Le frodi scoperte dalla Guardia di Finanza sono di circa 6,5 miliardi di Euro

 In Italia l’anno scorso le frodi relative ai fondi comunitari e nazionali e all’erario ammontano a circa 6,5 miliardi di Euro. È questo quanto hanno mostrato le Fiamme Gialle per l’anno che si è appena concluso.

I controlli fatti dalla Guardia di Finanza per conto della Corte dei Conti sono stati. I danni all’erario sono oltre 5,1 miliardi.

Dati evasione fiscale 2012

Le frodi ai finanziamenti europei e nazionali sono di 1,1 miliardi di Euro e sono state aperte 2800 indagini. Sono soldi indebitamente percepiti e sono stati denunciati più di 4600 persone, a cui sono stati sequestrati beni mobili e immobili per circa 348 milioni di Euro.

Le frodi previdenziali e assistenziali che sono state scoperte sono per più di 103 milioni di Euro tra falsi invalidi, falsi braccianti agricoli e persone decedute che prendevano la pensione. Sono stati scoperti anche molti assegni sociali e altri fondi per sostegno che non erano dovuti. Il problema economico per la sanità è di circa 72 milioni di Euro. I casi di doppio lavoro sono 1274 e sono state fatte delle sanzioni per circa 15 milioni di Euro.

Evasori contro il redditometro

Il comandante generale della Guardia di Finanza ha affermato che per il 2013 ci sarà un impegno

per smascherare le frodi sia a livello previdenziale e assistenziale sia a livello di settori dove ci sono incentivi come per le energie rinnovabili, la spesa sanitaria convenzionata e le misure finanziate con i fondi dell’Unione europea.

Monti promette di abbassare le tasse

 La campagna elettorale per le elezioni politiche si fa sempre più intensa e il tema delle tasse è sempre uno di quelli più importanti. Mario Monti ha affermato di volerle diminuire, lui che le ha aumentate per salvare l’Italia dal rischio del fallimento.

2013 anno di pressione fiscale record

Il leader del centro parla di Imu con detrazioni sulla prima casa e anche di detrazioni sui figli. Mario Monti ha parlato a Omnibus, la trasmissione su La 7. Uno degli argomenti sul quale maggiormente si sta concentrando la campagna elettorale è l’Imu e Monti ha affermato:

Presenteremo presto un piano per ridurre il gettito di Imu, Irap e Irpef. Proponiamo misure per bloccare la spesa pubblica corrente al netto degli interessi, con una riduzione spesa pubblica-Pil del 4,5 per cento al termine dei cinque anni. Non vogliamo fare promesse, ma prendere impegni seri.

Monti ha fiducia nell’economia

Per l’Imu Monti ha spiegato che si lavora ad una detrazione da 200 a 400 Euro, mentre con i figli a carico la detrazione arriverebbe a 800 Euro. Alla base della riforma dell’Imu c’è l’equità.

Monti ha anche parlato della riduzione dell’Irap e dell’Irpef per i redditi medio bassi. Monti ha detto: “Il Paese reale fa una denuncia reale, ha ragione. Abbiamo dovuto evitare il dissesto dello Stato che si profilava ad un orizzonte che sembrava sempre più vicino e abbiamo dovuto farlo non con una prospettiva di cinque anni, ma di mese in mese. Ogni mese, ora possiamo dirlo, era un incubo vedere quanti miliardi di euro dovevano essere emessi in titoli italiani entro la fine del mese”.

Record del debito per le famiglie italiane

 I conti delle famiglie italiane sono pesantemente in rosso. Va peggio per coloro che vivono in grandi città come Milano e Roma, mentre in piccoli centri, come Vibo Valentia, Ogliastra ed Enna, l’indebitamento sembra essere più basso.Questo è quanto emerge da uno studio della Cgia di Mestre che ha messo in evidenza come l’arrivo dell’euro abbia portato le famiglie italiane ad una corsa al mutuo che, dopo la crisi economica, si è trasformata in una crescita rilevante del debito pro-capite. I dati parlano di un aumento tendenziale di questi ultimi cinque anni -la data presa a riferimento è sempre quella del 2007, anno in cui, ormai, è convenzione far risalire l’inizio della crisi- del 140%.

