un prelievo di contanti. Tale carta è altresì utilizzabile solo ed esclusivamente per spese di natura alimentare presso gli esercizi commerciali convenzionati e consente di pagare le utenze domestiche quali gas ed elettricità, presso gli Uffici Postali.

I titolari di Carta Acquisti possono ottenere uno sconto del 5% nei negozi e nelle farmacie, nel caso in cui aderiscano all’iniziativa e siano convenzionate.

Lo sconto è accettato soltanto per acquisti realizzati esclusivamente attraverso la Carta Acquisti e non è applicabile all’acquisto di specialità medicinali o per il pagamento di ticket di natura sanitaria.

Le farmacie, qualora siano attrezzate in tal senso, garantiscono ai beneficiari della Carta Acquisti che effettuano un acquisto di qualsiasi importo tramite la Carta medesima, la misurazione gratuita della pressione arteriosa e/o del peso corporeo.

Lo sconto è cumulabile con altre iniziative promozionali oppure con sconti applicati in favore della generalità della clientela, e ancora con quelle del medesimo genere assicurate ai titolari di carte fedeltà erogate dai negozi stessi. Tra questi vi sono, ad esempio, i supermercati

Il progetto Carta Acquisti contempla la possibilità che gli Enti territoriali possano rilasciare, così da avvantaggiare i propri residenti, l’accredito sulla carta di ulteriori somme e, inoltre, offre la possibilità ad alcune aziende di disporre sconti specifici sulla fornitura di beni di pubblica utilità.

Carta acquisti: cosa comporta

All’interno della Carta acquisti sono accreditati, a vantaggio degli enti aventi diritto, quaranta euro mensili con una cadenza di tipo bimestrale, di 80 euro. Per i beneficiari che hanno il diritto all’accredito e che sono in possesso degli ulteriori requisiti richiesti, agli ottanta euro bimestrali andranno ad aggiungersi eventuali somme messe a disposizione dagli Enti territoriali di residenza.

Chi può avere la carta acquisti

Possono godere della Carta acquisti quei cittadini aventi età uguale o superiore a sessantacinque anni, nonché i bambini di età inferiore a 3 anni.

Nel secondo caso il Titolare della Carta sarà colui che esercita la patria potestà nei confronti dei minori.

Requisiti per ottenere la Carta acquisti

Tornando al primo caso, i cittadini di età uguale o superiore a sessantacinque anni, al fine di ottenere il diritto alla Carta, dovranno essere in possesso dei seguenti requisiti:

– non devono essere in possesso di trattamenti, o ancora beneficiare, nell’anno di competenza del beneficio, di trattamenti, rilasciati a qualsiasi titolo, di importo minore di:

– euro 6.701,34 per l’anno 2013, se di età pari o superiore a sessantacinque anni e inferiore a settanta anni

– euro 8.935,12 per l’anno 2013, se di età pari o superiore a settanta anni

– nel caso in cui una quota dei trattamenti sia connessa alla situazione di reddito del pensionato, il cumulo dei redditi e dei trattamenti deve essere minore rispetto a tali soglie.

– i cittadini devono essere in possesso di un ISEE, in corso di validità, minore di 6.701,34 euro per l’anno 2013

– non essere, contemporaneamente,  gli esercenti la patria potestà o ai soggetti affidatari:

– intestatari di più di una utenza elettrica domestica;

– intestatari di più di una utenza elettrica non domestica;

– intestatari di più di due utenze del gas;

– proprietari di più di due autovetture

– proprietari, con una quota superiore o uguale al venticinque%, di più di un immobile ad uso abitativo;

– proprietari, con una quota superiore o uguale al dieci%, di immobili che non siano ad uso abitativo o di categoria catastale C7;

– titolari di un patrimonio mobiliare, come verificato nella dichiarazione ISEE, superiore a euro 15.000.

 

La truffa alla Snam sarà pagata in bolletta?

