Si può diventare credibili di fronte alle banche

 Le previsioni contrastanti sul settore immobiliare e il fatto che ci siano ancora polemiche sui prezzi delle case, fa pensare che nel 2013, la stretta creditizia dell’anno appena trascorso, si riproduca tale e quale.

Gli esperti ribadiscono che – stato del mercato a parte – ottenere un mutuo è sempre più complicato per cui, nei fatti, occorre avere alcuni requisiti che rendono il cittadino credibile agli occhi degli istituti d i credito. Acquistare un’abitazione, infatti, è più semplice se oltre a rispettare i criteri imposti dalla banca quanto a capacità di rimborso, si hanno anche altre garanzie.

Secondo un’analisi del gruppo Tecnocasa, queste garanzie sono nella stabilità del lavoro e nel gruzzolo di risparmi. Con un contratto a tempo indeterminato e un bel po’ di liquidità sul conto corrente, le porte sui prestiti sono spalancate. Sembra una tautologia ma è quel che deriva da un’analisi molto stringente del 2012.

► Mutui: l’effetto stringente della crisi

I consumatori che più facilmente hanno ottenuto un prestito sono quelli che hanno potuto vantare un posto di lavoro fisso, in un nucleo famigliare dove i portatori di reddito sono più d’uno e i risparmi sono abbastanza per sostenere una quota dell’investimento immobiliare.

Il 2013, a questo punto, non sembra molto diverso dall’anno passato anche se le strategie relative al mercato creditizio, adottate a livello internazionale, possono avere un peso.

Tasse sui mutui per il 45% del valore della casa

 Nell’operazione di compravendita di un immobile è fondamentale conoscere tutti i costi aggiunti rispetto al prezzo della casa comprata. Per esempio le imposte da corrispondere al fisco, l’onorario da versare all’intermediatore, il costo del mutuo, quindi gli interessi dell’eventuale finanziamento acceso.

 Le imposte immobiliari rimpinguano le casse dello Stato

Alla fine dei giochi, secondo un’inchiesta del Sole 24 Ore, il 45 per cento circa del valore dell’immobile acquistato, è praticamente “restituito” all’Erario sotto forma di tasse. Proviamo a spiegare la faccenda.

Il peso del fisco sulle abitazioni è ingente: il 45 per cento del prezzo degli immobili va a finire nelle mani dello Stato visto che in 30 anni, con le tasse versate, il proprietario di una casa riesce quasi a ri-comprare nuovamente l’immobile. Mediamente, in un anno, vanno via tra i 2800 e i 3800 euro d’imposte che si traducono, dopo 30 anni, in un patrimonio di 114 mila euro.

Il discorso è valido soprattutto per i proprietari di una casa che vogliano fare tutto “in regola” senza versamenti di somme in nero ma contando esclusivamente sui propri risparmi. Oggi, in più, le tasse sulla casa sono cambiate e sono aumentate. Dall’Ici si è arrivati all’Imu, dalla Tarsu alla Tares, senza contare tutta l’IVA corrisposta per il pagamento delle utente.

La Tares sarà più alta della Tarsu secondo la Cgia

Secondo la Cgia di Mestre per pagare tutte le tasse, quest’anno, i cittadini dovranno lavorare tutti un giorno in più.

Arriva Huawei dopo Samsung ed Apple

 Le certezze del mondo della tecnologia sembrano sbriciolarsi sotto i colpi dell’ennesimo colpo di scena che vede RIM uscire dalla terna delle “migliori” aziende produttrici di telefoni cellulari e smartphone, per lasciare il posto alla cinese Huawei. Un successo costruito comunque nel tempo.

Apple vende meno iPhone

Adesso, dietro a Samsung ed Apple, che sono in prima e in seconda posizione nella classifica dei produttori mondiali di smartphone, spunta a sorpresa l’azienda cinese Huawei che supera abilmente le mire “espansionistiche” della Nokia e della Research In Motion. 