Relazione tra debito pubblico e crescita

Passando dalle percentuali ai numeri reali, le famiglie italiane hanno un debito medio di circa 20 mila euro. Il dito della Cgia è puntato contro la moneta unica che ha

contribuito a far impennare i debiti, non tanto per aver spinto all’insù il costo della vita, ma per aver contribuito a far scendere i tassi di interesse praticati dalle banche nella prima parte del decennio scorso.

Saper scegliere fra mutuo e prestito per le spese di casa

Fatto che ha spinto gli italiani ad accendere un mutuo per l’acquisto della prima o della seconda casa che poi, a causa dell’aumento dell’inflazione (+25,4% tra il 2002 e il 2012) e l’aumento dei tassi di interesse praticati dalle banche (sentito in modo particolare da coloro che hanno prestiti a tasso variabile e pari al +139,6%) ha portato lo scoperto bancario delle famiglie dagli 8.312 euro del 2002 ai 19.916 del 2012.

La situazione peggiore è quella per le famiglie residenti nella provincia di Roma, con un debito bancario medio pari a 29.353 euro (+155,4% rispetto al 2002). Segue Milano (28.472 euro, +161,2% rispetto al 2002).

 

 

Crollo del mercato immobiliare. I dati di Confedilizia

 Comprare casa, purtroppo, per molti è un sogno che è stato messo in un cassetto in attesa di tempi migliori. A dirlo sono i dati diffusi da Confedilizia, secondo i quali nel 2012 il mercato degli immobili ha subito la peggiore contrazione dall’inizio della crisi economica, ossia il 2007.

Ancora polemiche sui prezzi delle case. I dati Istat

Dal 2007, infatti, il mercato degli immobili ha subito una costante contrazione, ma quello che è successo nell’ultimo anno ha portato il comparto ad una riduzione delle transazioni immobiliari pari al 30,6% in meno rispetto al 2011. Percentuale che, tradotta in numeri, equivale ad una perdita di transazioni immobiliari del valore stimabile tra gli otto e i dieci miliardi di euro.

Nel 2012 sono state vendute/acquistate circa 250.000 case in meno. Secondo quanto riportato dalla Confedilizia, questa contrazione del mercato degli immobili è da imputarsi, principalmente, non al credit crunch per famiglie e imprese -fattore che ha comunque il suo peso- ma al continuo aumento (sia in numero che in valore) delle imposte dirette e indirette sulla casa che stanno rendendo paradossalmente più conveniente affittare una casa piuttosto che acquistarla.

Il dilemma tra l’affitto e il mutuo

I dati della Confedilizia rispecchiano quelli dell’Istat. Secondo l’Istituto, infatti, nel 2007 gli immobili scambiati sono stati 1.055.585, arrivati a 816.758 del 2011. Con l’ulteriore riduzione di 250.000 unità prevista nel 2012, in cinque anni la riduzione delle compravendite è stata del 46,3%.

 

2013 anno di pressione fiscale record

 In campagna elettorale tutti parlano di riduzione delle tasse e anche gli analisti economici e finanziari, ai quali i processi del consenso politico non interessano, sono concordi nel dire che per la ripresa dell’Italia il primo passo da fare è quello della riduzione delle tasse.

Tasse cruciali luglio e dicembre

Ma, secondo quanto riportato da uno studio condotto da Prometeia, questo non accadrà nel 2013, anno in cui, invece, è previsto il record della pressione fiscale su imprese e famiglie italiane, stimata al 45% del prodotto interno lordo del paese.

nello specifico, a gravare di più sul portafogli degli italiani, saranno le imposte indirette: in primis l’Iva, le cui aliquote saranno portate dal 21 al 22% a partire dal primo luglio, poi c’è la Tobi tax, la tassa sulle transazioni finanziarie, e, in ultimo, la Tares, che sarà molto più cara delle precedenti tasse sui rifiuti.

