Conto ZeroNET

 DalZeroNet è il conto della Banca Popolare di Aprilia che ha come obiettivo quello di aiutare nella gestione dei risparmi e nelle operazioni comuni i clienti che hanno famigliarità con l’ebanking.

Dello stesso istituto di credito abbiamo già presentato il Conto Alte Prestazioni, utile anche a chi si trasferisce nella zona pontina per lavoro.

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Entriamo dunque nei dettagli del conto ZeroNET. Il conto corrente in questione è online a zero spese, il che vuol dire che tutte le operazioni su internet sono gratuite e non ci sono limiti all’operabilità. In più, sottoscrivendo questo prodotto e pagando il canone, si ottengono anche una carta bancomat e una carta ricaricabile.

Quel che offre il conto ZeroNET è molto semplice: la tenuta conto, l’operatività via internet, la domiciliazione delle utenze e dei vari RID passivi, nessuna spesa per il primo bancomat e il rilascio della carta prepagata PayUp ZeroNet. Stando alla descrizione della banca, il prodotto è rivolto a coloro che preferiscono operare online, autonomamente e comodamente.

Dal foglio informativo apprendiamo che per attivarlo non è necessario alcun versamento iniziale ma è sufficiente presentarsi in filiale con un documento d’identità valido e il codice fiscale. Le condizioni economiche variano in base al profilo di cliente di riferimento: famiglie giovani, famiglie con operatività bassa, media o elevata, pensionati con operatività bassa o media.

Conto Alte Prestazioni

 La Banca Popolare di Aprilia, che fa parte del Gruppo Bancario Banca popolare dell’Emilia Romagna, mette a disposizione dei suoi clienti, un gran numero di conti correnti.

Si va dalle proposte semplici riservate a chi ha pochissime richieste e un grado molto basso d’interazione con la banca, fino alle proposte più “maliziose” che combinano la praticità del conto con il desiderio di avere rendimenti elevati sui risparmi depositati.

Il prodotto che presentiamo oggi è il Conto Alte Prestazioni. L’offerta, come dice la banca stessa, si può riassumere in due punti: l’apertura di un conto a condizioni agevolate e poi anche la possibilità di fare investimenti vincolati, partendo da un minimo di 20 mila euro, ad un tasso molto competitivo.

I vantaggi di questo conto sono nella convenienza, visto che sono assicurate remunerazioni superiori a quelle offerte da un conto corrente classico; la chiarezza e la semplicità dello strumento che consente di calcolare subito gli interessi sulle somme depositate; la liquidabilità, cioè la possibilità di svincolare le somme in ogni momento e l’economicità che risiede nel poter accedere a servizi vantaggiosi senza spese aggiuntive.

Una soluzione interessante per chi decide di trasferirsi nella zona pontina per lavoro.

Pfizer assume in tutta Italia

L’offerta è da considerarsi valida fino al 31 maggio 2013. Sul sito della Banca popolare di Aprilia è possibile prendere visione del foglio informativo e della guida pratica al conto corrente.

Che succede ai mutui di una banca fallita

  Cosa succede adesso ai mutui e prestiti MPS? E’ una domanda che dopo lo scandalo del Monte dei Paschi di Siena si sono posti tutti coloro che hanno acceso un mutuo o un prestito con l’istituto di credito in difficoltà.

► La crisi di MPS spiegata in quattro punti

 

Più in generale è interessante chiedersi che fine fanno i mutui quando una banca fallisce. Il fallimento non è ancora una prospettiva reale per il Monte dei Paschi e in genere una banca non fallisce da un giorno all’altro, ma si potrebbe arrivare anche a quel punto.

► Cosa pensa la politica dell’affare MPS

In quel caso, la banca in fallimento, venderebbe i suoi asset, quindi i credito erogati passerebbero nelle mani di un altro istituto di credito che si fa carico di tutti gli impegni presi dal suo predecessore con i clienti, oppure passa nelle mani dello  Stato.

Questo per quel che riguarda i mutui. I conti correnti, in realtà, godono di una tutela aggiuntiva, legata al Fondo interbancario di tutela dei depositi, che è stato riconosciuto dalla Banca d’Italia e accomuna le principali banche operanti nel nostro paese.

Non ci sono, quindi, interruzioni dei vari piani di rimborso ma i soldi sono raccolti da altri, lo Stato o la banca subentrante.

