Fisco e INPS uniti contro l’evasione

 E’ di questa settimana la notizia che nel controllo delle dichiarazioni dei redditi, ci sarà un lavoro congiunto dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrate per capire se sono stati versati tutti i contributi relativi ai guadagni comunicati al Fisco. L’Istituto nazionale di previdenza sociale ci ha tenuto a fare in questi giorni il punto sulla contribuzione di artigiani e commercianti.

► Allarme Confcommercio per la Tares sugli esercizi commerciali

Attualmente queste categorie di contribuenti devono versare un’aliquota INPS pari al 21,75% del reddito ottenuto nel 2013. Si tratta di un’aliquota in crescita rispetto al 2012, quando si parlava di un 1,3% in meno. Non ci sono invece variazioni per quello che riguarda lo conto del 50 per cento dedicato ai negozianti, a tutti coloro che hanno un esercizio commerciale e un’età superiore ai 65 anni, che magari hanno già ottenuto la pensione da un altro istituto.

Esiste anche uno sconto del 9 per cento per i giovani che non hanno ancora compiuto 21 anni. La normativa ha inoltre definito una maggiorazione dello 0,09% a titolo di aliquota aggiuntiva per l’indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale. Un contributo aggiuntivo che si va ad aggiungere ai 0,62 euro mensili versati per le prestazioni di maternità.

Continua la crisi dei commercianti

Tutte le percentuali finora citate, e qui s’inserisce il fisco, sono valide per il 2012 e per tutti coloro che hanno dichiarato un reddito d’impresa non superiore ai 45530 euro. Superata questa soglia bisogna applicare una maggiorazione di un punto percentuale per tutti i lavoratori, giovani e ordinari.

L’UE e i segnali dell’inversione di tendenza

 L’Europa, dopo il raggiungimento dell’accordo sul bilancio, continua a comunicare un senso d’incertezza, eppure gli analisti sono convinti che sul mercato ci siano i segni dell’inversione di tendenza. In particolare, stavolta, il segnale è contenuto in quelle che i giornalisti definiscono good news.

 Raggiunto l’accordo UE con buone notizie per l’Italia

In pratica si è concluso il vertice europeo sul bilancio e i leader economici dei maggiori paesi dell’Eurozona, non si sono lasciati con l’amaro in bocca ma con la sensazione di aver scritto una pagina importante della storia finanziaria del Vecchio Continente.

Se da Bruxelles, poi, ci spostiamo nelle periferie, allora scopriamo che arrivano buone notizie anche dall’Irlanda che ha trovato una soluzione al debito che grava sul bilancio pubblico, oppure scopriamo che ci sono prospettive interessanti anche per il rilancio dell’economia greca e di quella portoghese.

 Perché l’Irlanda è in ripresa ma è fragile

Tutte queste buone notizie hanno allontanato lo spettro di un disastro finanziario nel Vecchio Continente e si spera possano contagiare positivamente anche gli investitori. Al momento, ad analizzare fino in fondo quel che succede nell’UE, si scopre che la crisi è sia finanziaria, sia politica, sia economica.

Se vanno meglio la Grecia e l’Irlanda, non si può dire la stessa cosa della Spagna e dell’Italia per le quali il panorama futuro è ancora troppo incerto tra inflazione e disoccupazione alle stelle.

Questioni insolute e prospettive future dell’UE

 Avete un gruzzoletto da investire e tanta voglia di fare trading online senza allontanarvi troppo dal vostro contesto europeo. Allora potete provare ad interpretare i problemi e le prospettive dell’Europa, in generale e in particolare, prima di puntare sulle opzioni binarie collegate al Vecchi Continente.

Per esempio, nell’UE e i segnali dell’inversione di tendenza ci sono e sono riconoscibili nell’andamento dei paesi periferici. Abbiamo già accennato al fatto che come crescono le prospettive per Grecia, Portogallo e Irlanda, allo stesso modo si perde fiducia nel recupero dell’Italia e della Spagna.