La Tares sarà più alta della Tarsu

Se aumentano le tasse, poi, diminuiscono i consumi e, di conseguenza, diminuisce il Pil. Lo studio di Prometeia ha rivisto al ribasso, infatti, le stime di crescita del paese  (-0,6%) e anche quelle dei consumi (-1,5%).

In linea con quanto già detto a proposito di ripresa economica e di crescita del paese da Bankitalia e FMI, quindi, anche Prometeia ritarda la comparsa dei primi segni di miglioramento all’ultima parte dell’anno in corso.

7 scadenze fiscali del 31 gennaio

 Automobili e tv, sono questi i due strumenti da tenere a mente per ricordare le scadenze dell’ultimo giorno del mese. Il 31 gennaio, infatti, ci sono ben 14 appuntamenti con il fisco. Abbiamo già visto insieme Le scadenze fiscali del 28 e del 30 gennaio, adesso evidenziamo quel che c’è da pagare il 31 gennaio.

Tutti gli operatori finanziari hanno modo di comunicare le operazioni rilevanti ai fini IVA che superano i 3600 euro, riferite al periodo compreso tra il 6 luglio e il 31 dicembre 2012.

 Le scadenze fiscali del 28 e del 30 gennaio

L’acquirente deve essere stato un consumatorie finale che ha pagato beni e servizi con carta di credito o bancomat.

Il canone RAI è un appuntamento per tutti ed è previsto per il 31 gennaio. L’importo da pagare per gli abbonati annuali è di 113,50 euro, la rata semestrale, invece, è di 57,62 euro e la rata trimestrale è di 30,16 euro. Per effettuare il versamento è disponibile un conto corrente postale intestato all’URAR di Torino.

Sempre il 31 gennaio è la data ultima per il versamento del bollo auto per i proprietari dei veicoli con oltre 35 Kw di cilindrata con bollo scadente a dicembre 2012. Il 31 gennaio è anche l’ultimo giorno utile per il versamento dell’addizionale del bollo auto.

 Nel 2013 la pressione fiscale è da record

Le scadenze fiscali del 28 e del 30 gennaio

 La fine del mese di gennaio è un periodo molto particolare a livello fiscale visto che ci sono degli appuntamenti molto importanti per alcune categorie di contribuenti. A parte di Canone RAI, per il quale c’è tempo fino alla fine del mese, oggi, 28 gennaio, scade il termine per il ravvedimento sull’acconto IVA.

F24, sanzioni e ravvedimento nell’acconto IVA

Sono interessati da questa scadenza i contribuenti IVA mensili e trimestrali che non hanno versato l’acconto dell’Imposta sul Valore Aggiunto per il 2012 entro il 27 dicembre dell’anno scorso. Il versamento di gennaio deve comprendere nel calcolo anche gli interessi legali e la sanzione prevista, che è ridotta al 3 per cento. Per pagare occorre usare un modello F24 telematico, indicando uno tra i 4 codici tributo presentati dall’Agenzia delle Entrate: il 6013 per il versamento acconto IVA mensile, il 6035 per il versamento IVA acconto, il 8904 per la sanzione pecuniaria IVA e il 1991 per gli interessi sul ravvedimento IVA.

Appuntamenti con l’Erario dal 22 al 30 gennaio

C’è tempo fino al 30 gennaio per inoltrare la richiesta di assistenza fiscale. Sono interessati a questa scadenza tutti coloro che si avvalgono del regime fiscale agevolato per le nuove iniziative imprenditoriali e di lavoro autonomo. La richiesta deve essere presentata all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate più vicino alla propria residenza, o attraverso una raccomandata, secondo il modello scaricabile dal sito dell’Erario.

Nel 2013 la pressione fiscale è da record

 Le tasse hanno un’incidenza elevata sul Prodotto Interno Lordo. Adesso, a parte l’IVA, a deprimere la crescita del paese contribuiscono nuove imposte come la Tobin Tax e la TARES che va a sostituire la “vecchia” imposta sui rifiuti.

