Lavoro e stage da Auchan

 Buone opportunità di lavoro nel settore della Grande Distribuzione Organizzata grazie a Auchan, la grande catena francese capillarmente presente anche sul territorio italiano.

Al momento si può usufruire sia di offerte di lavoro che di stage. Di seguito i dettagli delle posizioni attualmente aperte con relative sedi di lavoro.

Offerte di lavoro

Capo reparto pescheria e salumeria per l’Ipermercato Milano Est

Allievi capo reparto per il Veneto e per Milano

Farmacisti per l’Iper Merate e per Rozzano

Responsabile della sicurezza per la Sardegna

Offerte di stage

Gli stage offerti da Auchan avranno la durata di 6 mesi sono previsti per la sede di Rozzano e gli stagisti verranno remunerati con un rimborso spese pari a 500 euro al mese.

Di seguito gli stage attivi:

Stage Comfactor

Stage HR Relazioni Sindacali e Contenzioso del lavoro 

Stage HR Selezione e Gestione Risorse Umane

Stage JR Buyer

Stage Qualità

Stage Category 

Per le candidatura ad una delle posizioni aperte -sia per lavoro che per gli stage- consultare la pagina Offerte del sito del gruppo.

Visco interviene su caso MPS

 Il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco è intervenuto al Forex di Bergamo per parlare della situazione del paese. Rassicurando i presenti sulla buona salute del sistema italia bancario ed economico– il governatore ha anche tenuto a ribadire che per la seconda metà del 2013 è prevista la ripresa.

► Moody’s osserva Mps e gli ex dirigenti sono accusati di associazione a delinquere

Ma non è ancora tempo di deporre le armi. Visco precisa che il superamento della crisi economica che sta dilaniando il paese è possibile, ma solo se si continuerà a fare i passi giusti sulla strada del rigore.

In primo luogo la ripresa è legata a filo doppio con l‘equilibrio dei conti del nostro paese. Sono proprio i conti che, infatti, interessano gli investitori internazionali per decidere se dare o meno fiducia al paese.

Il mantenimento dell’equilibrio dei conti pubblici è la precondizione, non l’ostacolo alla crescita. Pur con la dovuta attenzione alla necessità di mitigare le conseguenze di natura sociale e distributive i programmi di risanamento devono continuare.

► Supervisione europea banche

Non mancano parole di conforto anche sulla questione di MPS. Secondo Visco, le gravi vicende che hanno colpito l’Istituto non pregiudicano la salute del sistema bancario italiano nel suo complesso. Ma, per evitare simili situazioni in futuro, Visco chiede che siano dati maggiori poteri a Bankitalia.

Via libera al prestito per Alitalia

L’incontro per decider le sorti di Alitalia si è tenuto questa mattina all’hotel Westin Palace di Milano alla presenza dei soli soci italiani. Una riunione che ha portato, secondo alcune fonti, alla decisione di dare il via libera al maxiprestito di 150 milioni di euro per la compagnia italiana, operazione alla quale Air France ha già dato il via libera.

Alitalia cederà sette slot su rotta Milano-Roma a Easy Jet

Restano ancora da definire i dettagli per il prestito che si è reso necessario per coprire le esigenze finanziarie della compagnia previste per il 2013. Tutti i soci pro-quota dovranno dare la loro parte, eccezion fatta per coloro che, per ragioni di difficoltà economiche, non possono permettersi di partecipare finanziariamente e dei soci che hanno rilevato le loro quote solo di recente.

Si parla comunque di una cifra che si aggirerà tra i 150-200 milioni di euro, ma tutte le decisioni definitive sono rimandate al 14 febbraio, quando si terrà una nuova riunione dell’azionariato di Alitalia.

► Piano Alitalia per evitare la bancarotta

Per Alitalia, però, i guai non finiscono qui. Dopo il blackout di ieri che ha fatto ritardare diversi voli, le varie associazioni di consumatori si sono già messe all’opera per capire se e in quale misura i passeggeri che hanno sofferto del disservizio possono avvalersi delle legge comunitarie per il rimborso.