► Di nuovo crisi per l’Eurozona

La condizione economica e finanziaria del Belpaese e quel che sta succedendo in Spagna, preoccupano non poco gli investitori, sempre attenti alla solidità del sistema socio-politico delle diverse nazioni. Per non parlare dello sforzo di Hollande nella gestione della crisi e della recessione.

Questi tre paesi rappresentano le questioni insolute per l’UE. Sicuramente la fine del travaglio, per il nostro paese è vicina e coincide con l’appuntamento elettorale mentre è ancora incerta la decisione della politica spagnola sullo scandalo Rajoy.

► La Spagna non raggiungerà gli obiettivi

Il futuro, quindi, è fatto di possibili “aggravamenti” della situazione che potrebbero rendere i salvataggi più complessi di quelli in atto. Si potrebbe rafforzare ulteriormente il peso della Germania nello scacchiere europeo, dove, tra l’altro potrebbe verificarsi una nuova sofferenza economica.

Possibili trend del titolo Facebook

 Il più popolato dei social network, di scala mondiale, è senz’altro Facebook che, a livello web e a livello informatico, si è subito dimostrato travolgente ed innovativo, con la sua capacità di rispondere alle esigenze di divertimento e comunicazione degli utenti.

 Nuovi guai per i giganti della tecnologia

L’anno scorso, in un modo un po’ rocambolesco, l’azienda di Zuckerberg ha fatto il suo decisivo salto in borsa e a quel punto e il titolo non è mai decollato fino in fondo, anzi, è stato contraddistinto da perdite a ripetizione che hanno portato Zuckerberg fuori dalla top ten degli uomini più ricchi del mondo.

 Gli utili di Facebook in crescita ma il titolo affonda

Adesso il titolo galleggia a Wall Street e le sue oscillazioni, su livelli molto bassi, sembrano assolutamente nella norma, a patto che poi non ci si metta l’informazione a rompere le uova nel paniere dell’azienda di Menlo Park. Infatti, in questo momento, è partito un nuovo attacco all’originalità del social network.

 Facebook lancia Graph Search ma la borsa s’aspettava di più

Com’era già successo in passato con Cameron e Tyler Winklevoss, adesso Facebook deve rispondere ad un’altra accusa di plagio elaborata dalla Rembrandts Media, un’azienda di origini olandesi. Sembra che Zuckerberg abbia rubato ad un programmatore morto nel 2004, l’idea del “like” e anche la struttura e le funzionalità della Timeline.

Se poi si pensa che il programmatore in questione, alla fine degli anni Novanta, si era aggiudicato il dominio surfbook.com, allora il gioco è fatto. Queste notizie, dal momento in cui in giudici scioglieranno il riserbo pronunciandosi pro o contro Facebook, potrebbero influenzare negativamente il titolo.

 

La “Giornata della collera” del settore edile

Per domani è prevista la manifestazione di protesta del settore edile che si ritroverà a Piazza Affari per fare sentire la sua voce. La crisi nel settore edile è arrivata a livelli alti e le imprese, i professionisti e l’indotto hanno deciso la protesta davanti alla Borsa.

In Italia la casa è il bene più tassato

Gli organizzatori hanno chiamato la manifestazione “Giornata della collera”. Il settore edile e delle costruzioni è in crisi e c’è una situazione anche di eccesso di creazione di nuove strutture che riguarda il passato. Il territorio è stato utilizzato in maniera eccessiva e ora la situazione di crisi economica ricade su questo settore.

L’organizzatore della manifestazione è Assimpredil, l’associazione regionale più importante che fa parte dell’Anci ed è come una Confindustria degli imprenditori edili. Le richieste sono quelle di un intervento per un settore bloccato. Il periodo elettorale ha portato a questa protesta e ci saranno Maroni, Ambrosoli Vendola a Mauro a sentire le ragioni di chi protesta.