Moratoria sui mutui prolungata fino a marzo

 I mutuatari in difficoltà sono stati con il fiato sospeso fino all’ultimo giorno. Avevano già detto che la il fondo di solidarietà era appeso ad un filo e le soluzioni per chi non riesce a pagare le rate del mutuo, esclusa la moratoria, non sono poi così tante.

O ci si affida alle Regioni e agli enti locali, oppure è necessario chiedere la sospensione del rimborso direttamente alla banca, ma in questo caso, per la moratoria, sono richiesti dei requisiti particolari.

Dov’è più semplice ottenere un mutuo

Per esempio è necessario aver perso il lavoro. Tutte le informazioni in merito, comunque, sono disponibili sul sito dell’Abi. E’ proprio dalle pagine web dell’Associazione interbancaria italiana, che scopriamo il prolungamento della moratoria. Le famiglie che hanno difficoltà con il rimborso del mutuo acceso qualche tempo fa, nel caso in cui si verifichi un evento – come la perdita del lavoro – entro il 28 febbraio 2013, hanno la possibilità di entrare nel Piano Famiglie.

Quello che è conosciuto anche come moratoria o fondo di solidarietà è stato rifinanziato e le nuove domande possono essere accettate fino al 31 marzo. Poi la negoziazione tra l’Abi e le associazioni di consumatori firmatarie dell’accordo, potrebbe continuare. Non possono accedere al fondo coloro che ne hanno già beneficiato in passato.

Guida alla scelta e alla richiesta di un prestito personale

 Cos’è un prestito personale?

Un prestito personale è un tipo di finanziamento che si richiede ad una banca o ad un intermediario finanziario nel caso si abbia bisogno di liquidità per degli acquisti, appunto, personali. Infatti, la differenza principale tra un prestito personale e i prestiti finalizzati sta proprio nel fatto che per richiedere un prestito personale non è necessario dover giustificare l’utilizzo del denaro a cui si vuole avere accesso.

Quali sono i requisiti richiesti per ottenere un prestito personale?

Tutti coloro che hanno un reddito da lavoro –autonomo o da dipendente, sia che si abbia un contratto a tempo determinato o indeterminato- o da pensione possono fare richiesta di un prestito personale.

Oltre al reddito il richiedente il prestito personale deve soddisfare i seguenti requisiti:

– maggiore età

– meno di 75 anni di età

– dimostrabilità del reddito

– possesso di residenza in territorio italiano

Principali modalità di erogazione e di restituzione del prestito personale

Se si è in possesso di tutti i requisiti sopra elencati si può andare in banca o in un qualsiasi istituto di credito a richiedere il prestito personale. Va notato,  a questo punto, che il possesso di tutti i requisiti non implica una garanzia della concessione del prestito, in quanto la decisione finale spetta sempre all’istituto al quale ci si rivolge, che valuterà la concessione o meno del prestito in base ai propri standard.

Nel caso l’istituto conceda il prestito questo potrà essere erogato in due modi:

con bonifico bancario sul conto corrente indicato

con assegno assicurato che l’istituto fa pervenire direttamente alla residenza del richiedente

Per il rimborso del prestito personale ci sono varie alternative, le principali sono:

con addebito sul conto corrente indicato

con pagamento tramite bollettino postale

I criteri per la scelta del prestito personale più adatto alle tue esigenze

Di fronte ad un’offerta sempre più ampia delle banche riguardo a prestiti e finanziamenti, è normale avere un bel po’ di confusione sulla scelta dell’istituto al quale rivolgersi e, soprattutto, delle caratteristiche del prestito da scegliere. Vediamo quali sono i criteri sui quali basarsi per la scelta del prestito personale più adatto alle nostre esigenze.

Convenienza del prestito – Il TAN

Tasso annuo nominale. Questo tasso indica il valore del tasso di interesse che la banca applica per calcolare l’ammontare delle rate mensili di restituzione. Ovviamente, a TAN bassi corrispondono cifre più basse per le rate di restituzione.

Il TAN, però, è solo una delle maggiorazioni che saranno apportate alla cifra richiesta per la sua restituzione, quindi, prima di scegliere, è opportuno anche controllare l’ammontare di tutte le spese accessorie

Le spese accessorie – Il TAEG

Il TAEG, Tasso Annuo Effettivo Globale, nome con il quale si raggruppano, oltre al TAN, tutte le spese accessorie di un prestito non legate a rimborso o interessi. Si tratta, in pratica, del costo del servizio che la banca vi sta fornendo, nel quale sono solitamente incluse:

– spese di istruttoria

– spese di incasso e gestione rata

– imposta di bollo o imposta sostitutiva

– spese di chiusura della pratica

– costo delle comunicazione che la banca o l’istituto fa periodicamente al cliente.

