28 miliardi di dollari per il ketchup

 Warren Buffet, il miliardario imprenditore americano, famoso anche per il suo supporto ad Obama, ha voluto fare un acquisto di gusto.

► Warren Buffet rilancia il suo appoggio alla politica di Obama

La Holding di cui è a capo, la Berkeshire Hathaway, insieme alla società di private equity 3G Capital vuole acquistare una delle più importanti etichette di ingredienti per la cucina, il ketchup Heinz. La notizia è stata riportata questa mattina dal Wall Street Journal, che definisce anche alcuni dettagli dell’operazione.

In primo luogo il costo dell’operazione: 23 miliardi di dollari, ai quali si aggiungono 5 miliardi per l’acquisizione del debito, per un totale di 28 miliardi di dollari.

L’accordo è stato approvato all’unanimità dal consiglio di amministrazione di Heinz. Un accordo nel quale si definisce che agli azionisti della società saranno corrisposti 72,50 dollari per azione, con un premio del 20% rispetto alla chiusura di ieri 13 febbraio 2013.

Soddisfatto l’amministratore delegato di Heinz William Johnson che ritiene l’operazione un’ottima opportunità per il marchio Heinz, anche perché sembra che cambierà poco dell’assetto societario e il quartier generale di Heinz sarà mantenuto nella sua sede storica di Pittsburgh.

Secondo Warren Buffett, ad di Berkshire Hathaway

Heinz ha un forte e sostenibile potenziale di crescita basato su standard di alta qualità, innovazione continua e un eccellente management.

Chi ha diritto all’assegno ordinario di invalidità

 L’assegno ordinario di invalidità altro non è che una prestazione economica, emessa a domanda, erogata in favore di coloro i quali hanno una capacità lavorativa interpretata come diminuita a meno di un terzo per via di infermità di natura fisica o di natura mentale.

Chi ha diritto all’assegno ordinario di invalidità:

A chi spetta il ricevimento dell’assegno ordinario di invalidità? Coloro che hanno a tutti gli effetti diritto a ricevere l’assegno di invalidità sono i seguenti tipi lavoratori:

Lavoratori dipendenti

Lavoratori dipendenti autonomi: parliamo, in questo caso, di artigiani, commercianti, coltivatori diretti,coloni e mezzadri, che hanno una capacità lavorativa ridotta a meno di un terzo a causa di infermità di natura fisica oppure a causa di infermità di natura mentale;

Lavoratori dipendenti iscritti presso alcuni fondi pensioni sostitutivi ed integrativi dell’assicurazione generale obbligatoria.

I presupposti necessari all’ottenimento dell’assegno ordinario di invalidità

Quali sono i requisiti richiesti dalla legge al fine di erogare ai lavoratori di cui sopra l’assegno ordinario di invalidità?

– Ai lavoratori deve essere certificata una diminuzione della capacità lavorativa a meno di un terzo, la quale deve essere dovuta ad inferrmità oppure difetti fisici o mentali;

– I lavoratori devono aver perfezionato almeno 260 contributi settimanali. Si tratta in altri termini di un tempo di cinque anni di contribuzione e assicurazione. Di questi 156 contributi settimanali, pari a tre anni di contribuzione e assicurazione, devono essere stati perfezionati nel quinquennio che ha preceduto la data di presentazione della domanda.

– Ai lavoratori non viene richiesta la cessazione dell’attività lavorativa.

Come presentare la domanda per ottenere l’assegno ordinario di invalidità

Ecco come va presentata la domanda necessaria al fine di ottenere l’assegno ordinario di invalidità per coloro che sono in possesso dei requisiti richiesti dalla legge e che dunque hanno diritto ad entrare nel range.