► Perché Apple punta sulla Cina

Ma com’è successo? Sembra che negli ultimi tre mesi, stando alle rilevazioni IDC, ci sia stata un’ascesa importante dell’azienda cinese che ha trovato la formula per fare breccia tra i colossi degli smartphone: la proposta di cellulari di ultima generazione, di qualità media a prezzi molto bassi.

 Novità dal mercato degli smartphone

Per chi investe in borsa e nelle opzioni binarie, adesso, c’è soltanto da scoprire quanto durerà questa nuova stella del firmamento tecnologico. Certo è che di tradizione alle spalle ne ha parecchia Huawei. Non si tratta certo dell’ultima azienda sulla piazza internazionale. Anzi. Da più di 20 anni è attiva anche se la produzione di cellulari è iniziata molto tempo dopo la fondazione della società.

Dopo il lancio sullo scacchiere internazionale, il successo è stato inevitabile.

La fiducia dei consumatori ai minimi

uno sguardo al mercato valutario per calibrare gli investimenti e ci rivolgiamo soprattutto al ForEX, osservando da vicino il dollaro, ci accorgiamo che c’è un market mover molto importante: l’indice di fiducia dei consumatori. L’impatto di questo indice dipende dal fatto che se c’è fiducia nei consumatori è molto probabile che l’economia sia in ripresa.

E’ un discorso che può essere traslato anche nel panorama italiano. Forse sì, ma a quel punto bisogna prendere atto della situazione di crisi che sta vivendo il nostro paese.

 Incertezza politica Italia allontana investitori, il parere della BCE

In Italia, secondo l’ultima rilevazione dell’Istat, infatti, la fiducia dei consumatori è arrivata ai livelli minimi del periodo. Non si era giunti così in basso dal 1996. Questo vuol dire che, con la complicità dell’incertezza politica – che dovrebbe essere saziata alla metà di febbraio con la tornata elettorale – la situazione nel nostro paese è peggiorata.

L’indice di fiducia dei consumatori è passato dagli 85,7 agli 84,6 punti. Pesano le considerazioni dei nostri connazionali sulla situazione delle famiglie prima ancora che sulla situazione dell’Italia nel suo complesso. Sono ancora meno, tra l’altro, gli italiani che guardano con speranza al futuro.

Questo vuol dire che il 2013, Draghi a parte, il nostro paese vivrà nel pessimismo.

► Nonostante la crisi a Piazza Affari c’è ottimismo

A Yahoo! piacciono le donne

 Yahoo! a luglio dell’anno scorso, dopo aver tentato di risollevarsi dando le redini dell’azienda ad alcuni manager di successo, ha deciso di lasciare la poltrona di amministratore delegato ad una donna: Melissa Mayer che dalla sua aveva una grande e proficua esperienza con Google.

 La lotta all’evasione colpisce la tecnologia

Dal gigante dei motori di ricerca, evidentemente ha portato via la forma mentis ed ha regalato un successo insperato alla nuova azienda. Basta pensare che per la prima volta dopo quattro anni poco lieti per i bilanci di Yahoo!, l’azienda ha potuto mettere a segno una bella serie positiva che ha consentito di chiudere l’ultimo trimestre del 2012 con degli utili.

 Aumento profitti Google 2012

Non si gioiva in tal modo da 4 anni in azienda e sembra che il segreto della Mayer non sia poi così taciuto: ha potuto beneficiare degli sconti applicati dagli inserzionisti pubblicitari. A quel punto, nel trimestre che si è concluso a dicembre, gli utili registrati dall’azienda sono stati di 272,3 milioni di dollari, che sono sicuramente meno dei 295,6 milioni di dollari del 2011, ma comunque al di sopra delle attese.

E’ stata provvidenziale, dicono gli analisti, anche la vendita delle azioni del colosso internet cinese Alibaba e la volontà di stringere al massimo le spese di ristrutturazione. Alla fine dei conti le azioni di Yahoo! hanno guadagnato 23 centesimi l’una.

