La tassa sul licenziamento della colf

 Il licenziamento e l’assunzione della colf sono temi a metà strada tra il fisco e l’occupazione, ma oggi vogliamo approfondire un aspetto squisitamente fiscale della questione “licenziamento”.

Per via della riforma del lavoro, adesso, coloro che impiegano una badante, una colf o un altro collaboratore domestico, dovranno versare un ticket che sarà usato per finanziare il fondo Aspi. Questa nuova imposta sembra avere come effetto l’erosione dei risparmi delle famiglie e degli anziani che dovranno pagare in base all’anzianità di servizio del collaboratore.

 Dati Eurispes sul lavoro in Italia

Il timore, adesso, è che si rispolveri il più economico “lavoro nero”, oppure che ci saranno forti pressioni da parte dei datori di lavoro, per “costringere” i domestici a dimettersi. Soltanto chi si avvale dei buoni lavoro per il pagamento dei collaboratori domestici, non deve versare questa imposta.

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Facendo un rapido calcolo, licenziare una colf può costare dai 39 euro dovuti per un’assunzione di un solo mese, fino ai 1418 euro, dovuti invece per il collaboratore che da tre anni e più lavora per la stessa famiglia.

La normativa specifica che questa tassa deve essere pagata in tutti i casi d’interruzione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato, per tutte le causali che darebbero diritto all’Aspi. Quindi sempre, tranne che in caso di dimissioni. Ironia della sorte, la tassa deve essere corrisposta anche se il datore di lavoro muore. La  legge, fortunatamente, deve ancora essere messa a punto.

Passaggio non automatico per l’IVA per cassa

 E’ entrato in vigore il nuovo regime per l’IVA per cassa ma chi aderiva alla stessa nella vecchia stagione fiscale, non è automaticamente inserito negli elenchi dei contribuenti che aderiscono alla nuova IVA per cassa. Il passaggio automatico non esiste ma molto si evince dall’atteggiamento concludente.

Durante una sessione di Telefisco 2013 del Sole 24 Ore, molti contribuenti hanno chiesto se è possibile effettuare il passaggio automatico dal vecchio regime IVA per casa al nuovo, visto che per tutte le operazioni fatte dal primo dicembre 2012 c’è l’opzione tra le due scelte.

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L’articolo 7 del decreto legge numero 185 del 2008 spiega che il passaggio tra i due sistemi non è automatico e che se non ci sono indicazioni ufficiali, i soggetti che vogliono aderire al nuovo regime, possono sfruttare l’atteggiamento concludente, quindi scrivere la dicitura “IVA per cassa” sulle fatture, e poi confermare tutto con la comunicazione in dichiarazione annuale. 

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Chi ha già iniziato ad operare in questo modo da dicembre 2012, adesso, nel modello IVA 2013 deve scegliere la casella 1 del rigo VO15 che è dedicata all’opzione.

Un dubbio collegato a questo è nell’individuazione del momento di incasso e di pagamento delle fatture. L’IVA per cassa, infatti, prevede che l’esigibilità e la detrazione dell’imposta avvengano al momento del pagamento, sia esso ricevuto o effettuato.

Le spese di ricovero dei famigliari portatori di handicap

 All’Agenzia delle Entrate è arrivata una richiesta da parte di un contribuente che ha chiesto delucidazioni in merito alla deduzione delle spese di ricovero di un famigliare a carico.

La situazione descritta dal contribuente è quella della madre portatrice di handicap, non a suo carico fiscalmente, per la quale si stanno sostenendo delle spese mediche legate al ricovero. Ci si chiede quindi se sia possibile dedurre integralmente le spese mediche e se per farlo sia necessario che la fattura sia intestata al contribuente.

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L’Agenzia delle Entrate ha risposto citando l’articolo 10, comma 1 del Tuir spiegando quali sono le imposte deducibili ai fini Irpef: le spese mediche e quelle di assistenza necessarie in caso di invalidità e menomazione, sostenute dai soggetti portatori di handicap.