Tale domanda può essere inoltrata solo ed esclusivamente attraverso via telematica, utilizzando uno tra canali che riportiamo di seguito:

Domanda via Web: la domanda necessaria all’ottenimento dell’assegno ordinario di invalidità può essere presentata via internet, servendosi dei servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino mediante PIN. Nello specifico può essere presentata consultando il portale dell’Istituto  http://www.inps.it;

Domanda via telefono: la domanda necessaria all’ottenimento dell’assegno ordinario di invalidità può essere altresì presentata telefonando al numero del contact center integrato, che è 803164. Questo numero è gratuito da rete fissa. In alternativa si può chiamare al numero 06164164 da rete mobile. Questo numero è a pagamento in base alla tariffa del proprio gestore telefonico;

Domanda presso i patronati e tutti gli intermediari dell’Istituto: la domanda necessaria all’ottenimento dell’assegno ordinario di invalidità può essere altresì presentata recandosi ai patronati nonché presso i centri intermediari dell’istituto Inps. Una volta arrivati in una di queste sedi sarà dunque possibile usufruire dei servizi telematici offerti dagli stessi centri. Anche in questo caso, dunque, la domanda sarà fatta in via telematica.

Allegati

Occorre allegare alla domanda una certificazione medica, in base al mod. SS3.

Assegno ordinario di invalidità: quando spetta

La decorrenza dell’assegno ordinario di invalidità parte dal primo giorno del mese successivo a quello in cui viene presentata la domanda domanda nel caso in cui tutti i requisiti richiesti, tanto quelli sanitari quanto quelli amministrativi, risultino soddisfatti.

Una volta ottenuto il nulla osta per la decorrenza, occorrerà tenere in considerazione che l’assegno sarà compatibile con l’attività lavorativa ed avrà validità di tre anni.

L’assegno potrà essere rinnovato su domanda presentata dall’interessato entro la data di scadenza.

Al termine di tre riconoscimenti consecutivi, l’assegno di invalidità sarà confermato automaticamente, qualora restassero invariate le facoltà di revisione.

Assegno ordinario di invalidità e pensione

Una volta raggiunto il compimento dell’età pensionabile e in presenza di tutti i requisiti richiesti dalla legge, l’assegno ordinario di invalidità verrà trasformato d’ufficio in pensione di vecchiaia.

Assegno ordinario di invalidità: quanto spetta

Per determinare l’importo dell’assegno ordinario di invalidità occorre mettere in atto un ben preciso sistema di calcolo:

calcolo misto: si calcola una quota con il sistema retributivo e una con il sistema contributivo;

calcolo contributivo: si usa questo sistema qualora il lavoratore abbia iniziato l’attività lavorativa successivamente al 31 dicembre del 1995.

Germania tra PIL e guerra delle valute

 Mentre in Giappone il PIL scende ma i tassi restano invariati, anche in Europa sono diffusi i primi dati sul PIL che confermano quanto ancora sia lungo il percorso per uscire dalla crisi “comunitaria”. L’UE stenta a decollare e intanto le economie nazionali confermano delle contrazioni del PIL senza scampo.

 Una lotta valutaria tra Tokyo e Berlino

Nel giorno di San Valentino, generalmente dedicato a discorsi più amorevoli, la finanza va alla corte dei ministri del Tesoro e dei banchieri centrali dei 20 paesi più industrializzati del mondo che adesso si ritrovano a Mosca per dare avvio al G-20. Durante il meeting si parlerà soprattutto delle condizioni economiche e delle prospettive di crescita dell’Europa, ma si dovrà dare una spiegazione alle aggressive svalutazioni decise dalle Banche centrali.

Il dato che maggiormente incide nelle valutazioni del giorno, è sicuramente quello riferito al PIL preliminare tedesco. In Germania, nel quarto trimestre del 2012, c’è stato un calo dello 0,6 per cento del PIL su base trimestrale. Gli analisti si aspettavano una flessione anche superiore a quella riportata e quindi ne ha giovano l’Euro. La moneta unica, dopo i dati del PIL tedesco, è tornata in discesa.