Elusione fiscale Apple

 Apple elude le tasse? Da qualche mese tiene banco la questione delle “evasioni legalizzate”. Ad esempio in Gran Bretagna, aziende come Apple, Google, Amazon e Starbucks pagano pochissime tasse in virtù delle scappatoie fornite dal governo.

Adesso, però, Apple è anche nel mirino dell’America.

Pare che il New York Times stia indagando già da tempo sulla questione. La Apple ha sede in California ma ha spostato in Nevada la sua sede legale.

Con questa mossa la casa fondata da Steve Jobs risparmia milioni di dollari ogni anno di imposte.

Aliquote

In California l’aliquota è dell’8,8%. E in Nevada? Dello zero per cento!

Con lo stesso metodo, Apple ha generato filiali in Irlanda, Olanda, Lussemburgo, Isole Vergini britanniche, con il solo obiettivo di versare meno tasse.

Secondo l’inchiesta portata avanti dal quotidiano americano Apple è riuscita ottimamente nel suo intento.

Metodo Apple

Nel 2012 mentre ha guadagnato profitti globali per oltre 34 miliardi di dollari, Apple ha versato 2 miliardi e 400 milioni di tasse. Lo dice il dipartimento del Tesoro americano, che segnala un’aliquota del 9,8 per cento.

Per fare un paragone, Wal-Mart, gigante del commercio al dettaglio Usa, nello stesso anno ha pagato 5 miliardi e 900 milioni di dollari di tasse a fronte di 24 miliardi e 400 milioni di fatturato, con un’aliquota del 24 per cento.

Il trucco? Avere i commercialisti e gli avvocati migliori sulla piazza fa risparmiare un bel po’ di soldi detraendoli allo stato.

Fisco rischia per mancati introiti carburante

I prezzi del carburante sono troppo elevati a causa delle accise e così lo Stato guadagna molto meno dalla vendita di benzina e gasolio. Un cane che si morde la coda, insomma.

Soltanto nel mese di dicembre il peso delle proprie azioni è stato pagato caro dal Fisco, che ci ha rimesso quasi il 10% di entrate.

Dicembre

A dicembre il gettito inerente a questa particolare voce, è infatti restato dietro del 7,2%. Il calcolo dei soldi che non tornano è stato fatto dal Centro Studi Promotor (Csp), il quale ha già lanciato l’allerta sull’intero 2013.

Trend negativo

Proseguendo così, lo Stato rischierebbe di veder sparire quasi 2,6 miliardi di tasse. Un rischio possibile, che diverrebbe realtà se solo nei prossimi 12 mesi il trend proseguisse sugli stessi livelli dei 30 giorni esaminati durante l’ultimo mese del 2012. La colpa? Secondo il Centro Studi è da ascrivere cosìddetto effetto Laffer, che in altri termini è il calo del gettito a fronte di una tassazione eccessivamente elevata.

Bilancio 2012

Il portafoglio degli automobilisti, come è noto piange. Balzelli e continui aggravi la fanno da padrona. Nelle ultime settimane sono scattati rincari delle autostrade, aumenti delle multe e delle assicurazioni.

Già dal 2012 le famiglie avevano stoppato la propria spesa alla pompa. Secondo il bilancio effettuato nel 2012, infatti, i consumi di benzina e di gasolio, in Italia, sarebbero calati del 10,5%. Non è però bastato a niente lasciare l’auto ai boz. Dai dati elaborati dal Centro Studi appare infatti che la spesa complessiva è aumentata a 67,4 miliardi con una crescita del 4,7% proprio per effetto delle tasse più alte.

Prestito dei soci per salvare Alitalia

 La prima riunione dell’anno tra i consiglieri di Alitalia è durata sette ore ed è stata ricchissima di colpi di scena.

Sette ore di fuoco. L’azienda vive un momento critico, con le casse quasi prosciugate e il rischio che i pagamenti di febbraio slittino a data da destinarsi.

L’erosione del capitale della compagnia aerea è un argomento che tiene banco da tempo. L’urgenza di inserire nuovi fondi nella casa esiste ed è stata già palesata abbondantemente. Il problema è che ora il tempo per farlo si è ridotto ulteriormente al lumicino.