 La Snam, a partire dal dicembre del 2011, gestisce il mercato del gas, una sorta di Borsa alla quale partecipano venditori e trader italiani che acquistano qui la materia prima e ne garantiscono poi la distribuzione sul territorio nazionale. All’inizio per partecipare alla Borsa del gas era necessario presentare delle garanzie, ma, dopo un ricorso al Tar, queste garanzie non sono più state necessarie.

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Momento di giubilo per alcuni operatori meno onesti che hanno ben pensato di approfittare della situazione facendosi consegnare del gas dalla Snam senza avere però un adeguata copertura per coprire quanto acquistato. Al momento in cui viene scoperto l’affare alcune aziende distributrici hanno normalizzato la situazione mentre altre sono sparite dalla circolazione, lasciando un buco di circa circa 300 milioni di euro.

La prima cosa che ha fatto la Snam, insieme all’Autorità per l’energia, è stato di rassicurare i consumatori che questo ammanco non sarebbe stato riversato sulle bollette. Ma oggi si scopre che il buco è molto più alto di quanto pensato: si è arrivati a 430 milioni di euro, dei quali 30 derivanti da fideiussioni bancarie false.

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L’Autorità per l’Energia ribadisce le garanzie per i consumatori, ma l’affare risulta comunque molto complicato -ora si aggiunge anche il fatto che, a causa delle fideiussioni false, si è passati al reato penale– e, complici le lungaggini burocratiche italiane è difficile credere che l’ammanco non sarà pagato dai cittadini.

Tagli ed esuberi per Lufthansa

 Compagnia di linea tedesca e prima compagnia aerea dell’Europa continentale, la Lufthansa ha chiuso il 2012 con quasi un miliardo di utile netto, ma questa cifra non verrà distribuita tra gli azionisti e non servirà neanche ad evitare tagli del personale.

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La colpa, in questo caso, non è della crisi, o almeno non direttamente. Il vettore tedesco ha deciso di utilizzare l’utile del 2012 e altro fondi recuperati in questi ultimi periodi per investire nell’acquisto di nuovi aerei, per far fronte alla sempre più agguerrita concorrenza che arriva dai paesi orientali.

In totale la Lufthansa manderà a casa 3500 persone, soprattutto tra gli amministrativi, e gli azionisti non riceveranno neanche i 25 centesimi ad azione che sono riusciti a prendersi nel 2011, anno in cui la compagnia tedesca aveva registrato perdite per 13 milioni di euro.

A ufficializzare la decisione Christoph Franz, ad di Lufthansa, che ha annunciato che, per recuperare maggiore liquidità in breve tempo, potrebbe anche essere chiusa la sede di Colonia della compagnia. Nei piani di Lufthansa sono state già pianificate spese per l’ammodernamento della flotta pari a 23 miliardi di euro, con i quali acquistare almeno 239 nuovi aerei di linea (cioè circa un terzo del totale della flotta) da adesso al 2025.

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Se Lufthansa taglia per ammodernare, Air Berlin taglia e basta. La compagnia è in una situazione drammatica e sono stati programmati tagli al personale per almeno un decimo dell’organico totale.

 

Code ai Caf dopo la lettera per il rimborso dell’Imu di Silvio Berlusconi

 Centri di assistenza fiscale e sedi dei sindacati genovesi presi d’assalto da pensionati e non che cercano delucidazioni e moduli per il rimborso dell’Imu. Questa è una delle prime conseguenze delle campagna elettorale messa in piedi da Silvio berlusconi, che non lesina trovate di genio e idee particolari per guadagnare il consenso degli elettori.

► Lettera di Berlusconi sulla restituzione dell’Imu è una truffa secondo Il Pd

La lettera è arrivata a tanti italiani in questi ultimi giorni e al suo interno contiene fogli, molto simili a quelli che solitamente vengono inviati dall’Agenzia delle Entrate, con i quali sarebbe possibile chiedere il rimborso dell’Imu. Peccato che la specifica che la lettera è solo una promessa elettorale, o meglio, è quello che intende fare il PD se riuscirà a vincere le elezioni sia scritto così piccolo da non essere praticamente leggibile.

