L’inchiesta su Orsi e le caratteristiche di Finmeccanica

 La Presidenza di Finmeccanica è vacante ma questo non c’impedisce di di entrare nei dettagli dell’inchiesta sul Presidente dimissionario Giuseppe Orsi e sulle caratteristiche dell’azienda Finmeccanica. Entrambi i discorsi possono essere utili per indirizzare gli investimenti nel futuro.

Dettagli sull’inchiesta a carico di Giuseppe Orsi. Partiamo dall’inchiesta su Giuseppe Orsi che attualmente è in custodia cautelare in carcere ed è al centro di un’indagine per corruzione in cui è coinvolto anche Bruno Spagnolini che guida la società Augusta Westland che avrebbe dovuto produrre gli elicotteri incriminati. Le tangenti attribuite ad Orsi sarebbero state pagate nel 2010. All’epoca sembra siano stati versati 50 milioni di euro al management indiano per aggiudicarsi l’appalto per la costruzione di 12 elicotteri AW101 da parte dell’Augusta Westland che in quel periodo era proprio gestita da Orsi. La costruzione degli elicotteri è iniziata nel febbraio del 2010, dopo l’assegnazione della gara e i primi elicotteri sono stati consegnati alla fine del 2012. L’appalto vinto era di 550 milioni di euro.

 Crisi Piazza affari per colpa di scandali grandi imprese

Le caratteristiche di Finmeccanica. Il gruppo industriale in questione ha la sua sede a Roma e complessivamente impiega circa 70 mila persone sparse in 50 paesi in tutto il mondo. Ha una decina di controllate tra cui l’Agusta Westland, Selex o Alenia. I settori produttivi in cui opera sono quello dell’aeronautica, della difesa, dell’energia e dei trasporti.

 Grilli su Finmeccanica e sulla ripresa italiana

Effetti della fusione tra American Airlines e US Airways

 La fusione tra l’American Airlines e l’US Airways porterà alla nascita della più grande compagnia aerea del mondo. Le due compagnie americane hanno deciso di fondersi per acquisire un maggiore potere economico e commerciale e la decisione non è stata affatto sofferta, anzi approvata all’unanimità dai due Consigli di Amministrazione.

L’AMR Corporation che è proprietaria dell’American Airlines ha detto sì a questo matrimonio e non è stata lasciata sull’altare dal nuovo partner, l’US Airways. Adesso, però, è necessario che le nozze siano ratificate dall’antitrust a stelle e strisce e dai giudici fallimentari che si stanno occupando dell’AMR Corporation.

► Fusione American Airlines – Us Airways

Quest’ultima società, tra l’altro, non è entrata in un periodo di crisi di recente, anzi ha dichiarato la bancarotta nel novembre del 2011 e da allora, in effetti vanno avanti le trattative per la fusione delle due compagnie aeree. L’US Airways, in termini di grandezza, è sicuramente più piccola dell’American Airlines ma avrà da guadagnare molto dalla fusione, soprattutto in termini strutturali.

► Air France smentisce la trattativa

La fusione sarà completa e, nei piani degli attori coinvolti nell’impresa, dovrebbe concludersi entro il 2013. La nuova compagnia, che scaturirà dalla fusione, dovrebbe avere un valore complessivo di 11 miliardi di dollari che in euro equivalgono a 8,2 miliardi.

Il risultato delle fusione sarà che la disponibilità di 900 aerei, 3200 voli ogni giorno e 95 mila dipendenti.

Il nuovo presidente dello IOR

 Il Vaticano è “compromesso” con il mondo della finanza per numerosi aspetti. Sicuramente è rimasta nella mente di tutti la questione legata ai POS di Deutsche Bank che hanno determinato la fine – temporanea sia inteso – dei pagamenti con carta nello stato della Chiesa.

Questo “piccolo incidente”, adesso, viene quasi additato come premonitore, rispetto a quello che è successo a due mesi di distanza dal blocco di Bankitalia: le dimissioni di Benedetto XVI. Abbiamo già analizzato la correlazione tra elezioni, dimissioni e opzioni binarie, ma non abbiamo terminato la nostra analisi che già si torna a parlare della finanza vaticana.

In questi giorni, infatti, è stato eletto il nuovo presidente dello IOR: l’Istituto per le Opere Religiose, in pratica la banca vaticana.

La nuova nomina è caduta sulle spalle di un avvocato tedesco di 55 anni, che ha una formazione in Giurisprudenza ed Economia ed ha studiato nelle prestigiose università di Monaco e Bonn. Si tratta di Ernst von Freyberg. Nel suo curriculum il nuovo presidente dello IOR può inserire anche la presidenza della Blohm + Voss Schiffswerft und Maschinenfabrik, cioè una società che ad Amburgo si occupa di cantieristica navale, civile e militare.

La nomina di Ernst von Freyberg è stata votata all’unanimità dalla Commissione cardinalizia di vigilanza della banca, presieduta da Tarcisio Bertone. Il precedente presidente, Ettore Gotti Tedeschi, si era dimesso nel maggio 2012. Oggi un esponente dei Cavalieri di Malta ha preso il suo posto.

Morgan Stanley e gli investimenti del 2013

 Numerose banche d’affari tentano di spiegare agli investitori quali sono gli asset più remunerativi del 2013, tenendosi alla larga dalle opzioni binarie legate ai titoli di Stato. Insomma, se parliamo di Stati, meglio evitare di tirar fuori il portafoglio, visto che la situazione politica è decisamente instabile.

E’ vero che dove si corre il rischio c’è più gusto, ma investendo nelle giuste materie prime si ottiene comunque un buon risultato. Secondo Morgan Stanley il 2013 sarà l’anno delle materie prime perché la domanda, a livello internazionale, è aumentata parecchio e stanno acquisendo un ruolo decisivo anche le riserve dei paesi emergenti, prima tra tutte la Cina.