Calano i permessi per le nuove costruzioni

Si prevede una protesta anche simbolica in piazza oltre che un convengo in cui si parlerà seriamente del problema del settore edile. Per il presidente di Assimpredil Cluadio De Albertis: “La crisi economico-finanziaria che ha investito il nostro Paese ha trascinato il settore delle costruzioni nella recessione più grave dal dopoguerra a oggi, di fatto riportandoci ai livelli degli anni ’40”. Per De Albertis c’è da intervenire e da risistemare: “Il 70% degli edifici del nostro paese è antecedente agli anni ’70. C’è molto da recuperare e da ricostruire. Per non parlare del repristino delle infrastrutture e del loro ammodernamento”.

Un tetto per il fondo salva stati

Il commissario agli affari economici Olli Rehn ha parlato dopo l’Eurogruppo della crisi e della situazione economica in Europa. Il commissario ha detto che le prospettive sono preoccupanti e che serve un limite al fondo salva stati.

L’analisi economica fatta da Draghi

I leader europei hanno quindi mostrato le difficoltà dell’Eurozona e messo in evidenza la questione dell’indebitamento dei Paesi europei. Olli Rehn ha affermato che i mercati si stanno normalizzando, ma anche che “le prospettive di breve termine restano preoccupanti, con la disoccupazione alta e un debito pubblico della zona euro sopra il 90% che ha ridotto il dinamismo e la crescita”.

Jeroen Dijsselbloem nuovo presidente eurogruppo

Si parla quindi della possibilità di mettere un tetto al fondo salva stati dell’Esm. Lo ha detto il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem dopo la riunione. La questione è in agenda e a discussione con i ministri degli esteri europei non è arrivata a delle decisioni. A Giugno se ne riparlerà e una decisione dovrà essere presa, magari considerando la situazione economica in questi mesi. Uno dei problemi è il fatto che i fondi vengono dati alle banche in crisi e non agli Stati. Una situazione che limita il fondo e sembra non arrivare a contrastare la crisi economica che vivono molti stati. L’ipotesi è quindi quella di un tetto del fondo.

Monta in borsa la protesta del settore edile

 Per il settore edile, questi giorni, sono particolarmente complessi. Ieri la protesta è salita nei toni tanto che si è arrivati alla protesta in borsa. Adesso, nella giornata di mercoledì, le imprese e i professionisti arriveranno ai cancelli di Piazza Affari, al fine di presentare le richieste ed illustrare i termini di una crisi che potrebbe aver toccato il livello più basso nel 2012.

La crisi dell’immobiliare e i pannelli solari

Simbolicamente, la giornata di ieri, è stata considera la Giornata della collera del settore edile e delle costruzioni. In questi anni, infatti, si è sempre andati verso il mattone costruendo in modo esagerato nuove case, villette a schiera e capannoni industriali di ogni tipo. L’uso del territorio è stato addirittura “eccessivo”.

Con l’avvio del momento più critico della storia economica del nostro paese, la recessione è arrivata ai livelli massimi. Assimpredil, per esempio, che è una delle associazioni regionali che fanno parte dell’Ance, ha chiamato a raccolta gli iscritti per portare la loro voce a Piazza Affari.

Crisi nera del settore delle costruzioni

Lontana dal voler essere una manifestazione sterile ed autoreferenziale, la riunione davanti al mercato italiano, sarà anche l’occasione di dare qualche numero che testimonia la flessione del settore edile. Oggi, denunciano le associazioni di categoria, siamo tornati ai livelli che si registravano negli anni Quaranta.

RCS perde terreno

 E’ di ieri la notizia di RCS che insieme a numerosi altri editori, spadroneggia ancora nel mondo della scuola. Eppure non è la notizia del giorno che riguarda l’editoria. Piuttosto sembra che ci sia di nuovo odore di esuberi. A mettere in chiaro la questione ci ha pensato l’amministratore delegato del gruppo Pietro Scott Giovane.

La volontà, adesso, è quella di tagliare diversi posti, sia personale amministrativo, sia giornalisti. RCS, tra l’altro, ha anche intenzione di vendere o addirittura chiudere circa 10 testate e fare in modo che tutto torni nei palazzi ufficiali dell’editore.