Così, durante la riunione di ieri, la prima dell’anno, i consiglieri sono giunti a una decisione: tutti i soci verseranno un prestito alla Società per la sua ‘sopravvivenza’. La cifra nel complesso si aggira intorno ai 150/200 milioni.

Appuntamento al 4 febbraio

Ora, i soci si incontreranno il prossimo 4 febbraio per capire se c’è la possibilità di ricevere gli introiti da parte degli azionisti, così da rilasciare la cifra esatta per il finanziamento e rendere note le modalità di suddivisione della cifra stessa.

Il Cda ha optato per un prestito e non per un aumento di capitale, in quanto c’è urgenza di un finanziamento immediato. L’aumento di capitale, per prassi, comporterebbe tempi più lunghi. Si dovrebbe procedere con una delibera dell’assemblea, la quale implica un periodo burocratico non indifferente.

Monti e Bersani distanti su Fisco e Manovra-Bis

 Cresce la distanza fra Mario Monti e Pier Luigi Bersani, ormai prossimi allo scontro. La goccia che ha fatto traboccare il vaso? Una frase che Monti ha pronunciato ieri a ”Omnibus” su La7: ”Non prevedo una manovra correttiva dei conti ma non escludo niente in certi casi di esito del voto”. Nel corso della stessa trasmissione, Monti ha illustrato anche il suo programma fiscale, argomento diventato il fulcro della sua campagna elettorale:

– riduzione dell’Imu a partire dal 2013;

– riduzione di Irap e Irpef a partire dal 2014.

Ingovernabilità

Monti e Bersani si sono scontrati sul possibile esito dell’ingovernabilità. Il Pd sembra non aver gradito, ma c’è da tenere in conto che Monti ha poi precisato che dalle elezioni dipenderà tutto, compreso un possibile nuovo rischio per l’Italia sui mercati. Tutto sarà in mano al prossimo governo e per Monti : “Non bastano maggioranze strette per fare tutte le riforme che servono per uscire dall’emergenza in cui e’ l’ Italia e se creassimo una grande coalizione sulle riforme non so se avrebbe il sapore della vecchia politica, probabilmente avrebbe quello della politica necessaria”.

C’è dunque un’enorme disponibilità ad ampie soluzioni governative successivamente al voto. Una la novità che spiega i riferimenti delle ultime settimane di Monti al ”taglio delle ali” (Nichi Vendola e Roberto Maroni) e alla possibilità di ottenere un confronto con Pd e Pdl (qualora quest’ ultimo dovesse liberarsi di Silvio Berlusconi).

Sindacati

Bersani ha criticato anche la stoccata di Monti nei confronti del sindacato: ”Le opposizioni in materia di lavoro ci sono venute da un Pd molto vincolato dalle decisioni della Cgil. E’ un peccato che si possano fare riforme minori rispetto a quelle che si potrebbero fare, semplicemente perche’ ci sono questi limiti”.

Così Bersani snobba la grande coalizione (“Per l’amor di Dio”). E sulla manovra economica, il Leader del Pd dice: “Mi sembra di avere capito che la manovra non si fa, se c’e’ lui. Un po’ di modestia sarebbe consigliabile. Io sono stanco di manovre come credo tutti gli italiani, non si puo’ inseguire la recessione con delle manovre e quindi sono contrario”.

I programmi elettorali per i quattro temi caldi dell’economia

 L’economia è il punto nevralgico di tutti i programmi elettorali italiani in vista delle prossime elezioni che si terranno tra poco meno di un mese, il 24 e il 25 febbraio 2013.

Data la difficile situazione del paese in questo periodo, è normale che tutti si soffermino a parlare di quanto hanno intenzione di fare riguardo ai temi più scottanti dell’economia, anche se, spesso, è complicato riuscire a capire quali siano le azioni reali che le varie coalizioni hanno intenzione di fare.

Per questo abbiamo raccolto le tematiche più importanti -fiscal compact, welfare, Imu e crescita- e, per ognuna, cercato di estrapolarne i principi di azione delle coalizione che sono scese in campo.

