Il destino di Sns Bank come MPS?

 La decisione dell’Olanda è perentoria: si procederà con la nazionalizzazione del quarto istituto di credito del paese, la Sns Bank. Il brutto di tutta l’operazione sta nel fatto che i risparmi, le obbligazioni subordinate e le azioni collegate al titolo dell’istituto di credito, saranno praticamente azzerati.

Si salveranno dall’espropriazione soltanto le obbligazioni senior. Ad avvisare i risparmiatori di queste “buone intenzioni” che comunque servono ad evitare il default della banca, è stato il ministro delle Finanze olandese Jeroen Dijsselbloem che presto prenderà il posto di Junker alla presidenza dell’Eurogruppo.

 Jeroen Dijsselbloem nuovo Presidente Eurogruppo

L’espropriazione è parsa l’unica alternativa per il governo olandese che va ad intaccare anche i risparmi di molte famiglie italiane che avevano depositato qualcosa nei forzieri di una banca ritenuta per tanto tempo tra le più affidabili d’Europa.

Nonostante debba ancora essere fatta parecchia chiarezza sui bilanci della Sns, si sa già che c’è un buco da 2,3 miliardi di euro che sono state considerate delle spese legate al settore immobiliare. Eppure le agenzie di rating chiamate a valutare la solidità della banca, le avevano sempre attribuito un buon rating.

Vista la recente crisi del Monte dei Paschi di Siena, adesso, si cerca di capire se sia possibile che anche l’istituto senese arrivi all’espropriazione dei risparmi. Per il momento non è previsto il default della banca e quindi anche l’idea di azzerare i risparmi dei clienti MPS sembra remota.

► La crisi di MPS spiegata in quattro punti

Lo spread italiano torna sopra la soglia Monti

 La prima giornata della settimana, a livello finanziario, per la borsa di Milano non è stata affatto positiva, visto che ieri si sono concluse le contrattazioni in terreno negativo. A trascinare verso il basso gli indici sintetici, ci hanno pensato i titoli industriali e quelli bancari.

Piazza Affari, quindi, ha chiuso con una perdita di 2,75 punti percentuali del Ftse Mib che si è ritrovato a quota 16.842 punti. Un tonfo che è stato ancora più amaro considerando i titoli che hanno determinato la decrescita degli scambi. In prima fila i titoli della FIAT e di Finmeccanica che hanno perso entrambi il 5 per cento.

Una perdita che ha accomunato queste aziende al destino di Unicredit, in flessione del 5%. Con queste performance, indicative del trend degli asset bancari, Milano si è allontanata dai ritmi di crescita che avevano scandito gli ultimi 20 giorni.

► La crisi di MPS spiegata in quattro punti

Alcuni analisti, astraendosi dai dati del mercato, attribuiscono questa flessione anche al rinnovato clima d’incertezza pre-elettorale: su Piazza Affari pesa la politica! Non sono poi trascurabili le faccende del Monte dei Paschi di Siena, cui è seguito il tonfo dell’azienda SAIPEM legata al gruppo ENI.

► A Milano affonda SAIPEM

Lo spread, in tutto questo marasma, è risalito al di sopra della soglia Monti assestandosi intorno ai 280 punti base con un rendimento del titolo decennale che è cresciuto fino al 4,46%.

Le banche ripartono dalla tutela dei risparmiatori

 Le banche sono la struttura  portante di tutte le economie e in effetti, una banca in crisi, nella più parte dei casi, indica che lo stato intero ad essere ad un passo dal default.

La crisi del debito europea ha evidenziato l’importanza della salute del sistema finanziario e le politiche di allentamento monetario decise dalla BCE e della FED, non hanno fatto altro che tendere la mano agli istituti di credito maggiormente in difficoltà sotto il profilo della ricapitalizzazione.

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Adesso, partendo dalle banche londinesi, il sistema bancario prova a risorgere e lo fa incrementando la difesa dei risparmiatori. George Osborne, il Cancelliere britannico ha annunciato che è stato avviato l’iter parlamentare per la legge che provvederà alla divisione delle attività bancarie d’investimento dalle attività bancarie di retail.

► L’effetto della crisi sulle banche

In questo modo, il Tesoro inglese, avrà gli strumenti appropriati per monitorare le attività d’investimento ad alto rischio e più in generale tutelerà i risparmiatori. Le banche, al primo impatto con la proposta di Osborne, non hanno reagito bene perchè la divisione tra banche commerciali e banche d’investimento potrebbe anche determinare la fine di questo secondo insieme che, essendo meno a contatto con i risparmiatori, potrebbe essere lasciato al suo destino in caso di fallimento.

L’iter di separazione è comunque iniziato.