Pensione di invalidità a rischio per le donne sposate

 Sono le donne sposate a rischiare di più, dopo che l’Inps ha deciso che il reddito sul quale si decide l’ammontare dell’assegno pensionistico di invalidità dovrà essere calcolato non più sul reddito individuale ma su quello coniugale.► Le spese di ricovero dei famigliari portatori di handicap

Fino a questo momento, il reddito limite per l’ottenimento della pensione di invalidità era individuale, fissato a 16500 euro e 4650 euro all’anno a seconda della percentuale di perdita della capacità lavorativa.

Ora, l’Inps ha deciso che questi limiti saranno considerati sul totale del reddito coniugale, il che vuol dire che migliaia di donne sposate potrebbero perdere il loro assegno e, nella peggiore delle ipotesi, potrebbero anche essere costrette a restituire quanto ricevuto negli ultimi dieci anni.Secondo l’avvocato previdenzialista Sante Assennato

Per 34 anni tanto per l’assegno quanto per la pensione gli stanziamenti delle leggi di bilancio dello Stato hanno previsto limiti reddituali personali: una deroga a questa prassi rappresenterebbe la più grave controriforma in materia assistenziale con conseguenze devastanti soprattutto per la donna.

Questo perché, essendo il mercato del lavoro a forte prevalenza maschile, l’assegno e la pensione di invalidità erano volti a tutelare proprio il sesso meno avvantaggiato nel momento in cui, per motivi di salute, si trova senza lavoro.

► Fornero blocca circolare Inps su pensioni invalidità

Ora, la questione è stata rimandata alla magistratura e il verdetto della Corte di Cassazione è atteso per il prossimo 13 febbraio.

 

A RCS tira aria di crisi

 La crisi colpisce uno dei colossi dell’editoria italiana. RCS – Rizzoli-Corriere della Sera – è uno dei maggiori editori italiani, una società enorme, quotata anche in Borsa.

Il gruppo ha annunciato oggi, per voce dell’amministratore delegato Pietro Scott Jovane, che l’azienda metterà in atto un piano di ristrutturazione anticrisi, che prevede il taglio di 800 dipendenti, tra giornalisti e amministrativi, la vendita di ben 1o testate e la valorizzazione (ossia la vendita) di delle sedi del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport, situate nel centro di Milano.

 

Esuberi Benetton

Le testate che saranno messe in vendita sono A, Brava Casa, Astra, Max, Ok Salute, l’Europeo, Visto, Novella 2000, Yacht&Sail più tutta la parte dell’enigmistica. Se non si troverà un acquirente, le testate saranno cessate.

Tra i vari esuberi, se ne contano 640 in Italia e i restanti in Spagna, ma non si sa ancora come saranno distribuiti gli esuberi nelle singole divisioni. Il triste annuncio è stato anche accompagnato dalla notizia che anche i super manager aziendali sono disposti al sacrifico e il presidente Angelo Provasoli, l’amministratore delegato e i suoi collaboratori si ridurranno lo stipendio del 10%.

► Crisi Electrolux

I rappresentanti sindacali dei dipendenti Rcs hanno manifestato immediatamente una grande preoccupazione per questo annuncio, che, soprattutto in Spagna vanno a sommarsi ai pesanti interventi già attuati negli anni passati, dove solo nel 2012 sono stati tagliati 350 posti di lavoro.

Consumi giù di 45 miliardi in due anni

 E’ questo quanto emerge dalle ultime stime di Confesercenti, che mettono insieme i dati sui consumi dello scorso anno, che sono scesi di 35 miliardi di euro, e quelli di quest’anno, per il quale è stato stimato un ulteriore calo di 10 miliardi.Quindi, nel biennio 2012-2013, il calo dei consumi degli italiani si attesterà a meno 45 miliardi, che equivalgono ad una diminuzione della spesa per ogni famiglia pari a circa 2000 euro. Il tutto, ovviamente, a danno delle piccole e medie imprese.