Come nel caso del TAN, minore sarà la percentuale del TAEG applicato, maggiore sarà la convenienza del prestito.

Obbligatorietà e costo della copertura assicurativa

Per prima cosa va specificato che non tutti i prestiti personali prevedono una copertura assicurativa. Nel caso il prestito che state scegliendo le preveda, va controllato anche il loro importo che può variare da istituto a istituto, perché andrà ad aumentare il valore della rata.

Conviene comunque sottoscriverla perché, anche se aumenta il costo del rimborso, nel caso di impossibilità alla restituzione dell’importo ricevuto sarà chi lo ha concesso a prendersi carico delle rate.

 

 

Guida alla pensione di vecchiaia

 Cos’è la pensione di vecchiaia?

La pensione di vecchiaia è una prestazione economica che viene erogata dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale a lavoratori dipendenti o autonomi che ne fanno richiesta.

I requisiti minimi per fare richiesta di pensione di vecchiaia

Per poter fare domanda di pensione di anzianità è necessario:

1. aver raggiunto l’età anagrafica stabilita dalla legge per la propria categoria lavorativa;

2. aver raggiunto il monte contribuzione e di assicurazione stabilito dalla legge per la propria categoria lavorativa;

3. aver cessato il rapporto di lavoro alle dipendenze di terze persone.

Chi può fare richiesta di pensione di vecchiaia?

La pensione di anzianità spetta a tutti i lavoratori dipendenti ed autonomi che, previa soddisfazione dei requisiti richiesti, ne facciano domanda.

Con la Riforma Fornero sono entrati in vigore nuovi criteri anagrafici per ogni categoria lavorative differenziati tra uomini e donne tra chi ha raggiunto i requisiti contributivi prima e dopo il 31 dicembre 1995. Vediamo nel dettaglio tutte le tipologie.

1. Soggetti in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995

Tutti i soggetti in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 che abbiano raggiunto un’anzianità contributiva minima pari a 20 anni.

Per quanto riguarda il requisito anagrafico ci sono delle importanti differenze tra le diverse categorie di lavoratori, di seguito il dettaglio:

Lavoratrici dipendenti settore privato

dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2012 62 anni
dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2013 62 anni e 3 mesi (già adeguato alla speranza di vita)
dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2015 63 anni e 9 mesi (già adeguato alla speranza di vita)
dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2017 65 anni e 3 mesi (da adeguare alla speranza di vita)
dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2020 66 anni e 3 mesi (da adeguare alla speranza di vita)

Lavoratrici autonome e gestione separata

dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2012 63 anni e 6 mesi
dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2013 63 anni e 9 mesi (già adeguato alla speranza di vita)
dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2015 64 anni e 9 mesi (già adeguato alla speranza di vita)
dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2017 65 anni e 9 mesi (da adeguare alla speranza di vita)
dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2020 66 anni e 3 mesi (da adeguare alla speranza di vita)

Lavoratori dipendenti e lavoratrici dipendenti settore pubblico

dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2012 66 anni
dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2015 66 anni e 3 mesi (già adeguato alla speranza di vita)
dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2020 66 anni e 3 mesi (da adeguare alla speranza di vita)

Lavoratori autonomi e gestione separata

dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2012 66 anni
dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2015 66 anni e 3 mesi (già adeguato alla speranza di vita)
dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2020 66 anni e 3 mesi (da adeguare alla speranza di vita)

2.  Soggetti con primo accredito contributivo a decorrere dal 1° gennaio 1996

Tutti i soggetti con primo accredito contributivo a decorrere dal 1° gennaio 1996 che abbiano raggiunto il requisito contributivo di 20 anni e del requisito anagrafico in base alle seguenti condizioni:

– Se l’importo della pensione non è inferiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale (c.d. importo soglia) i requisiti sono gli stessi che valgono per i lavoratori in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995;

Indipendentemente dall’importo della pensione i lavoratori che abbiano compiuto i 70 anni di età e perfezionato 5 anni di contribuzione “effettiva”.