► Online il 730/2013 in versione definitiva

Se si arriva al ricovero in un istituto di assistenza, non è possibile dedurre l’intera spesa, ma soltanto la parte relativa alle spese mediche e paramediche di assistenza specifica, distinguendo queste ultime da tutto ciò che riguarda vitto e alloggio.

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Si possono dedurre le spese, secondo queste indicazioni, anche se il famigliare per le quali si sostengono non è fiscalmente a carico, quindi per il proprio coniuge, per i figli legittimi e naturali, per i genitori e i suoceri, per i generi e le nuore, per i fratelli e le sorelle.

ENEL pronta per il piano di dismissioni

I governi rilanciano il mercato immobiliare è questo l’imperativo che arriva dall’economia internazionale. In tempo di crisi si cerca l’appoggio della politica, chiamata a prendere per mano il settore immobiliare per guidarlo all’uscita della crisi.

La disoccupazione, l’inflazione e il credit crunch sono comuni a tutto il mondo, ma è solo operando sul contesto nazionale e tenendo conto delle specificità di ogni paese, che si può uscire davvero dalla crisi. Se poi ci allontaniamo dalle considerazioni generali per zoomare sulla realtà italiana, ci accorgiamo che nel nostro paese gli acquirenti stanno vivendo un momento d’oro con il mercato immobiliare sovraffollato.

► Inversione di tendenza per l’Euribor

E’ notizia di qualche giorno fa, la volontà di ENEL, di piazzare sul mercato una serie di immobili di sua proprietà. L’azienda che si occupa soprattutto di energia, ha all’attivo ben 625 abitazioni, più una serie di uffici, i laboratori e dei terreni. Dalla fine di marzo, tutto questo patrimonio, potrebbe essere al centro di un piano di dismissioni che prende il largo nel momento stesso in cui il CdA ha votato l’aumento di capitale di 5,9 miliardi di euro.

Le proprietà ENEL si trovano soprattutto in Piemonte e in Veneto, ma anche in Toscana, Lombardia, Lazio e Liguria. Pochissimi cespiti sono infine localizzati in Sardegna e Basilicata. Ci sarà un call center dedicato all’operazione e una promozione online lanciata entro la fine di marzo.

I governi rilanciano il mercato immobiliare

Inversione di tendenza per l’Euribor è una notizia dell’ultima ora che introduce l’apprensione registrata tra i mutuatari che negli anni passati hanno acceso un mutuo a tasso variabile ed ora, nel 2013 o anche nel 2014, potrebbero trovarsi a pagare rate più consistenti.

Questa eventualità spaventa anche chi, un mutuo, finora non l’ha ancora acceso. Il mercato immobiliare, da questo punto di vista, non stimola certo gli acquirenti che oggi si trovano davanti ad un gran numero di vendite, ma a prezzi ancora troppo elevati rispetto alla loro condizione economica.

Europa e USA siano diversi anche nell’immobiliare, tuttavia bisogna arrendersi all’evidenza: la recessione, la disoccupazione alle stelle e le famiglie sempre più indebitate sono elementi che accomunano tutti i cittadini, ovunque nel mondo.

Ecco allora che tra le previsioni contrastanti sul settore immobiliare si fa strada l’ipotesi di un intervento massiccio dei governi. E’ la politica, infatti, a farsi carico della situazione e a risollevare il mercato immobiliare, in modo da attirare nuovi investimenti senza che si sentano troppo gli effetti delle varie bolle immobiliari.

Ogni governo studia le misure più appropriate per il contesto nazionale. Per esempio la Gran Bretagna parte dall’iniezione di liquidità nel mercato, mentre la Francia vuole insistere sugli incentivi fiscali e la Spagna si affida al “buon cuore” degli acquirenti stranieri.