La Tares sarà più alta della Tarsu secondo la Cgia

Secondo le ultime indagini ci sarà una diminuzione dei consumi nel 2013 e, nell’anno in corso, la cosiddetta pressione fiscale raggiungerà la quota record del 45% del PIL. La società Prometeia che si è occupata di fare un’elaborazione dei dati fiscali del nostro paese, ha analizzato da un lato la pressione fiscale e dall’altra i consumi.

Per quanto riguarda le imposte, secondo Prometeia, nel 2013 ci sarà un incremento delle tasse indirette che sono state al centro della legge di stabilità dello scorso dicembre. Per esempio avrà un’incidenza importante l’aumento di un punto percentuale dell’IVA che passerà dal 21 al 22 per cento, così come l’introduzione della Tobin Tax e l’introduzione della Tares.

Codacons lancia allarme per crollo consumi alimentari

Rispetto ai consumi, secondo Prometeia, ci sarà un calo dei consumi medi annui dell’1,5 per cento. Nel quarto trimestre dello scorso anno si sono tirate le somme dell’andamento annuo delle spese e si è notata una contrazione su tutto il periodo di 4,1 punti percentuali. La fase di contrazione potrebbe rallentare nel 2013 ma  siamo sempre ai livelli registrati nella metà degli anni Novanta.

A sorpresa il miglior mutuo è quello di BNL

 Sul predominio di Webank nel campo dei mutui a tasso variabile, ormai, non c’erano più dubbi, invece, dall’ultima ricognizione delle migliori offerte del mercato effettuata da Mutuionline, si scopre che l’offerta vincente a tasso variabile è quella di BNL.

La Banca Nazionale del Lavoro che fa parte del Gruppo BNP Paribas, offre un mutuo a tasso variabile al 2,96% che, aggiunte tutte le spese, arriva ad un TAEG del 3,23%. A seguire, al secondo posto, l’offerta di Deutsche Bank. L’istituto di credito francese offre un mutuo variabile con TAEG al 3,24%. Soltanto al terzo posto si piazza l’offerta di Webank.

L’unica possibilità a tasso fisso è surrogare con BNL

Quest’ultima banca mantiene la leadership nel settore dei mutui a tasso fisso con un TAEG del 5,41%, perfettamente identico all’offerta di Iw Bank che insidia il primato. Al terzo posto, nella classifica dei mutui a tasso fisso, si piazza l’offerta di Barclays che ha un TAEG al 5,76%.

Interessante come in tutte e tre le offerte di mutuo a tasso fisso, per una richiesta tipo di 100.000 mila euro, il prezzo della rata del mutuo ventennale, sia identico per le tre banche e fisso a 673,84 euro.

Iw Bank è leader indiscussa nelle proposte di surroga, sia a tasso fisso (5,41%), sia a tasso variabile (3,29%).

Iw Bank: è la migliore surroga anche a tasso variabile

Con l’euro le famiglie sono ancora più indebitate

anno nero per i prestiti auto/moto per il fatto che questi prodotti si rivolgono molto spesso ai giovani che sono anche i più colpiti dalla crisi economica.

Il problema risiede nel fatto che tutti cercano di scovare dov’è più semplice ottenere un mutuo ma sarebbe piuttosto interessante interrogarsi sulla sostenibilità del prestito ai tassi applicati oggi da compagnie e istituti di credito.

L’ABI conferma il calo dei tassi dei mutui ma la CGIA di Mestre, nella sua ricognizione sul panorama creditizio, spiega che la ricerca dei mutui, in circa 10 anni, ha determinato che il debito medio degli italiani sfiora oggi la soglia dei 20 mila euro. La ricerca è stata condotta sulle famiglie italiane, dall’introduzione dell’euro ad oggi.

I dati dimostrano che l’indebitamento medio è cresciuto del 140% e tra le città che accolgono il maggior numero di debitori ci sono sicuramente Roma e Milano, mentre in coda ai comuni con il numero più ampio di debitori si posizionano Vibo Valentia, Ogliastra ed Enna.

L’associazione dei piccoli artigiani di Mestre ha spiegato che il piede sull’acceleratore dell’indebitamento è stato pigiato dall’introduzione della moneta unica che ha fatto impennare i debiti aumentando parallelamente il costo della vita.