I caf genovesi e i sindacati avvertono la popolazione di non affannarsi e di non perdere tempo inutilmente: non c’è nessun modulo per il rimborso dell’Imu, anzi, non esiste la possibilità di un rimborso per l’Imu.

Al fine di evitare perdite di tempo Cgil, Cisl e Uil invitano i cittadini a non recarsi presso le sedi sindacali a seguito del ricevimento di questa lettera contenente un messaggio elettorale.

► Mediobanca calcola il costo delle promesse elettorali

Durissime le reazioni degli altri candidati, tra chi si trattiene da dare giudizi -come Mario Monti- a chi, come Pisapia, dà del bugiardo al Cavaliere e chi, infine, ironizza. Beppe Grillo stigmatizza così l’accaduto:

Mandano biglietti a tutti con la scritta Imu. Poi ci mettono anche un buono per una batteria di pentole e un set di lenzuola, cosa incredibile.

 

Gli ostacoli al new deal di Shinzo Abe

 Da quando il Giappone ha deciso di lavorare sullo yen, d’indebolirlo per rilanciare l’economia in difficoltà, si è tornati a parlare, a livello internazionale, di guerra delle valute. Ci è voluto un po’ di tempo e un meeting europeo, per ricucire gli strappi e arrivare alla conclusione che non esiste alcuna battaglia valutaria.

Con Abe cambia il Giappone e il suo futuro

Di fatto la strategia scelta da Shinzo Abe per il suo paese è la definizione di una politica monetaria piuttosto che l’insistenza sul rilancio della produttività del paese. Questa caparbietà ha fatto sì che il primo ministro perdesse il sostegno di alcuni uomini chiave ed ora, del suo nuovo obiettivo, quello di raggiungere il 2 per cento d’inflazione, si parla con  molto scetticismo.

L’avvio di settimana di Wall Street e Tokyo

Fino a questo momento Abe ha proposto la stampa illimitata di denaro ed ha indebolito lo yen del 13 per cento rispetto al dollaro. Per raggiungere il traguardo del 2 per cento d’inflazione, bisogna rintuzzare l’aggressività della politica monetaria. Non è d’accordo con la linea definita, il ministro delle finanze, contrario all’acquisto di titoli di Stato stranieri per indebolire lo yen.

Sembra sia venuto a mancare anche il sostegno della Banca centrale giapponese che dichiara di non avere gli strumenti necessari per raggiungere i nuovi obiettivi che comunque diventeranno tangibili soltanto a distanza di mesi. L’ultimo ostacolo al new deal di Abe è rappresentato dal fatto che questa insistenza sulla debolezza dello yen sta diventano ingestibile e presto provocherà si una guerra, ma interna al Giappone.

Tirocini retribuiti al Comitato Economico e Sociale Europeo

E’ stata aperta la raccolta delle candidature per partecipare agli stage e ai tirocini retribuiti presso il Comitato Economico e Sociale Europeo. Le tipologie di tirocinio alle quali si può partecipare sono due: i tirocini a lungo termine, che hanno una durata di cinque mesi, e gli stage brevi, per i quali, però, non è prevista retribuzione.

Tirocini a lungo termine

Offerta rivolta a laureati di qualsiasi disciplina cittadini dell’Unione Europea. La sede di lavoro sono gli uffici del Comitato a Bruxelles, in Belgio. La data di inizio della prossima sessione è prevista per il 16 di febbraio, la successiva sarà il 16 settembre.

La retribuzione prevista per i tirocinanti a lungo termine è di 1.071,19 euro mensili. Per gli interessati a questo tirocinio le candidature devono essere inoltrare entro e non oltre il 31 marzo 2013 e il percorso di formazione inizierà a settembre.

Tirocini a breve termine

Questa tipologia di tirocinio ha una durata variabile tra uno e tre mesi e non prevede retribuzione. Le candidature possono avvenire in qualsiasi momento.

Per tutte le informazioni sui requisiti richiesti, i termini entro i quali inviare le candidature e per scaricare i modelli di domanda per le due tipologie di tirocinio consultare la pagina web: www.eesc.europa.eu