► I consumi sempre in diminuzione con un leggero miglioramento

La colpa maggiore di questo crollo dei consumi è da imputare alla pressione fiscale -il prelievo fiscale previsto per l’anno in corso, con l’introduzione delle nuove imposte Imu, Tares e Ires, sarà complessivamente di 34 miliardi di euro- che peserà per 800 euro a famiglia.

Se lo stesso conto si applica alle aziende, già messe in ginocchio dalla crisi dei consumi, si ha una pressione fiscale pari a 14 miliardi, pari a 3000 euro per ogni azienda.

Ciò che il governo ha fatto per risollevare le sorti dell’economia, almeno secondo la Confesercenti, potrebbe invece rivelarsi un’ulteriore spinta verso la recessione. Infatti, questa pressione fiscale, andrà ad incidere sul Pil per lo 0,7%.

► Paniere dei consumi 2013

Secondo Marco Venturi, presidente dell’associazione, l’unica soluzione a questo problema è il taglio alle spese, attraverso il quale potrebbero essere recuperati ben 70 miliardi, con i quali ridurre la pressione fiscale e ridare ossigeno a famiglie e imprese.

Pronti al via i Monti Bond per MPS

 Il titolo del Monte dei Paschi di Siena potrebbe rimbalzare di nuovo dopo l’annuncio del presidente Profumo circa l’emissione dei famosi Monti Bond. Il Tesoro italiano, infatti, sarebbe pronto ad emettere 3,9 miliardi di titoli che da un lato rafforzerebbero le finanze della banca e dall’altro porterebbero rendimenti al 9 per cento allo Stato.

► Bankitalia su debolezza economica

Il titolo del Monte dei Paschi potrebbe dunque essere pronto per un altro rimbalzo, legato al fatto che i Monti Bond non rappresentano un salvataggio per l’istituto di credito senese.

► La crisi di MPS spiegata in quattro punti

I bond in questione, dunque, dovrebbero essere emessi a brevissimo giro. Il presidente di MPS, Alessandro Profumo, lo ha chiarito durante l’Assion Forex di Bergamo ma non è detto che i tempi brevi includano la settimana appena iniziata. La banca, però, per prima cosa dovrà rimborsare i vecchi Tremonti bond e poi potrà aggrapparsi a questa seconda “scialuppa di salvataggio”.

Attenti però a considerare davvero l’operazione come il salvataggio in altri termini del Monte dei Paschi di Siena. Se gli investitori non dovessero credere alla parola dei vertici dell’istituto di credito, è pronta già una “giustificazione” del Governatore di Bankitalia che ribadisce la solidità della banca e del sistema bancario italiano in generale.

 Bankitalia contraria al commissariamento di Mps

L’impatto che l’operazione avrà sul patrimonio della banca non può “pregiudicare” la sua salute.

Il presidente di Google cede l’1 per cento

 Il settore delle azioni riferite al mondo tecnologico è di nuovo in fermento dopo la notizia che il presidente di Google cederà l’1 per cento delle sue proprietà finanziarie di Mountain View. Ma niente paura, assicurano i vertici dell’azienda, non si può ancora parlare di cambio della presidenza.

Eric Schimdt è il presidente di Google e sembra abbia deciso di cedere sul mercato l’1 per cento della dote finanziaria di Google che è nelle sue mani. Questa “cessione” della sua quota Google vuol dire che presto, sul mercato azionario, circoleranno 3,2 milioni di azioni legate al motore di ricerca più famoso del mondo.