La ripresa c’è ma solo in Germania

La flessione dell’euro ha avuto un effetto positivo sulle coppie EUR/USD e EUR/JPY. Il cambio tra euro e dollaro è calato fino ad 1,34 e quello tra euro e yen, invece, si è portato poco al di sopra della quota 125.

In Giappone il PIL scende ma i tassi restano invariati

 La giornata di San Valentino, la festa degli innamorati, è stata anche la giornata della diffusione dei dati sul PIL delle maggiori economie mondiali. Il Giappone, ancora una volta, si trova sotto i riflettori. Il paese guidato oggi da Shnizo Abe, è alle prese con una politica monetaria molto importante.

► Il rallentamento della Germania è finito

Poiché fare delle riforme strutturali nel paese è un’ipotesi remota e comunque gli interventi studiati non saranno sufficienti ad invertire la tendenza attuale, il governo, d’accordo con la Banca Centrale del Giappone, ha deciso d’insistere sulla svalutazione dello yen.

Questa situazione potrebbe riportare gli investimenti nel terreno asiatico ma la politica adottata dalla Bank of Japan, ha già molti oppositori sullo scacchiere internazionale, prima tra tutti la Germania.

► Continua a diminuire il Pil italiano

I dati sul PIL giapponese, tuttavia, non sono rassicuranti e non fanno pensare ad un allentamento di questa politica monetaria in sé molto aggressiva. Tokyo, infatti, deve fare i conti con una decrescita del PIL dello 0,4 per cento su base annua. Per questo motivo, la Bank of Japan ha pensato di mantenere invariati i tassi tra lo 0 e lo 0,1 per cento, forte del miglioramento del giudizio internazionale sulla condizione economica del paese.

In effetti il calo del PIL nel 2012, è stato inferiore a quello del 2012. Sul versante Forex, il cambio tra euro e yen resta sul livello di 125,50 e quello tra dollaro e yen sul 93,60.

Scopri la convenienza del mutuo variabile BNL

 La Banca Nazionale del Lavoro che adesso fa parte del gruppo BNP Paribas, ha deciso di lanciare la campagna Diamo Credito al 2013 per riacquisire i clienti persi con la crisi del 2011 e del 2012. Il mutuo a tasso variabile, stando alla presentazione del prodotto che fa Mutuionline, è in promozione fino al 15 marzo 2013 ed è uno dei migliori prodotti in circolazione.

Il mutuo a tasso variabile della BNL può essere usato per l’acquisto della prima o della seconda casa, oppure per il pagamento delle spese di ristrutturazione. Il tasso, come abbiamo già detto è variabile e l’importo finanziabile varia in base alla finalità del mutuo.

 Il Mutuo Spensierato di BNL in offerta fino al 28 febbraio

Chi ha deciso di acquistare un immobile, per esempio, deve far riferimento ad un loan to value del 70 per cento, mentre chi vuole soltanto pagarsi le spese di ristrutturazione, allora deve considerare che la banca finanzierà il 30 per cento delle spese.

 Carte no problem: una polizza BNL

La durata del piano d’ammortamento, variabile dai 10 ai 30 anni, inciderà sul tasso applicato al mutuo. Per esempio per i rimborsi decennali all’Euribor a 1 mese si aggiungerà soltanto lo spread del 2,80 per cento. Poi lo spread si abbassa al 2,75 per cento per i rimborsi in 15 anni, e poi prende a risalire fermandosi al 2,85% per i mutui a 20 anni, al 3,05% per i mutui a 25 anni e al 3,20 per i mutui a 30 anni.

Tobin Tax a più ampio raggio

 Se dovessimo definire in questo momento la situazione dell’Europa, dovremmo dire che l’UE che la sta mettendo tutta per uscire dalla crisi. Per prima cosa è stato approvato il bilancio valido per il periodo 2014-2020 e per la prima volta è in calo rispetto al passato e poi è stata modificata la tassa sulle operazioni finanziarie.