La prossima crisi partirà dal dollaro

 La prossima crisi valutaria potrebbe partire in seno all’America, nel suo cuore, negli Stati Uniti che adesso stanno combattendo per una risoluzione senza traumi del fiscal cliff, rimandando di mese in mese la decisione sulla riforma fiscale, ma che dovrebbero ripartire alla grande nella seconda metà del 2013.

Le speranze, all’indirizzo degli States, resistono mentre per quel che riguarda il Vecchio Continente, tutti dicono che la crisi nella zona Euro non è finita. L’America dovrebbe tornare a sorridere, economicamente e finanziariamente parlando, nella seconda metà del 2013.

Da quel momento in poi gli analisti prevedono che si scateni una vera e propria corsa del dollaro di durata quinquennale. Un’eventualità che spaventa gli economisti come Andy Xie che s’immagina una crisi dei mercati emergenti dopo la resurrezione del dollaro.

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Secondo Xie, l’indice del dollaro dovrebbe salire a 100 in tre anni, guadagnando il 25% rispetto ai livelli attuali, innescando una crisi nei paesi emergenti che adesso funzionano da traino. Non è uno scenario del tutto nuovo, in fondo, visto che già negli anni Ottanta e nel 1997 la crisi del debito dell’America Latina e la crisi finanziaria asiatica, sono coincise con un apprezzamento del dollaro rispetto alle valute locali.

In tal senso i paesi maggiormente a rischio sono i paesi BRIC, vale a dire Brasile, Russia, India e Cina che costruiscono il loro business con numerosi investimenti esteri.

BPA Mutuo Casa a tasso misto

: il mutuo casa a tasso misto.

La caratteristica essenziale di questo prodotto è sicuramente la maggiore flessibilità della rata. Come spiega la banca dalle pagine del suo sito web, è rivolto a chi vuole cogliere all’inizio i vantaggi e la sicurezza insiti nel mutuo a tasso fisso, senza però rinunciare alla possibilità di passare al tasso variabile dopo un periodo iniziale stabilito di 5 anni.

Il finanziamento può essere usato per l’acquisto, la costruzione e la ristrutturazione di un immobile ad uso residenziale e la banca, anche nel caso del tasso misto, è pronta a finanziare fino all’80 per cento del valore dell’immobile da rimborsare con un piano d’ammortamento fino a 30 anni.

I costi di questo prodotto sono elencati nel foglio illustrativo: si va dal 5,585% per i rimborsi in 15 anni al 5,541% per i rimborsi in 20 anni. Si arriva anche fino al 5,634% e al 5,598% per i mutui a 15 e 20 che comprendono anche la sottoscrizione di una polizza “Mutuo Protetto Basic”.

BPA Mutuo Casa a tasso variabile

in aumento le spese per la casa. L’istituto di credito pontino, però, tra i suoi prodotti più convincenti, annovera anche un mutuo casa a tasso variabile. 

Il finanziamento in questione consente di sfruttare tutte le opportunità del mercato, di approfittare della calma dei tassi di questo periodo, nonostante le statistiche annuncino l’inversione di tendenza per l’Euribor.

Ad ogni modo, se non avete paura dell’anno in corso e se non temete il fatto che siano in aumento le spese per la casa, allora il variabile è quello che fa al caso vostro. Il mutuo della Banca Popolare di Aprilia deve essere usato per l’acquisto, per la costruzione o anche per la ristrutturazione di un immobile ad uso residenziale.

La banca pontina è pronta a finanziare fino all’80 per cento del valore dell’immobile, da rimborsare in 30 anni, dopo aver valutato il merito creditizio e le capacità di rimborso dei richiedenti. In più è possibile abbinare al finanziamento anche delle interessanti soluzioni assicurative.

Il TAEG, per il mutuo a tasso variabile indicizzato con l’Euribor è del 6,034% per i rimborsi a 15 anni e scende al 6,002% per i rimborsi ventennali.

Il libretto Conto Compilation

 La Banca Popolare di Aprilia, l’abbiamo considerato più volte, ha una vasta gamma di prodotti creditizi che cercano di raggiungere una fetta molto ampia della popolazione assecondando esigenze e bisogni di pensionati, giovani, famiglie, lavoratori e anche piccoli, piccolissimi risparmiatori.

Per esempio il conto di base alle condizioni previste dalla Legge di Stabilità.

Il libretto Conto Compilation è una soluzione che la banca definisce giovane, fresca e frizzante, pensata per coloro che hanno un’età compresa tra 12 e 26 anni. E’ un libretto nominativo per la gestione del risparmio, sicuro, prima di tutto, ma associato anche ad una buona dose di vantaggi  e servizi esclusivi.