Inversione di tendenza per l’Euribor

 Il mercato immobiliare si fa più ristretto e non navigano in buone acque, nell’ultimo periodo, coloro che hanno approfittato dei tassi variabili molto vantaggiosi dei mesi addietro. A livello statistico, infatti, è stata segnalata l’inversione di tendenza dell’Euribor.

► Le piccole variazioni dell’Euribor fondamentali per gli investimenti

Quando diciamo che non navigano in buone acque, vuol dire che sono in apprensione e temono un rialzo repentino della rata anche se i cambiamenti, finora, hanno riguardato soprattutto, o meglio soltanto, l’Euribor a 1 anno. Gli analisti hanno rilevato un leggero rialzo dell’indice, quasi impercettibile.

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Più della percentuale d’incremento, il dato è considerato nel suo essere “avvisaglia” di un’inversione di tendenza. Dopo 14 mesi di ribassi si riprende la corsa in salita. La variazione, però, è stata percepita nell’indice Euribor a 12 mesi, il che vuol dire che, adesso, non ci sarà alcuna conseguenza sulle rate del mutuo.

► La nuova vita dell’Euribor

L’invito resta ed è quello a tenere sotto controllo le rate dei mutui per capire se anche gli altri indici Euribor di riferimento seguiranno “il padre” di tutte le variazioni. Si sbizzarriscono intanto le previsioni per il 2013, anno in cui l’Europa non uscirà dalla crisi e questo vuol dire che ancora per qualche mese, chi ha acceso un mutuo a tasso variabile, pagherà una quota d’interessi al di sotto dell’inflazione.

Il traino dei paesi emergenti funziona

 Le economie mature sembrano più smaliziate riguardo la ripresa economica e nonostante le stime si susseguano per dire che tutto ripartirà nel secondo semestre del 2013, piuttosto che all’inizio del 2014, loro, le grandi economie, si deprimono al solo pensiero della situazione.

Ecco allora che, a livello statistico, si prende nota del calo della fiducia delle imprese nei paesi industrializzati. Circa 3200 manager sono stati intervistati da Grant Thornton, per la compilazione dell’International Business Report, in 44 paesi sparsi nel globo.

► Brusca frenata dell’economia americana

La preoccupazione principale resta il fiscal cliff americano, ma gli investimenti sono fortemente condizionati anche dal pensiero della situazione dell’Eurozona che la sua crisi del debito non l’ha proprio superata.

► Krugman sulla contrazione americana

Quello che le imprese temono è che non ci sia alcuna ripresa nemmeno nell’anno in corso. In tutti i paesi “industrializzati”, nelle cosiddette economie mature, la sensazione espressa è questa, unita alla consapevolezza del fatto che gli interventi della Banca Centrale Europea non sono sufficienti a riequilibrare la bilancia.

Investire, allora, è considerata un’operazione  molto rischiosa per le aziende che, così depresse, assistono ad un calo di fiducia generalizzato nell’economia mondiale. Gli investitori, per trovare un po’ di ottimismo, devono volgere lo sguardo verso i paesi emergenti che possono essere un rischio, ma sono senz’altro più positivi.

L’ottimismo nei paesi emergenti dell’America Latina è cresciuto del 69 per cento nel quarto trimestre del 2012 ed è cresciuto fino al 28 per cento nei paesi del Bric della Regione asiatica.

► FMI e Argentina ai ferri corti

FMI e Argentina ai ferri corti

 L’Argentina minacciata da Fitch rischia di nuovo il default, è ancora sull’orlo del precipizio, ma tempo fa ha annunciato di non voler pagare il debito contratto negli anni. La tensione è aumentata al punto che adesso il governo sudamericano e il Fondo Monetario Internazionale, sono praticamente arrivati allo scontro.

Il FMI ha approvato una dichiarazione di censura all’indirizzo dell’Argentina ed è la prima volta nelle storia del Fondo che si arriva a questo genere di “comunicazione. La situazione del paese sudamericano è abbastanza grave visto che l’inflazione è volata al di sopra del 25 per cento che è molto di più del 10,8 che era stato annunciato dall’istituto di statistica del paese.