Fiscal compact

Lista Monti: Mario Monti nella sua agenda prevede che a partire dal 2013 sia raggiunto il bilancio strutturale e che il debito pubblico possa essere ridotto di un ventesimo ogni anno a partire dal 2015 fino a che il rapporto debito/pil non raggiunge il 60%. Per farlo basta continuare sulla strada intrapresa con il Fondo salva-Stati senza la rinegoziazione dei trattati con l’Europa.

Pd e Sel:  poco o nulla di fatto per questa coalizione che pensa solo ad un'”eventuale rinegoziazione”, ma senza fornire ulteriori spiegazioni.

Movimento Cinque Stelle: nessuna rinegoziazione

PDL: la revisione dei trattati è uno degli obiettivi principali, in cui la BCE dovrà diventare il prestatore di ultima istanza. Si propone anche la creazione di Euro-bond e l’esclusione delle spese di investimento dai limiti del patto di stabilità e un eventuale riduzione del debito pubblico di 400 miliardi in cinque anni.

Rivoluzione Civile: totalmente contrario al Fiscal Compact, il cui risultato sarebbe quello di tagliare la spesa pubblica di 47 miliardi di euro all’anno per i prossimi venti, colpendo solo i lavoratori e le fasce più disagiate.

Privatizzazione Welfare

Rivoluzione Civile: il sistema sanitario deve essere pubblico ed universale, e tutto si deve muovere in questa direzione. Ragione per cui la riforma Fornero va cancellata.

Movimento Cinque Stelle: propone semplicemente il consolidamento del servizio sanitario universale e gratuito.

Pd e Sel: nessun chiarimento in merito alla distinzione tra pubblico e privato.

Lista Monti: secondo il premier uscente nella sanità

devono prevalere appropriatezza delle cure, costo/efficacia, riduzione al massimo degli sprechi, gestione manageriale

il che sembra dire che il sistema previsto potrebbe essere un mix di entrambi con preas’stazioni gratuite minime garantite, per il resto dovrebbe esserci un’assicurazione sanitaria privata.

Imu sulla prima casa

Lista Monti: prima di pensare alla cancellazione dell’Imu è necessario dare la precedenza alla riduzione del carico fiscale per lavoro e impresa. Solo a quel punto si potrà pensare all’Imu.

Pd e Sel: pochi accenni alla patrimoniale e giusto un auspicio di riduzione della pressione fiscale sul lavoro.

PDL: eliminazione dell’Imu sulla prima casa, revisione del sistema fiscale in ottica federalista, nessuna patrimoniale, eliminazione dell’Irap e progressiva riduzione del carico fiscale su famiglie e imprese di un punto ogni anno.

Movimento a Cinque Stelle: nessuna parola su tasse.

Rivoluzione Civile: diversamente da PDL, qui arriva il sì alla patrimoniale, ma no all’Imu sulla prima casa, che, invecem dovrebbe essere pagata solo da Chiesa e fondazioni bancarie.

Crescita

Lista Monti: per il premier tecnico gli obiettivi di crescita potranno essere raggiunti attraverso liberalizzazioni, miglior uso dei fondi europei, semplificazione burocratica e fiscale.

Pd e Sel: crescita possibile con eliminazione del precariato e abbassamento dei salari.

PDL: la crescita in questo caso dovrebbe realizzarsi attraverso delle agevolazioni fiscali per le aziende che assumono, maggiori tutele per le imprese che lavorano con la pubblica amministrazione, utilizzo della Cassa depositi e prestiti per il rilancio del commercio interno ed estero.

Movimento Cinque Stelle: il programma lascia diverse lacune e non propone nulla di realmente organico, se non alcune possibili soluzioni come il rilancio delle produzioni locali, la green economy e il sussidio di disoccupazione garantito.

Rivoluzione Civile: è lo Stato che deve occuparsi della crescita, con il reddito minimo garantito per chi è senza lavoro, detassando le tredicesime e ripristinando l’articolo 18.