Sconto sui carburanti dall’estatto conto della carta

 I liberi professioni e i contribuenti che volessero recuperare l’IVA detraibile sull’acquisto dei carburanti per autotrazione, possono avvalersi della carta di credito e rendere più snella l’operazione di detrazione. Infatti pagando con carta di credito e bancomat, o anche con una carta prepagata e poi usando l’estratto conto di questo strumento di pagamento elettronico, si può calcolare l’IVA da portare in detrazione ed annotarla sul registra IVA acquisti.

 Nuova legge per la trasparenza del prezzo dei carburanti

Più in generale, come stabiliva anche l’articolo 1 comma 1 del Dpr 444/1997 gli acquisti di carburante per autotrazione negli impianti stradali, doveva essere documentato con le schede carburanti, le cui annotazioni, sostituiscono la fatturazione.

Quello che ha precisato l’Agenzia delle Entrate è dall’11 maggio del 2011, in deroga all’obbligo di uso delle schede, tutti i soggetti IVA che acquistano carburante esclusivamente tramite carte di credito, carte bancomat o carte prepagate, non sono tenuti ad usare le schede carburante.

Quando non servono le schede carburante

Il fatto che si usi la parola esclusivamente, fa prevedere che l’Erario consideri i due sistemi di documentazione, le schede carburante da un lato e le carte elettroniche dall’altro, come alternativi tra loro, quindi vuol dire che non si possono usare contemporaneamente.

Nella pratica quindi, chi paga il carburante sia con la carta che con i contanti, dovrà usare le schede carburante, mentre chi usa soltanto le carte, potrà usare il metodo delle carte elettroniche.

Lo sconto massimo sui veicoli ecologici

 Lo Stato prevede per le famiglie un buon numero di agevolazioni e sconti, per esempio quelli legati all’acquisto dei veicoli ecologici sono molto interessanti e sono anche tornati di moda, adesso che i cittadini sembrano più sensibili ai pericoli che l’ambiente corre.

► Il bonus IRPEF sulle ristrutturazioni “solari”

Fatta questa piccola premessa ecofriendly, passiamo a considerare degli aspetti fiscali molto interessanti che – alla fine dei conti – ci dicono che lo sconto per l’acquisto di una macchina ecologica può arrivare fino a 5000 euro. Il governo, infatti, ha definito una serie di incentivi che servono a favorire la diffusione dei veicoli elettrici, di quelli ibridi, a gas o a idrogeno, comunque a bassa emissione di anidride carbonica.

Le agevolazioni valgono per tutto il periodo dal 2013 al 2015 e complessivamente, il fondo, contiene 120 milioni di euro. Il contributo è composto da due parti uguali, equivalenti al 20% del prezzo d’acquisto con un tesso massimo variabile dai 1800 ai 5000 euro: una parte è riconosciuta dallo Stato e una è riconosciuta direttamente dal venditore.

► Installazione dei pannelli solari

I veicoli ammessi al contributo non devono avere scarichi superiori ai 120 g/km. Il bonus, in generale, è rivolto a chi compra veicoli per usarli in famiglia o per adibirli a beni strumentali. Il contributo, scontato al momento dell’acquisto, è poi rimborsato dai costruttori o dagli importatori.

 

Gli immobili e l’eredità, che ne pensa il Fisco

 Anche l’Agenzia delle Entrate, dopo aver inglobato l’Agenzia del Territorio, sta progressivamente smaterializzando i documenti dei contribuenti. Basta pensare ad una delle ultime dichiarazioni legate all’asse ereditario con gli immobili.

Secondo la risoluzione dell’Agenzia delle Entrate, la numero 11/E del 13 febbraio, è anacronistico prevedere per che i cittadini alleghino alla dichiarazione di successione anche gli estratti catastali identificativi dei beni immobili che hanno ereditato.

IMU: quali errori si possono fare

Insomma, tutto si sta smaterializzando soprattutto grazie all’intervento di Sister, e tenuto conto della disciplina messa a punto dall’articolo n. 30 del Decreto legislativo numero 346 del 1990 che ha introdotto i principi di semplificazione nei procedimenti amministrativi.

Tutto, effettivamente, è iniziato nel 2000 con la legge numero 212, all’articolo 6 che ha introdotto lo Statuto del Contribuente. In pratica è stato deciso ormai 13 anni fa che l’Amministrazione finanziaria deve fare di tutto per agevolare il contribuente nel portare a termine i suoi obblighi tributari. Agli enti tributari, in particolar modo, è chiesto di non domandare certificati e informazioni che sono superflui o reperibili tramite la consultazione degli archivi delle altre amministrazioni.

Non basta la bolletta dell’elettricità per dimostrare la residenza

Sempre nel 2000 è stata introdotta la famosa legge sull’autocertificazione che i privati hanno potuto fare per definire davanti alle Amministrazioni le qualità personali, i fatti e gli stati. Per questo è anacronistico, chiedere i documenti degli immobili negli atti di successione.

Borse tirate in basso dai dati sul PIL

 Gli investitori si vogliono sentir dire qualsiasi cosa, basta che l’Italia non sia sempre paragonata alla Grecia o alla Spagna. Invece, anche con gli ultimi dati riferiti al PIL, questo parallelismo è stato inevitabile. I mercati si sono addirittura concentrati sui dati macroeconomici combinando le informazioni che arrivavano dall’Istat e dall’Eurostat.