A partire dal 1° gennaio 2013 e fino al 31 dicembre 2015 il requisito dei 70 anni sarà incrementato di tre mesi ogni anno per effetto dell’adeguamento alla speranza di vita.

Come di presenta la domanda di pensione di vecchiaia?

Sono tre i canali attraverso i quali è possibile fare domanda di pensione di vecchiaia:

1. Richiesta telematica dal portale dell’Inps con il Pin che va richiesto direttamente all’Istituto;

2. Richiesta telefonica al Contact Center dell’Inps (803164 da rete fissa o 06164164 da mobile);

3. Richiesta attraverso enti di Patronato e intermediari autorizzati.

Quando viene erogata la pensione di vecchiaia?

La pensione di vecchiaia viene erogata a decorre dal primo giorno del mese successivo a quello nel quale l’assicurato ha compiuto l’età pensionabile.

Se, per tale data, non sono stati perfezionati i requisiti contributivi e assicurativi la pensione di vecchiaia verrà erogata a partire dal primo giorno del mese successivo a quello in cui vengono raggiunti tali requisiti.

Pensione di vecchiaia e rapporto di lavoro

I lavoratori dipendenti che vogliono accedere alla pensione di vecchiaia devono aver cessato tutti i rapporti di lavoro e la pensione sarà erogata a partire dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda.

Per i lavoratori autonomi non sussiste lo stesso obbligo.

Come ottenere un prestito con la pensione

 I pensionati italiani hanno la possibilità, anche se il loro reddito è composto dalla sola pensione erogata dall’Inps, di richiedere un prestito da banche o altri intermediari finanziari che potrà poi essere estinto con la cessione di quote di questa.

Il valore massimo che possono raggiungere le quote per la restituzione, trattenute direttamente dall’Inps all’atto dell’emissione dell’assegno mensile, è un quinto dell’importo totale del rateo pensionistico.

Sarà poi l’Istituto Nazionale di Previdenza a versare quanto dovuto all’istituto o intermediario che ha concesso il prestito, che non può avere, comunque, una durata superiore ai dieci anni.

Chi può richiedere un prestito con la pensione? 

Tutti coloro che sono in possesso da un reddito da pensione possono richiedere un prestito per far fronte ad eventuali spese, a parte alcune particolari tipologie di pensione.

I pensionati che non hanno la possibilità di richiedere un prestito sono coloro che percepiscono:

– pensioni e assegni sociali;

– pensioni di invalidità civile;

– assegni mensili per l’assistenza ai pensionati per inabilità;

– assegni di sostegno al reddito;

– pensioni del personale bancario;

– assegni al nucleo familiare.

Come si fa ad ottenere un prestito con la pensione?

Il pensionato che voglia fare richiesta di un prestito da restituire tramite cessione del quinto, deve farne richiesta ad un ufficio Inps (o direttamente all’ente finanziario convenzionato con l’Istituto che eroga la pensione) della comunicazione di cedibilità. Si tratta di un documento nel quale è indicato l’importo massimo della rata del prestito.

Con questo documento si va alla banca o alla società finanziaria per stipulare il contratto di prestito.

Come avviene il calcolo della rata del prestito con la pensione? 

Dal momento che la quota massima che si può cedere della propria pensione per la restituzione del prestito equivale ad un quinto del suo ammontare mensile, il suo valore dipende, appunto, dall’importo della pensione stessa.

Questo importo viene calcolato al netto delle trattenute fiscali e previdenziali. Ciò che resta al pensionato una volta detratto il valore della rata per la restituzione non può essere inferiore all’importo della pensione minima.

Quali sono le tutele per il pensionato che richiede un prestito con la cessione del quinto?

Oltre a garantire che l’importo della pensione che rimane a chi ha richiesto il prestito non sia mai inferiore alla pensione minima stabilita ogni anno dall’Inps (che prende in considerazione diversi fattori variabili), l’Istituto Nazionale di Previdenza ha il compito di verificare che il pensionato riceva delle adeguate tutele.

Nel caso di specie l’Inps, prima del versamento dell’importo stabilito all’istituto o all’intermediario finanziario che ha concesso il prestito, si accerterà che:

– la Banca o la Finanziaria abbiano tutti i requisiti richiesti dalla legge per questo tipo di operazione;

– il tasso applicato al prestito sia inferiore al tasso anti-usura;

– la rata prevista non sia superare un quinto dell’importo della pensione;

– nel contratto siano indicate tutte le spese relative a istruttoria, estinzione anticipata, premio assicurativo per premorienza ove presente, tasso di interesse.