 Raggiunto l’accordo UE con buone notizie per l’Italia

Del bilancio dell’UE abbiamo avuto modo di parlare nei giorni scorsi, prendiamo adesso in esame la Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie che è stata ampliata e sarà presentata in via ufficiale già domani. La proposta dell’Esecutivo comunitario è quella di applicare la tassa sia alle banche che risiedono in uno degli 11 paesi dell’UE che hanno deciso di aderire a questa imposta, sia a tutti gli strumenti finanziari emessi dagli stati, indipendentemente da dove poi abbia sede l’investitore.

 IVA, IRPEF E Tobin Tax: cosa cambia per l’Italia

In pratica sono chiamati in casa due principi complementari: il principio di residenza e il principio di emissione. Per quanto riguarda il primo, è stabilito che debbano pagare la Tobin Tax tutte le banche che operano ed hanno stabilito la sede in uno degli 11 stati aderenti al “patto”. Con il secondo principio, invece, si vanno a toccare tutti gli strumenti finanziari emessi.

Ampliando la portata della tassa, si è deciso sostanzialmente di ridurre al mimino i comportamenti scorretti ed elusivi dei soggetti finanziari dell’UE.

Protesta del comparto edilizia

 E’ stata ribattezzata come la “giornata della collera“. Coloro che l’hanno soprannominata così ammettono: “Ci arrabbiamo poiché le abbiamo già provate tutte, ma senza risultato”.

Chi è dentro questa situazione sa che sono ormai quattro anni che il settore è in apnea. Malgrado ciò la crisi rimane nerissima. Così, coloro che sono in protesta, anzi in collera, dichiarano: “Arrivati a questo punto lasciateci almeno urlare tutta la nostra rabbia”.

Stiamo parlando dei lavoratori del comparto edilizia di Milano.

Non sono soltanto manovali: tra di loro in protesta ci sono anche architetti, impiegati, agenti immobiliari.

Contiamo in tutto ben 20 associazioni di categoria che si sono unite oggi per protestare con un’unica voce: da Assimpredil ad Assolombarda, arrivando fino alle associazioni degli artigiani e ancora al Collegio dei geometri e all’Unione dei costruttori di serramenti.

In centinaia hanno protestato in questa fredda mattina milanese di mercoledì davanti al palazzo di piazza Affari. E hanno depositato a terra novemila caschetti gialli, di quelli che indossano i lavoratori dei cantieri. Un gesto del tutto simbolico. Lo hanno fatto come se fosse un flash-mob o una di quelle azioni di marketing finalizzate ad attirare l’attenzione del territorio su una crisi devastante, che sembra non finire più.

In cinque anni le associazioni del settore contano che all’interno della filiera delle costruzioni si sono persi ben 550 mila posti in Italia, di cui almeno un decimo (quindi 55 mila) in Lombardia.

Tagli 2.400 posti di lavoro ING

 Il colosso finanziario olandese ING, punto di riferimento in Italia per Conto Arancio, ha terminato il quarto trimestre del 2012 con un utile netto di 1,43 miliardi di euro che in altri termini rappresenta un significativo 0,38 euro per azione. Si tratta di una crescita in confronto al corrispondente dato del 2011, che era di 1,18 miliardi di euro. Un dato che è però al di sotto delle aspettative degli analisti.

Il ramo assicurativo ha raggiunto redditi da premi lordi per 4,66 miliardi di euro, ponendosi dunque in calo in confronto ai 4,75 miliardi del quarto trimestre 2011. Il margine di interesse delle operazioni bancarie fa registrare una flessione da 3,04 a 2,84 miliardi di euro, mentre aumentano le commissioni da 845 a 878 milioni di euro. La voce Total Investment&other income frutta 1,23 miliardi di euro contro i 490 milioni di euro del quarto trimestre 2011 portando in territorio positivo i risultati del gruppo.