Pietro Scott Giovane ha spiegato che al momento ci sono 800 esuberi di cui tantissimi, ben 640, soltanto in Italia. Gli scettici in questo momento vogliono vedere il peso dei licenziamenti: quanti giornalisti, quanto personale amministrativo e quanti poligrafici?

 Le borse festeggiano l’accordo sulla Grecia

RCS ha questi esuberi perché conta di mandare a casa colo che lavorano nelle riviste Bravacasa, Yacht & Sail, Max, Europeo, Astra Novella. Oltre ai grafici dovranno andare in cerca di nuove testate anche 90 giornalisti. Gli annunci dell’editore sono stati immediatamente condivisi con il Comitato aziendale europeo dove si è scelto anche di ridurre del 10 per cento i compensi del presidente, di procedere con la riduzione degli stipendi dell’amministratore delegato e dei collaboratori diretti.

 La crisi nella zona Euro non è finita

Qualcosa di nuovo, forse, potrebbe essere detto al margine dell’Assemblea dei giornalisti dei due quotidiani RCS: Cdr e Corriere della Sera.

Chiesto un limite al fondo ESM

 L’Europa attraversa un momento di forte crisi e si torna a parlare perfino delle situazioni particolari di paesi come la Spagna, l’Italia, Cipro o la Grecia. Nei primi due casi pesa molto l’incertezza della situazione politica: in Italia si va presto alle elezioni, mentre in Spagna bisognare fare i conti con lo scandalo tangenti.

► Aiuti UE e paesi in difficoltà: quali risultati?

La riunione dell’Eurogruppo ha provato a fare una sintesi delle difficoltà e delle sofferenze dell’area euro, molto spesso legate all’indebitamento degli Stati. Più di un partecipante alla riunione ha osservato che è necessario porre un limite all’ESM.

Andando con ordine, in questo momento, le prospettive per l’Europa non sono ottimali visto che il tasso di disoccupazione resta a livelli molto elevati e il debito pubblico della zona euro è salito oltre la soglia del 90 per cento che rallenta di molto la crescita dell’Eurozona.

Un tetto per il fondo salva stati

Lo strumento del fondo Salva Stati che in questi casi appare provvidenziale, deve essere regolamentato per evitare che si vadano a finanziare le banche direttamente, senza prima passare dagli stati. In più è necessario ricapitalizzare il fondo ESM, ma le conclusioni sulla questione sono state rimandate all’appuntamento di giugno prossimo.

L’Eurogruppo ha avuto modo di sottolineare anche la guerra tra i cambi che non ha un effetto positivo sulla crescita dell’Europa.

Stage da Nestlé

 Lavorare per la Nestlé è sicuramente un sogno per chiunque voglia entrare nel mondo del lavoro. In questo periodo, la grande azienda alimentare, ha aperto le selezioni per diverse posizioni di stage per alcune delle sue sedi italiane.

L’azienda, che ha la sua sede centrale in Svizzera, nasce nel lontano 1866, grazie alla brillante intuizione di Henri Nestlé, l’inventore della farina lattea, alimento indispensabile per tutti i lattanti impossibilitati a nutrirsi al seno. Da qual momento in poi la Nestlé ha avuto una continua crescita che l’ha portata ad essere presente in tutto il mondo con una vasta gamma di prodotti diversificati.

Al momento l’azienda è alla ricerca di diverse professionalità da inserire nell’organico con un contratto di stage della durata di 6 mesi. Vediamo nel dettaglio le posizioni aperte e le relative sedi di lavoro.

Stage Addetto al Museo Storico per San Sisto (Perugia)

Stage Assistant Demand & Supply Chain per la sede di Milano e per la sede di Parma

Stage Safety Health & Envirnment Project Specialist per la sede di Moretta (Cuneo)

Stage Assistant Controller per la sede di Parma

Stage Assistant Brand Manager per la sede di Milano

Stage Marketing Assistant per la sede di Parma

Stage Assistant Packaging manager per la sede di Milano

Per la candidatura ad una delle posizioni di stage aperte da Nestlé, consultare la pagina Carriere del sito del gruppo.