La convenzione Inps con le banche

L’Inps, al fine di contenere il livello dei tassi di interesse e di tutelare i pensionati che richiedono un prestito con cessione del quinto, ha predisposto una Convenzione con banche e intermediari finanziari, che garantisce che al pensionato siano applicate delle condizioni di prestito agevolate e maggiormente favorevoli rispetto a quelle del mercato.

Esempi di calcolo del quinto della pensione

Calcolo del quinto per una pensione pari 496,30 euro lordi
Pensione lorda 496,30
Ritenute fiscali 0,00
Pensione netta 496,30
Pensione minima 480,53
Quota cedibile 16,77
Calcolo del quinto per una pensione pari 1.200,00 euro lordi
Pensione lorda 1.200,00
Ritenute fiscali 300,00
Pensione netta 900,00
1/5 del netto 180,00
Quota cedibile 180,00

Ulteriori informazioni sulla richiesta di un prestito con la cessione del quinto della pensione

Elenco delle banche e degli enti convenzionati con l’Inps

Testo della Convenzione tra Inps e banche e intermediari finanziari

 

 

Decreto del Ministero dell’economia e delle finanze su prestiti ai pensionati estinguibili con cessione fino ad un quinto della pensione

 

Tutto quello che c’è da sapere sui mutui

 Accendere un mutuo è un passo obbligato per la maggior parte delle persone che intendono acquistare una casa o fare delle spese ingenti, che possono essere di varia natura.

A prescindere dalle diverse offerte e tipologie di mutuo a disposizione nella varie banche, l’accensione di un mutuo è un processo piuttosto lungo che rimane pressappoco lo stesso in tutte le sue fasi. Cerchiamo di capire meglio come funzionano i mutui per districarsi tra documenti, istruttorie e scartoffie varie.

L’istruttoria

Per istruttoria si intende la fase di preparazione e di valutazione di tutti gli elementi che necessitano alla banca per decidere se è il caso o meno di concedere il mutuo al richiedente.

È proprio quest’ultimo che deve fornire all’istituto al quale si rivolge tutti i documenti necessari che riguardano l’aspetto soggettivo (condizioni economiche del richiedente) e l’aspetto finalistico (scopi della richiesta del mutuo – es. acquisto di casa).

Necessario presentare la perizia ed altri accertamenti riguardanti il bene presentato a garanzia del credito che deve essere esaminato da un perito di fiducia del mutuante.

Due sono gli esiti possibili della fase di istruttoria: la banca può decidere, a fronte della documentazione presentata, se il richiedente ha le carte in regola per garantire la restituzione del finanziamento. In caso positivo la banca rilascia la delibera di concessione.

Con l’atto di mutuo il contratto tra banca e richiedente entra in pieno effetto: la banca dà al richiedente il capitale richiesto.

Determinazione dell’interesse dovuto

Il credito concesso dalla banca al mutuario è soggetto ad una maggiorazione: si tratta del tasso di interesse, che rappresenta, in pratica, il guadagno della banca sul mutuo eventualmente concesso.

Chi richiede il mutuo non ha alcuna possibilità di intervenire sulla percentuale del tasso di interesse, che è deciso dall’istituto al quale ci si rivolge.

Nella determinazione del tasso di interesse che verrà applicato al mutuo concesso dalla banca si prendono in considerazione diversifattori:

– rischio soggettivo connesso alle caratteristiche economiche del mutuatario

– politiche economiche generali dell’istituto mutuante

– costo al quale il mutuante acquista il denaro

Le garanzie richieste dalle banche – L’ipoteca

Ogni istituto bancario chiede delle garanzie al richiedente del mutuo, necessarie alla banca per avere la certezza che il mutuante sia in grado di restituire la somma concessa.

Per i mutui la garanzia consiste nell’iscrizione di un’ipoteca sul bene che verrà acquistato col mutuo e/o su eventuali altri beni che il richiedente o terze parti mettono a disposizione.

Quando il richiedente del mutuo ha estinto il suo debito ha titolo per richiedere la cancellazione dell’ipoteca, aiutato in questo processo anche dall’istituto che ha concesso il denaro, che fornirà documento certificante il suo assenso alla cancellazione dell’ipoteca.

Cosa accade in caso di inadempienze del mutuario?