I risultati del gruppo finanziario tengono anche in considerazione numerose e importanti cessioni che la ING sta sostenendo per ripagare il costo del salvataggio pubblico da parte dello Stato olandese. ING ha dichiarato che taglierà più di 1.400 posti di lavoro in Olanda nonché altre 1000 posizioni in Belgio.

Già durante lo scorso novembre era stato annunciato il taglio di 2.350 posti di lavoro nelle unità di banca commerciale e nella divisione assicurativa. Il costo di questi tagli dovrebbe aggirarsi intorno ai 452 milioni di euro dopo le imposte, ma ridurre i costi annuali di circa 1 miliardo di euro entro il 2015.

La congiuntura economica, come ha evidenziato il management, rimane sfidante. Il core tier 1 ratio della banca è sceso dal 12,1% di fine settembre all’11,9% di fine dicembre 2012.

Ocse paradisi fiscali

 Urge un’azione globale per eliminare la sistematica elusione fiscale contemplata dalle multinazionali, le quali sfruttando cavilli normativi, seppur tenendosi ai confini della legalità. Le multinazionali riescono sempre a spuntare livelli di tassazione di appena il 5 per cento, laddove piccole e medie imprese devono sobbarcarsi fino al 30 per cento.

Il vantaggio delle multinazionali

A sostenerlo è l’Ocse, tramite uno studio pubblicato in vista del G20 delle finanze, che si terrà questa settimana a mosca, in cui evidenzia la sempre più frequente pratica delle multinazionali di fare ricorso a strategie che permettono loro di pagare anche solo il 5% in tasse societarie mentre le aziende più piccole, tipicamente nazionali, pagano il 30%. “Molte delle regole in vigore mirate a proteggere le multinazionali dal pagare due volte le tasse, troppo spesso permettono loro di non pagarle affatto”, in ogni caso non mettono in evidenza l’integrazione economica globale e conferiscono alle big corporation un considerevole vantaggio competitivo rispetto alle Pmi, danneggiando oltretutto la crescita e l’occupazione, sottolinea l’Ocse.

Come diminuire la tassazione

Ma non finisce qui: le pratiche alle quali le multinazionali fanno ricorso per diminuire la tassazione sono diventate più aggressive nell’ultimo decennio. Basta creare numerose filiali off shore in qualche paradiso fiscale dove finiscono opportunamente gli utili, mentre alle sedi nei paesi con alta tassazione rimangono immancabilmente spese e aggravi.

I dati Ocse

La ricerca messa in nuce dall’Ocse evidenzia che con questo stratagemma alcuni piccoli Stati ricevono una quota di investimenti esteri diretti (Fdi) del tutto sproporzionata in confronto ai paesi maggiori. Nel 2010, volendo fare un esempio, le Barbados, le Bermuda e le Isole Vergini hanno ricevuto più Fdi (5,1% del totale mondiale) della Germania (4,7%) o del Giappone (3,7%) e durante lo stesso anno i tre paradisi caraibici hanno fatto più investimenti (4,54%) nel mondo della Germania (4,28%).

Il paradosso delle Isole Vergini

Secondo lo studio pubblicato dall’Ocse, le Isole Vergini appaiono essere il secondo investitore mondiale (14%) in Cina, dopo Hong Kong (45%) e di gran luga davanti agli Usa (4%), mentre le mauritius sono al top come investitore in India (24%) e Cipro non ha rivali negli investimenti in russia (28%).

Vi sono poi i casi degli Stati europei, fiscalmente vantaggiosi, all’interno dei quali si aprono veicoli societari ad hoc, con pochissimi o senza dipendenti, il cui unico ruolo è quello di fungere da holding.

Ad esempio lo stock degli investimenti in Olanda nel 2011 riportava nel complesso 3.207 miliardi di dollari usa e di questi ben 2.625 miliardi facevano capo a veicoli societari speciali, mentre gli investimenti in uscita dal Lussemburgo sono stati pari a 2.129 Miliardi, di cui 1.987 con i veicoli speciali.