► Germania tra PIL e guerra delle valute

In pratica per il sesto trimestre consecutivo, l’Italia ha visto flettere il PIL, da 18 mesi la tanto sospirata ripresa economica manca all’appello e l’ultima contrazione non è da poco visto che siamo al -2,2% rispetto all’anno precedente. In sostanza l’Italia non è il fanalino di coda dell’UE ma poco manca per il raggiungimento di questo record poco invidiabile, visto che alle nostre spalle ci sono soltanto Cipro e il Portogallo.

 Il fascino del Portogallo colpisce ancora

Cipro ha perso l’1,8 per cento mentre la contrazione del Portogallo si è fermata al -1%. E la Grecia? Atene fa registrare un calo del PIL del 6 per cento ma il dato in sé negativo non è nulla rispetto a quanto si è visto dall’altra parte dell’Adriatico nel 2012. Insomma, anche la Grecia migliora ma, complessivamente, il PIL dell’Eurozona si flette dello 0,6 per cento.

Rischio default anche per Cipro

La BCE ritiene che l’unico modo per dare avvio all’inversione di tendenza sia avviare delle politiche a favore dell’occupazione, con una buona dose di flessibilità salariale. Misure, insomma, volte ad ingrandire la platea dei lavoratori.

La ricetta OCSE per salvare il mondo del lavoro italiano

 Oltre a dare indicazioni all’Italia su come potrebbe essere risolto il grave problema della corruzione in Italia, nel rapporto Going for Growth 2013 l’Ocse dà anche delle chiare indicazioni su come si può risollevare il mercato del lavoro e dare una nuova speranza ai giovani italiani.

► In Italia ogni giorno si perdono 480 posti di lavoro

Il succo del discorso è semplice: servono assunzioni e licenziamenti più flessibili. Il paese deve

proseguire la riforma del mercato del lavoro rendendo più flessibili le assunzioni e i licenziamenti e accorciando i tempi dei procedimenti giudiziari, realizzando contemporaneamente la rete universale di protezione sociale già in programma.

Nel capitolo del rapporto biennale dell’Ocse dedicato all’Italia l’organizzazione si concentra sull‘importanza delle riforme strutturali che devono tendere al riequilibrio della tutela del lavoro, ma non, come si potrebbe pensare, alla tutela del singolo posto di lavoro, ma spostando l’attenzione sulla tutela del reddito del lavoratore.

► Previsioni di assunzione per i giovani

Il problema italiano, infatti, sono questa eccessiva concentrazione sul singolo posto e una rete sociale di protezione frammentata che hannoostacolato una distribuzione efficiente della forza lavoro. Solo una migliore formazione e un sostegno reale ai programmi di apprendistato possono aiutare ad incrementare il capitale umano e migliorare la distribuzione del reddito.

Il valore degli immobili italiani ridotto di un quarto in cinque anni

 Sarà solo la stabilità politica a dare una speranza al settore immobiliare italiano. Se arriverà, secondo Federazione degli agenti immobiliari, la ripresa potrà iniziare a partire dalla seconda metà del 2013.

► L’ottimismo del nuovo anno nell’immobiliare

La crisi scoppiata nel 2008 ha messo in ginocchio il mercato delle case. Dallo scorso i prezzi delle abitazioni sono calati del 12% e il numero delle compravendite del 17%. Questi sono i dati riportati dal rapporto della Fiaip (Federazione agenti immobiliari).

Se si estende il calcolo ai cinque anni che ci separano dall’inizio della crisi, emerge che il valore delle abitazioni in Italia ha subito un crollo pari al 20-25%, mentre per le compravendite si è assistito ad una riduzione del volume di circa il 40%.

Nello specifico i prezzi per le locazioni ad uso abitazione sono scesi del 5,6% e quelli delle locazioni commerciali del 12,5% rispetto al 2011. Situazione analoga anche per il mercato non residenziale, dove i prezzi sono scesi del 14,89% per i negozi, del 15,27% per gli uffici e del 15,04% per i capannoni.

► Un quarto del mercato immobiliare in fumo

L’unica città che non mostra tali segni di cedimento dei prezzi è Taranto, dove la diminuzione si ferma al 2%, mentre è Perugia a detenere il record dei prezzi più bassi con un  -17,13%.

Saldo positivo per l’export italiano

 E’ l’export il piatto forte della bilancia commerciale italiana. Sono infatti le esportazioni a permettere di chiudere i conti in attivo per il 2012, con un avanzo record di 11 miliardi. Una cifra del genere non si vedeva dal 1999.
► Programma per aumentare Export prodotti italiani

Nel 2012, infatti, l’export è cresciuto del 3,7%, a fronte di una flessione del 5,7% degli acquisti. A trainare il settore delle esportazioni è sono stati i macchinari industriali (comparto delle “macchine e apparecchi non classificati”) che hanno raggiunto 48 miliardi, pari al 65% dell’avanzo registrato nei prodotti non energetici (74 miliardi).

Le maggiori esportazioni sono state verso il Giappone (+19,1%), gli Stati Uniti (+16,8%) e la Svizzera (+10,8%), mentre si sono ridotte di molto le vendite verso paesi quali India (-10,3%), Cina (-9,9%) e Spagna (-8,1%).

Si tratta di un buon risultato su base annua, che però non viene ribadito dalle performance su base mensile: a dicembre le esportazioni italiane hanno segnato un calo dello 0,5% rispetto a novembre e del 3,7% rispetto a dicembre 2011.

► Sempre minore l’import europeo dagli USA

Questa flessione congiunturale dell’export – fa notare l’Istituto di Statistica- è la stessa che si registra anche nelle aree Ue (-0,5%) ed extra Ue (-0,4%). Rapportando i dati a livello continentale, invece, si registra un surplus di 81,8 miliardi di euro, contro il deficit di 15,7 miliardi del 2011 dei paesi dell’Eurozona.