Il canone trimestrale da corrispondere è di appena 3 euro che danno diritto ad una serie illimitata di operazioni gratuite e alla ricezione della carta prepagata Compilation Power Card. Non stupirà se poi dal libretto, il giovane risparmiatore, opti per un conto corrente con le stesse caratteristiche: il Conto compilation.

Conto 44 gatti per i piccoli fino a 11 anni

 Più che un vero conto corrente, si tratta di un libretto conto e la nomenclatura ispirata alla celebre canzone dello Zecchino d’Oro indica che ci si rivolte al pubblico dei piccoli risparmiatori. Il Libretto conto 44 gatti è stato studiato dalla Banca Popolare di Aprilia, per educare al risparmio i ragazzi fino a 11 anni, in modo divertente e conveniente.

Della stessa banca abbiamo già visto altri prodotti molto interessanti che soddisfano altre categorie di utenti: BPA ha anche il conto di base alle condizioni previste dalla Legge di Stabilità.

Tornando al libretto di risparmio per i più piccoli, per i ragazzi che non hanno ancora compiuto 11 anni, scopriamo che i “baby risparmiatori” ottengono anche una Joy Card per entrare nel Club dei Gattimatti ed avere numerosi sconti all’ingresso nei parchi divertimento e non solo.

Sul sito www.44gatti.it si possono ricevere tutte le informazioni sul conto ma si deve subito ricordare che i depositi e i prelievi sono gestiti allo sportello come per i classici libretti di risparmio. Non è previsto un importo massimo per i libretti nominativi e comunque il deposito si può estinguere in qualsiasi momento.

In aumento le spese per la casa

 Quando si acquista una casa le spese da sostenere sono numerose e non parliamo soltanto degli interessi del mutuo e degli altri costi che contribuiscono alla composizione del TAEG. Una recente indagine, riportata da PrestitiSupermarket dimostra che nel 2013 le spese per la casa potrebbero aumentare ancora del 4 per cento.

► TAN e TAEG dei prestiti per la ristrutturazione della casa

I risultati del report curato da Adusbef e Federconsumatori interessa da vicino le finanziarie che sono pronte ad aiutare i cittadini nel pagamento dei debiti contratti. Sicuramente, per chi non lo sapesse, si deve considerare che il consolidamento è un’opportunità molto vantaggiosa, da cogliere.

Ma entriamo nel dettaglio delle spese per la casa che sono previste in crescita per il 2013. Se è vero quel che dice Idealista che sarà l’anno dell’affitto, sappiate che gli affitti peseranno di più nel bilancio familiare visto che per un appartamento di 90 metri quadri in una zona semi centrale, si spenderanno circa 1694,70 euro al mese che sono 61,5 euro in più dell’anno scorso. Se la casa è di proprietà l’aumento delle spese previsto per il 2013 sarà di 49,80 euro e raggiungerà quota 1164,45 euro.

Gli aumenti descritti saranno determinati sicuramente dall’incremento delle tariffe delle utenze, come luce, gas e acqua, ma saranno soprattutto dettati dalla normativa sulla TARES che è slittata a luglio ma non lascerà indenni i portafogli degli italiani. Le associazioni di consumatori – allora – chiedono un intervento diretto del governo in materia di risparmi.

► Prima rata Tares posticipata a luglio

La crisi nella zona Euro non è finita

 Sono in molti a credere che in questo momento l’UE sta soltanto tirando un sospiro di sollievo per il fatto di aver sbrogliato alcuni nodi rimasti troppo tempo da parte, ma sono pochi quelli pronti a credere che la crisi sia davvero finita.

Se si dovesse scegliere un “capo banda”, in questi giorni, si farebbe sicuramente il nome di Wolfgang Münchau, un editorialista del Financial Times che spiega come tutti i buoni propositi contenuti nel progetto di unità bancaria, oggi, siano molto indeboliti.

Di sicuro, adesso, gli investitori che hanno assistito alla firma del trattato di Basilea III sono convinti che l’Europa ce la può fare e i governi hanno allentato la pressione sull’economia affidandosi alle capacità di gestione della BCE, ma questo non vuol dire che la crisi sia alle spalle. Anzi.

► Banche in crescita dopo Basilea III

Nella realtà gli stati membri dell’Unione Europea hanno semplicemente approvato una legislazione unilaterale sulla regolamentazione bancaria ma poco è stato fatto, a livello comunitario, riguardo le transazioni finanziarie. Così, nella pratica, sia la Francia che la Germania continuano a proteggere le attività di trading delle loro banche senza interesse ad agire in questo settore a livello comunitario.

► Un rinnovato ottimismo percorre le borse europee

L’Italia, dal punto di vista della carenza dell’attività di vigilanza bancaria, è emblematica, visti gli sviluppi dell’affare Monte dei Paschi.

►  La crisi di MPS spiegata in quattro punti