 Aumento profitti Google 2012

Il loro valore, in dollari, si aggira intorno ai 2,5 miliardi e in termini percentuali, come abbiamo detto, stiamo parlando dell’1 per cento di Google. Al momento, tra l’altro, Schimdt controlla il 2,3 per cento delle azioni e il 5 per cento dei diritti di voto. Le azioni Google, se teniamo conto di quel che è successo venerdì al Nasdaq, valgono circa 785,3 dollari l’una, che è anche il 30 per cento in più rispetto all’anno scorso.

 Ocse e fisco, prese di mira Google e Apple

L’annuncio della vendita non è da considerarsi un’indiscrezione visto che ne è stata data comunicazione già alla Sec. Gli altri vertici di Google però confermano che Shimdt resterà impegnato.

 Google costretta alla liberalizzazione dei brevetti

Se si considerano i consumi c’è da temere

 Se volessimo valutare la solidità del nostro sistema economico a partire dalla fiducia e dalle spese dei consumatori, in questo momento, non avremmo molto da esser contenti visto che le stime comunicate dalla Confcommercio, descrivono un quadro molto complesso e triste. Intanto parte anche l’allarme della Federalberghi.

Il 2012, ormai si sa, dal punto di vista dei consumi è stato un anno terribile e se prendiamo in esame i dati offerti da Confcommercio, possiamo renderci megli conto dell’entità della flessione nei consumi. In più si evince dal report che non ci sono segnali di ripresa e non è solo una questione di fiducia dei consumatori, stiamo proprio parlando di lavoro.

 Raggiunto l’accordo UE con buone notizie per l’Italia

In pratica, il fatto che gli italiani non spendano soldi, dipende dalla loro incerta posizione lavorativa e professionale. In appena due anni, infatti, sono stati persi quasi mezzo milione di posti di lavoro. Se poi si cercano conferme di questa situazione, basta puntare lo sguardo verso il settore turistico-alberghiero.

 Cambiano le spese, attenti al redditometro

Federalberghi, ancora una volta, è costretta a lanciare l’allarme: se nel 2012 i consumi hanno registrato una contrazione tale che non si registrava dagli anni Cinquanta, non possiamo aspettarci che ci sia un miglioramento decisivo nel 2013. Insomma, sebbene sia di minore intensità, ci sarà comunque una flessione.

 

Bauli e Bistefani raggiungono l’accordo

 Gli equilibri dell’industria dolciaria italiana stanno cambiando: Bistefani, infatti, ha deciso di mettersi nelle mani della Bauli, facendo “cambiare i connotati ai suoi prodotti”. Una scelta che oltre ad incidere sull’immaginario collettivo degli amanti dei Krumiri e dei Panettoni, avrà un effetto deciso sul mercato finanziario.

 Bauli pronta per rilevare la Bistefani

Erano mesi che la Bauli e la Bistefani trattavano per raggiungere un accordo commerciali e forse a causa dell’intensità del lavoro durante le feste, a Natale sembrava che la fusione dovesse essere gettata alle ortiche. L’azienda veronese Bauli non era più interessata a mettere le mani sul patrimonio della piemontese Bistefani.

I sostenitori del made in Italy, invece, hanno spinto affinché si ricucisse lo strappo e i vertici delle due aziende si accordassero per costruire un gruppo da 5oo milioni di fatturato, con 1100 addetti. La volontà di tutti era di salvare capra e cavoli: posti di lavoro e produzione italiana.

La firma dell’accordo è arrivata la settimana scorsa, leggermente spinta dall’aggravarsi della situazione finanziaria della Bistefani. Non si conoscono però i termini finanziari dell’accordo ma si sa soltanto che l’industria piemontese aveva accumulato in questi anni ben 35 milioni di euro di debiti. La Bistefani, a detta del presidente uscente, poteva vantare anche 75,4 milioni di euro di ricavi nel 2011, ma in questi due anni ha pagato per la crisi delle sue controllate, tra cui ad esempio la Luigi Viale SpA, presente nel settore GDO con il marchio Dimeglio.