► L’Argentina avrà più tempo per pagare i suoi Bond

Non ha perso tempo il presidente argentino, Cristina Fernandez de Kirchner che ha replicato alla Lagarde direttamente su Twitter accusando il Fondo Monetario Internazionale di aver fatto fortuna rovinando il resto dei paesi del mondo.

► L’Argentina nel mirino degli investitori

I toni della discussione sono dunque saliti molto, ma alla base c’è sempre il dato statistico, infatti, la censura disposta dal FMI nasce dall’inesattezza dei dati ufficiali della autorità di Buenos Aires che adesso dovrà correggere le pubblicazioni entro la fine del 2013. Dura la risposta dell’Argentina che, a questo punto, minaccia addirittura di uscire dal Fondo. In questo modo non si avrebbe più controllo sui dati argentini, compreso quello del PIL-

 

Conto World

 L’istituto di credito pontino, la Banca Popolare di Aprilia, non ci stancheremo mai di dirlo, si distingue per la varietà dei prodotti che mette a disposizione degli utenti, senza trascurare alcuna tipologia di correntisti.

Dopo l’entrata in vigore della legge di Stabilità, come tutte le banche, ha dovuto provvedere a dotarsi anche del conto di base, ma insieme abbiamo già visto un gran numero di conti che sono a disposizione dell’utenza: il conto Alte Prestazioni, il conto ZeroNET, il conto Prova 12, il conto Compilation e il conto corrente Tempodì.

BPA ha anche il conto di base 

Il conto World che invece prendiamo in esame adesso è pensato per gli stranieri che vivono e lavorano nel nostro paese. Questo prodotto ha l’ambizione di offrire un ventaglio di servizi e opportunità ai cittadini non italiani che hanno quindi bisogno di un prodotto semplice, utile e amico.

Il conto World diventa interessante per la risoluzione dei problemi pratici quotidiani, sia nelle vita, sia nel lavoro, dall’accredito dello stipendio, al pagamento delle bollette, fino all’invio di denaro all’estero. Trimestralmente è necessario corrispondere un canone di 18 euro che comprende le operazioni illimitate, la domiciliazione delle utenze e un’assicurazione che compre il rientro in patria per lutto famigliare e il rimpatrio della salma dall’Italia al paese d’origine.

 

BPA ha anche il conto di base

 Dopo la legge di Stabilità, tutti gli istituti di credito sono stati “costretti” a dotarsi di un conto di base che, a fronte di un pagamento di un canone ridotto, consente di avere a disposizione un conto corrente per le operazioni “basilari”. Anche la Banca Popolare di Aprilia, tra i suoi prodotti, mette a disposizione il Conto di Base.

Insieme abbiamo già visto: il conto Alte Prestazioni, il conto ZeroNET, il conto Prova 12, il conto Compilation e il conto corrente Tempodì.

Lo spot parla chiaro: “Il conto di pagamento per chi ha esigenze finanziarie contenute, facilmente accessibile per semplicità e convenienza”.

Il conto di Base, infatti, prevede per il correntista il pagamento di un canone onnicomprensivo che copre le spese per i servizi essenziali. Sono chiaramente inclusi nel prezzo anche la carta bancomat, il servizio di accredito dello stipendio o della pensione, il pagamento delle bollette, i bonifici, il saldo e la lista dei movimento.

I vantaggi di questo prodotto sono nell’assenza dell’imposta di bollo che riduce il canone ai minimi termini e tende la mano ai cittadini che appartengono alle fasce più deboli della popolazione. Il canone è uguale a zero per i pensionati che hanno un trattamento pensionistico mensile fino a 1500 euro.

A livello di operatività, le caratteristiche del conto di Base sono state definite dalla convenzione tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze, la Banca d’Italia, l’ABI, Poste Italiane e l’Associazione italiana istituti di pagamanto e di moneta elettronica.