I provvedimenti che una banca può prendere in caso di inadempienze del mutuario, ovvero il mancato o tardivo pagamento di una o più rate, variano in base al contratto stipulato.

Generalmente, al verificarsi di questa situazione la banca è autorizzata a richiedere la restituzione dell’intero debito residuo, e relativi interessi, entro un termine stabilito.

Se il mutuario non provvede all’estinzione del debito secondo le condiziono la banca procede alla riscossione tramite pignoramento e vendita all’incanto del bene ipotecato.

Si può estinguere un mutuo prima della sua scadenza?

Caso raro, ma può accadere che il mutuario riesca ad ottenere il denaro necessario all’estinzione del debito prima del suo termine.

In questo caso la banca considera l’eventuale recessione del contratto di mutuo come una inadempienza in quanto non riceverà più il pagamento degli interessi sulle rate successive all’eventuale estinzione.

Questo argomento ha da sempre alimentato un acceso dibattito, mai risolto, che però viene gestito con il pagamento da parte del mutuario di un importo detto sconto, solitamente  previsto nel contratto di mutuo in percentuale pari al 4/6% sull’ammontare degli interessi previsti per il periodo compreso fra l’anticipata estinzione e l’originariamente prevista scadenza del mutuo.

RIM prova a rifarsi il trucco

 E’ finalmente arrivato al capolinea il diretto della RIM verso l’innovazione. L’azienda ha deciso infatti di presentare il nuovo prodotto che sarà anche il veicolo del riposizionamento della RIM.

Si tratta del BlackBerry 10 che qualora dovesse trasformarsi in un flop, comporterebbe lo smantellamento della divisione Research in Motoion. Ma siamo fiduciosi perché stando ai preparativi, la festa sarà parecchio grande. RIM, infatti, ha deciso di fare un hangout con il resto dell’azienda sparso per il mondo, a New York,  a Parigi, a Toronto, a Dubai, a Johannesburg, Jakarta e Delhi.

  Novità dal mercato degli smartphone

Il BlackBerry 10 nelle sue due versioni London e Nevada, è contornato da tanto scetticismo. L’azienda, invece, punta molto sulla confidenza acquisita con i clienti e sulla sua capacità di attirare nuovi investimenti visto che presenta due smartphone, diversi tra loro, che in comune hanno la voglia di andare incontro alle esigenze del cliente.

 Google costretta alla liberalizzazione dei brevetti 

Il BlackBerry 10 Nevada ha una tastiera fisica e sembra uno dei primi device della RIM. L’altro smartphone, invece, è touchscreen. Quello che in entrambi i casi gli analisti hanno provato a sottolineare, è che non ci sono paragoni con i vari Galaxy e iPhone ma ci sono anche tantissime funzionalità che uno “smartphone” vecchio stile non riuscirebbe a fare.

Per esempio è stata molto ben curata tutta la parte audiovisiva.

L’euro ai massimi da novembre 2011

 L’euro sorpassa il dollaro e lo fa assestandosi sui livelli massimi che non si registrano dal novembre del 2011. Insomma, come per i buoni del tesoro, per cui si rileva una buona asta dei Btp a 5 e 10 anni, c’è stato una specie di passo indietro, sicuramente proficuo.

Tecnicamente il tasso di cambio tra euro e dollaro ha superato quella che è da considerarsi la soglia di resistenza della moneta unica del Vecchio Continente, cioè i 1,35 dollari, per arrivare poi, nella tarda mattinata a 1,3562. I prezzi del denaro europeo, dunque, sono stati sospinti verso l’alto.

A pesare è stato anche l’atteggiamento degli investitori che hanno fatto segnare delle buonissime performance anche per yen, sterlina, dollaro australiano e dollaro canadese. I mercati finanziari, in questo momento, si stanno spingendo verso i settori in cui è necessario prendersi dei rischi.

 Dove si corre il rischio c’è più gusto

Un movimento che comunque dà i suoi frutti e guardando attentamente i volumi di scambi delle varie borse internazionali, si può avere la conferma.

 Le direttrici del mercato 2013 individuate da JP Morgan

Per esempio, Wall Street è cresciuta fino ai livelli che le erano stati propri nel 2008 e probabilmente farà registrare nuovi record che manderanno definitivamente nel dimenticatoio l’affare dei mutui subprime. Sul versante europeo, la borsa di Francoforte viaggia ai livelli del 2008 ed è tornata ai fasti del 2010 anche Tokyo.