► La Germania riparte dall’oro

Attenzione però a quello che dicono i broker che tendenzialmente considerano rischioso l’investimento nelle materie prime. Morgan Stanley, invece, ha evidenziato ben otto commodities che possono dare risultati interessanti. I risparmiatori devono quindi puntare sull’oro che è da ritenersi un evergreen del settore, sulla soia, sul mais, sull’argento e sul platino.

► Tra le materie prime scegliete il rame

La domanda di oro, per esempio, resterà ancora alta, nonostante la spinta rialzista, adesso, sia più contenuta. Per effetto della correlazione che esiste tra oro e argento, anche quest’ultimo potrà risultare parecchio vantaggioso. L’inserimento del platino nel paniere è giustificato dai cali di surplus ottenuti dall’estrazione in Sud Africa. Tra le materie prime agricole spiccano la soia, il mais e il grano.

La Spagna di oggi preoccupa tutti

 Gli opzionaristi analizzano la Spagna prima della crisi, ma quel che preoccupa è soprattutto il futuro. La disoccupazione che è stata il risultato di una crisi importante del settore creditizio prima e dell’economia in generale poi, preoccupa molto il management, a corto d’idee per la risoluzione del problema.

In Spagna hanno provato a proporre un accordo tra i sindacati che risultava a danno dei lavoratori: molte aziende, infatti, proponevano di lavorare di più, mantenendo immutata la retribuzione, e volevano che questo accordo fosse rispettato per almeno tre anni. Cancellati tutti gli extra festivi, congelamento degli stipendi e 26 ore di lavoro in più in un anno: questo, ad esempio, il diktat del mondo della distribuzione.

 La debolezza dell’Italia, della Spagna e dell’UE

Intanto la disoccupazione cresce e a gennaio c’erano almeno 132.055 persone in più alla ricerca di un lavoro. Il tasso di disoccupazione, in termini percentuali, è aumentato del 2,72 per cento e si è arrivati a contare 5 milioni di disoccupati.

Di fronte a questa situazione è quasi automatico che si possa parlare di impoverimento della popolazione e la Croce Rossa lo conferma. Gli spagnoli, un po’ come gli italiani, non rinunciano alla pizza fuori casa e si scopre così che anche in questo settore il calo dei “viveur” è del 15 per cento circa.

 Questioni insolute e prospettive future dell’UE

Per il futuro le prospettive sono poche visto che il governo, attualmente, deve risolvere i problemi interni legati allo scandalo Rajoy.

Gli opzionaristi analizzano la Spagna prima della crisi

 Molto spesso, per interpretare cosa succederà tra non molti mesi, è necessario fare un’analisi lucida del passato. Per organizzare le idee è meglio procedere con una nazione alla volta, magari partendo da quelle maggiormente “in bilico”, dai paesi considerati rischiosi e periferici.

Molti analisti, alla luce degli scandali del governo e del piano pluriennale di austerity, hanno pensato di concentrarsi sulle scelte della Spagna.

► La debolezza dell’Italia, della Spagna e dell’UE

Madrid sta sicuramente meglio di Lisbona e di Atene, ma non naviga nel lusso e come per l’Italia le speranze di una ripresa repentina si allontanano. Anche in Spagna, tutto è cominciato dalle banche del paese che hanno avuto problemi di liquidità dopo l’introduzione dell’euro, nel periodo del boom immobiliare.

 I paesi del nord che rischiano la bolla immobiliare

Gli economisti si sono quindi accorti che il debito accumulato dagli istituti di credito era equivalente se non superiore al debito pubblico, non c’erano più investimenti e il tessuto economico era lacerato dalla disoccupazione, dovuta anche all’eccessiva rigidità del mercato.

L’unica via di scampo sembra quindi rappresentata proprio da una riforma del mercato del lavoro e per questo i politici si sono spesi nella ricerca di accordi tra le associazioni sindacali e i rappresentanti di categoria, proponendo impopolari decurtazioni degli stipendi e corrispondenti incrementi delle ore di lavoro.

I tre migliori conti correnti per le famiglie

 Capita spesso che nel visionare gli strumenti finanziari che una banca mette a disposizione, ci si renda conto che i prodotti sono divisi per tipologia di clienti e i nuclei famigliari, così come i giovani e gli anziani, sono trattati con i guanti bianchi.

Quello che gli istituti di credito, nell’ultimo periodo, hanno provato a far capire ai clienti, è che la gestione in filiale delle operazioni anche più comuni, può essere un costo per l’istituto di credito, per questo la convenienza è nella gestione online delle stesse operazioni.

Insomma, un po’ più smanettoni, ma molti guadagni in più. Helpconsumatori ha provato a mettere ordine nelle offerte disponibili ed ha simulato un caso di una famiglia che non abbia da usare molto il conto corrente e possa contare su una giacenza media di 10 mila euro e sull’accredito dello stipendio.

Se questa famiglia sta cercando un conto online per evitare tante spese, la prima proposta che si può fare è quella del Conto Arancio di ING Direct che prevede l’assenza dei costi di gestione e dell’imposta di bollo. Con il conto corrente Arancio conviene sempre ma non è l’unica proposta conveniente.

Subito dopo troviamo il Conto Corrente Fineco che è sempre senza spese ma richiede il pagamento della classica imposta di bollo di 34,20 euro. L’ultima proposta è quella di IW Bank che comporta soltanto il pagamento dell’imposta di bollo e della commissione sulle operazioni allo sportello.

► Conto corrente IwBank: la scelta che conviene